Una settimana senza direzionalità per i mercati quella appena trascorsa, con tutti gli indici mondiali compressi in un range di pochi punti, tranne che per il Nasdaq che ha dato segno di maggior intonazione rialzista , appena scolorita dall'ultima seduta della settimana che l'ha visto leggerissimamente in calo.
I temi sono concentrati in gran maggioranza attorno alle materie prime che stanno vivendo giornate molto intense con una chiara tendenza rialzista che risponde alle preoccupazioni connesse con il conflitto in essere tra Russia ed Ucraina.
Petrolio e Gas la fanno da padrone, ma non solo loro, Nichel, Mais, Grano etc, fanno sentire il loro peso sulle future valutazioni dell'immediato riflesso sui beni di prima necessità , spingendo al rialzo le aspettative inflazionistiche.
La nostra umile critica alle più influenti banche centrali verte sull'aspetto temporale, rilevando il tempo a nostro parere, perso, nell'adeguare le politiche monetarie.
Ben visibile anche graficamente, come, già dall'aprile 2021 i mercati abbiano dato segno di saturazione, segnalato su queste colonne in continuazione; quello era il momento giusto, tempestivo, per iniziare ad aggredire il rialzo dei prezzi dei beni che confluiscono nei panieri per il calcolo dell'indice dei prezzi al consumo.
Cosa che non è stata fatta, ingannando tutti con previsioni di futura inflazione in discesa completamente errati, e che ci fa ritrovare ora, ad un anno esatto di distanza, in tutt'altre condizioni, e quindi, mercati ancora sopravvalutati, crescita prevista in netto rallentamento come rileva anche la caduta a picco dell'indice Ifo tedesco e delle enormi tensioni geopolitche che si sono riattivate il 24 febbraio scorso con l'attacco della Russia all'Ucraina.
Una delle motivazioni che si sono addotte in settimana, alla quiete che aleggia nei mercati Usa, è che proprio le tensioni geopolitiche, tengano la mano ferma a Powell che ne rallentino il ritmo nel rialzo del tassi.
Valido motivo per un mercato che vive alla giornata, miope visione per i rischi a cui espone un simile atteggiamento in ottica investitore perchè tende a celare, ad occultare l'essenza del rischio dietro una coltre di fumo.
I rischi però esistono e seppur statisticamente le reazioni a caldo, in ogni situazione di conflitto siano sempre state riassorbite, è anche vero che mai nella storia si era giunti a conclusioni simili con il settore finanziario drogato fino al midollo dalla liquidità.
Molte volte, l'esperienza mi ha portato più a dubitare e ad allertare i miei sensi in prossimità di situazioni stagnanti, con una relativa tranquillità nei movimenti perchè spesso hanno celato delle grosse vendite.
TELECOM ITALIA
In Italia da segnalare ben poco di interessante tranne che per una chicca tecnica accaduta sulla bistrattata Telecom Italia che è andata a chiudere un gap down lasciato aperto con un balzo felino.
Sappiamo che la borsa va sempre a chiudere i gap lasciati e questa è stata una ghiotta occasione per topi di borsa, come dimostrano anche le barre volumetriche in basso, per andare a fare un rapido e semplice "colpo" con l'uscita dai 0.317€ sino ai 0.33€.
Bersagliata dalle vendite com'era stata nel recente passato, il rimbalzo era nell'aria e così è stato.
Un tentativo lo si potrebbe mettere a segno nuovamente al rientro ai 0.31€ ma con stop loss attivo in area 0.28€ perchè il downtrend non ha ancora tirato fuori la bandiera bianca e non solo su questa azione, riferendoci in generale a tutti i mercati mondiali.
Unico avvertimento, senza direzionalità , meglio rimanere bilanciati e poco esposti.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)