Prosegue il consolidamento delle principali Borse mondiali sui massimi di periodo (S&P, Dow Jones, Nasdaq), che non ne vogliono proprio sapere di correggere, a parte il Giappone. Guardando invece all’indice Russel 2000 (cfr. grafico), che da oramai 5 mesi si muove lateralmente, si nota un certo affaticamento e logica vorrebbe che si trattasse di una fase distributiva, che precede quindi un movimento correttivo che sarebbe assolutamente fisiologico e benvenuto. Come più volte ripetuto nelle settimane passate, segnali chiari di possibili storni al momento non ce ne sono comunque ancora.
Come dicevamo le scorse settimane, “rimane prematuro ipotizzare correzioni ampie vista la rete protettiva dell’enorme massa di liquidità immessa senza posa dalla Fed e dalle altre Banche Centrali. È molto probabile che tali politiche abbiano alimentato delle bolle sui mercati finanziari: come sempre capita, tuttavia, nessuno è in grado di predire come e quando le bolle potranno scoppiare - o almeno sgonfiarsi. L’unica certezza è che quanto più si prolunga questa fase rialzista anomala, senza correzioni significative, tanto più violenta e immediata sarà la reazione quando si innescherà. Si rischia, cioè, di passare da una fase di risk-on a una di risk-off in modo repentino, senza soluzione di continuità”.
A livello operativo di asset allocation, l’unica opzione rimane quindi quella di “gestire le posizioni in ottica di controllo del rischio, riducendo la volatilità di portafoglio attraverso la diminuzione dell’esposizione agli asset più a rischio, come l’obbligazionario high-yield, i titoli a reddito fisso a lunga scadenza, l’azionario Usa, i settori che si sono apprezzati maggiormente negli ultimi 15 mesi. Il probabile ritorno dell’inflazione, non così temporaneo come dichiarano le Banche Centrali per giustificare la prosecuzione ad oltranza delle proprie politiche monetarie ultra-espansive per sgonfiare i debiti, mantiene un interesse strategico sul comparto dei preziosi e delle commodities, al di là dei movimenti erratici a livello settimanale/mensile.”
Nell’ultima ottava sono prevalsi i realizzi sui metalli preziosi, ma il comparto rimane importante in ottica strategica.
Come strumenti manteniamo in portafoglio i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:
Oro, ticker PHAU: PC 141,54; Argento, ticker PHAG: PC 19,228; Platino, ticker PHPT: PC 77,990. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,774.
Manteniamo anche le posizioni lunghe sul Frumento (ticker WEAT: PC 0,6710), sul Mais (ticker CORN: PC 0,9026), sul Caffè (ticker COFF: 0,9255), sul Cotone (ticker COTN: 2,206), sul Rame (ticker COPA: 32,740), sul Nickel (ticker NICK: 15,200) e sullo Zucchero (ticker SUGA: 8,059).
Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 6,863).
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)