NASDAQ100 WEEKLY - Settimana molto corta per le festività, ma comunque positiva sugli indici azionari USA !


SETTIMANA DEL TACCHINO !  TRE GIORNI DI BORSA APERTA E MEZZA GIORNATA A VOLUMI RIDOTTI HANNO COMUNQUE RIPORTATO IL BEL TEMPO A WALL STREET.

Settimana molto corta a Wall Street tra il giovedì dedicato al Ringraziamento e venerdì allo shopping del Black friday lavorando solo mezza giornata con scarsi volumi, ma comunque positiva per gli indici azionari USA che sono sembrati trarre, ironicamente, parecchio sollievo dal brutto dato preliminare dei PMI di S&P Global. Il motivo è il solito: l'attesa che la FED attenui i rialzi dei tassi. Invece, la stabilizzazione dei tassi continua a non aiutare i titoli ad alta crescita e le mega caps, soprattutto dell’indice NASDAQ, penalizzate da una stagione di trimestrali economiche inferiore alla media delle aziende USA, e da multipli che il mercato giudica troppo elevati. Un’analogia, quella per la crisi 2001-2003 che sembra proseguire, e non depone bene per il futuro, anche se in quell'occasione lo storno a Wall Street iniziò quando la FED aveva già terminato i rialzi e accelerò quando erano cominciati già i tagli, mentre in questo caso è iniziato prima che iniziasse ad alzarli. Poi, la violenza dei rialzi, con corollario della riduzione del bilancio, ha fatto il resto.

Resta il fatto che anche in quell'occasione i grandi titoli del tech erano diventati estremamente cari e in una bolla di investimento, cominciando a sottoperformare per primi, coinvolgendo poi il resto. Questa volta il trigger della bolla è stato il Covid, e la percezione delle varie aziende tech è stat che la domanda da esso creata avrebbe continuato a crescere. Forse gli eccessi in quest'occasione sono di livello inferiore. Ma c'è anche una situazione di "sboom" anche sull'immobiliare, che nel 2000 era meno surriscaldato.

L’attenzione della scorsa settimana si è concentrata specialmente sui discorsi dei vari membri FED dopo l’uscita del report dell’ultimo FOMC, dichiarazioni che per il momento hanno restituito un po' di verve ad azionario e bonds e indebolito ulteriormente il Dollaro, mentre le commodity recuperano, tranne il petrolio che ha ripreso il calo dopo il rimbalzo dei giorni scorsi. In effetti la dichiarazione più condivisa nel FOMC sembra essere che il ritmo dei rialzi deve scendere "presto", mentre solo "vari membri" vedono fare ai tassi un picco a livelli più elevati delle precedenti aspettative. Inoltre si parla di ritardo negli effetti cumulativi dei rialzi e instabilità. Nel corso della scorsa settimana hanno parlato la Mester, George e Bullard (le cui dichiarazioni riporteremo nel capitolo dedicato). Le ultime dichiarazioni FED hanno quasi tutte supportato l’idea di un rallentamento al ciclo di rialzi a partire già dal prossimo meeting anche se tutti ci hanno tenuto a chiarire che il livello terminale dei tassi è ancora distante. Il mercato si allineato a questa idea per cui dovrebbe risultare sensibile nel caso di sorprese hawkish soprattutto per quanto riguarda il livello del terminal rate visto dai diversi membri.

Detto questo, osserviamo che il mercato dei tassi non condivide affatto le preoccupazioni della FED per il decorso dell'inflazione. Gli inflation breakeven USA sono tranquilli sotto il 2.5% sia a 5 anni, che a 10 anni, ed anche per quanto riguarda il famigerato 5 anni forward benchmark della FED.

Ovviamente nessun "disancoraggio delle aspettative". Questo sicuramente è un ulteriore fattore di inversione, visto che i Fed Funds sono già al 4% e la maggioranza dei membri FED li vede attorno al 5%, mentre la crescita è in indebolimento e le aspettative di inflazione sono contenute, situazione che potrebbe indurre la FED ad anticipare la pausa dei rialzi ed eventualmente invertire la rotta. Questa conclusione implicherebbe due scenari, dei quali il primo, un avvitamento dell'economia ed il secondo un calo delle aspettative di inflazione sotto il 2%. Il primo caso, ovviamente, non potrebbe essere di buon auspicio per i mercati azionari; mentre il secondo potrebbe essere di sollievo solo se non dovesse essere causato da un crash dei dati macroeconomici. E qui viene il bello, in quanto è impensabile o quanto meno molto difficile, immaginare un materiale calo delle aspettative di inflazione disgiunto da un deterioramento macro, dal momento che l'inflazione USA nel 2022 è principalmente gonfiata dalla domanda. Pertanto possiamo concludere che il sollievo sarà temporaneo ma sicuramente più temperato rispetto alla prima ipotesi. Come detto in precedenza se i breakeven inflation dovessero rompere stabilmente al ribasso il 2% la retorica aggressiva della FED scomparirà, in caso contrario economia e mercato continueranno a fare i conti con una FED più o meno ostile.

La Reserve bank of new Zealand, al suo meeting ha alzato i tassi di 75 bps, al 4.25%. Sei economisti su 21 si aspettavano solo 50 bps. Il Committee ha ammonito che arriveranno altri rialzi, ma ha aggiunto che l'economia rallenterà nei prossimi mesi.

Riguardo agli investimenti di carattere monetario, i dati macro usciti nella scorsa settimana (in particolar modo le PMI) hanno generato un rally dei bonds, anche quelli europei, con le parti lunghissime delle curve in volo, a scontare crescita e inflazione più basse. La curva USA è arrivata a 80 bps di inversione del 2-10Y, con il primo a quota 4,467% ed il secondo a 3,691%.

Il terminal rate, nonostante il report del FOMC, rimane sostanzialmente stabile rispetto a due venerdì fa, intorno al 5% tra giugno e luglio 2023.

Ecco il grafico comparativo settimanale delle varie scadenze tra la chiusura di lunedì scorso 21 novembre e quella di oggi 28 novembre:

Infine riportiamo lo spread del Treasury decennale USA rispetto all'omologo titolo dei principali paesi mondiali a venerdì 25 novembre.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come abbiamo scritto in precedenza, nonostante la retorica più accomodante da parte dei membri della FED, l’indice tech non è riuscito a stare al passo con i guadagni settimanali dei due omologhi maggiori, in quanto il settore risente delle trimestrali economiche sotto le attese ma più che altro nei “warning” che le stesse società prevedono per i prossimi trimestri. Un caso emblematico riguarda APPLE alle prese con la maxi protesta da parte di 200.000 lavoratori nell’impianto Foxconn di Zhengzhou, la più grande fabbrica di assemblaggio degli iPhone, per sottrarsi ad un lockdown anti-Covid. La zona industriale è stata interessata da una grande ondata di focolai di Covid-19, costringendo nelle scorse settimane l'azienda a varare incentivi e bonus per evitare la fuga di massa dei dipendenti, molti dei quali, hanno preso il bonus e sono andati via ugualmente. Fonti della fabbrica dicono che non ci sarà una diminuzione della produzione e non ci saranno ritardi nella consegna degli iPhone 14 in vista della stagione chiave dello shopping natalizio e di fine anno. Sarà vero ? E’ chiaro che queste incertezze pesano sulla volontà di acquistare titoli. Detto ciò, graficamente notiamo come i prezzi, pur guadagnando rispetto alla chiusura di due venerdì fa, non abbiano neanche tentato l’approccio alla prima resistenza posta in area 12000, rimanendo attratti nell’area di ritracciamento del 38,2% della gamba ribassista 4-5 intorno agli 11700. Pertanto gli obiettivi rimangono quelli segnalati la scorsa settimana, al ribasso rimane sempre aperto il gap in area 11200 che speriamo di non vedere, ed al rialzo sarebbe importante raggiungere l’area 12500 con obiettivo finale l’area 12800, massimo relativo di settembre e scavalcamento della M.M. semplice a 200 periodi (linea bianca). La settimana si è chiusa a 11756.03 con un guadagno del + 0,68% che porta ad un deficit da inizio anno del – 27,97%.

Nettamente migliore il grafico dell’indice S&P500 che si pone sempre a metà strada tra l’indice tech (più in basso) ed il Dow Jones (più in alto), anche nelle performance settimanali. Notiamo che i prezzi hanno testato e finalmente superato la resistenza in area 4000 coincidente con la M.M. Exp a 200 periodi (linea gialla), con chiusura settimanale sopra di essa. I prossimi obiettivi che riguardano la fase rialzista, fermo restando che c’è ancora il gap aperto a 3818 e che speriamo venga chiuso il più tardi possibile, troviamo il test dei 4120 massimo relativo del settembre scorso, con il conseguente superamento delle due M.M. a 200 periodi (linee gialla e bianca), per poi andare a testare l’area 4200. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4026.12 con un guadagno del + 1,53% che porta a segnare un – 15,53% da inizio anno.

Riguardo all’indice DOW JONES troviamo una situazione grafica di tutt’altro aspetto rispetto agli altri due indici, in quanto i prezzi sono riusciti a superare il massimo di onda 4 a 34386.51. Pertanto in attesa di conferme nei prossimi giorni, possiamo ritenere concluso il conteggio della fase ribassista in 5 onde e si dovrebbe aprire lo scenario di un nuovo conteggio, questa volta rialzista, che potrà svilupparsi in forma laterale in A-B-C o in forma impulsiva con le classiche 5 onde. La composizione grafica attuale indica questa seconda ipotesi, ma l’incertezza data dalle prossime mosse della FED e soprattutto dai futuri dati macro, indicano prudenza. Essendo i prezzi tornati in ipercomprato, è possibile una correzione in area 33300/33250 o nel caso peggiore in 33000 per la chiusura del gap aperto il 10 novembre scorso, mentre i prossimi livelli al rialzo sono posizionati in area 35500 massimo di onda 2 della fase ribassista, quindi area 35800 massimo relativo del febbraio scorso. Vedremo. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34347.03 con un guadagno del + 1,78% e che porta a segnare un – 5,48% da inizio anno.

ORO INDEX   

Nonostante i dati flash sulle PMI pubblicati da S&PGlobal hanno rivelato che l'attività commerciale nel settore privato ha continuato a contrarsi a un ritmo accelerato a novembre; nonostante i verbali dell'ultima riunione politica della Federal Reserve hanno mostrato che la maggior parte dei membri ha sostenuto di rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi in modo da avere più tempo per valutare gli effetti ritardati delle azioni politiche sull'economia, facendo scendere il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni al livello più basso dall'inizio di ottobre al 3,65% e stessa sorte per il Dollar Index; nonostante la CINA abbia registrato un massimo giornaliero record di 32.695 casi di coronavirus; nonostante il mercato delle criptovalute sia stato colpito da casi di bancarotta di alto profilo, con il crollo dell'exchange FTX come ultimo esempio e che sta avendo un effetto a catena, con altre società associate che fissano un possibile fallimento come la piattaforma di prestito di criptovalute Celsius Network che ha presentato istanza di fallimento dopo aver interrotto i prelievi degli utenti;

il prezzo dell'Oro non è riuscito a sfruttare queste situazioni per andare al rialzo, finendo per chiudere la seduta settimanale, praticamente invariato rispetto alla chiusura di due venerdì fa in area 1750 $/oz. Graficamente notiamo come l’importante resistenza posta in area 1770 $/oz. abbia, ancora una volta, respinto le mire rialziste della commodity che, viceversa, hanno toccato un minimo a 1719 $/oz. Eppure, la maggior parte degli analisti, continua ritenere che il prezzo dell’Oro superi i 2000 $/oz. con possibili estensioni fino ai massimi di luglio 2020, nel corso, o entro la fine del 2023.  

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, il Platino riavvolto il nastro dai massimi a 1075 $/oz. dell’11 novembre è torniamo nuovamente a testare il supporto in area 975 $/oz. che, per il momento, regge bene. Fermo restando che la correzione non deve scendere stabilmente sotto il supporto costituito dalla M.M. a 200 periodi in area 950 $/oz., la proiezione rialzista vede un primo target in area 1125 $/oz. ed un secondo in area 1200 $/oz.

Stesso discorso per le quotazioni dell’Argento che due settimane fa, ha fatto registrare un massimo relativo a 22,375 $/oz. per poi scendere in area 21 $/oz. rompendo però al ribasso la M.M. semplice a 200 periodi. Nela settimana appena trascorsa, come previsto, i prezzi hanno esteso la fase correttiva fino in area 20,5/20,6 $/oz. per poi rimbalzare nuovamente. Anche su questa commodity i prossimi obiettivi rialzisti, vedono l’attacco ai massimi relativi di giugno scorso in area 22,50 $/oz. con estensione in area 23 $/oz. e target finale l’area 24,90 $/oz. Se son rose…..!!

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1754.00 $/oz., con una % invariata, che porta ad una perdita del – 4,08% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1754.26 $/oz. con un guadagno del + 0,22%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2022:

LA GUERRA – RUSSIA – UCRAINA - (EUROPA)

Mercoledì scorso il Parlamento europeo ha riconosciuto la Russia come stato sponsor del terrorismo che “utilizza mezzi terroristici” tramite una risoluzione non legislativa che è stata adottata con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astensioni. In una nota pubblicata sul sito del Parlamento europeo si legge: “I deputati sottolineano che gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe e dei loro delegati contro i cittadini, la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario sono tutti atti di terrore e crimini di guerra”.

Nella stessa nota viene specificato che l’Unione europea attualmente non può dichiarare gli stati come sponsor del terrorismo in modo ufficiale, il Parlamento stesso dunque invita l’UE e i paesi membri a creare un quadro giuridico adeguato e considerare di aggiungere la Russia a tale lista. Oltre a ciò, nella nota il Parlamento chiede che l’Unione europea isoli ulteriormente Mosca “anche per quanto riguarda l’adesione ad organizzazioni e organismi internazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Infine vengono sollecitati i paesi Ue a concludere rapidamente il lavoro del Consiglio sul nono pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia.

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, come riportato ieri da TASS, commentando la risoluzione ha detto: “Il Parlamento europeo è il tipo di organizzazione che basa piuttosto il suo lavoro sulle emozioni, su un approccio emotivo”. Peskov ha poi sottolineato come la misura non abbia carattere giuridicamente vincolante. Il portavoce del Cremlino ha anche parlato di “un’enorme mancanza di approccio professionale ed un’enorme mancanza di professionalità” nell’istituzione dell’UE. Peskov ha detto: “E le emozioni sono una cosa così mutevole. Oggi sono russofobi, domani ci sarà qualcos’altro. E poi, forse arriverà un momento di chiarezza”.

Per quanto riguarda la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ieri il presidente di Energoatom (azienda di stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive del paese) Petro Kotin ha detto che ci sono segnali circa la possibilità che i russi si stiano preparando a lasciare l’impianto. Kotin ha spiegato: “Innanzitutto, nei media russi c’è un gran numero di report sul fatto che varrebbe la pena lasciare (l’impianto) e forse passare il controllo all’Agenzia internazionale per l’energia atomica”. Il numero uno di Energoatom ha detto: “Si ha l’impressione che stiano facendo le valigie e rubando tutto ciò che possono”. Kotin ha aggiunto che è troppo presto per parlare di truppe russe che lasciano l’impianto: “Non vediamo questo ora, ma si stanno preparando”.

LA POLITICA USA

Continua la corsa al Senato in Georgia, Stato conteso al ballottaggio dal senatore uscente democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker, candidato sostenuto dall’ex presidente Donald Trump. L’esito di questa sfida, tuttavia non potrà spostare l’equilibrio al Senato, dove, come raccontato anche nelle scorse settimane, i democratici sono riusciti a mantenere il controllo in seguito alle elezioni di metà mandato. Tornando alla Georgia, mercoledì scorso la Corte Suprema dello Stato ha respinto il tentativo di alcuni repubblicani di bloccare il voto anticipato sabato ed ha autorizzato le contee a tenerlo aperto. La sentenza ha così mantenuto la decisione della settimana precedente di un giudice della contea di Fulton che aveva bloccato una direttiva dal Segretario di Stato, Brad Raffensperger, la quale a sua volta prevedeva il divieto per le contee di votare il sabato successivo alla festa del Ringraziamento.

La democratica Mary Peltola resterà al Congresso. Mercoledì, infatti, la dem è stata eletta alla Camera per lo stato dell’Alaska superando la concorrenza dei repubblicani Sarah Palin e Nick Begich. Per determinare l’assegnazione del seggio sono servite settimane in quanto in Alaska è stato utilizzato un nuovo sistema di voto.

Intanto, martedì scorso il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, ha invitato il segretario della Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas a dimettersi, avvisandolo che una volta preso il controllo della Camera il prossimo anno, i repubblicani tenteranno di far avanzare l’impeachment. Secondo i repubblicani le politiche di Biden avrebbero incoraggiato più attraversamenti al confine tra Stati Uniti e Messico. McCarthy ha dichiarato: “Il nostro paese potrebbe non riprendersi mai dall’inadempienza al dovere del segretario Mayorkas”. McCarthy ha poi sottolineato che in caso di mancate dimissioni: “i repubblicani della Camera indagheranno su ogni ordine, ogni azione ed ogni fallimento per capire se potranno avviare un’inchiesta di impeachment”. Da parte di Mayorkas non ci sarebbe la volontà di dimettersi, come riferito dalla segretaria aggiunta per gli affari pubblici del Dipartimento della Sicurezza Interna, Marsha Espinosa: “Il segretario Mayorkas è orgoglioso di portare avanti la nobile missione di questo Dipartimento, sostenere il suo straordinario personale e servire il popolo americano”. “Non ha intenzione di dimettersi”.

Dopo le recenti sparatorie a Colorado Springs e a Chesapeake, giovedì scorso il Presidente Joe Biden ha detto che rinnoverà il proprio impegno per adottare un divieto su fucili d’assalto. Secondo il Presidente statunitense: “L’idea che permettiamo ancora l’acquisto di armi semiautomatiche è malata”. Come ricordano le agenzie, in estate la Camera controllata dai dem aveva approvato un divieto, ma il disegno di legge ha poche possibilità di avanzare al Senato, dove per superare il “filibustering” sarebbe necessario il sostegno di 10 repubblicani ad un eventuale fronte democratico unito.

LA POLITICA DELLA FED

Lunedì scorso il presidente della FED di Cleveland Loretta Mester ha detto che secondo lei con il prossimo meeting si potrà rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi, aggiungendo: “ma penso che dovremo lasciare che l’economia ci dica andando avanti a quale ritmo dovremo essere”. Il presidente della FED di Cleveland ha spiegato che la banca centrale statunitense sta entrando in una fase più “deliberata e giudiziosa” nel valutare le proprie mosse, osservando che i recenti segnali positivi in merito all’inflazione si confermeranno in un movimento verso il basso e verso l’obiettivo del 2%. Proprio riguardo all’inflazione Mester ha affermato che la sua previsione è che ci saranno progressi il prossimo anno, anche se non si tornerà al 2%. In caso di mancati progressi però: “dovremo assicurarci che la nostra policy reagisca veramente alle informazioni in arrivo”. Martedì la Mester è tornata a parlare del tema spiegando come il ripristino della stabilità dei prezzi resti la priorità numero uno del FOMC. Inoltre ha anche detto che i guadagni salariali sono chiaramente in aumento, aggiungendo però che nella maggior parte dei casi restano sotto all’inflazione, suggerendo che la retribuzione dei lavoratori non è un fattore chiave dell’inflazione stessa.

Mary Daly, presidente della FED di San Francisco, lunedì scorso ha detto che alcuni ricercatori hanno scoperto che “il livello di inasprimento finanziario nell’economia è molto più alto di quanto i tassi sui fondi ci dicono”, poi ha aggiunto che i mercati finanziari si stanno comportando come se ci fosse un tasso di riferimento intorno al 6%. Secondo Daly: “sarà importante rimanere consapevoli di questo gap tra i tassi sui federal funds e l’inasprimento nei mercati finanziari. Ignorarlo aumenta le chance di inasprire troppo”. Il presidente della FED di San Francisco ha poi detto che il tasso di riferimento dell’Istituto al momento è in un territorio “modestamente restrittivo”, aggiungendo che c’è ancora lavoro da fare per avere una politica monetaria che possa frenare l’inflazione.

Il presidente della FED di Kansas City, Esther George, martedì scorso ha spiegato che la banca centrale potrebbe dover portare i tassi ad un livello più elevato e mantenerli in quella posizione più a lungo per moderare la domanda dei consumatori ed abbassare l’inflazione, vista la quantità di risparmi che le famiglie hanno ancora a disposizione dal periodo pandemico. George ha detto: “Un risparmio più alto certamente può ridurre un calo precauzionale dei consumi e potrebbe essere necessario un tasso di interesse più elevato per un po’ di tempo per convincere le famiglie a conservare i propri risparmi piuttosto che spenderli, e questo ovviamente sta aumentando la pressione inflazionistica”.

Mercoledì scorso è stato anche pubblicato il verbale dell’incontro di novembre del FOMC, documento dal quale emerge che i funzionari della banca centrale statunitense al meeting si erano trovati d’accordo sul fatto che a breve dovrebbero esserci rialzi dei tassi più piccoli. Alcuni membri del FOMC hanno manifestato preoccupazione per i rischi che il mantenimento dell’attuale politica aggressiva della FED potrebbe porre nei confronti del sistema finanziario. Nel verbale si legge: “Una sostanziale maggioranza di partecipanti ha ritenuto che un rallentamento nel ritmo del rialzo presto sarebbe probabilmente appropriata”. Nel verbale viene anche spiegato che aumenti meno consistenti permetterebbero ai responsabili delle politiche di valutare l’impatto della serie di rialzi dei tassi.

Nel verbale viene sottolineato che il tasso finale probabilmente sarà più alto di quanto previsto in un primo momento dai funzionari. Secondo quanto riportato dalle agenzie, i mercati si aspettano che nel 2023 vengano adottati ancora alcuni rialzi, portando il tasso sui fondi intorno al 5%, con possibili riduzioni prima della fine del prossimo anno.

DATI MACROECONOMICI

Il Chicago Fed National Activity Index, indice mensile rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Chicago che stima l’attività economica generale e le pressioni inflazionistiche correlate ad ottobre segna un calo evidente rispetto al mese precedente, passando dagli 0,17 punti di settembre (rivisti da 0,10) a -0,05 punti.

Gli ordini di beni durevoli, per contro, sono forti su tutta la linea. Davvero non sembra che gli investimenti stiano rallentando in USA e questo numero ha fatto salire le stime del GDP del quarto trimestre da parte di varie case, anche se siamo ancora indietro e dobbiamo avere parecchi numeri. A livello mensile ad ottobre crescono dell’1,0%, contro un consensus che prevedeva un rialzo solo dello 0,4% ed una rilevazione di settembre del +0,3% (rivisto da +0,4%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Anche gli ordini di beni strumentali, escludendo il settore della difesa e dell’aeronautica, volano a livello mensile passando dal -0,8% di settembre (rivisto da -0,7%) al +0,7% di ottobre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le vendite di nuove case a ottobre hanno sorpreso clamorosamente al rialzo. Ma gli esperti mettono in guardia contro questi numeri, in quanto non tengono conto delle cancellazioni (e infatti i numeri precedenti sono stati rivisti al ribasso). Il dato a livello mensile ad ottobre riporta vendite per 632 mila, in crescita del 7,5% rispetto a settembre, quando erano state 588 mila (riviste da 603 mila). Il consensus prevedeva un calo a 570 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione hanno però decisamente deluso e anche i continuing claims, ovvero il monte percettori, stanno salendo e sono ai massimi da marzo, a mostrare un nuovo inizio accomodante della domanda di lavoro. Nella settimana terminata il 19 novembre sono state 240 mila, dato superiore alle 223 mila richieste registrate nella settimana precedente (riviste da 222 mila) e crescita superiore a quella indicata dal consensus fissato a 225 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan a novembre è un po' migliorata, con le attese di inflazione scese. Da tenere presente che le oscillazioni di questa serie sono più valide solo nel lungo periodo. Il dato si attesta a quota 56,8 punti, in crescita rispetto al dato preliminare di 54,7 punti e sopra anche al consensus fissato a 55,0 punti. Il dato però segna una contrazione rispetto alla rilevazione di ottobre di 59,9 punti.

Terminiamo con il dato preliminare di novembre dei PMI a cura di S&P Global che a differenza di quelli Eurozone, sono usciti orrendi e sotto attese. Si registra la prima entrata in contrazione del manifatturiero dalla primavera del 2020, e i servizi sono tornati a contrarsi sensibilmente. Nello specifico il manifatturiero si attesta a 47,6 punti, in discesa rispetto ai 50,4 punti di ottobre e sotto al consensus fissato a 50,0 punti.

Nel settore dei servizi, invece, il dato preliminare di novembre scivola a 46,1 punti, al ribasso rispetto alla rilevazione di ottobre di 47,8 punti e sotto al consensus di 47,9 punti. I dati sono rilasciati da Markit Economics.

PORTAFOGLI AZIONARI

BENE ! Sul Portafoglio “The Challenge” siamo andati a target sul 2° lotto di DEUTSCHE LUFTHANSA accontentandoci e portando a casa un buon + 16,21% visto che ora abbiamo il primo lotto da sfruttare. Nel caso, speriamo di no, di correzione ampia del titolo, andremo a riacquistare un secondo lotto viste le potenzialità della società. Per il resto e parliamo di FERRARI, BREMBO e CAMPARI, aspettiamo fiduciosi queste vendite per fare liquidità per poi poter andare ad acquistare i secondi lotti dei titoli in sofferenza, ma anche di nuovi, in caso di correzione dei listini. In caso di fiammata rialzista sull’indice S&P500 con conseguente discesa dell’indice della volatilità VIX, acquisteremo un secondo lotto del relativo ETF.

Rimane sempre in attesa di operare il Portafoglio Storico sia con la strategia del Nasdaq Weekly, sia con la nuova strategia in breakout su un basket di titoli europei ed USA, sempre su base weekly, che per questa settimana non ha generato segnali.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

ANALOG DEVICES + 3,24%. La società è impegnata nella progettazione, produzione e commercializzazione di un portafoglio di segnali analogici, segnali misti e digitali ad alte prestazioni, elaborazione di circuiti integrati utilizzati in tutti i tipi di apparecchiature elettroniche, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2022 pari a 2,73 $/az. su un fatturato di 3,20 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,58 $/az. su un fatturato pari a 3,20 mld $. I ricavi sono aumentati del 38,8% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2023 tra 2,50 e 2,70 $/az. su un fatturato tra 3,05 e 3,25 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,45 $/az. su un fatturato di 3,05 mld $.

Vincent Roche, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Abbiamo realizzato il settimo trimestre consecutivo di ricavi record, portando il 2022 a una forte positiva chiusura. I nostri mercati B2B di Industrial, Automotive e Communications hanno raggiunto i massimi storici, mentre il nostro business Consumer ha registrato un altro anno di forte crescita. Il lavoro del nostro team, combinato con forte leva operativa, ha consentito di registrare l'anno più redditizio nella storia della società. Mentre il contesto economico continua a causare incertezza della domanda, siamo ben posizionati nel breve termine con ordini stabilizzati, un forte arretrato. Stiamo attraversando con successo molti cicli economici nei nostri quasi sei decenni di storia e oggi la nostra attività è più resiliente che mai. Abbiamo aumentato la gamma di prodotti diversificando e aggiungendo maggiore agilità alla produzione e rafforzato il marchio. I nostri punti di forza ci consentono di mantenere un fermo impegno per l'innovazione e di sviluppare soluzioni rivoluzionarie nell'intelligent edge, offrendo allo stesso tempo valore a lungo termine per tutte le parti interessate. A livello contabile, abbiamo riportato un flusso di cassa operativo per tutto il 2022 pari a 4,5 mld $ e un flusso netto di cassa pari a 3,8 mld $, o il 31% delle entrate, dopo aver investito la cifra record di 699 mln $ in spese in conto capitale. Sempre nell’anno fiscale 2022, abbiamo restituito 4,6 mld $ agli azionisti dei quali 3,1 mld $ in riacquisto di azioni e 1,5 mld $ in dividendi. Il CdA della società ha deliberato un dividendo trimestrale in contanti pari a 0,76 $/az. ordinaria in circolazione. Il dividendo sarà pagato il 15 dicembre 2022 a tutti gli azionisti registrati alla chiusura delle attività al 5 dicembre 2022”.

AUTODESK – 4,62%. E’ una società di software e servizi di progettazione, che offre soluzioni ai clienti nei mercati dell'architettura, dell'ingegneria, delle costruzioni, della produzione, delle infrastrutture e dei media digitali, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 1,70 $/az. su un fatturato di 1,28 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,70 $/az. su un fatturato pari a 1,28 mld $. I ricavi sono aumentati del 13,7% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2023 tra 1,77 e 1,83 $/az. su un fatturato tra 1,303 e 1,318 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,83 $/az. su un fatturato di 1,28 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2023 tra 6,56 e 6,62 $/az. per un fatturato tra 4,99 e 5,005 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 6,62 $/az. su ricavi pari a 5,02 mld $.

Andrew Anagnost, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Abbiamo recentemente annunciato Autodesk Fusion, Forma e Flow, i nostri tre cloud di settore, che collegheranno dati, team e flussi di lavoro nel cloud della nostra piattaforma. L'aumento della velocità di progettazione, lo spostamento dei dati dai file al cloud e l'espansione del nostro sistema di terze parti consentiranno ad Autodesk di aumentare ulteriormente il valore del cliente offrendo efficienza e sostenibilità ancora maggiori. In un contesto macroeconomico più impegnativo, Autodesk si è comportata in linea con le nostre aspettative nel terzo trimestre fiscale 2023, escludendo l'impatto dei movimenti valutari del trimestre sui ricavi. I tassi di rinnovo degli abbonamenti sono rimasti elevati, così come la nostra performance competitiva. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2023, abbiamo riportato ricavi totali in aumento del 14%; il margine operativo è stato del 36%, in aumento di 4 punti percentuali; il flusso di cassa operativo è stato pari a 469 mln $ e il flusso netto di cassa è stato pari a 460 mln $. Infine il CdA della società ha autorizzato il riacquisto di 5 mld $ di azioni ordinarie, oltre ai circa 3,8 milioni di azioni rimanenti, al 31 ottobre, nell'ambito del programma di riacquisto di azioni precedentemente annunciati”.

BAIDU – 2,72%. Una delle principali società di intelligenza artificiale con solide basi Internet in lingua cinese, ha riportato utili nel terzo trimestre 2022 pari a 2,37 $/az. su ricavi per 4,57 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,15 $/az. su ricavi per 4,46 mld $. Il fatturato è diminuito del 7,7% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Robin Li, co-fondatore e A.D. di Baidu, ha affermato: "Baidu Core ha prodotto una solida serie di risultati finanziari e operativi nel terzo trimestre, nonostante le continue sfide poste dalla ripresa del COVID-19. I ricavi di Baidu Core hanno ripreso una crescita positiva, trainati da una graduale ripresa della nostra attività di marketing online e dalla costante crescita delle entrate AI Cloud. In particolare, abbiamo continuato a compiere progressi significativi nella guida intelligente. Da un lato, le soluzioni automobilistiche di Baidu Apollo hanno continuato a guadagnare popolarità tra le principali case automobilistiche. Dall'altro, Apollo Go ha continuato a potenziare le sue operazioni, completando più di 474.000 corse nel trimestre, rafforzando ulteriormente la sua posizione di leader nel mercato globale delle corse autonome. Guardando al futuro, ci aspettiamo che il nostro ecosistema mobile continui a generare un forte flusso di cassa e a finanziare i nostri investimenti in AI Cloud e guida intelligente, che contribuiranno a mantenere la nostra leadership nel nuovo business dell'Intelligenza Artificiale e a guidare la crescita aziendale a lungo termine. A livello contabile nel terzo trimestre, l'utile operativo di Baidu Core è aumentato del 14% su base annua a 958 mln $ ed il margine operativo è stato del 20%, nonostante la recrudescenza del COVID-19 abbia messo sotto pressione la performance dei ricavi. Il costo dei ricavi è stato pari a 2,29 mld $ con un aumento dell'1% su base annua. Le spese di vendita, generali e amministrative sono state pari a 730 mln $, in calo del 29% su base annua, principalmente a causa di una diminuzione della spesa di canale e del marketing promozionale. Le spese di ricerca e sviluppo sono state pari a 809 mln $, in diminuzione del 7% su base annua, principalmente a causa di una diminuzione delle spese relative al personale. Infine al 30 settembre 2022, la liquidità, i mezzi equivalenti, la liquidità vincolata e gli investimenti a breve termine ammontavano a 25,94 mld $. E il flusso netto di cassa era pari a 921 mln $”.

COPART + 1,04%. E’ un fornitore di aste online e servizi di remarketing di veicoli negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Brasile. Fornisce ai venditori di veicoli servizi per elaborare e vendere veicoli su Internet, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2023 pari a 0,51 $/az. su ricavi per 893.40 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,56 $/az. su ricavi per 898.80 mln $. Il fatturato è cresciuto del 10,3% su base annua.

DOLLAR TREE – 7,37%. La società ha una catena di negozi discount che offrono merce al prezzo fisso di 1,00-1,25 $, ha riportato utili nel terzo trimestre 2022 pari a 1,20 $/az. su un fatturato di 6,94 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,18 $/az. su un fatturato pari a 6,84 mld $. I ricavi sono aumentati del 8,2% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2022 tra 1,93 e 2,08 $/az. su un fatturato tra 7,54 e 7,68 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,13 $/az. su un fatturato di 7,53 $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2022 tra 7,10 e 7,40 $/az. per un fatturato tra 28,14 e 28,28 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2022 per gli utili è pari a 7,32 $/az. su ricavi pari a 28,08 mld $.

Mike Witynski, Presidente e A.D. della società, ha affermato: “La nostra performance di vendita nel terzo trimestre riflette il lavoro tempestivo di merchandising per guidare il business dei materiali di consumo in questo ambiente incerto e inflazionistico. Le vendite nello stesso negozio per i segmenti Family Dollar e Dollar Tree, sono migliorate rispetto al trimestre precedente e hanno registrato un miglioramento mensile sequenziale per tutto il trimestre. Gli acquirenti stanno rispondendo alla nostra nuova proposta di valore presso i due segmenti mentre ci concentriamo sulla promozione sia del traffico che della produttività del negozio. Sono molto orgoglioso dei nostri dipendenti per la loro disponibilità ad accettare e abbracciare il cambiamento. Il nostro nuovo team è al lavoro per guidare l'azienda attraverso la prossima evoluzione della crescita. Ci impegniamo a trasformare la nostra cultura, incontrando i nostri clienti e collaboratori. A livello contabile nel terzo trimestre e rispetto allo stesso trimestre del 2021, le vendite nette consolidate sono aumentate dell'8,1%; il reddito operativo è aumentato del 22,8% a 381,3 mln $; il margine di reddito operativo è migliorato di 70 punti base al 5,5% e l’utile diluito per azione è aumentato del 25,0% a 1,20 $/az.; le spese di vendita, generali e amministrative rappresentano il 24,4% dei ricavi totali, rispetto al 22,7%. Infine nel trimestre, la società ha riacquistato 2,86 milioni di azioni, a un prezzo medio di 139,04 $/az. pari a 397,5 mln $”.

ZOOM VIDEO COMM. – 7,65%. La società fornisce una piattaforma di comunicazione basata su cloud concentrata sul miglioramento dell'esperienza di videoconferenza, comprese funzionalità come riunioni collaborative online, funzionalità di chat e voce e condivisione di file collaborativa, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2023 pari a 1,07 $/az. su un fatturato di 1,10 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,84 $/az. su un fatturato pari a 1,10 mld $. I ricavi sono aumentati del 4,9% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2023 tra 0,75 e 0,78 $/az. su un fatturato tra 1,10 e 1,11 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,80 $/az. su un fatturato di 1,12 mld $. Infine la società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto l’anno fiscale 2023 tra 3,91 e 3,94 $/az. su ricavi tra 4,37 e 4,38 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,70 $/az. su ricavi per 4,40 mld $.

Eric S. Yuan, fondatore e CEO di Zoom, ha affermato; “A Zoomtopia, abbiamo annunciato una serie di innovazioni tra cui Zoom Mail e Zoom Calendar, insieme a nuove partnership che dovrebbero potenziare e migliorare la moderna esperienza di lavoro. I nostri clienti si rivolgono sempre più a Zoom per aiutarli a creare ambienti di lavoro flessibili e potenziare connessioni e collaborazione autentiche. Affrontare in modo proattivo queste esigenze con la piattaforma in espansione di Zoom continua a essere il nostro obiettivo in questo ambiente dinamico. Nel terzo trimestre 2022, abbiamo portato i ricavi al di sopra delle previsioni con un continuo aumento in Enterprise. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2023, abbiamo riportato il reddito operativo significativamente superiore alle nostre previsioni, pari a 380,9 mln $ rispetto ai 411,3 mln $ del terzo trimestre fiscale 2022. Il margine è stato del 34,6% sempre rispetto al terzo trimestre fiscale 2022. Il flusso di cassa operativo è stato di 295,3 mln $ rispetto ai 394,6 mln $ del terzo trimestre fiscale 2022, mentre il flusso netto di cassa è stato di 272,6 mln $ rispetto ai 374,8 mln $ del terzo trimestre fiscale 2022. Infine il totale di liquidità, mezzi equivalenti e titoli negoziabili esclusi i contanti vincolati, al 31 ottobre 2022, erano pari a 5,2 mld $”.

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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.

(articolo di Sandro Mancini)