“Pensiamo a chi alla sera deve preparare la cena” ha chiosato la Lagarde presidente della BCE alla conferenza stampa di mercoledì scorso. Sicuramente Lei non se la prepara perché se il comunicato stampa della BCE è stato uguale a quello di dicembre (inflazione che ?) i toni della conferenza stampa erano invece molto accomodanti sull’inflazione della serie “poi vediamo a marzo che ci sarà da fare”: se la Lagarde andasse a fare la spesa ogni giorno si sarebbe resa conto che i prezzi stanno volando, basta pensare che a volte quando io che la spesa la faccio ogni due o tre giorni compro il pane mi viene da chiedere perché non convenga comprare filetto di maiale. E io che non sono la Lagarde vi assicuro che l’inflazione c’è ed è destinata a durare per 2 ragioni: la prima è che non esiste un mondo senza inflazione, forse ci siamo abituati ma dobbiamo riconoscere in cuor nostro che di solito fare debiti costa, la seconda è che l’inflazione non è mai transitoria perché viene trasmessa ai salari e da qui entra in circolo nell’economia. E la domanda di lavoro è tale almeno nelle regioni del Nord Italia che questo meccanismo è in moto: mi è capitato di vedere per la prima volta dopo anni annorum diversi cartelli lungo la strada con scritto “cercasi montatore”, “cercasi saldatore”, “cercasi elettricista”. E che il cibo costi sempre più non c’è bisogno di mandare Tomasini tra le corsie di un supermercato ma lo prova più comodamente il grafico che segue che mostra il prezzo del cibo e dei prodotti alimentari agricoli come indice aggregato: siamo vicini ai picchi del 2011.
E’ che l’inflazione esista nonostante i lodevoli intenti della Lagarde lo dimostra il grafico che segue che indica come il PPI dell’Eurozona sia salito “solo” del 26%:
E di seguito le previsioni sull’inflazione:
Tutto questo per dire che ci vuole tempo perché i mercati si abituino all’idea dell’inflazione, che ripetiamo è normale, come non era normale che sia stata a zero per 10 anni. E più questo adattamento avviene in maniera lenta e graduale più il Toro ha probabilità di sopravvivere. Per fortuna febbraio è un mese positivo posto all’inizio di un ciclo positivo che dura fino a maggio fino cioè al fatidico “sell in may and go away”. Di seguito un grafico molto noto sulla stagionalità dell’SP500: siamo ora davanti ad un periodo tipicamente favorevole alle azioni USA (e di simpatia alle azioni di tutto il mondo):
Ma veniamo al quadro tecnico del mercato. Il quadro dell’azionario internazionale non è mutato rispetto alla settimana scorsa. Non bastano 2 rondini per fare primavera non bastano 3 giorni al ribasso per cambiare il trend. Il Nasdaq è sempre in vena di rimbalzo insieme agli altri indici azionari USA. Il nostro indice Ftse All Share rimane sempre intrappolato dentro la congestione orizzontale dei prezzi e il Nasdaq sta uncinando al rialzo là dove si presumeva dovesse rimbalzare. Fine della storia. Niente di nuovo sul fronte delle Borse.