Per l'ennesima volta la soglia dei 25000 punti di indice FTSEMIB40 si sta rivelando un ostacolo molto forte per la continuazione del trend rialzista. A dire il vero nelle prime tre giornate ci siamo spinti fino all'area dei 25200 (livello baricentrico) ma alla fine hanno prevalso i realizzi. Il minimo di giovedì scorso (8 Luglio, ndr) non è stato tuttavia rotto. la realtà dei fatti è che mancando i volumi basta un sussulto per mandare l'indice (e i titoli) dove si vuole e quindi tutto risulta in balìa della casualità. Almeno per ora. Un segno di questo indebolimento lo si vede sul daily dall'incrocio dall'alto verso il basso della media mobile a 20 periodi (colore verde) con quella più lenta a 50 periodi (colore bianco), entrambe medie mobili semplici. Poi chi mi segue sa bene che le medie mobili così come gli indicatori di qualunque tipo sono una banalissima derivata di quello che vediamo minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno: i prezzi. E' poi interessante notare come per l'ennesima volta la discesa si sia concretizzata a metà pomeriggio di venerdì. Qualche settimana fa scrivevo che questo giorno di trading potrebbe momentaneamente essere tolto dal calendario dal momento che non ci sono volumi e i titoli rimangono de facto fermi. Per scrollare l'albero allora basta farlo le ultime due ore di un qualunque venerdì che pare festivo o ferragostano!
Come evidenziato mercoledì l'area 25000 e 25200 ha funzionato fino a metà settimana, poi però c'è stato un nuovo indebolimento giovedì e venerdì. Come sempre le linee continue sono i livelli tracciati sabato scorso, mentre quelle tratteggiate ne rappresentano l'evoluzione.
Cosa aspettarsi ? Continuo a rimanere dell'idea che il mercato italiano debba trovare la forza per salire sopra i 25000 sul daily ed in chiusura di seduta per poter pensare di salire ancora. Allo stesso tempo ritengo importante che non vengano rotti (sempre in chiusura di seduta) i minimi di giovedì 8 Luglio. I mercati mondiali rimangono però fiacchi in questo periodo e quindi non mi aspetto un granché. Ieri osservavo il Nasdaq, l'S&P500, il Dow: hanno corso veramente tanto e la Borsa non può salire in eterno. Ci troviamo in una situazione di inflazione su tutti gli assets finanziari e alleggerire un pò non può far altro che bene. In salute e al portafoglio.
Prendendo ad esempio il Nasdaq Composite, dai minimi di marzo 2020 colti millimetricamente (articolo del 7 Marzo 2020: https://www.lombardreport.com/2020/3/7/analizziamo-lucidamente-qualche-numero-e-qualche-grafico-diversi-dal-solito/ , articolo del 22 Marzo 2020: https://www.lombardreport.com/2020/3/22/come-quei-che-volentieri/ e ancora https://www.lombardreport.com/2020/3/7/analizziamo-lucidamente-qualche-numero-e-qualche-grafico-diversi-dal-solito/) molti mercati hanno raddoppiato. Personalmente avevo optato per un ETF worldwide, anche se ha sottoperformato nettamente (+50% dall'acquisto) ma ne ero pienamente consapevole dal momento che volevo una posizione che fosse in euro, senza rischio cambio e ponderata sui paesi più sviluppati. Certo, un pizzico di fortuna non guasta mai in queste situazioni e mi riferisco al timing d'ingresso. L'importante quando si opera sul lungo termine su qualunque strumento è sempre ponderare bene i pesi.
Dicevamo che molti mercati hanno addirittura raddoppiato le quotazioni. Il Nasdaq è passato da 7000 a oltre 14000 e talvolta ci sono state configurazioni grafiche stranamente ricorrenti, magari su una scala temporale leggermente più lunga. I fondamentali continuano a rimanere buoni ma arrivato a questo punto ho deciso, in barba all'analisi tecnica, di iniziare a tirare un pò i remi in barca, aspettando di avere le idee più chiare oppure in attesa che si creino occasioni interessanti di medio lungo periodo. Naturalmente NON sto parlando dei singoli titoli, ma della parte azionaria in generale (fondi, etf, bonds et similia). Stesse considerazioni che valgono ad esempio per la parte di reddito fisso presa nel mezzo del meltdown dell'anno passato ed alleggerita comunque mano a mano durante la salita ma che allo stato attuale continuo a portarmi dietro con una piccola parte di posizione iniziale e su cui il money management ha fatto effettivamente la differenza. Cash is the king dicono gli inglesi.
I mercati hanno corso veramente tanto e al momento non ci sono ancora segnali tecnici di inversione. E' altrettanto vero però che ci troviamo in una situazione completamente anomala dal momento che le Banche Centrali continuano ad immettere liquidità nel sistema. Come avevo scritto spesso l'anno passato la FED mette a disposizione moltissimi dati, la maggior parte dei quali viene aggiornata settimanalmente o mensilmente in modo immediato. Questo permette quindi di osservare meglio e di anticipare eventuali problematiche in cui si potrebbe incorrere. In questo periodo viene detto che l'ascesa dell'inflazione è un effetto transitorio e che il sistema tornerà a livelli decisamente più accettabili. Personalmente concordo con questa view, tuttavia osserviamo cosa è capitato dalla seconda metà degli anni '50 ad oggi quando l'inflazione è debordata sopra l'area 4.50 % / 5.00% (vedere grafico seguente relativo al Consumer Price Index. In rosa sono evidenziati i momenti di superamento della soglia critica mentre in grigio quelli relativi alle recessioni). Ci sono state delle recessioni per l'appunto. E a ben vedere ce ne sono state altre che non ho evidenziato (penso a quella di metà anni '70 dovuta allo shock petrolifero). Insomma, non c'è mai stata una dicotomia così elevata tra livello dei tassi (bassissimi) e livello di inflazione particolarmente elevato. Paradossalmente ci stiamo trovando in una situazione del tipo "tanto peggio, tanto meglio": quanto più c'è paura creata più o meno ad hoc (di nuove varianti, di rallentamento economico, di mancata ripresa del mercato del lavoro in Europa) tanto più gli stimoli economici e fiscali dureranno nel tempo (più liquidità delle Banche Centrali, più aiuti pubblici e quindi più debito). E sarà molto bello capire come le varie autorità ne usciranno questa volta. A mio avviso è la situazione in cui il cane continua a mordersi la coda. Fuor di metafora: sei drogato e stai male senza sostanze? Nessun problema, al posto del metadone continuo a darti altri stupefacenti oppure quelli che ho continuato a somministrarti fino ad ora. Se te li riducessi staresti certamente male o addirittura peggio e rischieresti di impazzire. Ma si sa anche che la droga prima o poi ti farà morire.
Questo mi fa pensare che il mercato (naturalmente NON parlo di FTSEMIB40) non necessariamente debba invertire il trend, ma ci potrebbe essere comunque una fase di lateralizzazione molto prolungata negli anni a venire e caratterizzata anche da discese costanti e lente. Faccio un esempio: prima del boom (e successivo sboom) del 2000 il Dow jones (l'indice con più storico al mondo) era stato caratterizzato da una lunghissima fase laterale. Dopo la rottura di area 8000 c'è stato l'allungo fino a 18000 circa. La rottura di quei nuovi massimi è stata poi fatta una decina di anni dopo. In grigio abbiamo tutte le recessioni dagli anni '20 ad oggi. E' vero che il mercato è salito, ma è altrettanto vero che la lateralità spesso è durata decenni! Questo sta a significare che se il mercato sale nel lungo termine bisogna poi vedere e valutare in quanti anni lo farà! Se avessi 90 anni non mi interesserebbe sapere che il mercato salirà fra 30 anni: non mi chiamo Matusalemme (che secondo la tradizione biblica morì a 969 anni e quindi a novantanni poteva essere considerato un giovincello da sposare). Allargando un pò il discorso, questo è il motivo per il quale ho sempre preferito le strategie di breakout: si coglie il movimento impulsivo appena nasce ed il trade tende ad andare subito dalla nostra parte e quindi si soffre di meno. Ma sappiate anche che la strategia di breakout tende a funzionare particolarmente male quando calano i volumi, ad esempio in questo periodo (lo dico ad uso e consumo di chi opera nel brevissimo naturalmente, quindi in intraday o multiday di breve).
Sul fronte azionario non ci sono oppurtunità. Prima di congedarmi vorrei fare una breve parentesi a quanto accaduto nella seduta di venerdì sui metalli (oro, argento e platino ad esempio). Più volte su queste colonne è stato fatto presente che le vendite tendono a concentrarsi curiosamente verso la fine della settimana (giovedì o venerdì per intenderci, magari approfittando di qualche festività in giro per il mondo). Nel caso specifico notiamo come le aree supportili tracciate in precedenti articoli sull'oro e sull'argento (primi due grafici partendo da sinistra) abbiano costituito una valida base per un tentativo di rimbalzo che tuttavia si è concretizzato per l'oro ed il platino ma non sull'argento che de facto ha lateralizzato all'interno del box 25.80 e 26.50. Si è così allargato nuovamente lo spread tra oro e argento a favore del primo.
Venerdì le vendite hanno riportato l'argento nella parte bassa del range. Sarà importante che non si verifichi una chiusura sotto l'area posta a 25.50 per scongiurare un ulteriore indebolimento verso 24.80 $ prima e nel caso addirittura verso l'area 24.10/23.80 usd. In area 25.50 $ passano infatti sia un supporto statico che uno dinamico sul grafico daily.
Buon fine settimana a tutte le lettrici e lettori.
Ad maiora !
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)