Etf sotto la lente: Cina, oggi anche al +30%


Protagonisti assoluti alla Borsa di Milano. Un’analisi dell’indice Hang Seng non dà però ancora i segnali per un “buy”.

Hot markets

Si è sempre saputo. E’ l’Etf con variazioni intraweek più violente nel contesto azionario. Il Kraneshares Csi China Internet (Isin IE00BFXR7900) nella seduta in corso mette a segno (ore 17.00 di Borsa Italiana) un +30,9% ma lunedì per esempio aveva registrato un -11,4%. Esposto alle variabili più veementi dei mercati azionari ma anche dei relativi business, fotografa quanto sta avvenendo sul fronte cinese. E lo conferma un classico replicante meno specifico di questa complessa realtà, l’Xtrackers Msci China (Isin LU0514695690), che dai 24 euro del 7 febbraio ha chiuso ieri a 12,4 euro, salendo però oggi di oltre il 15% a 14,26 euro. Proprio negli ultimi giorni non pochi specialisti del mercato sostenevano che la fase di debolezza appariva in fase di stemperamento. Qualcuno però non ci crede e vede la Cina in “sell” ancora per qualche tempo, complici vicende complesse.

Eppure i dati economici della potenza asiatica non appaiono negativi, con vendite al dettaglio e produzione industriale migliori del previsto. Cosa porta allora alle vendite? Quattro fattori, il cui solo esaurimento consentirà una convinta ripresa di questo mercato azionario.

Restrizioni alle leader della tecnologia – Pechino – come noto – ha colpito il settore. L’ultima notizia riguarda una multa record per il gigante Tencent, quotato a Hong Kong, per complesse vicende finanziarie. Sul fronte Usa la minaccia della revoca della doppia quotazione per le società cinesi a Shanghai/Shenzhen e a Wall Street pesa altrettanto, soprattutto su alcuni titoli, sebbene oggi ci sia stato molto attivismo anche in tale ambito, con DiDi al +48% e JD.com al + 31,8% (ore 17.00 italiane).

Di nuovo il Covid – Focolai si sono diffusi soprattutto nelle grandi città, con un ritorno in scena della pandemia che preoccupa specialmente Hong Kong. Le notizie che giungono non sono molto attendibili e il fatto che proprio le Borse si siano surriscaldate per questo aspetto portano a valutazioni negative in merito.

Immobiliare stressato – L’effetto Evergrande è a scoppio ritardato. Non solo le vendite di case si sono ridotte ma anche quelle di terreni per nuove costruzioni sono crollate. Si dice di oltre un 70% anno su anno. Impatti rilevanti anche per le obbligazioni delle corporate del settore, i cui rendimenti sono saliti nettamente, trascinando all’ingiù gli indici dei bond high yield asiatici.

L’“amica” Russia – C’è un coinvolgimento o no di Pechino con la criminale guerra in Ucraina? Se lo chiedono i politici occidentali, se lo chiedono i media e se lo chiedono i mercati. Solo il sospetto preoccupa, sebbene di congetture si tratti.

Hang Seng con i riferimenti grafici

Il principale indice cinese presenta nella fase in corso questa situazione.

Ultima quotazione

20.087,5 punti

Variazione a 1 anno

-36,1%

Range 52 settimane

18.235 – 29.596 punti

Media mobile a 200 periodi

25.236 punti

Pivot point supporto

20.284 punti

Pivot point resistenza

18.861 punti

L’impressionante rimbalzo di oggi non costituisce un segnale di inversione rialzista, anche perché i quattro fattori prima esposti non trovano smentite. E’ pur vero che la Cina potrebbe risvegliarsi di colpo ma la prudenza si impone ancora. Tutti gli indicatori tecnici su periodicità “daily”, “weekly” e “monthly” sono infatti a tutto oggi impostati sullo strong sell.