Si sta per chiudere anche questo 2022, denso di avvenimenti più sgradevoli che gradevoli; anno che ha elargito a piene mani problemi di natura economica e finanziaria come non si vedeva da tempo. E si chiude anche l’anno di politica monetaria delle Banche Centrali, che hanno ancora alzato i tassi d’interesse come da attese.
Sia la FED sia la BCE hanno ritoccato all’insù il costo del denaro di 50bps rispetto ai 75bps che fino a qualche settimana tenevano banco. Tutto come da programma, compresa la reazione dei mercati, che dopo aver stappato con troppo anticipo lo spumante per un lieve rallentamento della stretta sono tornati coi i piedi per terra.
Intanto l’inflazione negli USA prosegue la sua lenta discesa e in qualche modo pare che la maxi-stretta della FED inizi a dare qualche risultato. Però lo stesso Powell ha smorzato subito facili entusiasmi, poiché la stretta proseguirà più gradualmente (leggasi aumenti dei tassi più contenuti) ma sarà più lunga, con un tasso finale superiore alle previsioni di qualche tempo fa.
In Europa le cose non vanno così “bene” e l’inflazione è calata di pochissimo rispetto alla rilevazione del mese precedente ed è ancora superiore al 10%. E in Italia va ancora peggio, visto che il dato mensile dei prezzi al consumo per famiglie e impiegati (indice FOI) è in aumento dello 0,6% rispetto ad ottobre scorso, facendo segnare un +11,5% su base annua.
E infatti, anche le parole di Lagarde non hanno lasciato molte illusioni agli inguaribili ottimisti, poiché i tassi continueranno a crescere anche in Europa “in misura significativa ad un ritmo costante”. Per non rischiare di essere fraintesa, Lagarde ha detto esplicitamente che “dovremo aspettarci aumenti dei tassi di interesse nell'ordine dei 50 punti base per un certo periodo di tempo”.
Per cui, bond a picco con spread in notevole allargamento oltre i 200bps. E d’altra parte è normale, visto tali prospettive, che i rendimenti proseguano a salire e quindi i prezzi a scendere.
Quindi, dobbiamo vendere tutte le obbligazioni? Naturalmente no. Soprattutto quelle legate all’inflazione, a prescindere dalla volatilità delle quotazioni. Dopo lustri i bond sono tornati a fare il loro mestiere, ed era ora. Dopo lustri sono tornati ad offrire rendimenti per lo meno accettabili e sono tornati ad essere utili in ottica di portafoglio.
E non dimentichiamo che quando si arriverà alla fine di questo ciclo economico recessivo si apriranno le porte di una ripresa con conseguenti scelte di politica monetaria in tema di tassi d’interesse. E come sappiamo i bond ne trarranno beneficio, come è sempre stato. Gli investitori accorti che ne avranno fatto un po’ di scorta in questi tempi (ancora lunghi probabilmente…) ne avranno grandi benefici.
Prima di passare alle consuete analisi, un ringraziamento a tutti i lettori per questo altro anno passato insieme e i miei migliori auguri di Buone Feste. Arrivederci nel 2023!
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una ripresa della salita dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni sale portandosi ora in area 2,85% rispetto al 2,67% precedente, così come la scadenza trentennale che si porta ora in area 2,01% rispetto all’1,99% precedente. Stabile la conformazione della curva, che ora è nettamente invertita con il differenziale 10Y-20Y che è in ulteriore allargamento e che ora si attesta a -33 bps. La curva evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze 2024 ora in area 3,18% di rendimento. Stabili le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi. La curva rimane impennata sulla parte a breve con tassi verso il 3,50% per la seconda metà del 2023, per poi indicare una discesa poco sopra area 2,50% per il 2025.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, si nota la repentina ripresa al rialzo per i rendimenti su tutte le aree valutarie continentali. L’area UK vede ora il rendimento per il GILT in area 3,24% in aumento dal precedente 3,11%, con Trendycator sempre in stato LONG. Salgono anche i rendimenti del BUND, che va ora sopra area 2,00% di rendimento rispetto all’1,20% solo della scorsa settimana e con Trendycator ancora in stato LONG. In netto rialzo anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 4,15% rispetto alla precedente lettura al 3,85%, con Trendycator sempre LONG. Infine, l’area USA in controtendenza con i rendimenti del Treasury decennale che rimangono nei pressi dei minimi di periodo sotto il 3,50% con Trendycator sempre LONG.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Monitor Obbligazioni
Con i rendimenti in allargamento, fermo restando le posizioni che si hanno in portafoglio, è possibile adottare una strategia di accumulo su emissioni a breve termine per parcheggio e gestione della liquidità. Ad esempio, il Bot Zc Ag23 A Eur (IT0005505075) che ai correnti prezzi di mercato offre un rendimento netto lettera al 2,55% vincendo la palma della più sfacciata sottovalutazione per i nostri zero coupon a breve termine.
In ottica di medio termine, per scadenze comunque entro i tre/cinque anni, è possibile accumulare posizioni su bond governativi di buona qualità puntando ad un prezzo medio di carico (e quindi ad un rendimento medio complessivo a scadenza) soddisfacente sfruttando le discese dei prezzi.
In ottica di lungo termine, al momento ancora prematura per posizioni importanti, è possibile sfruttare (con cipiglio speculativo) bond a lunga scadenza con quotazioni molto depresse puntando sul rendimento immediato tra cedola nominale e capitale effettivamente investito.
Ad esempio, il bond Romania Tf 2.875% Ap42 Eur (XS2364200514), con quotazione intorno ai 57,70 permette di ricevere pagamento su un nominale per ogni 1.000 euro investendo meno di 580 euro offrendo un rendimento immediato del 4,98%.