NASDAQ100 WEEKLY - Correzione in atto sugli indici azionari USA. Ci attendiamo una reazione !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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INDICI AZIONARI USA IN CORREZIONE !!

Al rientro dal weekend lungo, l’azionario USA è stato trascinato al ribasso dal Nasdaq 100 che ha raggiunto il fratello maggiore Nasdaq Composite in territorio di correzione (-11%, per parlare di “bear market” serve almeno un –20%), intersecando al ribasso la media mobile a 200 giorni. Un incontro, quello tra i due indici Nasdaq e la loro media a 200 giorni, che non avveniva da 439 sedute, la terza serie più lunga della storia. Sentimentrader.com, fonte della statistica, rivela che nelle precedenti 9 occasioni in cui il Nasdaq ha colpito la media mobile a 200 giorni dopo più di un anno, solo in 3 occasioni il trend non ne è stato impattato, mentre nelle altre 6 l'indice ha faticato, terminando in negativo almeno una volta nei 2/3 mesi successivi (v. grafico):

Anche l’indice S&P 500 è rimasto sorpreso da questa slavina che lo ha portato a perdere quasi l’8% da inizio anno e siamo solo alla terza settimana di gennaio. Sicuramente ha avuto un ruolo nella price action la scadenza tecnica di Gennaio, evidentemente sotto lo strike di 4.600 punti si sviluppava una posizione negativa di gamma molto grossa (ovvero una situazione in cui più il mercato scende, più i desk di derivati diventano lunghi) il cui “hedging” delle posizioni hanno contribuito ad affossare un mercato già cedente per i noti motivi (Fed, dati macro non eccezionali di recente, risultati economici societari non troppo brillanti e per ultime le tensioni geopolitiche riguardanti l’asse Russia-Ucraina).

Parlando di utili, l'earning season a Wall Street sta prendendo momentum, e finora a far rumore sugli indici S&P500 e Dow sono state le trimestrali poco brillanti delle grandi banche, accolte tiepidamente dal mercato. Tra l'altro quasi tutte hanno registrato aumenti dei costi del personale, un tema che probabilmente riguarderà anche altri settori, a indicare l'aumento di pressioni salariali, uno dei sintomi del surriscaldamento dell'economia e del mercato del lavoro. Mentre sull’indice tech il titolo Netflix (del quale parleremo a parte) ha aggiunto negatività, riportando sopra le stime degli analisti, ma con un rallentamento delle previsioni circa le nuove sottoscrizioni dei servizi di streaming. E sappiamo che di questi tempi i titoli "growth" assorbono male questo tipo di notizie. Un altro motivo di volatilità.

Di sicuro il sentiment comincia ad accusare questa volatilità persistente, in un anno che sembrava partito sotto i migliori auspici (record storico direttamente il 3 Gennaio). Ad esempio il seguente grafico sul sondaggio AAII mostra il minor numero di “tori” da giugno 2020 e la maggior differenza a favore degli “orsi” da settembre 2020:

D'altronde, l'ammontare di tightening che il mercato deve sobbarcarsi è significativo. Nel 2013, come si nota dal grafico sotto, tra l'inizio del tapering e l'inizio della riduzione del bilancio FED erano passati quasi 4 anni. Tra la conclusione del tapering e il primo rialzo 13 mesi. Il programma attuale della Fed prevede ora circa 12 mesi per svolgere il tutto, e un primo rialzo dei Fed Funds contestuale alla fine del tapering. Tappe forzate, decisamente. Un po' di turbolenza ci sta (v. grafico):

Ora il punto è che numeri come questi sembrano indicare che il ciclo entra nel 2022 in una fase di moderazione, proprio quando la FED ha deciso di contrastare l'inflazione rampante, mettendo in secondo piano la crescita. Il bilancio di chiusura vede ancora più colpiti quei settori ad alti multipli, a cui si sono aggiunti questa volta i finanziari.

Del resto con la volatilità che c'è è impossibile definire la direzione nel breve. Da oggi, con le scadenze tecniche alle spalle, il quadro potrebbe chiarirsi un po'. Sentiment e positioning di breve sembrano chiamare un rimbalzo, ma c'è la prossima riunione del FOMC (25 e 26 gennaio) a tenere sulle spine gli investitori. Staremo a vedere, anche se un certo sollievo nel breve ce lo aspettiamo dai mercati.

Senza andare a scomodare tutte le statistiche che girano sul significato per l'anno di un Gennaio così negativo e senza lanciarci in previsioni che non fanno parte del nostro DNA, l'impressione è che stiamo assistendo ad una perdita di momentum del bull market, di quelle che di solito precedono i top del mercato. Se così fosse, nei prossimi mesi noteremo che i recuperi si faranno più lenti e difficoltosi e le correzioni più profonde. A nostro parere è improbabile che quello del 3 Gennaio sia stato il record del mercato, così come verosimilmente questo non verrà ritoccato al rialzo in maniera significativa (non più di un 5%) in questo ciclo di mercato (ovvero prima che intervenga una perdita estesa e protratta).

Tra gli avvenimenti della settimana di un certo rilievo, la conferenza stampa del Presidente Biden che si è espresso su diversi temi:

- Riguardo i contrasti con la Russia, ha sorprendentemente dichiarato di attendersi che Putin faccia qualche tipo di mossa. Il Presidente ha sottolineato il diverso peso di un’invasione totale contro qualche raid marginale, una dichiarazione che ha irritato l'Ucraina ed è stata poi successivamente corretta dallo staff, chiarendo che qualsiasi tipo di operazione implicherà l'applicazione di sanzioni esemplari. Biden ha però detto che un’annessione nella NATO dell'Ucraina non è prevista "any time soon" anche qui contraddicendo in parte le dichiarazioni di parte NATO che il veto all'ingresso richiesto dalla Russia è fuori discussione.

- Sul fronte Cina, Biden ha dichiarato che non c'è possibilità di rimuovere i dazi, perchè le quote previste dall'accordo non vengono rispettate.

- Sul fronte fiscale Biden ha ammesso che, così com'è, il Build Back Better plan non ha i voti, e quindi è probabile che finirà parcellizzato in una serie di provvedimenti minori. Dal punto di vista macroeconomico, c'è da mettere in conto un discreto calo dell'impulso nel 2022, del quale si parla poco, ma che potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita.

- Sul fronte tassi, il Presidente USA ha detto che " è appropriato che la FED modifichi la stance in modo da evitare l'inflazione si radichi". In bocca al lupo.

Sullo sfondo rimane la questione Ucraina con il segretario di stato USA Blinken che ad inizio settimana è atterrato a Kiev per incontrare il primo ministro ucraino per poi portarsi, nella giornata di venerdì scorso, a Ginevra per un nuovo summit USA-RUSSIA con il ministro degli esteri russo Lavrov. Il summit avvenuto in un clima molto cordiale, ha prodotto una richiesta da parte russa di una risposta scritta alle istanze del Cremlino, risposta USA che arriverà probabilmente nel corso di questa settimana a dire di Blinken, ma il problema reale è che su molte di queste richieste le parti sono agli antipodi. Per cui una soluzione sembra improbabile e lo scenario migliore resta un procrastinarsi infruttuoso dei colloqui.

Andiamo ora a dare uno sguardo ai rendimenti dei titoli di Stato.

Fino a metà settimana, i tassi USA sono tornati nuovamente al centro dell’attenzione continuando a dominare la scena. La pressione al rialzo sui rendimenti dei Treasuries hanno proseguito la risalita su tutta la curva arrivando a superare i livelli pre-pandemia. Il benchmark a 10 anni si è spinto fino in area 1.90% un livello che non veniva raggiunto da gennaio 2020 e molto simile il movimento sul 2 anni che ha invece superato l’1% da inizio 2020. Il breakout dei tassi nominali deriva quasi interamente dall’aumento sui tassi reali USA che nelle ultime 3 settimane sono saliti di circa 50 bps rimanendo comunque in territorio negativo intorno al -0.60%. Ma poi, la “risk aversion” sui mercati azionari ha dato una bella legnata anche ai rendimenti, che sono calati su tutte le scadenze e sui due lati dell'oceano. Perfino il 2 anni USA ha restituito qualcosa, riducendo marginalmente la serie di rialzi prezzata per quest'anno, cosa che ha contribuito a levare forza al Dollaro contro € e Yen. Al momento i mercati prezzano per intero 4 rialzi nel corso del 2022.

La curva USA è andata a prezzare più di un rialzo per Marzo prossimo (diciamo un rialzo più una probabilità inferiore al 10% che si tratti di 50 bps e non 25), e 4 rialzi pieni per l'anno, mentre il 10 anni USA ha segnato i massimi da 2 anni a 1.88% e i tassi reali hanno segnato i massimi da Marzo 2021 attorno a -0.6% (v. grafico di tutti i Treasury quotati):

Come detto in precedenza i tassi dei breakeven inflation sono scesi molto, ad un livello che non si vedeva dalla fine del settembre 2021, grazie soprattutto al forte aumento dei tassi reali:

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Alla fine di questa settimana, tra l’auspicato rimbalzo e l’attrazione della M.M. a 200, a vincere è stata quest’ultima ipotesi. Le vendite sui titoli ad alta crescita soprattutto di quelli ad alta capitalizzazione hanno, de facto, affossato il listino facendogli bucare ogni sorta di supporto grafico, dalle trendline ascendenti ai vari gradi di ritracciamento, dalla M.M. a 200 (normale ed esponenziale) fino a sfiorare, in chiusura settimanale, il minimo dell’ultimo ritracciamento di inizio ottobre (contrassegnato con la lettera d). La rottura di tale minimo imporrebbe la formulazione di una fase correttiva da svilupparsi in 3 onde (A-B-C). Ovviamente non è ciò che auspichiamo e ci aggrappiamo al forte ipervenduto (RSI a 27,10) per un corposo rimbalzo o quantomeno di ritornare e consolidare sopra le M.M. a 200. La settimana si è chiusa a 14438.40 con una perdita del – 7,51% che porta ad una perdita da inizio anno del –11,53%.

Se Atene piange, Sparta non ride. Anche se l’indice S&P500 ha perso qualcosa meno rispetto all’indice tech, ha toccato le medie mobile a 200 giorni (si parla di giugno 2020 come ultimo contatto), nonché ai minimi da 3 mesi e d i prezzi si sono fermati esattamente in area 4400 (ritracciamento del 78,6% del movimento rialzista d-e). Anche su questo indice si è ufficialmente in ipervenduto con l'RSI a 26,9 una condizione che mancava da marzo 2020 in piena pandemia. Ultimo baluardo prima di procedere ad una nuova formulazione correttiva di 3 onde, la tenuta dell’area 4275/4280, minimo del 4 ottobre 2021. Come per l’indice tech è auspicabile un immediato rimbalzo quantomeno sopra area 4500 con conseguente consolidamento. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4397.95, con una perdita del – 5,68% che porta a segnare un – 7,73% da inizio anno.

Anche se riporta percentuali meno negative rispetto agli altri due indici maggiori, il DOW JONES graficamente ha rotto tutti i supporti come l’indice tech e si è portato ad un passo dall’ultimo supporto valido in area 34000 prima di dover ricorrere ad un nuovo conteggio correttivo di 3 onde. Per questo indice, come per gli altri due, siamo in territorio di ipervenduto (RSI a 28,16) per cui un rimbalzo è auspicabile in tempi molto brevi, quantomeno sopra area 35200 con consolidamento sopra tale area. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34265.38 con una perdita del – 4,58% che porta a segnare un – 5,70% da inizio anno.

ORO INDEX 

Anche se la settimana si è sviluppata in tono positivo per la commodity, i numeri continuano a rimanere ingabbiati tra la resistenza in area 1845 ed il supporto in area 1770 $/oz., area che non viene più interessata da più di un mese e ciò è positivo, come di positivo notiamo una serie di minimi più alti (nel grafico daily). Purtroppo la ripresa del dollar index, gli alti rendimenti dei Treasury e l’azione della FED non favoriscono ancora l’attacco a tale resistenza.

E veniamo agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio. Udite, udite, finalmente i prezzi del Platino sono riusciti ad avere ragione dell’area 1000 $/oz., ma le buone notizie finiscono qui in quanto i prezzi sono andati a sbattere contro la M.M. a 200 e sono stati immediatamente ricacciati all’ingiù, anche se hanno chiuso sopra l’area fatidica dei 1000 $/oz.

Stesso identico discorso per quanto riguarda l’Argento che, graficamente, rompe l’area 23,5 $/oz. e si scontra con la M.M. a 200 che ricaccia i prezzi all’ingiù, comunque sopra l’area 24 $/oz. Per tutte e tre le commodities, un ulteriore sforzo dopo una breve fase di consolidamento, sarebbe molto ben accetto ! La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1831.80 $/oz., con un guadagno del + 1,06% che porta ad una perdita del – 0,66% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1832.60 $/oz. con un guadagno del + 0,88%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2022:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

I senatori repubblicani, compatti al momento del voto, mercoledì scorso hanno bocciato il disegno di legge sui diritti di voto sostenuto dai dem tramite il processo dell’ostruzionismo. Al fronte democratico non è andata meglio al momento della votazione per cambiare le regole del Senato, in particolare per modificare proprio la regola dell’ostruzionismo. In questo caso a dire di ‘no’ non sono stati solamente i repubblicani, ma anche i dem, Kyrsten Sinema e Joe Manchin. L’opposizione di Sinema su questo punto non è andata giù al Partito Democratico dell’Arizona, stato che la senatrice rappresenta. Sabato Raquel Terán, leader del Partito Democratico dell’Arizona, ha detto che loro hanno supportato i voti di Sinema per approvare la legislazione che garantisce più aiuti per la crisi pandemica e per migliorare le infrastrutture del paese: “Tuttavia, siamo qui anche per sostenere i nostri elettori e le conseguenze della mancata approvazione della legislazione federale che protegge il loro diritto di voto che sono troppo ampie e di vasta portata”. “Anche se non ci fa piacere fare questo annuncio, il consiglio direttivo del Partito Democratico dell’Arizona ha deciso di richiamare formalmente la senatrice Sinema per la sua incapacità di fare tutto il necessario per garantire la salute della nostra democrazia”. Un portavoce di Sinema ha detto: “Nel corso di tre mandati alla Camera degli Stati Uniti, ed ora al Senato, Kyrsten ha sempre promesso ai cittadini dell’Arizona che sarebbe stata una voce indipendente per lo stato, non per uno dei due partiti politici.  Si è espressa per i cittadini dell’Arizona ed è sempre stata onesta su cosa sostiene”.

La situazione di stallo mette in salita la strada dei democratici sulle riforme elettorali, che considerano fondamentali per preservare l’accesso al voto dopo l’approvazione dell’anno scorso di leggi restrittive sul voto in stati a guida repubblicana. Sostenitori della legislazione sui diritti di voto nel paese hanno esortato i democratici ad agire prima delle elezioni di metà mandato, in programma per novembre e che determineranno il controllo del Senato.

Mercoledì, prima della votazione, il leader della maggioranza Chuck Schumer ha detto al Senato: “Ad ogni membro di questo organo che custodisce il nostro prezioso esperimento di auto-governo, ad ogni membro inorridito dal fango della repressione degli elettori e a tutti coloro che credono che questa camera sia ancora in grado di difendere la democrazia nella sua ora di grande bisogno, vi esorto a votare ‘sì’”. E se sulle votazioni ai disegni di legge sui diritti di voto i dem si sono ritrovati con un voto favorevole (anche se questo non è bastato vista l’opposizione compatta dei repubblicani), come detto, lo stesso non è accaduto per la proposta di modifiche alle regole del Senato. Dopo le votazioni, il presidente Joe Biden si è detto “profondamente deluso dal fatto che il Senato degli Stati Uniti non sia riuscito a difendere la nostra democrazia”; ha anche detto che la sua amministrazione “valuterà ogni misura e utilizzerà ogni strumento a disposizione per difendere la democrazia”.

Alcuni repubblicani sono sembrati aperti a riformare il processo di conteggio dei voti dopo una votazione presidenziale per rendere più complicato ribaltare un risultato. Una modifica in questo senso arriverebbe sulla scia di quanto accaduto con Donald Trump, che aveva tentato di ribaltare la vittoria di Biden all’ultima tornata elettorale. Lo stesso Biden mercoledì scorso si è mostrato disponibile a parlare con i repubblicani delle riforme al conteggio dei voti elettorali.

I repubblicani si sono opposti a qualsiasi legislazione che creerebbe più linee guida federali nel modo in cui gli stati gestiscono le elezioni, avvisando anche che eliminare il processo di ostruzionismo condizionerebbe il funzionamento del Senato per gli anni a venire. Mercoledì Mitch McConnell, leader della minoranza del Senato, ha detto: “Oggi il Senato dovrà impedire che questo delirio fazioso danneggi la nostra democrazia, danneggi il centro e danneggi la nostra repubblica per sempre”.

Attenzione anche alla Camera, dove alcuni democratici chiedono l’ampliamento di una detrazione federale per le tasse pagate agli stati e agli enti locali per sostenere la nuova spinta per la legge di spesa Build Back Better. Giovedì i democratici della Camera Tom Suozzi, Mikie Sherrill e Josh Gottheimer hanno rilasciato una dichiarazione congiunta: “Sosteniamo l’agenda del Presidente e se ci sono sforzi che includono un cambiamento nel codice fiscale, allora una correzione del SALT (State and Local Taxes – tasse statali e locali) deve farne parte. No SALT, niente accordo”.

Sulla richiesta dei democratici della Camera è arrivato un commento da un funzionario della Casa Bianca: “Siamo in contatto con un gran numero di legislatori per quanto riguarda il piano di crescita economico del Presidente per la classe media e alla fine dell’anno scorso siamo intervenuti sul SALT, ma non negozieremo in pubblico”.

In materia di politica estera è in primo piano la questione Ucraina. Ieri il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha ribadito il proprio avvertimento contro un’invasione dell’Ucraina da parte dei russi: “Se una singola forza russa aggiuntiva entrasse in Ucraina in modo aggressivo, come ho detto, questo innescherebbe una risposta rapida, severa ed unita da parte nostra e dell’Europa”. Per dissuadere Mosca dal lanciare un’incursione, l’amministrazione americana ed i suoi alleati occidentali hanno avvertito di severe sanzioni. Il vicesegretario di Stato, Wendy Sherman, precedentemente ha detto che le sanzioni puntano a colpire istituzioni finanziarie chiave della Russia e i controlli sulle esportazioni su settori fondamentali. Blinken ha dichiarato: “Abbiamo dato alla Russia due vie. C’è una via di diplomazia e dialogo, ma c’è anche una via della sua rinnovata aggressività e delle grandi conseguenze”.

Spostiamo ora il focus un po’ più ad oriente. Venerdì la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha detto che presto la Camera introdurrà un disegno di legge per aumentare la competitività statunitense con la Cina e incrementare la spesa federale sui semiconduttori. L’amministrazione Biden vorrebbe convincere il Congresso ad approvare fondi per aiutare a far crescere la produzione interna di chip. Il presidente americano la scorsa settimana ha detto che l’inflazione crescente “ha del tutto a che fare con la catena di approvvigionamento” e che gli USA hanno la capacità di diventare autosufficienti per quanto riguarda i chip di computer di cui hanno bisogno per produrre auto.

LA POLITICA DELLA FED

Il Presidente Joe Biden mercoledì scorso si è detto favorevole al previsto avvio di un inasprimento della politica monetaria e alla riduzione graduale delle misure adottate dalla banca centrale in risposta alla crisi pandemica.

Biden ha detto: “Il Covid-19 ha creato molte complicazioni economiche, inclusi rapidi aumenti dei prezzi in tutta l’economia mondiale. La gente lo vede dal benzinaio, ai negozi di alimentari e altrove”. “La Federal Reserve ha fornito un sostegno straordinario durante la crisi nell’ultimo anno e mezzo”. “Vista la forza della nostra economia ed il ritmo dei recenti aumenti di prezzo, è opportuno, come ha indicato il presidente della FED, Powell, ricalibrare il sostegno ora necessario”.

Di inflazione, mercato del lavoro e Federal Reserve giovedì ne ha parlato anche Janet Yellen, attuale segretario al Tesoro ed ex presidente della banca centrale statunitense. Yellen ha ribadito i commenti fatti da Biden sulla politica monetaria della FED ed ha richiamato alla mente il recente passato: “Un anno fa, se si torna indietro alle sfide che stavamo affrontando, e che stava affrontando la Federal Reserve, la disoccupazione era estremamente alta. Eravamo tutti preoccupati di dover affrontare una situazione come quella dopo il 2008, quando fu necessario quasi un decennio per tornare alla piena occupazione”. “Penso che debba essere visto come un successo notevole che la disoccupazione sia diminuita di più in un solo anno nella storia americana”. E sull’inflazione ha aggiunto: “Mi aspetto che l’inflazione per gran parte dell’anno resti sopra al 2%”. “Ma se avremo successo nel controllare la pandemia, mi aspetto che l’inflazione diminuisca nel corso dell’anno e si spera torni a livelli normali entro la fine dell’anno, intorno al 2%”.

In merito alle attese sui rialzi dei tassi di interesse si è espresso David Mericle, economista di Goldman. Mericle ha detto che la diffusione della variante Omicron sta aggravando gli aumenti dei prezzi e potrebbe indurre la FED ad un ritmo più veloce di aumento dei tassi. In una nota del sabato ai clienti, Mericle fa sapere: “La nostra previsione di base prevede quattro aumenti a marzo, giugno, settembre e dicembre”; Mericle ha aggiunto che pensano ci sia il rischio che il FOMC (organismo della FED che regola la politica monetaria) vorrà adottare azioni di inasprimento ad ogni meeting fino a quando non ci saranno cambiamenti nell’inflazione. (N.B. il prossimo meeting del FOMC si terrà martedì e mercoledì prossimo, 26 e 27 Gennaio).

Le mosse della FED vengono osservate con attenzione anche dal Fondo Monetario Internazionale. Venerdì Kristalina Georgieva, direttrice operativa dell’organizzazione internazionale, nel corso di un suo intervento in videoconferenza all’evento virtuale di “The Davos Agenda” ha detto che gli aumenti dei tassi di interesse da parte della banca centrale statunitense potrebbero “essere una doccia fredda” per la ripresa economica già debole di alcuni paesi. Secondo Georgieva un aumento dei tassi degli USA potrebbe avere conseguenze significative per i paesi con i livelli più elevati di debito denominati in dollari. Per questo la direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato l’importanza di una comunicazione chiara da parte della FED per quanto riguarda i suoi piani politici. Georgieva ha detto che il messaggio del Fondo Monetario Internazionale ai paesi con alti livelli di debito denominato in dollari è: “Agite ora. Se potete prolungare le scadenze, fatelo per favore. Se avete disallineamenti di valuta, ora è il momento di affrontarli”.

Per Georgieva la ripresa economica globale continuerà, ma ha sottolineato come questa stia “perdendo un po’ di slancio”, per questo ha suggerito che la soluzione per il nuovo anno dovrebbe essere la “flessibilità politica”. In merito all’inflazione, Georgieva ha detto che il problema è specifico per ogni paese: “Questa specificità del paese è ciò che rende il 2022, in un certo senso, perfino più difficile del 2020”. “Nel 2020 avevamo politiche simili ovunque perché stavamo combattendo lo stesso problema, un’economia in una situazione di stallo. Nel 2022, le condizioni nei paesi sono molto diverse, quindi non possiamo più avere la stessa politica ovunque, deve essere specifica per ogni paese e questo rende il nostro lavoro nel 2022 molto più complicato”.

Voltando pagina e tornando a questioni interne agli Stati Uniti, è da segnalare che giovedì scorso la Federal Reserve ha pubblicato il suo studio su un possibile dollaro digitale, un report che si attendeva per la scorsa estate, ma che poi era stato rimandato. Nel documento viene riportato che: “Una valuta digitale della banca centrale potrebbe radicalmente cambiare la struttura del sistema finanziario statunitense, modificando i ruoli e le responsabilità del settore privato e della banca centrale”. La FED presenta una lista di 22 voci per le quali chiede un feedback pubblico. I funzionari della banca centrale statunitense dicono che il report è il primo passo di un ampio processo, ma non viene fornita un’indicazione temporale su quando terminerà.

Il presidente della FED, Jerome Powell, ha dichiarato: “Non vediamo l’ora di confrontarci con il pubblico, i rappresentanti eletti ed un ampio raggio di parti interessate mentre esaminiamo gli aspetti positivi e negativi di una valuta digitale della banca centrale negli Stati Uniti”. Nel report viene detto che quest’ultimo “non ha lo scopo di promuovere uno specifico risultato politico e non prende posizione sulla definitiva appetibilità” del dollaro digitale. La banca centrale al momento si sta anche occupando di sviluppare Fed Now, quello che pubblicizza come un servizio di pagamento e liquidazione “non-stop”, che dovrebbe essere online nel 2023.

DATI MACROECONOMICI

Nel mese di dicembre il dato sui permessi di costruzione fa un bel balzo. Il dato mensile ha toccato quota 1,873 milioni, realizzando una crescita del 9,1% rispetto a novembre, quando i permessi di costruzione erano stati 1,717 milioni (dato rivisto da 1,712 milioni). Per dicembre il consensus prevedeva un calo a 1,701 milioni.

Il numero di abitazioni per le quali sono iniziati i lavori di costruzione a livello mensile registra un incremento, passando dal dato di 1,678 milioni di novembre (rivisto da 1,679 milioni) a quello di 1,702 milioni di dicembre, ben al di sopra di un consensus di 1,650 milioni. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Census Bureau.

Sfiora le 300 mila unità le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 15 gennaio. Precisamente il numero si assesta a 286 mila, ovvero il dato più alto da metà ottobre ad oggi, contro un consensus che prevedeva un calo a 220 mila. Stranamente il consenso si attendeva zero impatto da Omicron. Ci pare assurdo. In ogni caso, essendo quella probabilmente la causa, non c'è troppo da preoccuparsi. Nella settimana terminata l’8 gennaio il numero di richieste iniziali era stato pari a 231 mila (rivisto da 230 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il Philadelphia Fed Manufacturing Survey, indice sulle condizioni del settore manifatturiero dell’area della Federal Reserve Bank di Filadelfia, passa dai 15,4 punti di dicembre agli attuali 23,2 punti. Un pò meno brillanti e contrastati i dettagli, col sotto-indice dei nuovi ordini che aumenta di 4.2 punti a +17.9 e l’occupazione che diminuisce di 7.8 punti a +26.1. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Philadelphia.

FOCUS SU TITOLI

DISNEY – Dal 1° gennaio i personaggi del libro “Winnie Puh” del 1926 dello scrittore A.A. Milne e dell’illustratore E.H. Shepard sono di pubblico dominio. Dal 1° gennaio 2024 anche Topolino, come rappresentato nel cortometraggio d’animazione del 1928 ”Steamboat Willie”, diventerà di pubblico dominio. Da sottolineare però che Disney detiene ancora i diritti delle successive rappresentazioni di Topolino e dei personaggi di Winnie the Pooh. Tuttavia chi vuole usare artisticamente o dal punto di vista commerciale il concept di Winnie the Pooh può utilizzarlo pur ché non infranga copyright esistenti di personaggi ancora di proprietà della Disney.

INTEL – La multinazionale statunitense venerdì scorso ha presentato un piano per investire 20 miliardi di dollari in due stabilimenti produttori di chip in Ohio, che spera siano operativi entro tre anni. Secondo Intel l’investimento porterà alla creazione di 3.000 posti di lavoro, con altri 7.000 necessari per costruire i due stabilimenti. Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel, ha detto: “Intel sta riportando negli Stati Uniti la capacità e la capacità di leader per rafforzare l’industria globale dei semiconduttori”. “Queste fabbriche creeranno un nuovo epicentro per avanzati produttori di chip negli USA che rafforzerà la condotta interna da laboratorio a fabbrica e potenzierà la leadership dell’Ohio nella ricerca e nell’high-tech”.

MICROSOFT e ACTIVISION BLIZZARD – La scorsa settimana Microsoft ha annunciato piani per l’acquisizione entro giugno 2023 di Activision per poco meno di 69 miliardi di dollari. Venerdì, invece, 34 lavoratori, in gran parte incaricati di testare il gioco “Call of Duty: Warzone” per Raven Software di Activision Blizzard, hanno votato per formare la Game Workers Alliance, un movimento sindacale. I sostenitori del sindacato affermano che l’organizzazione “migliorerà le condizioni dei lavoratori”. Ora Activision deve riconoscere ufficialmente il sindacato. Becka Aigner, tester di Raven Software ha dichiarato: “Vogliamo assicurarci che la passione di questi lavoratori sia accuratamente riflessa nel nostro posto di lavoro e nel contenuto che facciamo”. “Il nostro sindacato è il modo in cui le nostre voci collettive possono essere ascoltate dalla direzione”. Se approvato, si tratterebbe del primo sindacato in una grande azienda di videogiochi negli USA.

PELOTON – Le azioni di Peloton giovedì scorso hanno registrato una brusca flessione dopo che CNBC ha riferito che l’azienda sta pianificando di sospendere la produzione delle sue bici e dei suoi tapis roulant. Peloton però ha contestato il report ed in una nota ai dipendenti ha detto che sta “riorganizzando” la produzione.

PORTAFOGLI AZIONARI

Ci stà ! Dopo tanto guadagnare, bisogna restituire qualcosa ai mercati. E’ la legge della Borsa. Questa settimana tutta l’operatività si è svolta sul Portafoglio Storico, ad iniziare con la strategia del Nasdaq Weekly che, dopo tanto tempo, va in STOP sui titoli PAYPAL (- 15,00%) e soprattutto NETFLIX che ci fa perdere un – 25,64% dovuta ad un’apertura in gap down dopo la pubblicazione della trimestrale economica del 4° trimestre 2021 che, seppur buona per il trimestre in oggetto, riporta una previsione per il prossimo non in linea con le attese degli analisti. Riportiamo un breve accenno alle notizie su Netflix che hanno preoccupato il mercato, in quanto non è stato il numero degli abbonati del 4° trimestre cresciuto di 8,3 milioni, poco meglio delle attese, quanto le previsioni per i nuovi utenti nel corso del primo trimestre del 2022 che la società ha stimato sarà di circa 2,5 milioni, ben al di sotto dei quasi 4 milioni del primo trimestre del 2021, deludendo così il consenso degli analisti che ne attendeva oltre 6 milioni.

Bene, invece, sulla strategia Breakout che a fronte di una piccola perdita sul titolo GPI (-2,02%), abbiamo venduto il titolo WIIT con una performance più che buona del + 16,72%.

Sul Portafoglio “The Challenge” si sta avvicinando il tempo di mettere in atto la strategia che prevede l’acquisto dei secondi lotti su quei pochi titoli che riportano un segno molto negativo. Questa settimana iniziamo dal titolo FASTLY. Infine contiamo di incrementare gli acquisti sugli ETF settoriali che si stanno avvicinando ai nostri prezzi e sugli ETF short sui mercati europei per coprirci le spalle da possibili correzioni più profonde.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

AMERICAN AIRLINES - 11,85%. La compagnia aerea statunitense, ha riportato una perdita sugli utili nel quarto trimestre 2021 pari a 1,42 $/az. su un fatturato di 9,40 mld $. La stima degli analisti era di una perdita degli utili pari a 1,47 $/az. su un fatturato pari a 9,37 mld $. I ricavi sono cresciuti del 134,1% su base annua. La società ha detto che prevede per il primo trimestre 2022 un fatturato tra 8,26 e 8,47 mld $, mentre la stima degli analisti è di 8,97 mld $.

Il Presidente e CEO della società, Doug Parker, ha affermato: "Mentre chiudiamo il secondo anno di attività in uno stato di pandemia globale, siamo incredibilmente orgogliosi del team di American Airlines. Nell'ultimo anno, abbiamo sperimentato periodi di elevata domanda di viaggi contrastati da periodi di diminuzione della domanda a causa delle nuove varianti del COVID. Questa volatilità ha creato l'ambiente di pianificazione più impegnativo nella storia dell'aviazione commerciale. Eppure il team si è adeguato, crescendo più velocemente e più lontano di qualsiasi altra compagnia aerea statunitense per soddisfare questa domanda imprevedibile. Guardando al futuro, sono entusiasta del futuro della compagnia che dal 31 marzo prossimo vedrà Robert Isom come suo nuovo CEO. Anche se abbiamo ancora del lavoro da fare per la ripresa della pandemia, non ho dubbi che il meglio debba ancora venire per American Airlines".

ASML HOLDING – 6,69%. La società olandese quotata anche sul Nasdaq è un fornitore di sistemi tecnologici avanzati per l'industria dei semiconduttori, che offre un portafoglio integrato di sistemi di litografia principalmente per la produzione di circuiti integrati complessi, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 4,39 €/az. su un fatturato di 4,99 mld €. La stima degli analisti per gli utili era di 4,27 €/az. su un fatturato pari a 5,24 mld €. I ricavi sono cresciuti del 12,4% su base annua. La società ha detto che prevede per il primo trimestre 2022 un fatturato tra i 3,30 ed i 3,50 mld €. L'attuale stima degli analisti è per ricavi pari a 6,13 mld €.

Peter Wennink, presidente e CEO di ASML, ha affermato: "Le vendite nette del quarto trimestre sono state pari a 5 mld di euro, che rientra nelle nostre indicazioni. Il margine lordo del 54,2% è superiore a quello previsto, le prenotazioni nette del quarto trimestre sono state di 7,1 mld di euro, di cui 2,6 mld € da sistemi EUV 0,33 NA e 0,55 NA. Il fatturato netto totale per l'anno è stato di 18,6 mld di euro, di cui 6,3 mld € da 42 sistemi EUV. Per ASML, il 2021 è stato un anno di forte crescita nonostante la pandemia. ASML prevede costi di ricerca e sviluppo pari a circa 760 mln € e costi SG&A di circa 210 mln €. Nel primo trimestre 2022 avremo un numero significativo di spedizioni rapide, che si tradurranno in circa 2 mld di euro di entrate previste spostate dal primo trimestre ai trimestri successivi 2022. Guardando all'intero anno, anche tenendo conto delle nostre attuali aspettative di entrate legate alle spedizioni veloci di sei sistemi EUV nel 2023: prevediamo una crescita dei ricavi pari a circa il 20%".

CSX – 6,42%. La società fornisce servizi di trasporto su rotaia, compreso il servizio ferroviario tradizionale e il trasporto di container e rimorchi intermodali, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 0,42 $/az. su un fatturato di 3,43 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,41 $/az. su un fatturato pari a 3,32 mld $. I ricavi sono cresciuti del 21,3% su base annua.

James Foote, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "Vorrei ringraziare tutti i dipendenti di CSX per il duro lavoro e la dedizione ai nostri clienti in questo trimestre e per tutto l'anno, in mezzo agli impatti in corso della pandemia e alle persistenti interruzioni della catena di approvvigionamento globale. Mentre entriamo nel 2022, rimaniamo impegnati a fornire ai nostri clienti un servizio di alta qualità e a creare capacità aggiuntiva per aiutarli ad affrontare le attuali sfide della catena di approvvigionamento attraverso un maggiore utilizzo della ferrovia".

FASTENAL – 4,53%. La società è impegnata nella distribuzione all'ingrosso di forniture industriali e da costruzione in Nord America. L'azienda offre bulloni, dadi, viti, prigionieri e relative rondelle; e forniture varie e hardware, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 0,40 $/az. su un fatturato di 1,53 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,38 $/az. su un fatturato pari a 1,51 mld $. I ricavi sono cresciuti del 12,8% su base annua.

INTUITIVE SURGICAL – 12,42%. La società produce e commercializza il dispositivo robotico “da Vinci”, un sistema chirurgico avanzato che consente ai chirurghi di eseguire interventi chirurgici minimamente invasivi, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 1,30 $/az. su un fatturato di 1,55 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,28 $/az. su un fatturato pari a 1,52 mld $. I ricavi sono cresciuti del 16,7% su base annua.

La società ha affermato: “Le procedure da Vinci in tutto il mondo sono aumentate di circa il 19% rispetto al quarto trimestre del 2020. Durante tutto il 2020, i volumi delle procedure da Vinci e i posizionamenti dei sistemi sono stati significativamente influenzati dalla pandemia, poiché i sistemi sanitari di tutto il mondo hanno dirottato risorse per rispondere al COVID-19. Nel corso del 2021, la ripresa della pandemia ha continuato a incidere sui volumi delle procedure da Vinci. L'impatto sull'attività dell'azienda è, e continua a differire in base all'area geografica e alla regione. Ci aspettiamo che il volume delle permute nel 2022 sia significativamente inferiore rispetto al 2021 e prevediamo un margine di profitto lordo nel 2022 pari al 69,5%-70,5% delle entrate nette con una crescita delle spese operative nel 2022 pari al 21%-27%, mentre le spese in conto capitale aumenteranno da 700 a 1000 mln $. Inoltre prevediamo un reddito operativo nel 2022 pari a 45/55 mln $ con un’aliquota fiscale pari al 22/24%. Il primo trimestre è stagionalmente il trimestre più debole e la pandemia ha avuto e probabilmente continuerà ad avere un impatto negativo sui volumi delle procedure della Società".

NETFLIX – 24,39%. La società opera come una rete televisiva su Internet che fornisce programmi TV e film che includono serie originali, documentari e lungometraggi. L'azienda ha tre segmenti: streaming nazionale, streaming internazionale e DVD nazionale, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 1,33 $/az. su un fatturato di 7,71 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,82 $/az. su un fatturato pari a 7,71 mld $. I ricavi sono cresciuti del 16,0% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2022 pari a 2,86 $/az. su un fatturato di 7,90 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,45 $/az. su un fatturato di 8,08 mld $.

La società ha dichiarato: "Abbiamo raggiunto diversi traguardi nel 2021: abbiamo avuto il più seguito programma televisivo dell'anno (Squid Game), le nostre due maggiori uscite cinematografiche di tutti i tempi (Red Notice e Don't Look Up) e Netflix è stata la rete televisiva vincitrice e più nominata degli Emmy Awards 2021 e lo studio cinematografico più vincitore e nominato degli Oscar 2021. I ricavi per l'intero anno pari a 30 mld $ sono cresciuti del 19% anno su anno mentre l'utile operativo pari a 6,2 mld $ è aumentato del 35% anno su anno. Abbiamo terminato il quarto trimestre con 222 milioni di abbonamenti a pagamento (con 8,3 milioni di abbonamenti netti nel quarto trimestre). Per il primo trimestre del 2022, prevediamo un aumento netto di abbonamenti pari a 2,5 milioni rispetto ai 4,0 milioni del trimestre dell'anno precedente. La nostra previsione riflette una lista di contenuti più ponderati per il back-end nel primo trimestre del 2022 (ad esempio, Bridgerton S2 e il nostro nuovo film originale Il progetto Adam verrà lanciato entrambi a marzo). Per il 2022, puntiamo attualmente a un margine operativo del 19%-20% (supponendo che non vi siano oscillazioni sostanziali della valuta estera rispetto ai livelli attuali), inoltre, sebbene la fidelizzazione e il coinvolgimento rimangano sani, la crescita delle acquisizioni non è ancora tornata ai livelli pre-Covid. Riteniamo che ciò possa essere dovuto a diversi fattori, tra cui l'attuale eccesso di Covid e difficoltà macroeconomiche in diverse parti del mondo”.

UNITED AIRLINES – 10,89%. La compagnia aerea, ha riportato una perdita nel quarto trimestre 2021 pari a 1,60 $/az. su un fatturato di 8,19 mld $. La stima degli analisti era per una perdita di 2,08 $/az. su un fatturato pari a 7,99 mld $. I ricavi sono cresciuti del 140,1% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi un fatturato nel primo trimestre 2022 compreso tra 7,19 mld e 7,67 mld $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi è pari a 8,04 mld $.

Scott Kirby, CEO della società, ha affermato: "Il team United ha combattuto attraverso ostacoli senza precedenti per superare, ancora una volta, le nuove e scoraggianti sfide che il COVID-19 sta portando all'aviazione, e sono grato a ciascuno di loro per il loro impegno nel prendersi cura dei nostri clienti. Anche se Omicron sta influenzando la domanda a breve termine, rimaniamo ottimisti per la primavera ed entusiasti per l'estate e oltre. Non vediamo l'ora di iniziare il servizio in questo trimestre con i Boeing 777 e di riportare l'intera compagnia aerea al normale utilizzo, poiché quest'anno prevediamo di aumentare i voli di pari passo con la domanda. Investendo in tecnologie innovative, concentrandoci sui miglioramenti dei processi e implementando una strategia trasformativa United Next, siamo pronti per emergere come leader dell'aviazione civile".


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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.

(articolo di Sandro Mancini)