Liquidità alla ricerca di rendimenti – Cosa scegliere fra Btp Italia, Bot, conti deposito o Etf


Oltre 1.600 miliardi di euro parcheggiati in banca in Italia. Meglio pensarci prima che ci pensino altri. Una rassegna di risposte possibili. Lo sono realmente? Una sola soddisfa l’esigenza di difendersi quanto meno dall’inflazione.

Il report della domenica

I rischi sulla liquidità sono doppi. Da una parte c’è l’inflazione, destinata a perdurare, sebbene in calo, con previsioni (impossibile sapere se siano attendibili!) di una discesa al 6,6% come media 2023 e al 2,4% nel 2024. Dall’altra quello di qualche intervento fiscale specifico per sanare la folle corsa del debito pubblico. Magari non domani ma dopodomani? Il renderla remunerativa diventa intanto più spinoso rispetto ai tempi dei tassi a zero, il che appare parossistico. Vediamo allora cosa si può fare in un contesto in netta evoluzione.

● Tornano i Bot, tutti al 2023

Nessuno ci avrebbe creduto soltanto un anno fa, quando i rendimenti erano fortemente negativi. L’ultima asta ha invece collocato i Bot al 2,69% con scadenza 12 mesi, registrando una domanda nettamente superiore all’offerta (rapporto di copertura all’1,5%).

Rendimento reale (cioè depurato dall’inflazione, il cui valore medio su base annua in Italia si attesta all’8%, seppur i picchi degli ultimi mesi siano stati superiori)

Negativo 5,31%

A chi convengono

Solo a chi cerchi collocamenti di brevissimo periodo, per esempio per smobilizzi finanziari o immobiliari. Il rendimento è intatti superiore a quello dei conti correnti. Il fatto che venga riconosciuto il rateo, al contrario per esempio di vari strumenti bancari, li rende interessanti, così come la tassazione al 12,5% per le plusvalenze realizzate.

A chi non convengono

Del tutto inopportuni per posizionamenti oltre i 6 mesi nel caso di investitori che scelgano strutturalmente l’opzione della liquidità come asset.

Il migliore

Bot Zc Ap23 (Isin IT0005512857): quota sui 99,04 euro con rendimento lordo 2,15% e netto stimabile sull’1,9%. Allungando le scadenze si sale fino al massimo del 2,6% dell’Ot23 (Isin IT0005512030). Atipica invece la seduta di venerdì del più lungo di tutti, il Nv23 (Isin IT0005518516), che ha messo a segno un anomalo +0,50% con quotazione di chiusura a 97,829 euro

● Conti deposito: ricompare la selva oscura

C’è davvero da perdersi nell’offerta di parcheggi di liquidità remunerati proposti negli ultimi mesi da grandi, medi e piccoli istituti di credito. Il problema sta proprio in una proposta che rasenta la baraonda per numero di banche (talvolta sconosciute), tipologie di depositi e scadenze. È l’effetto del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, occasione buona per raccogliere liquidità da parte del sistema creditizio. I tassi lordi si aggirano come media – in realtà un po' arrotondata, data l’impossibilità di verificare tutti i prodotti - su:

1,3% durata 6 mesi

2,0% durata 12 mesi

2,3% durata 18 mesi

3,5-4,0% durata 60 mesi

Rendimento reale (cioè depurato dall’inflazione, il cui valore medio su base annua in Italia si attesta all’8%, seppur i picchi degli ultimi mesi siano stati superiori)

Negativo 4,0% nel caso delle offerte più generose, caratterizzate comunque da vincoli temporali lunghi. Ciò potrebbe però essere positivo in prospettiva se l’inflazione calasse davvero, come si prevede

A chi convengono

Solo a chi non intenda esporsi ai mercati finanziari o abbia realizzato operazioni immobiliari particolarmente remunerative e programmi di rientrare nel settore in presenza di un’inversione ribassista dei prezzi, come già si inizia a registrare.

A chi non convengono

Al contrario di quanto sta avvenendo sono sconsigliabili alla maggioranza di chi detiene liquidità per vari fattori: tassazione al 26%, rischio controparte (in crescita data l’entrata in scena di banche cosiddette “challenger”, arrivate sul mercato da poco e di cui non si dispongono sufficienti dati riferiti alla solidità patrimoniale), complessità delle offerte (attenzione alle linee che penalizzano fortemente gli svincoli anticipati) e assenza di prodotti indicizzati ai tassi. In ogni caso è importante verificare sempre la garanzia da parte della banca di partecipazione al Fondo tutela depositi: si pretenda di avere in merito una documentazione specifica.

Il migliore

Non ci esprimiamo con “nomi e cognomi” perché impossibile. È indubbio che alcune offerte appaiono più interessanti rispetto alla media ma attenzione agli oneri occulti e ai pacchetti civetta: talvolta il deposito è un modo per agganciare un nuovo cliente, per poi spennarlo con altre iniziative. Le promozioni possono essere interessanti solo se ne conoscono bene le condizioni. Da segnalare il fatto inoltre che le “big” sono ancora molto prudenti su questo fronte e che presto potrebbero essere costrette dalla Bce a dover remunerare i tradizionali conti correnti  

● Btp Italia e si va a scadenza!

È come la pioggia su un giardino assetato. L’esordio domani del diciottesimo Btp Italia, scadenza 22/11/2028 (Isin IT0005517187 per la fase del collocamento), può apparire la risposta al problema della liquidità. Portarlo a scadenza o venderlo e poi ricomprarlo in rapporto all’andamento delle quotazioni? Per chi colloca cash come asset strutturale la prima opzione è inevitabile ma in presenza di eventuali incrementi dei prezzi (per un eventuale futuro ribasso dei tassi) il fattore premio di fedeltà a rimborso non dovrà condizionare più di tanto.

Rendimento reale (cioè depurato dall’inflazione, il cui valore medio su base annua in Italia si attesta all’8%, seppur i picchi degli ultimi mesi siano stati superiori)

Quasi pari all’inflazione, a condizione che si reinvestano le cedole incassate sullo stesso Btp Italia o su quello che di volta in volta risulta più conveniente

A chi convengono

Soprattutto a chi cerchi un titolo di Stato a bassa volatilità e con un’indicizzazione all’inflazione, non detenendo altri strumenti che proteggano da questo punto di vista. Si consideri che la performance media come “total return” di tutte le emissioni di Btp Italia è stata nei dieci anni di vita delle 17 edizioni passate del 3,7% lordo e pertanto di circa il 3% netto, considerando oneri fiscali e costi di detenzione su un deposito bancario. Ha quindi effettivamente protetto dall’andamento del costo della vita ma niente più. Infine sono adeguati a chi abbia necessità di incassare subito l’inflazione, cioè con il pagamento di ogni coupon.

A chi non convengono

In prima linea a chi abbia ottiche di breve termine (per esempio qualche mese). Inoltre a chi voglia proteggere un patrimonio dall’inflazione: in questo caso meglio i Btp€i – indicizzati all’inflazione europea – che la accumulano sul capitale e non la distribuiscono con ogni cedola.

Il migliore

Al momento la scadenza ottobre 2027 (Isin IT0005388175), che grazie a una quotazione ben sotto 100 (chiusura venerdì a 96,5 euro) assicura un rendimento sul 10,3%, grazie logicamente al picco inflattivo. Probabilmente scenderà ancora in presenza di un rialzo futuro dei tassi ma intanto parte da livelli già bassi rispetto alle altre emissioni. In un simile contesto la sua cedola base dello 0,65% non costituisce un elemento penalizzante nella scelta del titolo  

● Btp corti e altri titoli di Stato

La scadenza più lunga di un Btp 2023 rende circa il 2,5%, quindi meno di un Bot a 12 mesi. Nel caso invece del 2024 si passa al 2,7%. Saranno possibili variazioni nei prossimi mesi in presenza di rialzi dei tassi ma non più di tanto. Inevitabile chiedersi se non convengano piuttosto i Cct. Al momento su scadenze corrispondenti i rendimenti si equivalgono. I tassi variabili (seguono in via posticipata l’andamento dell’Euribor più un margine aggiuntivo) stanno tornando di attualità dopo anni di debolezza strutturale. In realtà sottostimano nella fase in corso una politica monetaria aggressiva della Bce e questa è un fatto di cui tenere conto.

Rendimento reale (cioè depurato dall’inflazione, il cui valore medio su base annua in Italia si attesta all’8%, seppur i picchi degli ultimi mesi siano stati superiori)

Negativo di oltre il 5%

A chi convengono

A chi vuole titoli a bassa volatilità e punti su una diversificazione del portafoglio obbligazionario. Una quota del 10-15% di indicizzati Euribor appare adeguata in ogni caso, perché d’ora in poi i cicli monetari risulteranno probabilmente più veloci rispetto al passato.

A chi non convengono

A chi eviti di mettere in portafoglio governativi troppo tranquilli e che comunque impongano scadenze lunghe per garantirsi rendimenti accettabili.

Il migliore

Qui sta l’anomalia cui si accennava. Per spuntare uno yield soddisfacente bisogna andare lunghi, il che contrasta con un’operatività legata alla liquidità. Il Cct-Eu Tv Eur6m+0,75% Ot30 (Isin IT0005491250) quota attualmente sui 96,6 euro con yield sul 3,6%, leggermente inferiore ai tassi fissi su identica scadenza. Eppure l’Euribor a 6 mesi è salito molto dall’estate in poi progredendo al 2,3%. Di fatto si passa quindi dalla gestione del cash a un investimento vero e proprio

● Etf sulla liquidità

Sono stati una delle maggiori delusioni degli anni scorsi ed era inevitabile data la situazione di tassi a zero. Ora ricominciano a muoversi ma in ritardo rispetto alle dinamiche monetarie.

Rendimento reale (cioè depurato dall’inflazione, il cui valore medio su base annua in Italia si attesta all’8%, seppur i picchi degli ultimi mesi siano stati superiori)

Negativo tanto quanto il dato dell’inflazione

A chi convengono

Soltanto a coloro che siano disponibili ad attuare piani di acquisto dilazionati nel tempo, operando con piattaforme che premino questa forma di collocamento con commissioni agevolate, poiché fra relativi oneri e prelievi fiscali l’incidenza sulle performance globali si fa sentire. Inoltre è necessario applicarsi e seguire con una certa continuità l’andamento delle quotazioni.

A chi non convengono

Molti investitori che scelgono di tenersi liquidi lo fanno o per mancanza di tempo o per inesperienza o per sfiducia nel sistema finanziario. Proporre loro degli Etf – pur tranquillissimi – appare un controsenso. Chi vuole il cash gradisce il cash!

Il migliore

Lyxor Euro Overnight Return (Isin FR0010510800): replica il mercato monetario dell’Eurozona. Con Ter annuo 0,10% e una volatilità bassissima (sotto lo 0,10%) dopo un lungo trend discendente iniziato nel 2016 da settembre di quest’anno ha ricominciato lentamente a salire. Il tasso di riferimento è l’Eonia

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