E alla fine, dopo aver innaffiato i prati della finanza mondiale, tutte le banche centrali hanno ormai gettato la maschera e finalmente i punti di vista sono quantomeno più vicini al sentiment generale; l'inflazione non è temporanea e si terrà monitorato ogni dato macro, non trascurando alcun segnale.
Tutti e tre i rispettivi Presidenti, Lagarde, Powell e Bailey hanno affermato che la loro mission è sempre stata quella del controllo dei prezzi, anche se, a quanto pare, se ne sono dimenticati per un bel pò di tempo, ma da ora in poi, non c'è più tempo per attendere e hanno promesso di usare ogni mezzo, anche sdraiarsi sui binari se necessario, pur di arrestare e tenere sotto controllo la pressione inflazionistica.
Settimana volatile, con i primi giorni vissuti sempre sotto l'influenza ingombrante degli Usa che già dalle prime ore della giornata con i futures in premarket, hanno indicato la strada da seguire.
Tutto verde sino a mercoledì e fine settimana con il rosso pulsante, che ha mandato tutti al di sotto dei minimi settimanali.
Certamente fare la cronaca di queste giornate, espone al rischio di dover correggere il tiro in continuazione, proprio a causa dell'elevatissima volatilità che l'ha fatta da padrone.
Non esiste comunque, un driver migliore del mercato a stelle e strisce se si vuole identificare il trend in atto e le possibili evoluzioni.
Tuttavia questi enormi sbalzi di umore che rappresentano l'essenza trascritta del nervosismo degli operatori, questa settimana è stata attratta quasi integralmente da Meta Platforms (Facebook) che ha perso 100 dollari per azione in soli due giorni.
Destino simile era accaduto a Paypal e svariati altri titoli che, hanno avuto la sfortuna di mancare le stime degli analisti e il mercato li ha puniti in maniera a dir poco brutale.
Cosa ci insegna tutto ciò, quando una super capitalizzata è in grado di perdere 280 miliardi di capitalizzazione in 24 ore?
Ci insegna in maniera inequivocabile che i prezzi sono tesi al massimo come una corda di violino e basta avere una piccola defaillance per crollare del 30-40%.
Certamente il beneficio del dubbio sarebbe rimasto se a vivere una esperienza simile fosse stata una Mid Cap o una Small Cap, ma quanto accaduto in settimana riguarda un "colosso" finanziario come Facebook e qualche giorno prima era accaduto a Paypal!
Senza dubbio, il Nasdaq è rimasto appeso alla giacca di Amazon che invece ha avuto una gran semestrale in grado di farle fare un salto, nella serata di giovedi dai -7.70% con cui aveva concluso le contrattazioni ufficiali, ad un +18% immediatamente dopo le 22.00, proprio in virtù dei dati comunicati a mercato.
Questo aspetto evidenza ancor più quanto il mondo finanziario sia dipendente da questa manciata di azioni, fattore che rende quanto mai instabile tutto il sistema finanziario americano.
Paypal
Amazon
Meta Platforms
I grafici che si riferiscono in successione a Paypal, Amazon e Meta Platform, sintetizza quanto accaduto a tutti gli indici mondiali, ovvero, basta studiare questi 3 grafici per annusare l'aria che tira, appunto tesa e capace di correzioni brutali.
Cosa può accadere in settimana? A giudicare dai crolli di Facebook, rientra nel campo della fattibilità, un rimbalzo ai 260 $ e una sostanziale tenuta di Amazon, movimento che potrebbe (condizionale d'obbligo) far reggere ancora in sospensione, librato in alto, l'indice tecnologico, ma quanta tensione a quest'altezza!
Non so voi, ma personalmente, un sistema finanziario che si regga su sole 5 società, fa venire i brividi.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)