La Cina non ha bisogno di presentazione ed è un argomento trattato quotidianamente sui principali mezzi di informazione e nei vari uffici studi; e come potrebbe essere diversamente.
In questo momento particolare, si parla molto del settore immobiliare cinese messo in difficoltà dal colosso Evergrande.
Le ripercussioni sul comparto azionario sono evidenti.
Oggi non tratterà il settore immobiliare, mentre mi soffermerò sull’azionario cinese per un breve focus sulla situazione attuale e, ovviamente, alla ricerca di un asset che soddisfi alcuni requisiti da me prefissati.
Anche in questa occasione vi presenterò uno degli asset che ritengo interessanti.
Ho preso in considerazione una ventina di fondi espressi in euro e con, come sempre, uno storico almeno decennale.
Sono nuovamente alla ricerca di qualche opportunità o di un asset che si è dimostrato storicamente molto affidabile secondo lo Stocastico orizzontale.
Per questa ragione devo obbligatoriamente omettere alcuni asset, ma la selezione è ovviamente obiettiva e prende in considerazione unicamente la data di inizio di quotazione del fondo e il settore di appartenenza. In alcuni casi, una fund house può essere più efficiente di altre in un comparto specifico, ma la professionalità è generalizzata a tutti gli attori del risparmio gestito.
Questa è l’unica certezza che abbiamo; la professionalità degli attori.
Il contesto.
Il grafico mostra il confronto tra gli indici Msci globale e Msci Cina espressi di euro e osserviamo chiaramente che il 2008 ha segnato la fine di un’era e l’inizio di una nuova fase per il mercato asiatico.
Da qualche settimana a questa parte, invece, praticamente dallo scorso mese di febbraio, la forza dell’indice cinese diminuisce e il relativo ratio tende a raggiungere i massimi realizzati durante il mese di ottobre 2008.
Ne vedremo forse delle belle…, ma ci troviamo potenzialmente, più che probabilmente, di fronte a un bivio.
Per il momento lo scenario complessivo non sembra compromesso, anche i grandi campioni hanno momenti di debolezza, ma il comparto dovrà essere in grado di reagire prontamente per non deludere le aspettative degli investitori.
Di certo, l’indice Msci Cina eur (MECN Index) ha perso molto dal massimo storico di 730.36 (vedi il 17 febbraio) al recente 510.11, ma questa correzione di poco più del 30% potrebbe costituire un’opportunità di intervento, ovviamente in un’ottica di asset allocation diversificata, e con una size adeguata all’allocazione strategica.
L’obiettivo non è scommettere, ma eventualmente sfruttare una fase di difficoltà del comparto, se ipotizziamo che sia momentanea, in un’ottica di medio/lungo periodo.
Oggi presento un asset che si è dimostrato storicamente interessante.
Il caso del giorno.
Ho scelto per voi; JPM Funds - China Fund Class T EUR ACC - isin LU0569323305 – codice Bloomberg JPCHATE LX, vedi di seguito (https://am.jpmorgan.com/it/it/asset-management/per/products/jpm-china-t-acc-eur-lu0569323305)
Troverete tutti i documenti necessari cliccando sul link come sopra, direttamente dalla fonte.
Lo Stocastico orizzontale.
Il fondo si è mantenuto per il 36.24% del periodo al di sopra di 70; ossia tra gli asset maggiormente performanti, e il 26.90% tra quelli con le performance inferiori alle media. In poche occasioni si è recato sotto 10 e, in questi casi, ha sempre dimostrato di “non gradire”.
Questo Jpm è interessante perché ha beneficiato di un cambio di marcia dal 2017 posizionandosi quasi sempre in vetta alla classifica.
Anche se attualmente lo Stocastico orizzontale del fondo indietreggia leggermente, questa situazione non sembra troppo preoccupante.
Anzi, l’algoritmo potrebbe presto svelarci una nuova opportunità di intervento, sempre in relazione all’andamento degli altri fondi della mia selezione.
Comportamento sul mercato.
Prima di tutto il fondo è discretamente correlato con il relativo indice Msci e questo “mi fa molto piacere”, off course.
Scherzi a parte, anche questo fondo ha perso poco più del 30% dal pico di metà febbraio e consolida sui minimi dell’anno.
Il fondo ha già perso oltre il 35% su base annua (vedi il mese di maggio 2016) e il -25% all’inizio del 2019, ma è sempre riuscito a recuperare nell’arco di 12/18 mesi. Cosa non da poco.
Sempre durante i periodi di indebolimenti appena evidenziati, il Nav aveva momentaneamente infranto al ribasso la propria media mobile a 200, sì! quella famosa, per poi iniziare una fase di progressivo recupero.
Al momento, ci sono ancora 30 euro tra il nav e la mm200 ciò che potrebbe indicare, da una parte, che la situazione è ancora ragionevolmente positiva e, dall’altra, che è possibile (non obbligatorio) un ulteriore indebolimento del fondo che ci consentirebbe un ingresso a prezzi ancora più bassi.
Nella parte superiore del grafico weekly ho riportato il mio Efficiency index che evidenzia tutte le difficoltà del caso, anche se il contesto non è ancora irrimediabilmente deteriorato.
Sul grafico del nav, invece, le due curve rappresentano la pendenza della reta di regressione a 21 (in blu) e a 52 settimane.
Probabile pertanto un ulteriore indebolimento del fondo che, tuttavia, già in questo momento, appare decisamente appetibile.
L’asset odierno è interessante sia ora, sia in caso di un ulteriore calo verso l’area 155/145.
La decisione di investimento dipende dall’obiettivo della nostra gestione e dalla diversificazione della stessa più che dal prezzo di un singolo asset.
Conclusione.
Il mercato azionario cinese ha perso poco meno di un terzo del proprio valore dallo scorso mese di febbraio e potrebbe offrire qualche sana opportunità.
Non occorre esagerare, c’è ancora un po’ di spazio per la discesa.
Il fondo individuato oggi potrebbe rispondere alle nostre esigenze di ingresso nel settore.
A disposizione
Giovanni