Una domanda ricorrente che mi viene posta è quanto i dati macro influiscano sugli andamenti di borsa.
Chiaramente una risposta senza differenziazioni sarebbe già inficiata da errori, tuttavia è possibile affermare che, certamente, l'uscita di un valore che sorprenda il mercato, in positivo o in negativo, ha di per sè un'immediata risposta da parte del mercato, ma spessissimo l'effetto svanisce anche in pochi minuti e si può rimanere scottati da ciò che il mercato, poi, decreta in maniera autonoma.
Un esempio lo abbiamo avuto proprio in settimana con l'uscita del dato sull'inflazione Usa.
Un ottimo dato, inflazione in calo, ergo, basandosi sul tenore medio dei commenti dei maggiori esponenti del giornalismo economico mondiale, la Fed può continuare a regalare denaro a pioggia, e quindi, si continueranno a guardare grafici con il naso rivolto all'insù!
Ed in effetti, la prima reazione dei mercati, sia europei che statunitensi, è stata positiva, con un bel salto in avanti, rimettendo a posto i conti di una mattinata, quella di martedi, che era partita a passo lento e leggermente negativo.
Tutto bene, quindi: un lettore qualsiasi avrà messo insieme tutti i dati e ne avrà dedotto che si continuerà a salire come dei matti per cui vale la pena comprare per non rimanere con il cerino in mano.
La sopresa poi è arrivata solo un'ora e mezza dopo, con una semi doccia fredda, vedendo il Dow iniziare a cedere clamorosamente, seppur senza battute d'arresto clamorose, per poi arrivare al venerdi, conclusivo dell'ottava, per affondare ancora un pò ulteriormente gli artigli.
Non si sta parlando di cali vistosi, ma di cedimenti che iniziano a creare delle crepe nei pensieri di chi si trova ad essere ostinatamente long già da giugno; ragion per cui non trovo da settimane titoli su cui valga la pena approntare un'analisi tecnica perchè reputo preponderante il rischio di seri scossoni ribassisti.
Tornerà il momento buono per mettere mano al portafoglio, ma quando i valori avranno più senso e soprattutto quando saranno tornati sulla terra i vari rapporti P/E .
Sia chiaro, siamo ancora in quota....ma se si guarda giù insomma, qualche vertigine può colpire inaspettatamente!
Una riflessione va rivolta all'indice Dax, che, da lunedi, passerà dai 30 canonici titoli a 40.
Entreranno a far parte del listino, infatti , 10 nuovi titoli che lo renderanno più moderno, in quanto società orientate all'ecommerce e alla medical technology.
Questa modifica non intaccherà il valore del futures appena entrato in contrattazione.
Si accennava ai prezzi in circolazione e alla sensazione ormai sempre più conclamata, che vi sia una certa ritrosia negli investitori, nel mettere carne a fuoco in prossimità della fine dell'anno, e questo still standing sta trasferendo timore a chi invece non vuol mollare l'osso.
In tali contesti, e mi riferisco al trading range in cui ci si è incastrati negli ultimi 3 mesi, la soluzione migliore, a nostro avviso, è quella di rimanere alla finestra senza dimenticare, che esiste anche il tasto SELL in dotazione sui book delle piattaforme di trading, e sarebbe bene, di tanto in tanto, utilizzarlo in maniera intelligente.
Una casualità importante ci viene ricordata dalle pagine de Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Donato Masciandaro in cui invita i membri della Fed a rileggere i verbali della stessa banca centrale i tre mesi prima del fallimento di Lehman Brothers, puntando l'attenzione sul fatto che esistessero gli stessi timori come l'incognita recessiva e l'ipotesi inflazionistica, si parlava quindi di rischio stagflazione.
Negli stessi verbali, infine, si teneva d'occhio l'inflazione che ormai, curiosa coincidenza, aveva raggiunto il 5%.
La speranza è che l'intelletto di un Alan Greenspan scenda nel board della Fed e ne illumini le menti, riuscendo a traghettarla senza troppi dolori, in questo difficilissimo tapering che sta per iniziare.
Il mondo economico finanziario resterà raccolto, in silenzio, con la radio sintonizzata sulle frequenze di Radio Londra, in attesa dei primi esiti.
Buon trading a tutti!
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)