In Europa si continua a lavorare in un trading range, influenzato nel pomeriggio, da ciò che il mercato Usa intende fare.
E' stata la settimana di Powell e della Fed che stavolta, ha cambiato nettamente atteggiamento, nei toni e nella sostanza, ora il nuovo nemico è la stabilità dei prezzi e Powell non ne fa più un mistero.
Il mercato, per mano degli operatori, ha fiutuato il pericolo e ha inteso che il momento per un rialzo dei tassi sia ormai nell'aria e più presente che mai, tanto che inizia a serpeggiare il timore che un rialzo possa arrivare addirittura a sorpresa.
Tale eventualità, potrebbe essere un grave errore perchè insinuerebbe il panico nelle dita degli operatori, e, a giudicare da quanto la fune sembri tesa sui prezzi azionari, la frustata potrebbe essere davvero violenta.
La prossima settimana sarà la volta della Bce e c'è molta attesa per verificare se anche l'atteggiamento del board sarà stato influenzato dalle mosse della Fed.
Certamente sorprenderebbe e non poco, una Lagarde che non tenesse in alcun modo conto delle pressioni inflazionistiche, o che ridimensionasse i rischi connessi, come fatto anche recentemente.
Strategicamente, finora, ha avuto vita facile nel seguire a ruota le scelte della Fed, anche giustamente, ma adesso, le carte sul tavolo sono radicalmente diverse.
Il target di breve periodo del Nasdaq100, che sta diventando sempre più il driver degli andamenti delle borse, è stato rivisto attorno ai 13550, seppur la seduta di venerdì sia stata di recupero, completando un trading range settimanale che ha visto un massimo ai 14550 ed un minimo ai 13750.
La dinamica rimane ribassista sin dalla rottura ai 15500 su cui avevamo puntato tutte le attenzioni giorni fa, e, a fronte di questo, risulta quanto mai bizzarra l'inopportuna forza di rimbalzo mattutina mostrata, ad esempio, nella giornata di giovedi, 27 gennaio, da tutta Europa, abboccando al tranello di futures Usa in salita in nottata.
Inevitabile il pedaggio pagato nella mattinata del venerdi successivo, ma il pomeriggio, o meglio l'ultima ora di contrattazione in Usa, poi, ha pareggiato il bilancio, andando semplicemente a chiudere una figura tecnica.
Lunedì si deciderà se rompere lo schema (probabilità 30%) o se proseguire nella correzione (probabilità 70%).
Alla fine dei giochi rimane una volatilità in aumento che fa rima con "nervosismo degli operatori" e allora mi vengono in mente le parole di una celebre canzone di Battiato, al momento in cui, il compianto cantautore affermava: "Mr Tamburino non ho ho voglia di scherzare, rimettiamoci la maglia..i tempi stanno per cambiare..".
E' tempo quindi, di uscire da queste sabbie mobili e pare proprio che il mercato sia prossimo ad una svolta con l'aumento della volatilità, e magari proprio a seguito della prossima riunione della BCE.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)