Le leader Usa dell’armamento sconfiggono gli indici. Come proteggersi da Fed e volatilità. L’azionario con un basso rischio grazie ai certificate. Gli Etf “bear” al confronto con le rispettive medie mobili a 200 periodi.
Il report della domenica
Che siate pacifisti o bellicisti in questa fase della geopolitica un qualche sguardo alle azioni della difesa (lo è davvero?) va dispensato. Mezzo mondo si sta riarmando o armando – a seconda delle diverse vicende storiche – e quindi i fatturati dei giganti del settore crescono. Inevitabile prendere in considerazione solo azioni Usa, di gran lunga leader dell’armamento, sebbene anche Gran Bretagna e Francia abbiano nomi forti in tale ambito. Tralasciamo naturalmente ogni considerazione moralistica, comunque più che legittima. Noi siamo solo cronisti.
Azione |
In Borsa |
Vicende & numeri |
Boeing (BA Nyse): ultima quotazione 176,9 $ - performance a 1 anno -26,7% - performance da inizio anno -14,9% |
La guerra in Ucraina non ha favorito quest’azione, a causa del rialzo del prezzo del petrolio, che incide pesantemente sulle Compagnie civili. Il titolo è sceso di un 28% dai massimi del 2021, a causa anche di un debito lievitato negli ultimi due anni |
Non produce solo i velivoli di linea ma anche quelli militari. Il fatturato del settore difesa ha raggiunto i 26,5 miliardi di $ nel 2021. Nuovi progetti sono in fase di sviluppo pure nell’ambito dei droni |
General Dynamics (GD Nyse): ultima quotazione 238,8 $ - performance a 1 anno +28,9% - performance da inizio anno +15,1% |
È salita tantissimo, quasi troppo, complici gli eventi bellici in Europa dell’est. Ma anche l’indebitamento è lievitato parecchio negli ultimi quattro anni. Il p/e ratio è a 20,7 |
Carri armati, navi e sottomarini sono il nucleo del business militare, con un fatturato complessivo di 38,5 miliardi di $ nel 2021 |
Lockheed Martin (LMT Nyse): ultima quotazione 445,8 $ - performance a 1 anno +19,8% - performance da inizio anno +25,8% |
Lassù, lassù: la corsa al rialzo (che corrisponde con la corsa al riarmo) fa sì che vari analisti ritengano il titolo un po’ sopravalutato. Lo confermano in parte il p/e a 19,9 ma soprattutto altri parametri finanziari. Stabili le prospettive di crescita del business nei prossimi anni |
È la madre degli F-35 ma ora sta sviluppando nuovi caccia per contrastare la crescita dell’aeronautica di Russia e Cina. Impressionante comunque il carnet ordini di F-35: sono oltre 3.000, il che garantirà lavoro per molti anni. Intanto si stanno espandendo le vendite di armi ipersoniche. La Lockheed produce inoltre gli elicotteri Sikorsky |
Northrop Grumman (NOC Nyse): ultima quotazione 447,4 $ - performance a 1 anno +32,4% - performance da inizio anno +16% |
Massimi storici esasperati, il che non impedisce che il p/e ratio sia solo a 10,3. Alcuni parametri sono peggiorati negli ultimi tempi, complice anche un indebitamento salito fortemente dal 2017 in poi. Il titolo è sopravalutato, sebbene non di molto, ma il quadro generale dell’intero comparto è certamente anomalo |
Leader nell’ambito dei bombardieri, è uno dei principali subappaltatori del programma F-35 della Lockheed e produce droni come il Global Hawk. Nel frattempo, l'acquisto di Orbital ATK ha aumentato le offerte spaziali. Inoltre sta sviluppando un sistema missilistico balistico intercontinentale di nuova generazione per la US Air Force chiamato Sentinel |
Raytheon Technologies (RTX Nyse): ultima quotazione 100,5 $ - performance a 1 anno +24,06% - performance da inizio anno +15,5% |
Più volatile rispetto ad altri titoli del settore, ha anche un p/e ratio alto (39,1). I margini operativi risultano inferiori in confronto ai big della difesa. Il titolo è considerato dagli analisti sovrastimato e per alcuni anche di un 30% |
I missili sono fondamentali per l'attività difesa del gruppo, che in aggiunta fabbrica missili anticarro Javelin e antiaereo Stinger, entrambi utilizzati nella guerra in Ucraina. Cresce anche il business dell’informatica militare e delle armi ipersoniche |
Valutare il settore è complesso, perché l’esasperata corsa di alcuni titoli non impedisce che le prospettive di crescita vengano viste ancora positivamente. Inutile sottolineare come il tutto dipenda dalle tensioni geopolitiche mondiali in un contesto in cui l’industria americana delle armi (non nascondiamoci dietro un dito!) è leader assoluta sulle Borse globali, per assenza di concorrenti. Quelli infatti russi, cinesi e di altri Paesi sono totalmente nelle mani dei rispettivi Stati.
► Battere i mercati con la curva Usa?
In settimana ha riscosso particolare successo fra gli abbonati di LombardReport un report intitolato “Come vincere le guerre (Ucraina e Fed) utilizzando gli Etf”, proposto da un importante emittente. Oggi approfondiamo il tema entrando un po' più nei dettagli. Invertiamo l’ordine di analisi partendo dalla curva statunitense degli yield dei titoli di Stato, che è attualmente piatta.
Al momento lo spread 10-2 anni si attesta allo 0,18% contro una media di lungo periodo allo 0,93%, un massimo dell’ultimo anno all’1,53% e un minimo al negativo 0,05%. D’altra parte abbiamo già segnalato più volte come nel contesto dell’obbligazionario in dollari le scadenze a due anni siano di gran lunga preferibili, con uno yield a venerdì del 2,67% contro il 2,9% del decennale.
In questa situazione c’è chi ritiene che gli Etf cosiddetti “steepener” possano costituire uno strumento di investimento, prevedendo evidentemente un ulteriore peggioramento della situazione. Su Borsa Italiana c’è il Lyxor US Curve Steepening 2-10 years (Isin LU2018762653), la cui strategia si basa su una posizione lunga sui future dei Treasuries a 2 anni e su una posizione corta sui future dei Treasuries a 10 anni. In realtà le performance sono state finora modeste, pur considerando il movimento molto favorevole del sottostante: su un anno +3,8% e da inizio anno +2,4%. Niente di eclatante! E allora? Meglio nella fase in corso operare direttamente sui Treasuries, puntando sugli extralunghi, puniti pesantemente dalle notizie sui tassi Fed. L’Usa T-Bond 2% Fb50 (Isin US912810SL35 – taglio 1.000 $) quota sugli 81,5 $ e rende già il 3%. Probabilmente nelle prossime settimane scenderà sotto quota 80 e da lì scatterebbe un livello per l’avvio di un piano di acquisti su ulteriori debolezze (per esempio ogni 5 $), in attesa che nell’arco di qualche tempo si generino rimbalzi e quindi performance positive di assoluto rilievo. Le tattiche più semplici si sono sempre rivelate vincenti nell’ambito dei bond e la situazione in corso – quasi esasperata – consiglia di riprenderle in mano.
► Battere i mercati con gli Etf “minimum volatility”?
L’altra soluzione proposta nel report consiste nell’ipotizzare un portafoglio cosiddetto a varianza minima, metodo di investimento che aiuta a garantire rendimenti e ridurre i rischi. Le soluzioni per farlo sono numerose. Una abbastanza semplice consiste nel diversificare gli asset facendo in modo che abbiano una ridotta correlazione fra loro e utilizzando Etf cosiddetti a bassa volatilità. Inevitabile (è l’ennesima volta che se ne riparla!) un piano di acquisto. Così facendo si possono affrontare trend direzionali dei mercati sia negativi sia positivi.
Un esempio fra i tanti? Lo formuliamo con quatto Etf.
Azionario mondo Esg |
Credit Suisse Msci World Esg Leaders Minimum Volatility |
Isin IE00BMDX0M10 |
Performance da inizio anno -0,7% - Volatilità 10% - Rischio: valuta denominazione Usd |
Azionario Usa bassa volatilità alti dividendi |
Invesco S&P 500 High Dividend Low Volatility |
Isin IE00BWTN6Y99 |
Performance da inizio anno +13,2% - Volatilità 13% - Rischio: valuta denominazione Usd |
Azionario Europa bassa volatilità (valuta di denominazione Eur) |
iShares Msci Europe Minimum Volatility |
Isin IE00B86MWN23 |
Performance da inizio anno -5,9% - Volatilità 12% - Rischio: presenza rilevante (circa 35%) di due mercati extra Ue, Svizzera e Gran Bretagna |
Azionario mercati emergenti bassa volatilità (valuta denominazione Eur) |
Ossiam Emerging Markets Esg Minimum Variance |
Isin LU0705291903 |
Performance da inizio anno -3,5% - Volatilità 11% - Rischio: capitalizzazione modesta |
Naturalmente i sottostanti potrebbero anche essere diversi. Sul tema torneremo in futuro.
► Certificati a capitale (più o meno) protetto: quattro a confronto
“I certificati a capitale protetto sono strumenti che offrono la possibilità di investire in attività finanziarie garantendo una tutela totale o parziale del capitale investito, se sottoscritti durante la fase di collocamento e detenuti fino al rimborso dello strumento. Se acquistati sul mercato secondario consentono di definire le performances minime ottenibili a scadenza”. Questa la definizione utilizzata da Acepi (Associazione italiana certificati e prodotti di investimento). Una strategia impostata in acquisti soprattutto sul secondario e a quotazioni più vicine possibile alla barriera consente di restare sui mercati senza particolari patemi.
Ecco allora una selezione di alcuni più significativi in una fase convulsa come quella in corso. Le denominazioni sono tratte da Borsa Italiana e in alcuni casi appaiono piuttosto ermetiche.
JE00BLS35J19 Protezione a 900 Usd – ultima quotazione 940,45 Usd |
Goldman Sachs Ali/Baidu/Jd Ep 140425 (sottostanti Alibaba, Baidu e JD.com.) |
Scadenza 14/4/2025 - Valuta Usd - Protegge il capitale al 90% e partecipa linearmente alla performance positiva del sottostante fino a un massimo dell'80% |
IT0005484180 Protezione a 950 Eur – ultima quotazione 989,9 Eur |
Mediobanca Euro Stoxx Select Di Ep 080327 (sottostante EuroStoxx Select Dividend 30 Index) |
Scadenza 8/3/2027 - Valuta Eur - A rimborso se il livello dell'indice sarà superiore allo strike si riceverà un importo commisurato alla performance positiva dell'indice con una leva di 1,4 fino a un livello massimo pari al cap (1588 €) |
XS2317920234 Protezione a 85 Eur – ultima quotazione 88,5 Eur |
Bnp Paribas Spngf5en Ep 261126 (sottostante indice S&P Next Generation Europe Recovery Equity 5% Decrement) |
Scadenza 26/11/2026 - Valuta Eur - A fronte di una perdita massima - al momento dell’emissione - del 15% del valore nominale, accorda la partecipazione al 150% sulla performance positiva dell’indice (quindi con una leva di 1,5 volte). Sottostanti azioni che possono godere del piano Ue Next Generation |
XS2358172505 Protezione a 90 Eur – ultima quotazione a 96,7 Eur |
Bnp Paribas Ucg/Isp/Mb Ep 070425 (sottostanti tre azioni italiane: Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit) |
Scadenza 7/4/2025 - Valuta Eur - Il certificato protegge il capitale al 90% e permette la partecipazione lineare alla performance positiva del worst of (rendimento peggiore fra le tre azioni che compongono il paniere) con cap al 140% |
► Etf short, la foto dei mercati la fanno loro
Ribaltiamo la metodologia di analisi dei maggiori mercati borsistici mondiali, verificando i relativi Etf short (quindi ribassisti) a replica lineare quotati a Piazza Affari in chiave di posizionamento rispetto alle relative medie mobili a 200 periodi, statisticamente la più utilizzata sia dagli istituzionali, che operano su orizzonti di lungo periodo, sia da chi è attivo su timeframe più ridotti.
Lyxor Ftse Mib daily -1 Short FR0010446146 |
Ultima quotazione 10,22 euro |
Di poco sopra, di poco sotto: dal 25 marzo la 200 è sì inclinata negativamente ma senza segnali chiari da parte dell’Etf che flirta continuamente con la m.m., situata venerdì in chiusura a 10,07 euro |
Xtrackers Short Dax daily LU0292106241 |
Ultima quotazione 14,68 euro |
Trend rialzista dal 18 febbraio con la rottura al rialzo della 200, che si situa ora a 14 euro. Dal 20 marzo si muove in un range di lateralità di poco sovrastante la m.m. |
Lyxor Eurostoxx 50 daily -1 Short FR0010424135 |
Ultima quotazione 11,38 euro |
Anche in questo caso non c’è una direzionalità precisa. L’Etf quota leggermente sopra la 200, che ha rotto al rialzo il 21 febbraio, muovendosi poi in parallelo da alcune settimane. Ora la m.m. si colloca a 11,13 euro |
Xtrackers S&P 500 Short daily LU0322251520 |
Ultima quotazione 7,45 euro |
È l’unico caso in cui la direzionalità appare più netta, con una distanza rispetto alla 200 che si sta ampliando, dopo la rottura al rialzo avvenuta a metà febbraio. Fallito il tentativo il 29 marzo di tornare sotto, ora il distacco è rilevante (m.m. a 6,91 euro) |