Si, finalmente c'è stato il rimbalzo tanto atteso dalle borse, giunto esattamente nella settimana della scadenza della maggior parte dei Futures sui maggiori indici mondiali, un rialzo che il Finacial Times ha riportato come "la miglior settimana dal novembre 2020".
E' stata anche la volta della Fed, che per la prima volta dal 2018, ha innalzato il livello dei tassi di un soffice quarto di punto per non ferire il mercato ma a detta di qualcuno, dando adito anche a qualche sospettosa interpretazione che sottende uno stato dell'economia non così solido e resiliente, ma all'investitore americano basta e avanza il capitale a basso costo per riprendere entusiasmo e gettarsi a capofitto in un acquisto selvaggio e così, venerdì, ultimo giorno della settimana, il Nasdaq è salito senza sosta per andare a chiudere con un rialzo di oltre il 2%.
In merito al costo della vita, Powell, ha affermato che i modelli a loro disposizione parlano di un livello di inflazione che andrà a scemare nel corso del 2023, adducendo come motivazioni i già inflazionati "colli di bottiglia" con l'aggravante delle tensioni geopolitiche.
Ci domandiamo molto umilmente, quanto possano valere tali modelli di fronte alle sfide geopolitiche che ci attendono, e quale sia la loro affidabilità, visto il fallimento degli stessi in epoca di pace.
La Lagarde, in uno speech il giorno seguente, ha detto molto più di quanto avesse fatto la scorsa setimana durante la conferenza della Bce, e sulle orme di Powell, è stata stavolta si, più incline a dichiararsi a favore di un imminente rialzo dei tassi anche nella nostra "cara" Europa, proprio ora che alcuni supermercati vengono presi d'assalto dalla fobia di rimanere senza viveri, come a dire che il panic buying o il panic selling non esistono solo sugli strumenti finanziari, ma anche nell'economia domestica.
Avevamo parlato, nella scorsa settimana, di tre società e andiamo a fare una rapida analisi di quello che è stato il movimento.
UNICREDIT
Ha proseguito ad inizio settimana verso un target che avevamo orientativamente dato ai 10.9€.
Ci siamo avvicinati ma non siamo andati a target perchè la debolezza del movimento che riflette la pericolosità dell'esposizione della banca in Russia, ha spento gli entusisami e a seguito delle dichiarazione dell'AD Orcel, ha subito una rapida marcia indietro.
Per chiunque la avesse ancora in pancia, va assolutamente osservata e lavorata se va a ritoccare il minimo ai 7.75€.
FERRAGAMO
Ha recuperato circa 1 euro dall'ultima settimana ma ancora lontana dal target tuttora perseguibile ai 18€, anch'essa rallentata dalle vicende belliche tristemente note.
FERRARI
Il target era stato indicato ai 195€ e tale valore è stato sfiorato con il tocco ai 191€.
Un recupero importante visto il calo atteso nel fatturato per le restrizioni verso il mercato russo, ma forse i piloti F1 le daranno una mano a tornare al nostro target.
Stiamo attenti a dare a questo rimbalzo il giusto valore e ad essere rapidi nell'andare a prendere i target; sperare nel ritorno ai vecchi massimi, è attualmente, più una speranza che una possibilità, ed in borsa con la speranza si fanno pochi passi.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)