Dopo una settimana di pausa non è cambiato nulla


Care amiche ed amici di questa rubrica, sono tornato oggi sui mercati dopo una settimana di relax passata nella parte a sud ovest della Sardegna, dove credo che tornerò quasi certamente nelle prossime settimane non tanto per le immersioni o per il corso di kyte surf quanto per l' "Autunno in Barbagia" e la bellezza delle cortes apertas. Ho acceso il pc ed ho subito avuto qualche grosso intoppo (tanto per cambiare) nell'aggiornamento delle mie varie piattaforme. Ultimato il reset ed avendo passato quasi due ore a riconfigurare tutto osservo i mercati con l'occhio freddo e lucido di chi non è stato davanti al monitor. 

Come ho scritto in passato per un trader che ama l'intraday il distacco dal mercato è sempre un "trauma": si perdono quella sensibilità e quella tensione che si accumulano in ogni frazione di secondo che si sta davanti ai monitor. Forse questo è anche un bene perché prima di cliccare nuovamente ci penserò almeno un paio di volte, ammesso che si creino delle opportunità sfruttabili per il breve termine. 

Pur avendo esposto la mia view nel report di sabato scorso (link: https://www.lombardreport.com/2022/10/1/etf-volatilit-indici-borsa/) in cui evidenziavo come ci fosse da aspettarsi per l'ultima parte dell'anno un deciso movimento al ribasso (shock esogeno e similitudini col 2008) o al rialzo (mia previsione di inizio anno, sbilanciamento degli operatori, inflazione potenzialmente in flessione grazie alle politiche aggressive della FED), constato che in questa prima ottava il mercato è salito nelle prime due sedute ma nella realtà dei fatti credo che, in assenza di notizie macro, la salita di lunedì e martedì sia stata dettata più da ricoperture che da veri e propri acquisti. La mia sensazione comunque è che i margini di discesa da qui a fine anno siano molto limitati, a meno di uno shock forte. Nel caso in cui tale shock fosse negativo sarebbe utilizzabile dai ribassisti per chiudere le posizioni e sfruttabile da parte di investitori di lungo termine per iniziare un piano di accumulo. Qualora ci fosse uno shock positivo (fine del conflitto, inflazione in discesa in USA o cose simili) ecco che potremmo assistere ad una Borsa che recupererebbe buona parte delle perdite, anche se gran parte delle macerie rimarrebbero ben visibili in Europa (caro energia, i vari crediti deteriorati rimasti in pancia alle nostre banche e così via). Mi è capitato di parlare con piccoli imprenditori nel settore agroalimentare ed alberghiero che mi dicevano che pur essendoci molta richiesta (specialmente dall'estero) hanno preferito chiudere l'attività piuttosto che lasciarla aperta a causa del costo dell'elettricità necessaria per tenere accesi i frigoriferi, riscaldare l'acqua della piscina o cose simili. Capite bene che se moltissime manifatture o piccole attività chiudessero ecco che anche il rating sovrano rischierebbe di subire un downgrade dal momento che lo Stato non può soccorrere tutti i cittadini con redditi di cittadinanza e contemporaneamente registrare incassi da tassazione in forte ribasso; come ci si finanzia ?

Tornando ai mercati ed ai grafici, direi che nel complesso la situazione non è cambiata rispetto a venerdì scorso: forrtissimo rialzo nei primi due giorni e poi ritracciamento del 50% del movimento nelle ultime due sedute, situazione tipica di un mercato orso. Si sale improvvisamente magari portandosi verso resistenze importanti ma poi quando ci si arriva il fiato è corto. Al momento sul mercato italiano sarebbe importante una salita sopra i 21550 del nostro Future FTSEMIB40 contro un close in area 20800 alle 17.30 di venerdì. Al ribasso non mi entusiasmerebbe un ulteriore ritorno verso la linea tratteggiata posta a 20000, livello già testato un paio di volte. Chiaramente nulla vieta che possano essere rotti al ribasso e poi con una failure "ripresi" ma credo che occorrano come sempre dei fattori macro in grado di modificare l'andamento dei mercati.

Osservando un timeframe più ristretto a 60 minuti presterei attenzione all'area posta a 20550 punti circa di derivato, anche se credo che molto dipenderà dal comportamento dei mercati americani che vedremo in seguito. 

Anche lo spread BTP-BUND riflette inevitabilmente il quadro congiunturale, non a caso siamo tornati a 250 punti base (lo avevo lasciato venerdì scorso a 230 circa). Sopra questi livelli troviamo l'area attorno a 270 punti e poi sopra fino a 300. Un buon inizio per il nuovo governo, poi chiaramente sarà colpa della speculazione, colpa del vecchio esecutivo, colpa dell'Europa...insomma, colpa di qualcuno. Statisticamente i governi di centrodestra non sono mai stati particolarmente fortunati sotto questo punto di vista, almeno nel recente passato. Penso al 2001 (Torri Gemelle con Berlusconi), al 2008 (Berlusconi e crisi Lehman), 2012 (Berlusconi e crisi del debito). Concedetemi una battuta: se trend è your friend"è finita la pacchia!" .

Osservando il Dax notiamo un quadro analogo a quello italiano: rimbalzo veloce sulle prime resistenze importantissime, sopra le quali il mercato è riuscito a chiudere un paio di sedute ma poi il momentum è terminato velocemente e si è scesi nuovamente al di sotto dei 12450-12500.

Questo quello che ci dice al momento l'analisi tecnica. C'è però da considerare anche che il maxi piano da 200 miliardi di euro a favore delle imprese e contro il caro energia varato dalla Germania potrebbe (il condizionale è d'obbligo) provocare sui bonds un effetto simile a quanto successo a Londra con la neo premier Truss che ha portato ad un vero e proprio tracollo del Gilt a seguito del quale è dovuta intervenire la Bank of England. Quanto appena espresso potrebbe trovare riscontro dal confronto tra il decennale tedesco e quello inglese come si può vedere nel seguente grafico.

Sul fronte americano gli indici si siano riportati nuovamente vicino ai minimi fatti segnare in chiusura venerdì scorso (guarda caso fine mese di settembre e fine trimestre). Il fatto di essere vicini ai minimi assoluti dell'anno NON vale ancora per gli indici europei che in questo senso sembrano leggermente più forti. Come scrivevo già sabato scorso continuo a rimanere dell'idea che sia rischioso su questi livelli andare short di mercato (anche per i trader di breve termine). Borsisticamente parlando la situazione ottimale sarebbe uno shock di mercato (gli short si ricoprono e si può entrare long per il lunghissimo periodo) anche se Borsa e vita reale spesso sono antitetiche. Pensate ad esempio alle motivazioni di shock che si sono verificati in passato: 11 settembre 2001, crisi 2008 e 2012, Covid 2020. Insomma, lo shock esogeno può configurarsi come un'occasione per il long term investment, ma chiaramente nella quotidianità ci sarebbero pessime conseguenze (pensate allo scoppio di una Tsar bomb o di ordigni non convenzionali o nucleari). 

Ad ogni modo, tornando ai grafici degli indici statunitensi osserviamo che Nasdaq Composite ed S&P500 si sono riportati abbastanza velocemente sui minimi della scorsa ottava. 

A proposito di shock esogeni, pensate che in settimana qualcuno a Wall Street ha pensato bene di acquistare un'ingente quantità di put (50,000) sul VIX scadenza marzo 2023 pagando 950.000 $ scommettendo che possa arrivare fino a 150 punti (livello mai visto). Così riporta l'agenzia Bloomberg in un articolo datato 6 ottobre. Nulla vieta che si possa trattare di una copertura di posizioni long, ma rimane comunque qualcosa di singolare. Nel grafico seguente notate che il VIX, da quando esiste, non è MAI andato sopra la soglia di 80 punti ed il livello di 150 rappresenta quasi il doppio.  

 

Segnalo infine che in settimana è arrivato l'accredito relativo allo stacco coupon del certificato avente come sottostante il titolo EDF (link primo articolo: https://www.lombardreport.com/2022/8/14/certificato-edf-azioni-wiit/). La logica dell'operazione era infatti quella di acquistare un certificato che desse una cedola periodica (mensile in questo caso e pari a 0.61 euro per ogni certificato posseduto ed acquistato entro tre giorni lavorativi antecedenti lo stacco previsto in ciascun mese e sino alla data di scadenza) essendo EDF "opata" dal governo francese. In settimana si è saputo che l'OPA partirà il 10 novembre e sarà finalizzata al delisting del titolo a 12 euro (lo stato francese detiene già l'84% quindi non ci sono problemi a riguardo). A questo punto rimane il mese di ottobre al termine del quale verranno nuovamente staccati 0.61 euro (cedola incondizionata) ed alla fine di novembre il rimborso previsto sarà a 100.61 euro se EDF sarà sopra la barriera (ma essendo l'OPA a 12 e la barriera a 8,884648 euro direi che non vedo grossi problemi). 

Per oggi è tutto. Buon fine settimana.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)