Settimana di redivivi, finalmente, con il riaffacciarsi della volatilità che in questo caso può essere assimilata se non altro ad un confronto dialettico più vivo.
Se la stasi, infatti, più volte rimarcata nelle scorse settimane, era simile ad un gregge di pecore che procede lento per lo stesso percorso, gli alti e bassi di questa settimana, se non altro, hanno iniziato a mostrare divergenze di idee.
Tale diversità di vedute rappresenta il sale dei movimenti finanziari, con il diversificarsi delle strategie.
Manca però, una voce fondamentale al coro dei divergenti, quale quella di Wall Street, voce che a tutt'ora non batte ciglio e così continuano a piovere record su record, in particolare dal fronte tecnologico.
Il premio Nobel, Paul Krugman, dalle pagine del New York Times, ha voluto, ancora una volta esprimere il proprio pensiero in merito alla logica espressa da Powell; secondo Krugman, infatti, generare inflazione, seppur in maniera temporanea, non ha come effetto scontato quello di produrre nuova occupazione e cambi di posto di lavoro in cerca di stipendi maggiori, bensì, chiarendo quanto, tale politica, possa condurre a conseguenze e sorprese non del tutto gradevoli.
Particolare stanchezza invece, sta mostrando il Dow Jones.
Che sia sintomo di saturazione in realtà, lo scopriremo ben presto, ma in questo articolo vorrei dedicarmi un pò all'indagine statistica.
Come dicevamo pertanto, la volatilità per il momento ha fatto capolino esclusivamente sulle piazze europee come per voler anticipare un movimento che poi è stato tamponato e riassorbito dalla calma piatta di tutti gli indici eccezion fatta per il Nasdaq.
Tecnicamente , su alcuni indici (vedi Dow Jones e Dax), siamo in una situazione in cui è stato mancato il tocco di nuovi record, ripiegando prima dei massimi precedenti e questo rappresenta un fattore da non sottovalutare in analisi tecnica.
Chiaramente, al momento dello studio, la situazione è quella appena descritta , nulla vieta che questi massimi vengano aggiornati, ma sinchè questo non accadrà, resta un segnale di debolezza, o se non altro di saturazione.
Da rimarcare tuttavia un raffreddamento dell'attività economica cinese con il Pmi che ha registrato un valore di 46.7 punti, in discesa dai 54.9 di luglio.
Avevamo accennato in merito ad un approccio statistico, con il mese di settembre che prende la vetta sulle menislità negative per le piazze finanziarie mondiali.
Nel dettaglio, lo S&P 500, da qualunque punto di osservazione lo si guardi storicamente, ha in settembre, decisamente il peggior mese dell'anno, con una flessione media dello 0.55%.
Il peggiore fu certamente quello del 1974, con una performance del meno 11.93% ma eravamo in piena crisi petrolifera.
Questo memento statistico per i navigatori di settembre può essere utilizzato come quando si programma un viaggio alle Seychelles. E' bene essere a conoscenza del fatto, insomma, che tra giugno e fine agosto, la regione è interessata dal transito dei monsoni, ragion per cui, se si vuol proprio affrontare un viaggio in quel preciso periodo, si deve essere al corrente del fatto di poter incorrere in giorni alquanto piovosi, come minimo.
Per ora, abbiamo avuto solo qualche ora di scrosci, proprio come il meteo in uscita dalla torrida estate, subito tamponati da mamma Wall Street, ma un occhio al passato è sempre bene volgerlo.
La sensazione è che quest'anno la statistica debba vedersela con i nuovi book di contrattazione, installati sui computer utilizzati dagli operatori di Wall Street, book che, evidentemente, prevedono un solo tasto...il BUY- e chissà, magari, saranno anche in grado, in questo mese di settembre, di riuscire nell'ardua missione di deviare la traiettoria dei monsoni!
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)