Sui mercati azionari si notano delle avvisaglie di perdita di spinta. A dire il vero, sul mercato giapponese i segnali dell’inizio di una possibile fase distributiva - che dovrebbe quindi preludere ad un movimento correttivo -, si notano già da alcuni mesi. Gli stessi segnali si notano anche sull’indice Russel 2000 (cfr. grafico) e sul Dow Jones Industrial, mentre la salita dello S&P500 e del Nasdaq Composite è proseguita indisturbata fine alle ultime sedute, con gli indici che hanno registrato nuovi massimi storici, in corrispondenza di livelli di volatilità implicita decisamente bassi, sui minimi pre-Covid.
Sui livelli correnti uno storno del 7-10% sull’S&P500 sarebbe da considerarsi assolutamente fisiologico, anche se rimane prematuro ipotizzare correzioni più ampie vista la rete protettiva dell’enorme massa di liquidità immessa senza posa dalla Fed e dalle altre Banche Centrali. È molto probabile che tali politiche abbiano alimentato delle bolle sui mercati finanziari: come sempre capita, tuttavia, nessuno è in grado di predire come e quando le bolle potranno scoppiare - o almeno sgonfiarsi. L’unica certezza è che quanto più si prolunga questa fase rialzista anomala, senza correzioni significative, tanto più violenta e immediata sarà la reazione quando si innescherà. Si rischia, cioè, di passare da una fase di risk-on a una di risk-off in modo repentino, senza soluzione di continuità.
L’unica opzione quella di gestire le posizioni in ottica di controllo del rischio, riducendo la volatilità di portafoglio attraverso la diminuzione dell’esposizione agli asset più a rischio, come l’obbligazionario high-yield, i titoli a reddito fisso a lunga scadenza, l’azionario Usa, i settori che si sono apprezzati maggiormente negli ultimi 15 mesi. Il probabile ritorno dell’inflazione, non così temporaneo come dichiarano le Banche Centrali per giustificare la prosecuzione ad oltranza delle proprie politiche monetarie ultra-espansive per sgonfiare i debiti, mantiene un interesse strategico sul comparto dei preziosi e delle commodities, al di là dei movimenti erratici a livello settimanale/mensile.
Come strumenti manteniamo in portafoglio i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:
Oro, ticker PHAU: PC 143,60; Argento, ticker PHAG: PC 20,390; Platino, ticker PHPT: PC 84,410. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,264.
Manteniamo anche le posizioni lunghe sul Frumento (ticker WEAT: PC 0,5737), sul Mais (ticker CORN: PC 0,8725), sul Caffè (ticker COFF: 0,7871), sul Cotone (ticker COTN: 2,0775) e sul Rame (ticker COPA: 31,860).
Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,019).
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)