Come mai sono crollate le borse lunedi 20 settembre?
Si potrebbe citare il cliché più in voga - Evergrande - come sapete, oppure si potrebbe abbracciare l'ipotesi tapering anticipato, sposando quindi la tesi che i mercati scontassero in anticipo una mossa della Fed nella riunione del 22 settembre.
Tutto accaduto di lunedì, per poi cambiare idea diametralmente martedì, con una punta di dubbio il mercoledì salvo poi tornare tutti in coro alla visione estiva, più rasserenante e rinfrescante giovedi e venerdi, dopodichè sono stati presi d'assalto i locali per l'aperitivo.
Se non altro, la seconda ipotesi, almeno in settimana, è sembrata la più razionale, ma vi chiedo, da quante settimane ci si è espressi chiaramente in merito alla bulimia dei mercati, a quella saturazione, come spesso definita?
Bene, lunedì 20 settembre, si è semplicemente materializzato uno storno che ha fatto chiudere il canale basso del trading range e quel 3-4% di correzione citato appena pochi giorni fa in questo articolo https://www.lombardreport.com/2021/9/12/prima-settimana-con-il-semaforo-rosso/ , si è concretizzato, niente di più ad ora.
Per quanto attiene ad Evergrande, lunedì era l'imputata numero uno (lo sarà anche lunedì prossimo?), il martedi era già un problema risolto e si viaggiava, verso le ore 13 con rialzi prossimi all' 1.6% riassorbendo più della metà dei cali del venerdi e lunedi.
Sabato si è venuti definitivamente a conoscenza del fatto che il debito da onorare entro giovedì non era stato soddisfatto concretizzando il mostro di un "default" per un gigante del settore immobiliare che si concretizzerà trascorsi ulteriori 30 giorni per l'uffiicialità.
Il sentiment è orientato verso il default definitivo, con un mega buco da 300 miliardi di dollari.
Questo veloce oscillare di sentiment, dimostra ancora una volta che la borsa è, alcune volte, più banale di quanto la si pensi, a parte rari casi, non esistono fulmini a ciel sereno, e tutto viene definito da meccanismi tecnici e psicologici come più volte si è provato ad argomentare, utilizzando metafore e statistiche.
Giovedì è stato il turno, nella serata italiana, della Powell & Co Ltd per mezzo della riunione del FOMC che, come da previsioni, ha continuato a dire che si regalerà denaro a babbo morto finchè più non si può e si è ripartiti per il bordo alto, a lambirne gli estremi del trading range, portando a compimento uno dei giochini più facili della storia del trading.
In Europa si è subito festeggiato, mentre tutti i maggiori indici Usa sembrano affrontare la nuova fase, incredibilmente, in maniera più riflessiva.
Un fatto però, di particolare rilevanza è accaduto nel mercato obbligazionario, dove, si è assistito a dei rialzi dei rendimenti che sa in questo caso, di un cambio di scenario in atto; si vedrà presto se anche i mercati azionari seguiranno quella che in settimana è la vera svolta da tre mesi a questa parte.
Provando ad analizzare i mercati, e avendo più volte rilevato questo senso di terreno saturo, ci è balenata alla mente il ricordo della New Economy, la bolla speculativa che scoppiò nel lontano 2001.
Anche in quel caso la Fed era alla finestra, distratta, a fumare una sigaretta, salvo poi dover far fare la parte del nonno cattivo ad Alan Greenspan, in una situazione complicatissima.
Dopo lo scoppio della bolla, non c'era volta in cui parlasse l'ex capo Fed, che i mercati non subissero una brusca frenata.
Greenspan, errò prima, non prestando attenzione alla creazione della bolla, e successivamente, quando in maniera troppo severa, bastonava ogni rialzo un pò più vistoso.
Oggi la Fed sembra seguire i vecchi identici pattern, ma dirlo ora significa passare per visionari, è comprensibile.
In questa epoca di denaro regalato, di QE senza sosta e senza limiti, mi è capitato di dare una sbirciatina ad un mondo che non amo analizzare più di tanto, quale quello delle criptovalute, e, analizzando un grafico daily, i miei occhi si sono soffermati su quanto accaduto dopo il marzo 2020, all'annuncio del nuovo QE mondiale.
Vi invito quindi ad aprire un grafico del Bitcoin e a verificare con i vostri occhi.
La situazione a marzo 2020 lo vedeva languire ai 9000 €, poi è arrivato il QE delle banche centrali, che hanno immesso denaro legale, e le criptovalute, come d'incanto sono decollate.
Il balzo del Bitcoin ovviamente, è il più evidente, con un massimo raggiunto di circa 66mila dollari.
E' lecito dedurre che la moneta legale, sia stata presa in prestito a tasso zero o quasi, per essere investita in criptovalute, laddove, come per tutte le attività finanziarie in circolazione, si prospettava un ritorno in termini percentuali ben maggiori, ma questa volta in uno strumento che non prevedeva una moneta regolamentata, pertanto ai limiti dell'illegalità (ormai certa in Cina), definitela come volete, ma uno dei risultati del QE è stato, paradossalmente, quello di ingigantire il valore di una moneta non riconosciuta dagli stessi emettitori di moneta legale.
Quindi invece di essere trasferita all'economia reale, invece di confluire completamente nei mercati regolamentari, invece di confluire in titoli di Stato, è finita , in parte, all'interno di una valuta "non valuta" che conserva ed alimenta ancora sospetti di essere utilizzata per attività illecite nonchè di riciclaggio di denaro (legalizzato dal QE?).
Un vero paradosso, considerando inoltre che parte del costo intrinseco nel sottrarre denaro all'economia reale e finanziaria "ufficiale", viene pagato dalla comunità per tramite dei riflessi inflazionistici.
Anche in questo caso un dubbio pervade l'investitore: come può la più importante banca centrale del mondo non essere al corrente di questa importante fuoriuscita di denaro legale, per confluire in un mercato ancora del tutto non regolamentato che alimenta una "non moneta"?
I complottisti potrebbero pensare, visto il divieto di circolazione e di mining per tutte le criptovalute, arrivato dalla Cina nella giornata di venerdì scorso, che sia in atto una vera e propria guerra politico-economico-monetaria, anche con funzione di protezione del proprio debito pubblico, combattuta non più sul terreno delle consuete politiche monetarie, per mezzo dello strumento per eccellenza, sua maestà il dollaro, ma magari utilizzando il mondo delle criptovalute; la risposta a questa domanda, ce la darà solo la storia o magari riusciremo a comprenderlo molto prima, esattamente in coincidenza con la fine del tapering.
Nel frattempo, la comunità continua a pagare di tasca propria i riflessi della nouvelle politique monétaire excentrique e sia chiaro, nessuno è in grado ad oggi di determinare l'esatto importo del conto finale.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)