Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci
Piano Bar di Virginio Frigieri 06/02/2022
Le azioni e gli indici azionari con le migliori prestazione dell’era della pandemia, stanno diventando i peggiori degli ultimi sei mesi. Dinamiche analoghe hanno preceduto la maggior parte dei principali picchi del mercato azionario della storia. I più grandi top del mercato azionario sono ingannevoli, perché sono seguiti da una fase distributiva lenta che spinge la comunità finanziaria a pensare che il peggio sia passato. Ricordiamo a titolo di esempio il top del 2000 (ma se ne potrebbero citare molti altri)
quando il Dow Jones arrivò a 11.750 punti. La successiva fase di ribasso terminò a ottobre del 2002 con un minimo a 7.197 punti, ma se si va a vedere, la decisa accelerazione ribassista iniziò solo a partire da giugno 2001, mentre da gennaio 2000 a maggio 2001 l’indice sviluppò una lunga fase distributiva di quasi 18 mesi in cui l’indice lateralizzava oscillando tra i 9.700 e gli 11.400 punti. Nella fase laterale poi si nota spesso che i primi indici a raggiungere i massimi è come se aspettassero altri indici ritardatari per poi dare il via ad un mercato ribassista omnicomprensivo. Nel 2007 per esempio, il CAC40 e il nostro SPMIB raggiunsero il top insieme, poi ci volle un buon mese prima che l’SMI (Svizzera) raggiungesse il picco a giugno del 2007 insieme allo Stoxx50. Ci volle poi un ulteriore mese perché arrivassero insieme i top di DAX (Germania), FTSE100(Gran Bretagna), AEX (Paesi Bassi) e PSI 20 (Portogallo). Infine a Novembre le inversioni sull’IBEX Spagnolo e sull’ASE greco hanno terminato il processo di topping.
Questa volta il picco del mercato azionario sembra ancora più diffuso. Il FTSE100 e il FTSE350 hanno raggiunto il picco quasi tre anni fa (maggio 2018). L’ASE (Grecia) a gennaio 2020 (quasi due anni dopo) e l’anno scorso nel secondo semestre sono arrivati Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svizzera. Il mese scorso infine SPMIB, CAC40 ed EuroStoxx600. A questo punto tutti i sistemi sono pronti per un ampio mercato ribassista. Se poi vogliamo uscire dai mercati azionari, e volgere lo sguardo ai mercati del credito, l’Europa è diventata talmente dipendente dai bassi tassi di interesse che anche un tasso di interesse allo zero percento potrebbe soffocare la ripresa economica. Il timore tutt’altro che infondato è che negli anni a venire, i tassi di interesse saliranno ben oltre lo zero percento, creando molteplici crisi del credito lungo la strada.
Indici Azionari USA
Dow Jones
Il calo del DJI a 33.150 il 24 gennaio è la prima ondata d’impulso del mercato ribassista. Il rally da allora è un ritracciamento in contro trend che o è già concluso o o è alle battute finali. Al termine avremo quindi un'altra ondata di declino di ampiezza decisamente maggiore rispetto ai 3.800 punti di selloff dal 5 al 24 gennaio.
Nasdaq 100
Nell’ultima seduta della settimana mentre il DJI è sceso, il Nasdaq è salito ma con l’indicatore A/D negativo, l’impressione è che questi soldi siano spesi per cercare di tenere a galla il mercato, ma che esaurita la spinta arriveranno nuovi minimi.
S&P500
L’S&P500 chiude la seduta di venerdì in calo leggero a metà strada fra gli altri due indici ma anche in questo caso resta lo scenario ribassista con un’onda 3 che è già iniziata da un po’.
Previsioni di Borsa : Bond USA rendimenti e prezzi
Il Trentennale americano continua a rispettare le nostre previsioni e dovrebbe scendere presto sotto 153, per poi sferrare l’attacco al forte supporto statico posto a 152,12. Per i titoli spazzatura con rating BB il mese scorso è stato il peggior gennaio di mai registrato e questo lascia prevedere l’inizio di un’importante fase di aumento dei rendimenti.
Previsioni di Borsa : Dollar Index e EUR/USD
Il Dollar Index , in linea con le nostre previsioni, ha completato l’onda [2] ed ha ripreso la strada del ribasso. Il primo tentativo di shortare il dollaro è andato male perché siamo stato stoppati per un’inezia. Ora cercheremo di rientrare, ma non prima di aver monitorato attentamente il cross EUR_USD che in quest’ultima fase non si è mosso in maniera speculare col dollar Index. Se osservate il grafico infatti l’onda [2] non è avanzata come sul dollar index ma è appena abbozzata. Da seguire.
Metalli Preziosi
Oro:
La struttura dell’onda E ancora non è completa. Manca ancora una gambetta di ribasso prima che l’onda [5] possa spiccare il volo.
Platino:
Se il platino riuscisse ad uscire dal canale discendente e portare via il massimo di onda 4, dopo dovrebbe solo crescere. Ma per ora dobbiamo essere pazienti ed aspettare.
Argento:
Questa settimana l’argento dovrebbe finalmente riuscire a completare l’onda 2 di (3) e salire. Non dobbiamo però avere fretta perché il cedimento del minimo di onda b invaliderebbe tutto il modello sostenuto finora. Quindi da seguire con attenzione senza farsi prendere la mano.
alla prossima