La mia rotta rimane la stessa nonostante le turbolenze (per ora)


Gentili lettrici e lettori, 

nel mio ultimo update (link: https://www.lombardreport.com/2022/11/1/indici-borsa-coupon-certificato/) evidenziavo la possibilità che vi fossero turbolenze nel brevissimo periodo. L'evento scatenante sono state le parole di Powell nel post decisione sui tassi. Ma questo è già un lontano passato: due giorni sono più che sufficienti per digerire tutto quello che è stato messo all'interno del frullatore dei mercati. Questo è il calendario di Borsa: un giorno si sente parlare una persona e il mercato prende una direzione, il giorno seguente ci sarà un dato e la direzione sarà opposta. Del resto come ho più volte scritto dietro al mercato ci sono sempre meno operatori e più equazioni a decidere dove andare a parare. E poi visto che non c'è liquidità ecco che i movimenti diventano più irrazionali o se preferite esasperati e si passa dal meno 5 al meno 10 per poi finire a +2. Insomma, la cautela è più che mai doverosa in questo frangente. Frangente che tuttavia non modifica la mia view rialzista di fondo per l'ultima parte dell'anno nonostante le turbolenze delle ultime sedute. Con questo naturalmente non intendo dire che si debba necessariamente salire senza avere qualche vuoto d'aria. 

Vediamo dunque la situazione sugli indici principali: FTSEMIB future, S&P500 e Dow Jones.

Sul primo al momento abbiamo avuto la rottura della trendline dinamica discendente già indicata in passato: segnale di forza. Abbiamo avuto un breakout di resistenza statica a 23200 (massimi di agosto) che tuttavia avviene esattamente a ridosso della media mobile a 200 periodi (resistenza). La forza del listino italiano, che stona rispetto a quelli statunitensi, è dovuta essenzialmente alle performances dei bancari, Unicredit ed in Intesa in primis. Attualmente non ci sono livelli grafici da monitorare: mood positivo ma ritengo importante che ci sia un consolidamento sopra i 22300 punti (minimo di giovedì) per poter mantenere questa view. Non sono un amante dei movimenti così decisi al rialzo che, ricordo, sono comunque tipici di un bear market.

Oltreoceano abbiamo invece l'S&P500 che pare stia tenendo una trendline dinamica ascendente di breve. Attenzione tuttavia al fatto che la prossima settimana ci saranno le elezioni di metà mandato e quindi è possibile un incremento di volatilità, magari solo per una seduta intraday a ridosso dell'esito.

 Detto questo non modifico la mia view rialzista e ritengo più plausibile eventuali cacce agli stop loss a ridosso del voto. In questi casi non agisco mai sul primo movimento che spesso e volentieri è fasullo ma eventualmente sul secondo. Solitamente quando c'è tanta aspettativa su determinati dati o eventi il mercato sfoga la tensione proprio all'uscita del dato o dell'esito e poi intraprende la strada opposta. Come ho sempre detto ciò che nutre la finanza ed i mercati è solo una cosa: la liquidità. La si caccia dove c'è. Quale migliore occasione dunque per far entrare tutti e poi fare razzia? Ricordo che nel 2016 dovetti partire per gli Stati Uniti nell'arco di due giorni. In quel periodo ero short da qualche settimana sull'S&P500 tramite un ETF. Guardate che movimento fece in occasione delle elezioni: perse improvvisamente 145 punti, circa il 7% (l'indice valeva 2150 punti circa) salvo poi recuperare tutto in giornata e partire a razzo nelle sedute successive. In altri termini ha squeezato i long, indotto i ribassisti a puntare verso sud salvo poi far perdere soldi pure a loro. Insomma, quando c'è tensione preferisco lasciar sbollentare le acque e colpire subito dopo. Fuor di metafora credo che il vero trader sia colui che sa attendere, che osserva, magari di nascosto, l'occasione giusta. Poi può anche sbagliare il colpo, ma è importante sparare quando c'è qualche preda e non sparare a vuoto facendo così scappare le potenziali prede.

Naturalmente è opinabile il fatto che io abbia fatto vedere cosa è successo in occasione delle elezioni presidenziali del 2016. Vediamo ad esempio cosa è capitato alle elezioni di mid term che si sono tenute io 6 novembre 2018: movimento up e poi il mercato è sceso con un discreto trend lineare nei giorni seguenti.

Passo ora ad osservare il Dow Jones che si trova al test della resistenza dinamica discendente di inizio anno nonché al test della media a 200 periodi. Sicuramente l'indice mostra una buona resilienza ed è certamente stato tra i migliori nell'ultima leg rialzista. L'area indicata e collocabile attorno ai 32800-33000 è tuttavia stata un discreto tappo in passato, anche se talvolta è stata forata in volatilità o per qualche seduta. Al ribasso il supportone è collocabile attorno a 30400-30500 punti.

Notizie dalla mia watchlist...

Il mercato rimane molto difficile. Non che sia mai stato facile, ma se l'anno scorso o due anni fa era facile vedere dei raddoppi o quasi delle quotazioni nell'arco di poche sedute se ben ricordate, purtroppo in questa fase ci confrontiamo quotidianamente col calo di liquidità e oltreoceano molti broker lamentano il calo di eseguiti. L'assenza pressoché totale degli operatori fa sì che le macchinette trovino terreno fertile nell'affossare le quotazioni di alcune azioni. Un esempio è l'azione Leonardo che ha presentato buoni dati nella seduta di giovedì: ricavi in aumento del 3.7% a 9.92 miliardi di euro, risultato operativo passato da 445 milioni a 552 (+24%). Utile netto passato da 228 milioni a 662 milioni e management che ha rivisto al rialzo le stime sul 2022, con un aumento di redditività ed un EBITDA tra 1.17 ed 1.22 miliardi. Dati che personalmente non mi sembravano assolutamente brutti o differenti rispetto al consensus. Ma quello che pensa un trader non necessariamente lo pensa anche il mercato che ha "massacrato" il titolo facendo perdere quasi l'8%. 

Come scrivevo pocanzi, le macchinette amplificano i movimenti perché creano turbativa di mercato modificando in continuazione il bid e l'ask e operando a seconda che bid ed ask vengano colpiti da un lato piuttosto che dall'altro. Sia ben chiaro: per macchinetta non intendo un trading system che è frutto di una condizione (entra a mercato se si verificano "X" o "Y" magari nel tal periodo di tempo). Amplificare i movimenti in assenza di liquidità può rappresentare un grosso rischio sistemico perché in un mercato ricco di derivati e di mille altri strumenti finanziari (certificati che non sono altro che opzioni, ETF, ETC, e chi più ne ha più ne metta) ecco che qualora si dovessero regolare tali strumenti magari proprio in un mercato illiquido si rischia di non avere una controparte in grado di "assorbire" il tutto. Se poi consideriamo che molti prodotti sono a benchmark, ecco che si chiude tutto il cerchio in una spirale autoalimentante.

Ad ogni modo guardate cosa è successo proprio a Leonardo: passata da 8.28 euro a 7.55, punto di "inversione/lotta" algoritmico e lì l'azione si è poi assestata...insomma, quando gli algoritmi iniziano a "combattere" tra di loro molto probabilmente quello sarà un punto di pivot più o meno temporaneo per l'intraday come mostrato nel grafico successivo a 5 minuti. Rimane il fatto che l'illiquidità totale favorisce movimenti insensati. 

Quanto scritto in precedenza deve servire per capire che se aumenta la volatilità intraday sui titoli a causa dell'illiquidità generale del sistema è indispensabile operare con piccolissime quantità in modo tale da correre meno rischi di essere buttati fuori dal mercato lasciando così correre meglio il trade. In questa fase particolare è fondamentale sapersi accontentare. Come ho già avuto modo di dire nelle varie conferenze e di scrivere su queste colonne, a prescindere dall'analisi grafica il mio consiglio una volta che si è pianificata una operazione (quantità, condizione di entrata, condizione di uscita, stop) è che qualora le cose non andassero per il verso giusto

"quando inizi a sperare che il trade vada dalla tua parte è già ora di uscire"

CREDETEMI: questo è il miglior consiglio che Vi possa dare e non credo lo si possa trovare in alcun libro. NON entrate mai nella fase della speranza (che è capitata a tutti, sottoscritto compreso): quello è già il vostro stop!

Andando ad analizzare i singoli titoli (link articolo in cui ne avevo scritto: https://www.lombardreport.com/2022/10/15/azioni-atlantia-azioni-tod-s-azioni-saras/) troviamo Saras che dopo una barra di shakeout a caccia di stop nella giornata di venerdì scorso ha continuato la salita portandosi a 1.23 euro circa. Le resistenze importanti sono collocabili in area 1.30 e poi a 1.35 e si vedrà il comportamento.

Unicredit è riuscita a rompere la fatidica resistenza indicata attorno a 11.30 euro (link: https://www.lombardreport.com/2022/10/15/azioni-atlantia-azioni-tod-s-azioni-saras/) mostrando incredibile forza relativa grazie chiaramente alla "droga" del buyback. E' certamente un buon driver per l'indice.

Anche OVS è riuscita a rompere il triangolo indicato nel mio articolo (link: https://www.lombardreport.com/2022/10/15/azioni-atlantia-azioni-tod-s-azioni-saras/). Al momento sta congestionando poco sopra la media a 200 periodi anche se con bassi volumi. Proiettando verso l'alto l'altezza del triangolo dal punto di rottura il target sarebbe leggermente sopra i livelli attuali ed attorno a 2.13 euro. Visto che del doman non v'è certezza, il trailing stop e/o il money management sono sempre buoni consiglieri ed ottimi amici.

Banca Sistema

Una new entry nella mia watchlist considerando la forza attuale di tutto il comparto bancario (Bami, Unicredit, Intesa ad esempio). Ho visto qualche acquisto che diventa serio quando attorno c'è il deserto. E' rimasta un pò indietro rispetto ad altre realtà dello stesso settore e pare sia incanalata in un trend rialzista di breve periodo che vede le resistenze importanti attorno a 1.60 euro e poi 1.65. View da resettare in caso di ritorno sotto 1.40 euro che attualmente ritengo improbabile. La trendline dinamica discendente di lungo periodo rimane molto lontana (attualmente è collocabile in area 1.80). 

MARR

Altra new entry che monitorerò. Il trend di lungo è chiaramente ribassista. E' uno dei titoli più martoriati quest'anno, passato da 19 euro a 10. Ci troviamo tuttavia a ridosso della trendline dinamica di lungo periodo. Con size ridotta e stop a 10.20 si può pensare che tale trendline possa essere bucata al rialzo con obiettivi variabili a 11.30 euro e poi 11.80 (venerdì il close è stato a 10.76). L'aspetto positivo è che nell'ultimo mese il titolo è riuscito a fare massimi e minimi crescenti.

Buon fine settimana a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)