Borse in flessione settimanale dell'1,2%- Basterà?


Arriva la prima, vera settimana lavorativa di settembre, settimana che ha visto volumi di scambio più che triplicati su tutte le borse europee e su quella statunitense.

Avevamo, la scorsa settimana, citato la statistica inerente il mese di settembre e avevamo cercato di capire perchè, statisticamente, settembre è un mese nero per le borse.

La settimana conclusa è stata contraddistinta da diversi dati macro; il più importante, per quanto riguarda L'Europa, è stato quello relativo all'indice Zew tedesco, che sostanzialmente è piombato dai 40 punti sino ai 20 punti.

Nella giornata di giovedì, invece, gran risalto è stato dato alla politica della Bce, invariata, come confermato dalla stessa Lagarde nella consueta conferenza stampa, che ha restituito un pò di ossigeno ai mercati, fino a quel momento un pochino appesantiti; tale pesantezza, era stata attribuita ai timori di un inizio prematuro del tapering da parte dell'istituto di Francoforte, timori che non avevano ragion d'esistere in quanto sia l'inflazione, sia l'occupazione non suggerivano di certo un surriscaldamento dell'economia.

Continuiamo a ritenere, quindi, che non siano questi i motivi che hanno condizionato la sostanziale discesa dei listini mondiali, in quest'utlima ottava.

La saturazione era ed è sempre più palese, proprio quella che ci ha portato a spasso per quasi tutto il mese di agosto. Spesso le analisi vengono elaborate su basi tecniche, fredde  ed asettiche, ma se non ci si mette sensibilità umana, non si possono percepire le emozioni che vivono dentro il mercato ed allora, ci si può far sorprendere di fronte a delle brusche correzioni del 3 o 4 %, anche in una sola seduta.  Alcuni interpreti dei mercati d'oltreoceano hanno provato ad attribuire questi cali all'incremento dell'incidenza della variante Delta negli Stati Uniti, ma, sebbene questa incidenza sia alta, tuttavia vi è stato anche uno studio del CDC statunitense che ha definitivamente diramato i dubbi attorno all'efficacia dei vaccini attualmente in circolazione.

Statisticamente è emerso che in zone in cui vi è un alta diffusione della variante Delta, solo 1 su 5000 dei soggetti vaccinati presenta sintomi importanti e nelle zone ove non vi è grande incidenza, solo una persona su 10000 deve ricorrere a spese ospedaliere.

Motivo per cui, l'amministrazione statunitense sembra sempre più incline ad imporre l'obbligo vaccinale per tutti i federali; 80 milioni di non vaccinati iniziano a pesare sul groppone e mettono a rischio le persone che invece hanno ricevuto il vaccino, rallentando il ritorno alla normalità.

Nello specifico, spiega il CDC, accade che il nostro organismo appena entra in contatto con il virus, già dalle prime vie respiratorie, incontra la resistenza prodotta dal corpo grazie al vaccino e riesce, generalmente con estrema facilità, a respingere l'infezione senza causare grandi problemi; prima dei vaccini, ovviamente, questo filtro era del tutto inesistente!

Dicevamo, settimana piuttosto complicata anche dopo il colpo di stato in Guinea che ha portato un rialzo importante dell'alluminio, come se non bastasse già l'impennata dei prezzi sulle commodities. Come sappiamo, l'inflazione è uno dei parametri che vengono monitorati con maggiore attenzione dagli operatori, ultimamente, in considerazione del fatto che, proprio dal rialzo dell'inflazione può dipendere o meno l'inizio del tapering, sembra abbastanza chiaro che il tempo, per la fine degli aiuti da parte delle banche centrali, sia sempre più imminente.

Borsa italiana è, senza dubbio, impostata meglio di molte altre piazze, e lo si è visto anche nella giornata di mercoledì allorquando quasi tutte le borse cedevano l' 1% mentre il nostro mercato aveva avuto un recupero importante e fulmineo, portandosi quasi sulla parità, mostrando ancora una forza relativa. Sappiamo bene però che quando le borse mondiali accelerano al ribasso, inevitabilmente trascinano dietro anche il nostro mercato.

Di fatto, negli Stati Uniti, la riduzione dei sussidi all'economia è già iniziata e, il primo atto concreto è di origine politica con la scadenza, senza il rinnovo quindi, a tutt'oggi, dei sussidi Covid - scaduti lunedì 6 settembre - che assicuravano a 7 milioni di persone un reddito di circa 300 dollari a settimana. Se il rinnovo non avverrà in tempi celeri, può esservi un effetto negativo sui consumi e in ogni caso il non protrarsi degli stimoli politici conferisce maggiore forza alla tesi che la stessa dinamica sia imminente anche sul versante della politica monetaria, per scelta della Fed, dal momento in cui molti membri, tra cui anche lo stesso presidente, Powell, siano concordi nel ritenere maturi i tempi per un avvio del tapering, già entro fine anno.

Non a caso, contestualmente sono arrivate delle previsioni sulla crescita economica statunitense da parte di Goldman Sachs, Morgan Stanley e dulcis in fundo dalla stessa Fed di Atlanta che hanno drasticamente tagliato le prospettive di crescita del terzo trimestre, mettendo anche in guardia da possibili imminenti correzioni dei mercati. Il tutto, come intuibile, motivato dalla crescita dei casi connessi al diffondersi della variante Delta.

Dalla prospettiva di un semplice analista, dico che qualcosa non quadra nel ragionamento.

Se, infatti fino a 5 giorni fa, proprio grazie al ritorno di fiamma del Covid, il dito indice degli scommettitori di Wall Street pigiava compulsivamente sul tasto BUY (a tal proposito consiglio la lettura di un libro da titolo "La grande baldoria" di Seth Freedman), scommettendo sul denaro facile e gratis fornito dalla Powell & Friends L.t.d. (in arte FED), oggi, alla prima settimana di correzione, diventa un fattore preoccupante.

Sembra un pò come andare per campi, con un piccolo retino a caccia di farfalle monarca.

Il panorama ora, vede anche un rialzo molto forte del costo per elettricità e gas; tale fattore vede triplicati i costi per le imprese e in simili contesti, diventa sempre più difficile per le aziende, non scaricare sul consumatore finale, tali rialzi.

Ciò detto pertanto, risulta compatibile con il quadro tecnico e di tutte le "macro variabili", un'ulteriore correzione, entro la fine del mese di settembre, e non rappresenterebbe una catastrofe, bensì un riallineamento di molti indicatori che stazionano in ipercomprato da diverso tempo.

Sapete bene che non sono un giornalista, sono un analista di mercato per vocazione, per indole e soprattutto per passione, non subisco il fascino del trend ad ogni costo, non leggo articoli per trovare conforto alle mie analisi e infine, non scrivo articoli diplomatici in cui sostengo sia la tesi ribassista che la tesi rialzista tanto per cavalcare l'onda.

Il mio lavoro consiste nel cercare nel miglior modo possibile e con visione preventiva, prima che altri lo intuiscano, i prezzi minimi e quelli massimi. Proprio questo aspetto, mi fa sentire vivo, pieno di energia perchè mi conferma l'autenticità del ragionamento e mi induce a riconoscere l'errore, dandomi nuova grinta per tornare sul lavoro e comprendere i motivi che mi hanno indotto in fallo.

Queste prese di posizione nette mi danno l'adrenalina giusta per spingere sempre al massimo.

Preferisco errare piuttosto che cedere alla mediocrità di dire e non dire nulla, tutto e il contrario di tutto, senza mai avere contezza di niente.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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