I migliori in base ai vari parametri di scelta. Si va sempre più verso una diversificazione dei sottostanti anche per i replicanti generici, cioè non relativi a singoli Paesi.
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Doveva e poteva essere l’anno degli emergenti in ambito azionario. La stramaledetta guerra contro l’Ucraina sta modificando anche questo contesto, con gli indici di settore in forte caduta. Vediamone uno fra i tanti. L’Ftse Emerging Markets da inizio anno aveva guadagnato oltre il 14% fino a metà febbraio. Poi un crollo che l’ha riportato ai livelli di partenza. È pur vero che quando si parla di questo contesto ci si riferisce a una vastità di Borse, spesso del tutto decorrelate fra loro. Nel quadro asiatico, per esempio, se da inizio anno alcuni specifici indici cinesi hanno perso oltre il 15% quelli indonesiano e di Singapore registrano ancora il segno positivo, seppur modesto. Bene anche il sud America, con l’Argentina in netto rialzo, il Brasile stabile e solo il Venezuela (un caso da sempre a parte!) in forte arretramento. Il Bovespa di San Paolo, dopo la crisi da Covid del 2020, ha ripreso quota e da novembre si muove sostanzialmente in un contesto di lateralità.
Analizziamo ora prospettive positive o negative degli emergenti.
Punti forti |
Punti deboli |
● Gli utili e la crescita relativa dovrebbero migliorare rispetto a livelli ciclicamente bassi, grazie alla spinta di una migliore produttività, alle riforme strutturali e alle politiche fiscali più favorevoli ● Le valutazioni dell’azionario restano solide, soprattutto se confrontate con i mercati sviluppati, dopo che negli ultimi anni avevano dato seguito a una sottoperformance ● L’inflazione è salita molto ma le varie Banche centrali hanno reagito assai velocemente con netti rialzi dei tassi |
● Un eccessivo balzo dei tassi da parte della Fed porterebbe a fattori di instabilità per le economie emergenti ● Se il dollaro si rafforzasse ulteriormente sarebbero guai per alcuni Paesi super esposti al debito nel biglietto verde ● L’assalto all’Ucraina come finirà? ● Che fine farà la Russia? ● Ulteriori rialzi dell’inflazione peserebbero sui consumi dei singoli Paesi ● Un petrolio stabilmente oltre i 100 $ peserebbe per non poche economie, soprattutto asiatiche |
Se questo è il contesto passiamo ora a un’analisi degli Etf emerging quotati su Borsa Italiana.
Il più scambiato |
iShares Core Msci Emerging Markets |
IE00BKM4GZ66 |
Anche a Piazza Affari ha una rilevante continuità di scambi, con spread molto contenuti |
Il più generico |
iShares Core Msci Emerging Markets |
IE00BKM4GZ66 |
In realtà sono vari quelli che replicano indici riferiti a tutti i Paesi emergenti ma nella più ampia ripartizione fra mercati e settori è di nuovo l’iShares a mettersi in luce |
Il più specifico |
Xtrackers S&P Select Frontier |
LU0328476410 |
I “frontier” sono gli emerging fra gli emerging, cioè i minori e non replicabili singolarmente. Eccone alcuni: Bangladesh, Bahrain, Kenya, Marocco, Pakistan, Nigeria ed Egitto |
Il più volatile |
HANetf Emqq Emerging Markets Internet & E-commerce |
IE00BFYN8Y92 |
Si attesta al 35% su base annua ed è esposto al dinamicissimo (all’insù e all’ingiù) settore di tutto quanto correlato con Internet nei Paesi emergenti |
Il meno volatile |
iShares Msci Emerging Minimum Volatility |
IE00B8KGV557 |
Si situa sotto il 10% su base annua. D’altra parte è proprio la sua strategia di replica dell’azionario “minimum volatility” a portarlo a questo primato |
Il più generoso come dividendi |
Invesco Ftse Emerging High Dividend Low Volatility |
IE00BYYXBF44 |
Al momento si colloca sul 7% di rendimento annuo calcolato in $, considerando che tale appunto è la valuta di denominazione |
Il top degli “ecologici” |
iShares Msci Emerging SRI |
IE00BYVJRP78 |
L’elevato rating ambientale si sta diffondendo anche in questo contesto e l’Etf a maggiore capitalizzazione specifico è di nuovo di iShares |
Il migliore con valuta di denominazione l’euro |
Amundi Msci Emerging Markets |
LU1681045370 |
Eccolo il replicante con più elevata capitalizzazione fra quelli senza rischio di cambio |
Il più conveniente |
Lyxor Msci Emerging Markets |
LU0635178014 |
Con un Ter dello 0,14% batte tutti, sebbene la lista dei “risparmiosi” sia abbastanza ampia |
Lo specialista delle small cap |
WisdomTree Emerging Markets SmallCap Dividend |
IE00BQZJBM26 |
Non solo replica le piccole capitalizzazioni ma soprattutto quelle con un buon dividendo. E il suo rendimento si attesta al 3,5% espresso in $ (valuta di denominazione). Da segnalare che non ha risentito della crisi ucraina |
Quello con i dividendi aristocratici |
SPDR S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats |
IE00B6YX5B26 |
In questo caso si tratta di grandi capitalizzazioni che hanno mantenuto negli anni una continuità di distribuzione dei dividendi |
Che fare? – L’analisi di oggi si riferisce agli indici generici, su cui conviene puntare se non si hanno conoscenze specifiche dei singoli mercati, esposti inevitabilmente a maggiore volatilità. È importante segnalare come anche in tale ambito si registri una crescente diversificazione delle tipologie di Etf, il che è preferibile in confronto al collocarsi su un solo clone. Proprio i diversi andamenti delle quotazioni di questo instabile 2022 lo confermano.