Prosegue la fase di incertezza sui mercati azionari, che conferma i segnali di perdita di spinta già evidenziati sugli Indici Nikkei 225 e Russel 2000, ed ultimamente anche sull’azionario europeo (cfr. grafico EuroStoxx 50), mentre invece l’S&P500 e il Nasdaq Composite, seppur in lieve calo anch’essi, stazionano ancora poco al di sotto dei massimi. La volatilità implicita rimane schiacciata su livelli decisamente bassi, sui minimi pre-Covid.
Come dicevamo la scorsa settimana, “sui livelli correnti uno storno del 7-10% sull’S&P500 sarebbe da considerarsi assolutamente fisiologico, anche se rimane prematuro ipotizzare correzioni più ampie vista la rete protettiva dell’enorme massa di liquidità immessa senza posa dalla Fed e dalle altre Banche Centrali. È molto probabile che tali politiche abbiano alimentato delle bolle sui mercati finanziari: come sempre capita, tuttavia, nessuno è in grado di predire come e quando le bolle potranno scoppiare - o almeno sgonfiarsi. L’unica certezza è che quanto più si prolunga questa fase rialzista anomala, senza correzioni significative, tanto più violenta e immediata sarà la reazione quando si innescherà. Si rischia, cioè, di passare da una fase di risk-on a una di risk-off in modo repentino, senza soluzione di continuità”.
A fronte di un mercato che perde spinta ma non fornisce ancora segnali chiari di un possibile inizio di storno, “L’unica opzione è quella di gestire le posizioni in ottica di controllo del rischio, riducendo la volatilità di portafoglio attraverso la diminuzione dell’esposizione agli asset più a rischio, come l’obbligazionario high-yield, i titoli a reddito fisso a lunga scadenza, l’azionario Usa, i settori che si sono apprezzati maggiormente negli ultimi 15 mesi. Il probabile ritorno dell’inflazione, non così temporaneo come dichiarano le Banche Centrali per giustificare la prosecuzione ad oltranza delle proprie politiche monetarie ultra-espansive per sgonfiare i debiti, mantiene un interesse strategico sul comparto dei preziosi e delle commodities, al di là dei movimenti erratici a livello settimanale/mensile.”
Come strumenti manteniamo in portafoglio i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:
Oro, ticker PHAU: PC 145,11; Argento, ticker PHAG: PC 20,290; Platino, ticker PHPT: PC 87,710. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,792.
Manteniamo anche le posizioni lunghe sul Frumento (ticker WEAT: PC 0,6413), sul Mais (ticker CORN: PC 0,9227), sul Caffè (ticker COFF: 0,8377), sul Cotone (ticker COTN: 2,155) e sul Rame (ticker COPA: 32,450). Aggiungiamo una posizione lunga anche sul Nickel (ticker NICK: 15,042).
Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 6,990).
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)