Protagonisti della settimana i replicanti dell’“indice della paura” e i titoli leader dell’oro nero. Debutta un certificato sull’energia atomica. Come proteggersi dalle incertezze dei mercati con due Etf.
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Sedute iper volatili, in cui cogliere i livelli per operare sulle Borse non sempre è facile. Proprio per questo motivo si sono notati in forte crescita gli scambi sugli Etf relativi appunto al Vix. LombardReport ne scrisse già in tempi lontani ed è quindi opportuno tornare sul tema con un “refresh” a beneficio di chi non utilizzi o utilizzi poco questi strumenti. Che sono due, oltre i certificati open di cui si è scritto lunedì 23 gennaio in occasione del loro esordio sul mercato relativamente alle versioni sia long sia short.
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Etf WisdomTree S&P 500 Vix x2,25 |
IE00BLRPRH06 |
A leva 2,25 |
Scambi molto elevati |
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Etf Lyxor S&P 500 Future roll |
LU0832435464 |
A replica lineare |
Scambi elevati |
Evidente il diverso ruolo svolto:
● da trading soprattutto intraday il primo
● da protezione e da trading meno veloce il secondo.
I numeri fotografano questa situazione, dovuta al crollo del Vix negli ultimi anni.
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WisdomTree S&P 500 Vix x2,25 |
Performance a 1 anno: -99,6% |
Volatilità a 180 sedute: 185% |
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Lyxor S&P 500 Future roll |
Performance a 1 anno: -43,6% |
Volatilità a 180 sedute: 49,3% |
Occorre però comprendere come funzionano e soprattutto come procede il Lyxor, che replica l’andamento dell’indice S&P 500 Vix Futures Enhanced, strutturato dinamicamente su un portafoglio di future sul Vix a breve termine e su uno a medio termine, con una posizione giornaliera rolling relativa al terzo, quarto e quinto contratto future del mese, così da gestire un'esposizione alla volatilità dell’S&P Usa. Di qui una correlazione che talvolta non è lineare rispetto ai movimenti del Vix. Ne consegue che in fasi di accelerazione iniziale del cosiddetto “indice della paura” si riscontra solitamente una certa lentezza dell’Etf, la quale si stempera successivamente - in presenza di una continuazione del trend - con un suo rialzo sempre più vigoroso.
È allora importante notare questi aspetti:
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Il sottostante non è il Vix stesso (sarebbe impossibile) ma una serie di derivati riferiti al Vix |
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L’Etf a leva ha una replica più veemente ma presenta l’handicap appunto della leva e dei suoi effetti in presenza di movimenti antitetici (rialzi e ribassi) |
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Ne consegue che in entrambi i casi gli andamenti non si allineano a quelli del Vix |
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Il ruolo quindi non è tanto di replicare il Vix ma di essere strumenti su cui puntare quando le tensione dei mercati salgono |
I numeri riferiti a venerdì fotografano questa situazione.
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Variazione |
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Vix |
+3,9% |
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Etf WisdomTree S&P 500 Vix x2,25 |
+10,3% |
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Lyxor S&P 500 Future roll |
+5,5% |
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Certificato Soc Gen Vix long |
+8,9% |
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Certificato Soc Gen Vix short |
-10,4% |
Per il Vix si è presa in considerazione la forchetta di quotazioni fino alla chiusura di Borsa Italia, per facilitare il confronto. Sono evidenti i disallineamenti dovuti – come spiegato – all’andamento dei future.
► Petroliferi, i ribassi non fanno per loro
Il mercato guarda con grande interesse al petrolio ma ha spesso difficoltà a coglierne i movimenti malgrado i tanti Etc quotati su Borsa Italiana. Meglio allora trarre vantaggio da azioni di società petrolifere, che hanno corso altrettanto bene, con in più l’interessante “regalo” di dividendi spesso eccellenti e di buyback rilevanti. È il caso di fare allora il punto su questo settore, in netta controtendenza rispetto all’andamento degli indici. Sono tutti titoli quotati sulle normali piattaforme di trading e nel caso delle due cinesi e della brasiliana Petrobras replicabili con Adr trattati a Wall Street.
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Azione |
Paese |
+/- a 1 anno |
P/e e margine operativo |
Dividend yield |
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BP |
Gran Bretagna |
+59,2% |
17,5 – 5,5% |
4,0% |
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Chevron |
Usa |
+52,7% |
16,7- 10,3% |
3,9% |
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China Pet. /Sinopec |
Cina |
+8,7% |
4,5 – 4,3% |
8,4% |
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Conoco P. |
Usa |
+108,7% |
27,3 – 18,6% |
1,7% |
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Eni |
Italia |
+58,8% |
32,0 – 11,6% |
5,0% |
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Exxon Mobil |
Usa |
+68,5% |
15,1 – 9,7% |
4,3% |
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Occidental P. |
Usa |
+83,0% |
Negativo – 8,6% |
// |
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Petrobras |
Brasile |
+24,8% |
3,5 – 39,3% |
15,1% |
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Petrochina |
Cina |
+66,4% |
11,2 – 5,7% |
6,5% |
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Repsol |
Spagna |
+33,6% |
14,5 – 7,7% |
5,3% |
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Shell |
Gran Bretagna |
+55,6% |
10,7 – 5,8% |
3,6% |
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TotalEnergies |
Francia |
+45,9% |
14,9 – 11,1% |
5,3% |
Si evidenziano alcuni elementi che portano a una conclusione.
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Elementi critici |
I margini operativi (indicatore di redditività che designa il reddito delle aziende derivante dalla loro gestione operativa) sono minori di quanto ci si potrebbe attendere dopo la straordinaria corsa delle quotazioni del petrolio. Devono trarne ancora vantaggio? Le prossime trimestrali lo diranno. I p/e (rapporto prezzi utili) in alcuni casi sono elevati. Attenzione alla narrativa sui trend futuri da parte di molti analisti: sono un po' troppo favorevoli rispetto alla realtà attuale dei numeri |
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Elementi favorevoli |
I dividendi medi risultano interessanti e in crescita. Il 2022 potrebbe riservare novità significative sotto questo profilo. Inoltre se il petrolio raggiungesse davvero i 100 $ - come si vocifera – ci sarebbe un effetto leva per i profitti tutto da cogliere |
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Conclusione |
Il settore è certamente attraente specialmente per gli Adr cinesi e brasiliano, che nel 2021 hanno pagato dividendi elevati. Andrà così anche nel 2022? Sul fronte europeo una diversificazione in confronto alla classica Eni, presente in moltissimi portafogli italiani, si può realizzare con puntate su Repsol e TotalEnergies ma solo dopo una fase correttiva |
Valutiamo ora le tre leader in euro sotto il profilo dell’analisi tecnica.
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Eni |
Di nuovo sui massimi storici, a 13,48 euro. Ora è necessaria una fase di consolidamento, sebbene tutte le medie mobili siano improntate al rialzo e le Bollinger non segnalino un aumento della volatilità |
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Repsol |
È un titolo più oscillante rispetto a Eni. Sui massimi di 11,5 euro evidenzia una media mobile a 200 sedute in fase di avvicinamento, collocata a 10,19. Se tornasse sui 10 euro darebbe un primo segnale di “buy” |
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TotalEnergies |
Sui massimi non si presta a trovare fattori tecnici di criticità ma un consolidamento (auspicabile da tempo) è in atto dal 26 gennaio. Inversione ribassista solo sotto i 46,6 euro contro la chiusura venerdì a 50,97 euro |
► Chi si rivede? Il nucleare e un certificato lo replica
Soltanto qualche anno fa parlare di nucleare poteva sembrare uno sproposito. Ora il mercato guarda di nuovo a quest’asset, sull’onda di un’evoluzione, quella dell’energia di tale tipo ma “green”. Realistico o no, certo è che l’Etf sull’uranio e sul nucleare dal 2020 si è mosso all’insù, passando da 40 a 53 $. In altri tempi sarebbe solo sceso!
Merita quindi attenzione il nuovo certificato Vontobel Nuclear Energy Index, che consente di investire nel settore. Nell’indice sono inserite sia società dei Paesi industrializzati sia dei mercati emergenti. Per esservi comprese devono essere coinvolte o nell’estrazione dell’uranio o nella produzione di energia nucleare.
Queste le sue caratteristiche.
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Isin |
DE000VX58615 |
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Valuta |
Eur |
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Categoria |
Benchmark |
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Direzionalità |
Long |
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Mercato quotazione |
Sedex (Borsa Italiana) |
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Data valutazione iniziale |
31/1/2022 |
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Data emissione |
4/2/2022 |
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Valore iniziale |
100 |
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Prezzo chiusura venerdì |
97,9 € |
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Quantità emessa |
200.000 |
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Autocallable |
No |
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Scadenza |
31/12/2199 (quindi di fatto senza scadenza) |
Per chi sia più interessato ai sottostanti ecco la composizione iniziale delle maggiori dieci capitalizzazioni.
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Cameco |
Estrazione di uranio |
Canada |
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Soc. nationala Nuclearelectica |
Commercio energia nucleare in Europa |
Romania |
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Harmony Gold |
Estrazione uranio |
Usa |
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NexGen Energy |
Estrazione uranio |
Canada |
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Paladin Energy |
Estrazione uranio |
Australia |
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Energy Fuels |
Estrazione uranio |
Canada |
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Denison Mines |
Estrazione uranio |
Canada |
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Uranium Energy |
Estrazione uranio |
Usa |
|
Centrus Energy |
Produzione combustibile da uranio |
Usa |
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Global Atomic |
Produzione combustibile da uranio |
Canada |
► Due Etf per chi vuole essere prudente
Qualche lettore chi ha sgridato, sostenendo che ci occupiamo di “prodotti aggressivi”. Non condividiamo questa critica, vista la fedeltà delle migliaia e migliaia di click domenicali. Soddisfiamo comunque la richiesta dedicando uno spazio anche ad asset più tranquilli, adatti a chi vuole essere prudente.
Il primo ha appena esordito su Borsa Italiana.
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Denominazione |
Etf Xtrackers Global Government Esg Eur Hedged |
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Isin |
LU2385068593 |
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Sottostante |
Indice riferito a titoli governativi di tutto il mondo di tipo Esg con copertura del cambio: è progettato per riflettere la performance di alcuni tipi di debito sovrano investment-grade a tasso fisso in valuta locale emesso nei mercati sviluppati, esclusi i Paesi che non rispondano a criteri Esg. In questo momento i governativi più rappresentati sono Germania, Francia, Olanda e Gran Bretagna |
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Valuta denominazione |
Eur |
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Valuta negoziazione |
Eur |
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Ter (costo annuo) |
0,20% |
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Distribuzione dividendi |
Sì con cadenza annuale (sebbene il documento per la quotazione su Borsa Italiana parli di cedole trimestrali) |
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Profilo di rischio (da Kiid) |
3 (1 minimo – 7 massimo) |
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Scambi |
L’Etf non è conosciuto e quindi le negoziazioni sono ancora a zero |
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Tipo di replica |
Fisica |
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Punto forte |
Forte diversificazione dei sottostanti |
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Punto debole |
La panoramica Esg è inevitabilmente limitativa nella selezione di alcune tipologie di scadenze. Inoltre – trattandosi di tassi fissi – c’è la componente “duration” |
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Strategia consigliabile |
Pac con scadenza trimestrale |
Il secondo invece è una risposta al rialzo dei tassi in area Fed senza però rischio cambio.
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Denominazione |
Amundi Floating Rate $ Corporate Esg Eur Hedged |
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Isin |
LU1681041031 |
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Sottostante |
Indice con sottostanti bond corporate Esg a livello globale di tipo a tasso variabile. C’è la protezione sul cambio |
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Valuta denominazione |
Eur |
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Valuta negoziazione |
Eur |
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Ter (costo annuo) |
0,20% |
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Distribuzione dividendi |
No (vengono capitalizzati) |
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Profilo di rischio (da Kiid) |
2 (1 minimo – 7 massimo) |
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Scambi |
Modesti ma regolari |
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Tipo di replica |
Fisica con replica a campione |
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Punto forte |
Consentirà di cogliere i prossimi aumenti dei tassi Fed capitalizzandoli e senza rischio di cambio. E’ un Etf a bassa volatilità |
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Punto debole |
Solo una politica monetaria aggressiva da parte della Fed consentirà un rialzo delle quotazioni |
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Strategia consigliabile |
Piccole quote prima degli annunci di aumento dei tassi da parte della Fed |
