Sono terminati il terzo trimestre e settembre. Come immaginavamo abbiamo avuto un andamento sostanzialmente laterale fino alla metà del mese per poi accentuare la forza al ribasso dalla seconda metà ed in particolare da lunedì 19 (link: https://www.lombardreport.com/2022/9/10/statistica-azioni-settembre/). Come da previsione anche quest'ultima settimana è stata piuttosto ribassista ed orientata alla debolezza, per questo avevo messo in guardia gli affezionati lettori di questa mia rubrica dall'andare long. Certamente ci sono state giornate rialziste MA sono state una goccia in mezzo ad un oceano. Perchè dunque fare il salmone e risalire la corrente rischiando di finire nella bocca dell'orso ?
Sul mercato percepisco tensione e questo, come ho avuto modo di scrivere svariate volte, è dettato dal fatto che qualche grosso operatore è assente ed i volumi sono molto contratti. Ci avviamo verso l'ultimo trimestre di un anno oggettivamente molto difficile: è sceso tutto, dai bonds (primo bear market della storia) alle azioni, ai preziosi per finire con le criptomonete (-50%) di cui ho colto il potenziale ribassista con un brevissimo articolo datato 5 gennaio 2022 (link https://www.lombardreport.com/2022/1/5/attenzione-ribasso-probabile-su/ ) quindi abbondantemente PRIMA della guerra.
Oro e argento sono scesi parecchio e questo francamente non me lo sarei aspettato, non con questa cattiveria e non con questa modalità. Per questo esiste un santo a cui ogni trader dovrebbe essere devoto: lo stop loss.
Sono piuttosto anticonformista e più mi si dice/impone una cosa e più tendo a fare l'opposto. Come si dice in piemontese bastian cuntrare. Talvolta questo atteggiamento andrebbe adottato anche sul mercato: quando tutti fanno o pensano qualcosa forse è più logico fare l'opposto. Questa volta le variabili sono veramente tante e complesse da analizzare, ma alcune sono in qualche modo prevedibili. Penso all'inflazione che in USA si riallineerà grazie all'aggressività dell'azione della FED e al ribasso già in corso delle materie prime (=recessione). In Europa la situazione generale è decisamente differente e dettata dallo shock energetico. In entrambi i casi la recessione tecnica indotta dovrebbe permettere alle autorità monetarie di riprendere velocemente la barra dei comandi ed ai mercati di stabilizzarsi, in primis quello obbligazionario. Rendimenti che iniziano ad essere allettanti ai miei occhi, anche se la size è spesso esosa (dai 100k in su).
Cosa ci aspetta dunque per quest'ultimo trimestre 2022?
Come ben sapete la mia previsione di inizio anno è stata quella che trovate nel grafico seguente (link: https://www.lombardreport.com/2022/1/8/previsioni-per-il-2022/): ribasso fino alla fine di giugno/ inizio di luglio, forte rimbalzo, ribasso con un minimo su settembre e poi.....uppppp !
Ad attenuare l'entusiasmo per il periodo favorevole al rialzo c'è il mese di ottobre: i crash del 1929, del 1987, del 1997 (crisi asiatica), i forti ribassi nel 1978 e 1979 e gli oltre 700 punti persi dal Dow Jones il 15 ottobre del 2008. Ottobre è però considerato anche il mese che "uccide" l'orso o almeno lo ferisce. In altri termini è il mese in cui si creano le basi per l'allungo di novembre e dicembre e fino ad aprile. Pensate che dalla seconda guerra mondiale ad oggi ben dodici mercati ribassisti sono terminati proprio ad ottobre. Volete sapere quando? 1946,1957,1960 e 1962, 1966, 1974,1987 (il famoso crac di Wall Street),1990,1998,2001 (bolla internet), 2002 e 2011 (per chi non lo ricordasse si insediò Monti in sostituzione del governo Berlusconi). E' tuttavia vero che ci sono comunque stati anche anni in cui ottobre è stato ribassista: 1957 (-4.4%) e 1967 (-1.5%).
Questo quello che ci dice e ricorda la statistica. In questa fase i mercati sono inevitabilmente debolissimi e come scrivo sempre caratterizzati da bassissima liquidità, come se "fiutassero" qualche nuovo problema o se preferite un aggravamento di quelli già presenti. Forse lo shock che porta alla capitolazione finale da cui risalire corposamente come è stato in alcuni degli anni passati appena menzionati? Chiaramente non ho la risposta.
Le similitudini con il 2008, così come scritto già dal Dott. Tomasini (link: https://www.lombardreport.com/2022/9/14/quando-in-casa-si-sente-la-puzza-del-morto-i-famigliari-hanno-gi-iniziato-a-litigarsi-l-eredit/), sono particolarmente evidenti anche sovrapponendo i grafici.
Su un chart trimestrale al momento notiamo come si sia creato un hammer e l'unica volta precedente risale appunto al 2008.
Un aspetto positivo deriva dal fatto che siamo su livelli di ipervenduto massimi come poche volte nel passato (ultimi vent'anni). Rapportando le azioni al rialzo a quelle al ribasso sull'S&P500 (rispetto ad una media esponenziale a 10 sedute) otteniamo l'indicatore che trovate in seguito da cui si vede chiaramente come siamo vicini ad un eccesso. La stessa cosa è capitata anche nel 2008 dove il mercato ha poi trovato un bottom solo dopo un evento shock (crisi Lehman).
Una media molto utilizzata è anche quella a 20 periodi. Analogamente a sopra e prendendo ad esempio il Nasdaq, dalla fine degli anni '90 ad oggi in pochi casi ci siamo trovati su livelli così bassi che hanno rappresentato un minimo di oscillatore e di mercato. Anche in questa situazione come quella analizzata precedentemente vediamo che nel 2008 c'è sì stato un minimo ma poi il mercato è ancora sceso nei mesi successivi e fino all'inizio del 2009.
I grafici appena riportati mi dicono una cosa: il mercato è debole ma è tardi per entrare short (sbilanciamento al ribasso degli operatori) e potrebbe essere dietro l'angolo un rialzo imminente. Pensate ad esempio all'effetto di uno shock ulteriore (recrudescenza del conflitto, qualche operatore grosso sul mercato o sulle materie prime in margin call o cose simili). I ribassisti avrebbero una grandissima occasione per ricoprire le posizioni in seguito ad un gap down da cigno nero. Occorrono quindi flessibilità ed elasticità mentale in questa fase: ci può certamente essere un ulteriore ribasso ma il rialzo/rimbalzo violento potrebbe essere dietro l'angolo. E questo me lo dice un ultimo grafico: il numero di azioni sull'S&P500 maggiore della media a 200 giorni. Anche in questo caso il livello è estremo (come lo è stato a giugno/luglio di quest'anno e vi ricordate il rimbalzo estivo). Questo NON significa che NON possa ulteriormente peggiorare come è stato nel 2008 MA se questo scenario si concretizzasse sarebbe solo questione di pochi mesi.
Siamo quindi di fronte ad un minimo O ad un ultimo violento impulso al ribasso (che invaliderebbe quindi la previsione iniziale di un fine anno rialzista).
Mi rendo perfettamente conto che è come dire "se non è bianco è nero" oppure "se non è caldo è freddo" ma penso che questo 2022, a differenza di tante altre crisi vissute in passato, sia estremamente particolare perché a memoria non ricordo di aver MAI visto un anno con indici azionari a -20/30% e indici obbligazionari a -20%. Se ben ricordate infatti quando c'è stata la pandemia si è fatta incetta di obbligazioni di paesi sicuri (Germania), idem l'11 settembre 2001 (Torri Gemelle), nel 2008 (crisi Lehman) e nel 2012 (crisi italiana e PIGS). E in tutto questo faccio una aggiunta: il QT della FED (quantitative tightening) è appena iniziato come scrivevo già a inizio settembre.
In Europa troviamo il Dax che su scala mensile ha rotto una trendline dinamica di lungo periodo (filtrata dalla volatilità del periodo Covid).
Il nostro derivato è chiaramente debole ma su scala mensile osserviamo come gli oscillatori siano abbastanza "tirati", mentre sul settimanale l'eventuale cedimento dei 20000 punti potrebbe portare ad una ulteriore debolezza iniziale fino a 19500. In particolare sul chart mensile osservate come ai minimi di mercato siano corrisposti minimi su un banalissimo indice RSI TRANNE che nel 2008 (rettangolo grigio sulla sinistra). Per questo motivo ritengo che siamo ad un punto in cui o si sprofonda (evento eccezionale) oppure si tenta il rimbalzo deciso.
Del resto questo quadro estremamente delicato è rappresentato anche dalla volatilità sul VIX che continua a rimanere e stazionare ormai da settimane su valori elevati e venerdì ha chiuso a 31.62 punti. Una rottura confermata da più chiusure consecutive sopra l'area 35-38 a mio avviso segnalerebbe la presenza di quell'evento shock di cui ho scritto sopra. Che si tratti di una bomba atomica, di un fondo in difficoltà, di margin call, di recrudescenza delle problematiche attuali non so dire. Ma potrebbe essere la trigger definitiva per la capitolazione. Di seguito il grafico del VIX -l'indice della paura- che, ricordo, è contrarian ovvero sale quando i mercati scendono e viceversa.
Analizzando più a fondo la volatilità ed osservando il VVIX (una sorta di derivata seconda del VIX ovvero la volatilità DELLA volatilità) notiamo però che, nonostante il ribasso di venerdì sugli indici americani, abbiamo avuto una discesa, quindi potrebbe anche trattarsi di un falso movimento. Credo che una eventuale salita stabile sopra la resistenza posta a 118/120 punti potrebbe essere la trigger per un movimento più deciso -al rialzo- sul VIX. Di seguito il grafico daily del VVIX.
Come sfruttare picchi improvvisi di volatilità? Nella fase iniziale opterei per piani di accumulo settimanali/mensili su ETF diversificati. Uno di questi potrebbe essere ad esempio il Lyxor MSCI World UCITS ETF Dist (EUR), con simbolo WLD (codice ISIN:FR0010315770), già utilizzato durante lo scoppio della pandemia e liquidato a metà/fine gennaio quando sono iniziati i primi segnali di cedimento sui mercati.
Di seguito trovate il grafico settimanale dell'ETF e il relativo eseguito della vendita dell'ultima parte del mio vecchio piano di accumulo fatto attorno a 150/160 euro (periodo Covid) e incrementato fino a 170 euro (e tenuto in portafoglio addirittura per un paio di anni). Operazione che si è poi conclusa con la vendita in area 271.50 all'inizio di quest'anno.
Dal grafico notate come questo ETF, sicuramente meno performante sui rialzi, tenda a non "tracollare" sui ribassi. Gli indici che abbiamo analizzato fino ad ora si trovano infatti sui minimi di giungo/luglio o li hanno addirittura rotti. In questo caso siamo abbondantemente sopra quei livelli. Utilizzerei dunque questo ETF SOLO in caso di qualche grosso "patatrac", anche perché in questi casi ritengo che fare stock picking potrebbe rivelarsi estremamente complicato e forse anche inutile. Non c'è rischio di cambio (quota in euro) e vengono distribuiti piccoli dividendi durante l'anno (che chiaramente non considero nella performance complessiva del trade).
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)