E alla fine, Putin ha scatenato il conflitto. Dire che la situazione è tesa è eufemistico, e oltre a non poter immaginare ora come si evolverà la situazione non possiamo nemmeno immaginare quali conseguenze porterà nel medio e lungo termine.
Naturale che i mercati abbiamo reagito con pesanti perdite sull’azionario e che le materie prime siano schizzate verso l’alto. E se l’oro a 2.000 USD/oncia non è certo una preoccupazione lo è invece il brent oltre 100 USD/barile, il gas a +57% dalla sera alla mattina e soprattutto le materie prime che servono per mangiare, grano in testa.
I riflessi di questa brutta situazione si riverberano anche sul mercato del reddito fisso, su cui tra poco andremo ad analizzare le dinamiche dal punto di vista tecnico. Ma intanto va considerato che alla luce dell’attacco di Putin all’Ucraina la BCE di si è data una scossa e dopo tanto temporeggiare ha dato un po’ di visibilità sulle sue intenzioni in merito alla politica monetaria.
E per voce di diversi membri del board pare che la linea condivisa sia quella di rallentare l’uscita dagli stimoli monetari, cosa che a noi (egoisticamente) da un lato va anche bene perché la conseguenza è stata un raffreddamento dello spread, che nelle ultime settimane aveva ripreso la marcia al rialzo sulle aspettative di rialzo dei tassi.
Detto questo, speriamo che questa nuova maledetta guerra termini il più in fretta possibile e che le conseguenze tutte non siano troppo pesanti. Speriamo in bene…
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra un deciso rialzo dei rendimenti su tutto il tratto della curva. Infatti, rispetto alla scorsa analisi il rendimento della scadenza a 10 anni esplode al rialzo portandosi in area 0,82% rispetto allo 0,42% precedente, mentre la scadenza trentennale si porta ora in area 0,790% rispetto allo 0,50% precedente, rendendo così molto piatta la curva per le scadenze medie e lunghe. Infatti, si modifica la conformazione della curva, anche sulla parte a breve ora molto molto ripida e con l’accentuazione dell’inclinazione negativa per le scadenze dal 2037 in poi. La curva evidenzia ora un massimo di rendimento proprio sulle scadenze 2037-2039, in netto aumento rispetto alla scorsa analisi, passando all’attuale area 0,95% dal precedente 0,63% di rendimento. Molto mossi anche i tassi forward su Euribor 6 mesi sia sul tratto a breve sia su quello a lunga. Ora la curva è ripidissima sulla parte a breve e fornisce previsione di tassi positivi già nei primi mesi del 2023 contro le precedenti letture stimate per il 2024. In salita anche il tratto a lunga ora stabile in area 1,20%.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, il cambiamento del quadro su tutte le aree valutarie è netto rispetto a quanto osservato nella scorsa analisi, con la conferma del cambio di impostazione in ottica strategica. Il modello Trendycator è ormai LONG su tu tutti governativi delle principali aree valutarie, e si è quindi rivelata corretta la nostra ipotesi nella quale dicevamo che “la dinamica dei grafici suggerisce che potremmo avere a breve indicazioni di cambio a livello strategico”. L’area UK ha ora rendimenti ulteriormente in allargamento poco sotto area 1,50% per il GILT e con Trendycator in stato LONG ormai da quattro settimane. Anche il BUND cambia totalmente fisionomia e si porta di slancio in area positiva a 0,22% di rendimento, cosa che non si vedeva da quasi tre anni a questa parte; Trendycator in stato LONG da quattro settimane. Vanno al rialzo anche i rendimenti del nostro Btp che si porta ora in area 1,94%, con Trendycator ormai saldamente LONG che ci ha avvisati con largo anticipo (fine ottobre 2021) sul tempismo da adottare per iniziare a liquidare governativi a lungo termine. Infine, l’area USA che non fa eccezione, con i rendimenti del Treasury decennale che sono ormai a ridosso di area 2,00% e con Trendycator saldamente LONG.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking (Fig.4) dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Analisi in evidenza
Proseguiamo la nostra consueta analisi del cambio EUR/USD, importante valuta di riferimento per gli investimenti sul reddito fisso, vista la grande varietà di bond denominati in questa valuta. Tutto come da copione, verrebbe da dire. Infatti, a parte l’evento bellico che ha forse accelerato i tempi per la forte ripresa del dollaro contro euro, la lettura fatta nella scorsa analisi si è rivelata corretta.
Infatti, l’atteso pullback tecnico tra area 1,12 e area 1,15 in reazione allo sfondamento del supporto in area 1,12 si è puntualmente verificato, e ora la tendenza principale è stata ripristinata. Il livello di 1,15 ha respinto il cambio EUR/USD che ora è nuovamente proiettato a 1,10 in prima battuta per poi tentare l’affondo verso il supporto “storico” in area 1,05/1,06.