Buon weekend a tutti. Settimana sostanzialmente laterale seppur con una tendenza leggermente discendente quella che si è conclusa ieri sul nostro future FTSEMIB40. C'è stato un tentativo di rottura dei 24300 ma alla fine la chiusura weekly è stata comunque sugli stessi livelli in un contesto di bassa volatilità. Segno di totale indecisione e di bassi volumi che si mantengono di molto sotto i due miliardi di euro giornalieri. Il rimbalzo dai minimi di fine settembre/prima settimana di ottobre è del 22.5% quindi credo sia più che normale (salutare e doveroso) prendere fiato. E questo è anche il motivo per il quale non mi aspetto un gran rally di Natale. Certo nulla vieta che il mercato possa ancora salire ma nel caso non credo che lo farà con la stessa forza degli ultimi due mesi.
E' interessante notare che ci siamo riportati molto vicino ai massimi dell'anno, aspetto sul quale in pochi avrebbero scommesso alla fine di settembre quando l'indice ha fatto registrare i minimi....ma ricordate la "previsione" rialzista datata 6 agosto 2022 (link articolo: https://www.lombardreport.com/2022/8/6/previsioni-borsa-azioni-tod-s-wiit/)? Personalmente ritengo che tutto questo ottimismo sia comunque eccessivo, specialmente sull'Italia. Avere un derivato a 25000 punti quando i massimi sono stati a 28000 significa aver perso da inizio 2022 sino ad oggi solo il 12%. Un pò poco non credete ?
Osservando invece gli indici statunitensi ed in particolare l'S&P500 su scala settimanale notiamo come la forte resistenza dinamica discendente abbia momentaneamente interrotto la fase rialzista iniziata appunto tra la fine di settembre e l'inizio del mese di ottobre. Questa trendline prima o poi verrà quasi certamente rotta ma al momento sta creando qualche turbolenza di breve periodo.
Ricordiamoci naturalmente che la prossima settimana vedrà la Fed mercoledì (previsione rialzo 0.5-0.75), la BCE nella seduta di giovedì e poi venerdì le scadenze tecniche, importantissime perché di fine anno. Sarà tuttavia molto importante anche valutare il dato sul CPI pubblicato martedì. Prendendo il dato dei CPI mensili dell'ultimo anno e sommando ciascun mese si ottiene il dato del 7.7% annuo. Mano a mano che passano i mesi e con l'uscita di una nuova rilevazione viene automaticamente escluso il dato temporalmente più vecchio (ovvero quello del mese più lontano dei 12 considerati). Visto che gli ultimi dati sono stati certamente alti ma molto meno rispetto a quelli di un anno fa, togliendo appunto la rilevazione più "vecchia" che aveva mostrato un picco (+0.8%) ed aggiungendone una nuova comunque più bassa, ecco che l'inflazione anno su anno dovrebbe comunque scendere. Il consensus attualmente è per un rialzo dello 0.3% quindi ogni dato inferiore provocherebbe comunque una forte discesa del dato anno su anno. Questo a sua volta provocherebbe un forte rialzo di mercato in concomitanza dell'uscita del dato delle 14.30, magari dopo un breve e falso movimento, poi si valuterà il comportamento complessivo nelle sedute a venire. Consideriamo poi che lo scorso mese NON è favorevole al rialzo dell'inflazione perché il periodo degli acquisti è quello di dicembre e non quello di novembre (depurato dai vari black friday & cyber monday).
Sintetizzando: mano a mano che verranno tolte le vecchie rilevazioni mensili con picchi molto alti di inflazione m/m (mese su mese, ndr) ed aggiungendo dati mano a mano più bassi, l'inflazione annua dovrebbe scendere altrettanto rapidamente pur assestandosi su valori più sostenuti rispetto a quelli sperimentati negli anni passati ma certamente lontani rispetto ad ora.
Chiaramente la discesa è favorita anche dal comportamento delle materie prime, oil in primis. Guardate nel grafico successivo su scala settimanale l'entità della discesa: è stata verticale. Questo si rifletterà naturalmente sui prezzi alla produzione ed anche al consumo.
Parlando di commodities, molto buono il comportamento dell'argento che si mantiene sopra l'area chiave dei 22 usd, magari "filtrata" al ribasso di un ulteriore 0.5 usd, quindi con estensione a 21.5$, livello che in passato è stato un forte supporto ma anche una forte resistenza quando è stato ritestato dal basso verso l'alto.
Ricordo infine che nelle prime sedute di dicembre è stato accreditato il rimborso del "famoso" certificato sul titolo Electricité de France (EDF) oggetto di OPA finalizzata al delisting da parte del governo francese al prezzo di 12 euro ad azione. La ratio del trade che avevo in testa quando ne ho scritto per la prima volta (link articolo: https://www.lombardreport.com/2022/8/14/certificato-edf-azioni-wiit/) era quella di acquistare un prodotto strutturato con sottostante un'unica azione "opata" da un soggetto più che affidabile e credibile (lo Stato, non un privato (Tod's docet)) su cui evidentemente la barriera non sarebbe stata più toccata ed oggetto di stacchi cedola periodici in modo da impiegare il capitale a rischio praticamente nullo ad un buon tasso annualizzato in periodi di inflazione elevata. Sapete che non amo questi prodotti perché non sono altro che opzioni cartolarizzate e spesso la gente è attratta dal flusso cedolare che non è altro che frutto di sottostanti particolarmente volatili e ci si confronta con un "non mercato" nel senso che i vari emittenti talvolta stabiliscono arbitrariamente i comportamenti da adottare in occasione di determinati eventi, non a caso i prospetti informativi differiscono gli uni dagli altri. De facto e pur non essendo esperto in certificati mi è comunque sembrata un'idea operativa piuttosto sensata, fermo restando che come sempre ciascuno opera con la propria testa, il proprio trading plan e la propria propensione al rischio.
Nella realtà dei fatti al rimborso del nominale al prezzo di 100 mancavano all'appello altri 0.61 euro per certificato (importo digital, quindi da accreditare al verificarsi di determinate condizioni sulle quali non mi dilungo e per le quali rimando al primo articolo ed ai successivi in cui ne ho scritto). Tale importo digital è stato finalmente accreditato questa settimana e per questo motivo ne scrivo solo adesso.
Nel complesso è stata una "signora operazione" poiché ha permesso di impiegare il capitale al tasso dello 0.61% mensile (7.2% annuo), seppur per soli quattro mesi.
Come vedete da questo esempio, il mercato è sempre aperto e prima o poi capita un'occasione "sensata" e a basso rischio da poter cogliere.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)