Vola via il tempo, scappa via questa estate con l'ottimismo sfrenato delle borse e, in settimana, con un buon arretramento del metallo giallo.
Splende il sole alto, seppur con qualche incognita, quale quella del movimento quasi automatico dei futures sugli indici, scarsamente sostenuto dai volumi, sia sullo stesso strumento, sia sulle azioni che compongono i vari panieri.
Un'apatia che sembra ormai fisiologica, quasi naturale.
L'Italia borsistica fluisce verde, grazie al settore bancario e vola sui 26000 punti, a rallegrare tutti noi, ma anche qui l'incognita è il riflesso della saturazione che sembra aver pervaso tutte le altre piazze.
Nella giornata conclusiva dell'ultima ottava, Milano ha guadagnato nettamente il titolo di vincitrice settimanale seppur, e questo è davvero molto strambo, non vi sia alcun titolo che possa dare la sensazione di essere realmente in grado di fornire ulteriori strappi degni di nota, verso la gloria assoluta.
"Dow da Record", così recitano i vari titoli presenti sulla stampa mondiale, ma, volutamente o meno, nessuno analizza il dato volumetrico.
Nuovi record e rotture di massimi, generalmente vengono accompagnati da volumi significativi atti a segnalare lo step ragguardevole e l'involo verso nuovi traguardi; invece di questi tempi, i massimi vengono registrati per poi riallinearsi ai valori delle chiusure passate.
Ciò non vuol di certo indicare un rallentamento, ma va ad assegnare maggior valore al concetto di saturazione e all'interrogativo di colui che va a compiere l'operazione di acquisto, con la comparsa del dubbio amletico " non costerà un pò troppo ciò che sto acquistando?".
Se infatti, Powell ha minimizzato il dato dell'inflazione, bollandolo come un dato transitorio, aveva altresì sottolineato quanto l'occupazione non fosse cresciuta di pari grado.
A compensare questo scarto però, il dato uscito proprio venerdì 6 agosto potrebbe aver rimesso le cose al proprio posto nella direzione di un tapering sempre più vicino, e questo nonostante i nuovi record dicano di aver ignorato del tutto...o quasi (cfr. volumi) tale dato.
Tutto quindi sembra condurre ad uno scenario di assestamento in un trading range (mi riferisco ai maggiori indici europei in particolare) che ha tuttavia diminuito la sua pendenza di crescita.
Abbiamo rilevato come per l'Italia la situazione sia particolarmente favorevole in particolare per il settore bancario ed in simili scenari, l'ipotesi di un ritorno di Unicredit agli 11.7€ torna ad essere concreta avendo chiarito, con la sua configurazione grafica, la costruzione di un canale rialzista.
Bisognerebbe solo vederla sopra i 10.60€ con convinzione di crescita e non vederla rientrare sotto i 9.25€.
Un trading selettivo, può aiutare ad affrontare dignitosamente questa fase di stanca e di incertezza, contraddistinta da una sequela di chiusure con percentuali da "zero-virgola", sintomo chiaro di un'euforia che perde slancio e richiede una rivalutazione sistemica.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)