NASDAQ100 WEEKLY - Buon recupero degli indici azionari USA nel fine settimana. Sfiorato il nuovo record sull'S&P500.


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Ad inizio settimana di contrattazioni, ricordiamo corta per il lunedì festivo per il Memorial Day, l'apertura di Wall Street non ha mostrato alcun entusiasmo, con l'S&P tornato sotto 4.200 punti. Di sicuro la forza del dollaro non è stata gradita, insieme con la moderata salita dei rendimenti, che però vede ancora i breakeven inflation in calo e una corposa salita dei tassi reali. Un po' di attenzione, poi, ha ottenuto il citato inizio di smobilizzo del portafoglio di crediti FED. in realtà l'evento non dovrebbe costituire un grosso problema. Il portafoglio FED ammonta a poco meno di 14 mld $ ed equivale allo 0.2% del totale del mercato con rating “Investment grade”. Gli spread del credito si allargano comunque un po', con quelli EU che si muovono in simpatia. Mentre a fine settimana, complice il modesto aumento del numero degli occupati mensili e superata qualche titubanza legata alle pressioni salariali, i mercati sembrano giunti alla conclusione che un altro “event risk” se ne è andato senza produrre un valido motivo per eventuali dibattiti nella prossima riunione del FOMC, quindi i tassi hanno preso a scendere, il Dollaro è tornato ad indebolirsi e gli indici azionari hanno recuperato le perdite pregresse con l’S&P500 che ha tentato con successo l'ennesimo attacco a quota 4.200 punti, trainata dall’indice tecnologico, che respira per lo scampato pericolo. Comunque il quadro tecnico resta costruttivo ed un vecchio aforisma recita "never short a dull market". 

Per il prossimo futuro abbiamo il PIL USA di Maggio in pubblicazione il 10 Giugno, ma sappiamo che la FED, ora come ora, guarda all'occupazione e non all'inflazione e nel caso dovesse uscire un dato forte lo archivieranno come "temporaneo". A naso e con ogni probabilità, a meno di violente riaccelerazioni, la prima scadenza buona per parlare di annunci di “tapering” sarà al Simposio di Jackson Hole, a fine Agosto, tra quasi 3 mesi. Per quel periodo saranno già usciti altri 2 mesi di dati occupazionali (Giugno e Luglio) e se questi dovessero uscire molto forti, avremo forse il "significativo miglioramento" di cui ci ha parlato Powell in questi mesi. Nel frattempo, dovremmo avere davanti a noi un ulteriore accelerazione dell'economia nel terzo trimestre, e presumibilmente ancora una stagione di trimestrali economiche societarie record. Quindi l'azionario dovrebbe rimanere ben supportato.

Intanto, sul fronte monetario, prosegue il divario tra i presidenti delle FED regionali sul “tapering”. In settimana le dichiarazioni del presidente della FED di New York, Williams, alle quali ha fatto seguito quelle della Mester (FED di Cleveland) hanno fatto sapere che non si dovrebbe ancora parlare di una riduzione degli acquisti bensì proseguire con tutto il supporto necessario per raggiungere “sostanziali ulteriori progressi”. A dare manforte alle dichiarazioni di Williams e delle “colombe” della FED, gli ultimi dati macro usciti soprattutto sull’occupazione che riportano come questi numeri, seppur buoni, rinviino di qualche mese il dibattito sul “tapering”. Il modesto progresso avvenuto in Aprile non sembra in linea con quanto richiesto dalla FED.

Sul fronte fiscale, Biden ha presentato ai Repubblicani la proposta di una tassazione minima del 15% sulle società americane. La nuova offerta, volta con buone probabilità a raggiungere un accordo bipartisan per il finanziamento del piano di infrastrutture, rappresenta un passo indietro rispetto alla proposta inziale di aumentare il “tax rate sulle corporate income dal 21% al 28%”. Inoltre sempre in settimana è uscito un aggiornamento sulle aziende cinesi nella blacklist americana, che salgono a 59 (dalle precedenti 31), a causa dei loro legami con l’apparato militare cinese. L’ordine esecutivo è stato firmato da Biden e vieta gli investimenti americani a partire dal 2 agosto in diverse società tra cui spiccano anche HUAWEI e SMIC.

Infine Bloomberg ha riportato che a giugno oltre 900 mld Yuan di azioni uscirà dal “locking period” (il periodo in cui agli azionisti originari è vietato di vendere le azioni di aziende appena quotate) e viste le performance di alcune di questi nomi, ci sarebbe da attendersi un bel flusso di vendite e quindi un possibile impatto sui mercati (essendo notizie note, ne dubitiamo).

Andando ora ad analizzare i rendimenti, possiamo notare come le quotazioni ballino intorno al livello di 1,60 e nel fine settimana, complici i dati sull’occupazione, siano scese a 1,553.

Rimangono in linea a 2,40%, con la chiusura della scorsa settimana al 2,42%, le aspettative di inflazione, come si può notare dal grafico del Breakeven inflation a 10 anni:

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come dicevamo in apertura dell’articolo, la settimana per l’indice tecnologico non è stata favorevole per le diverse dichiarazioni di membri della FED circa un possibile “tapering” anticipato rispetto alle previsioni, cosa che ha favorito la risalita dei rendimenti dei titoli di stato e delle obbligazioni e della valuta statunitense, ma l’uscita dei dati sull’occupazione nella giornata di venerdì ha riequilibrato le sorti e con un’apertura in leggero gap up seguita da acquisti consistenti, l’indice ha chiuso la settimana addirittura in guadagno. L’area 13800 rimane sempre molto ostica in questa fase e sarebbe importante riuscire a rompere al rialzo, il prima possibile, tale area per poi pensare ad attaccare l’area 14000 ed i precedenti record. Viceversa, un re-test di area 13360 non pregiudicherebbe affatto la prosecuzione del trend rialzista cosa che comunque non è avvenuta in settimana in quanto il minimo è stato registrato a 13470. Quindi pensiamo positivo ed auguriamoci che in questa settimana l’indice possa effettivamente continuare il trend al rialzo. La settimana si è chiusa a 13770.77 con un guadagno del + 0,62% che porta l’indice ad un guadagno del + 6,85% da inizio anno 2021.

Discorso diverso per l’indice S&P500 anche se le dinamiche sono quasi uguali al Nasdaq, almeno in questa settimana. Le quotazioni hanno sfiorato per ben due volte su quattro giorni di contrattazione i precedenti massimi storici e la chiusura di venerdì fa ben sperare per un aggiornamento degli stessi. Ovvio che non deve essere un semplice esercizio matematico ma una prosecuzione del rialzo con primo obiettivo l’area 4270 e consolidamento dei prezzi sopra area 4200. Mentre al ribasso è possibile un re-test in area 4160, andare oltre non sembra il momento, a meno di notizie catastrofiche. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4229.89, con un guadagno del + 0,61%, il che porta ad una performance del + 12,61% da inizio 2021.

Infine anche l’indice DOW JONES, pur presentando la stessa figura tecnica dell’S&P500, ma un pò più distante dal precedente massimo storico, anche in questa settimana vede la barriera dei 35000 come fermo baluardo rialzista. A rigor di logica se l’S&P500 dovesse far registrare nuovi massimi anche il DOW dovrebbe andargli dietro, considerato anche il fatto di aver chiuso il gap a ridosso dei massimi dell’11 maggio scorso. Viceversa, è possibile una fermata in area 34300, a seguire in area 33800 senza compromettere il trend rialzista. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34756.39 con un guadagno del + 0,66% il che riporta ad una performance del + 13,56% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Come riportato nell’articolo della scorsa settimana, il rally delle quotazioni della commodity dai minimi di Marzo alla chiusura sopra l’area 1900 $/oz. della settimana scorsa, aveva generato lo sconfinamento in area di ipercomprato con livello di RSI superiore ad 80. Pertanto si sarebbe potuta aprire una fase di pausa, possibilmente breve, per lo smaltimento di detto ipercomprato. Ciò è avvenuto ad inizio settimana, ma poi nel corso della stessa alcune dichiarazioni dei membri della FED circa il “tapering” hanno fatto sì che le tensioni degli investitori aumentassero e l’ORO dalla resistenza in area 1920 $/oz si è portato a testare il supporto in area 1850 $/oz., ma dopo l’uscita dei dati sull’occupazione mensile al di sotto delle attese, ha suggerito che il temuto “tapering” è ancora lontano dall’essere eseguito e sull’ORO sono nuovamente tornati gli acquisti andando a chiudere la settimana a ridosso dell’area 1900 $/oz. Stando così le cose, la commodity dovrebbe continuare ad avere un trend rialzista favorito anche dal ribasso del dollaro, visto che l'ORO è l'antitesi del biglietto verde. La figura a “martello” che si è formata nella settimana appena trascorsa è molto rialzista e suggerisce che il mercato è più in modalità di tipo "buy on the dip", come abbiamo visto da Marzo.

Detto che il re-test del supporto in area 1850 $/oz. ha tenuto alla grande, la situazione ottimale sarebbe che i prezzi riuscissero stabilmente a rimanere sopra l’area 1900 $/oz. per poter attaccare nuovamente la resistenza in area 1925 $/oz., con primo target a 1965 $/oz. e poi…….staremo a vedere !

Per quanto riguarda le altre due commodities presenti nel nostro Portafoglio operativo, l’argento prosegue la fase di lateralizzazione intorno che all’area 28 $/oz. chiudendo le contrattazioni appena sotto tale livello, mentre il Platino non riesce a recuperare l’area 1200 $/oz. anzi andando a testare il supporto in area 1150 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1892.0 $/oz. facendo registrare una perdita del – 0,70% che porta il deficit da inizio anno al - 0,16%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1889.90 $/oz. con una perdita del – 0,67%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES GIUGNO 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Il presidente Joe Biden venerdì scorso ha rifiutato la controfferta avanzata dai repubblicani sul pacchetto infrastrutturale, ma in questa settimana continueranno i dialoghi. Venerdì la senatrice repubblicana, Shelley Moore Capito, aveva proposto di aggiungere circa 50 miliardi $ di spesa al quadro del GOP, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Precedentemente i repubblicani avevano avanzato un piano da 928 miliardi di dollari, mentre Biden recentemente ha proposto un pacchetto da 1,7 trilioni di dollari. Psaki ha aggiunto che per il Presidente, la proposta repubblicana non risponde ai suoi obiettivi di crescita economica, di contrasto al cambiamento climatico e di creazione di nuovi posti di lavoro. La bocciatura dell’ultima controfferta, non è una chiusura nei confronti dei repubblicani, infatti Biden incontrerà nuovamente la senatrice Capito e progetterà di confrontarsi con i senatori di entrambi i partiti riguardo un “pacchetto più consistente”, secondo Psaki.

Intanto, venerdì scorso il democratico Peter DeFazio, presidente della commissione trasporti ed infrastrutture alla Camera, ha presentato un disegno di legge sui trasporti che prevede investimenti per 547 miliardi di dollari per strade, ponti, ferrovie e altri trasporti pubblici in cinque anni. La CNBC scrive che la legge potrebbe servire come mezzo per approvare le parti principali del pacchetto infrastrutturale da 2,3 trilioni di dollari di Biden attraverso una serie di disegni di legge di spesa obbligatori. Questa settimana è in programma il markup di commissione (processo tramite il quale una commissione del Congresso discute, emenda e riscrive una legge proposta), che potrebbe rappresentare la cosa più vicina ad una vera scadenza per il raggiungimento di un accordo sulle infrastrutture.

In assenza di un accordo tra amministrazione e repubblicani, Biden potrebbe dover provare a far passare il disegno di legge con il solo sostegno dei voti democratici (al Senato il presidente dovrebbe raccogliere il consenso di tutti i Dem). Il senatore democratico Joe Manchin giovedì ha espresso dubbi riguardo al ricorso a regole speciali di budget per il passaggio di un disegno di legge, dal momento che continua a sperare in un accordo bilaterale.

Sul tema fiscale, Il presidente Biden ha lanciato proposte alternative al fine di finanziare il disegno di legge con l’aumento dell’aliquota d’imposta sulle società almeno al 25%, come la possibilità di applicare un’imposta societaria minima al 15% dato che alcune aziende redditizie riescono a pagare poche o nessuna tassa (la Casa Bianca ha sottolineato che Biden supporta ancora l’aumento dell’aliquota d’imposta sulle società). Tuttavia non è chiaro se i repubblicani accetteranno la concessione di Biden.

La scorsa settimana sono arrivate novità importanti dal G7 con l’appoggio alla proposta degli USA, che richiedevano una tassa minima globale del 15% sui guadagni delle aziende. In un video il ministro delle finanze del Regno Unito, Rishi Sunak ha detto: “Oggi i ministri delle finanze del G7, dopo anni di discussioni, hanno raggiunto un accordo storico per riformare il sistema fiscale globale, per renderlo adatto all’era digitale globale e soprattutto per garantire che sia giusto in modo che le aziende giuste paghino le giuste tasse nei giusti posti”. Nel fine settimana i paesi del G7 si riuniranno in Cornovaglia; un accordo tra le sette nazioni (USA, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia, Germania, Italia) porterebbe lo slancio necessario per le prossime discussioni con 135 paesi a Parigi. A luglio, inoltre, ci sarà un incontro tra i ministri delle finanze dei paesi del G20 a Venezia.

Da Londra è arrivato anche il commento positivo del segretario al Tesoro degli USA, Janet Yellen, che su Twitter ha scritto: “I ministri delle finanze del G7 oggi hanno preso un impegno significativo, senza precedenti che garantisce un enorme slancio verso il raggiungimento di una tassa minima globale ad un tasso di almeno il 15%. Questa tassa minima globale fermerebbe la corsa verso il basso nella tassazione delle imprese e garantirebbe equità per la classe media e i lavoratori negli Stati Uniti e nel mondo. La tassa minima globale aiuterebbe anche la crescita dell’economia mondiale livellando il terreno di gioco per le imprese e incoraggiando i paesi a competere su basi positive, come educare e formare la nostra manodopera ed investire in ricerca e sviluppo ed infrastrutture”.

Cambiando totalmente argomento, sabato il Dipartimento di Giustizia ha detto che non acquisirà più segretamente registri di giornalisti durante indagini su fughe di notizie. Il mese scorso il presidente Biden aveva detto che è “semplicemente sbagliato” impadronirsi di registri di giornalisti e che il Dipartimento di Giustizia avrebbe interrotto la pratica. Secondo NBC News la tattica di ricorrere a citazioni in giudizio e ordini del tribunale per ottenere registri di giornalisti è stata utilizzata da amministrazioni democratiche e repubblicane per cercare di identificare fonti di informazioni riservate, tuttavia se n’è tornato a parlare lo scorso mese dato che funzionari del Dipartimento di Giustizia avevano avvertito giornalisti di tre diverse testate giornalistiche che i loro tabulati telefonici erano stati acquisiti durante l’amministrazione Trump. Venerdì il Times ha riportato l’esistenza di un’ordinanza di non divulgazione che impediva al giornale di rivelare una disputa di tribunale segreta sui tentativi di ottenere il registro delle email di quattro giornalisti. La questione si era aperta durante l’amministrazione Trump, ma è continuata sotto il Dipartimento di Giustizia di Biden, che si è mosso recentemente per ritirare l’ordinanza di non divulgazione. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, sabato ha detto che nessuno alla Casa Bianca era a conoscenza dell’ordinanza fino a venerdì. Il portavoce del Dipartimento di Giustizia, Anthony Coley, ha detto che, in un cambiamento alla sua pratica di lunga data, il dipartimento “non cercherà procedimenti legali obbligatori nelle indagini su fughe di notizie per ottenere fonti di informazione dai membri di mezzi di informazione che fanno il loro lavoro”.

USA - CINA

Infine per quanto riguarda il rapporto con la CINA, giovedì scorso il presidente Joe Biden ha esteso le restrizioni sugli investimenti americani in aziende cinesi con presunti legami con le attività militari e di sorveglianza del paese. L’ordine esecutivo di Biden ha escluso gli investitori statunitensi da interessi finanziari in 59 aziende cinesi. In un comunicato stampa della Casa Bianca si legge: “Questo ordine esecutivo permette agli Stati Uniti di proibire – in un modo mirato – gli investimenti statunitensi in aziende cinesi che minacciano la sicurezza o i valori democratici degli Stati Uniti e dei nostri alleati”. L’amministrazione ha aggiunto che la misura vieta ai dollari americani di sostenere il “settore della difesa cinese, ma anche amplia la capacità del governo statunitense di affrontare la minaccia delle aziende cinesi di tecnologia di sorveglianza che contribuiscono – sia dentro che fuori dalla Cina – al monitoraggio di minoranze religiose o entiche o diversamente facilitano la repressione e serie violazioni dei diritti umani”. Le restrizioni saranno in vigore dal 2 agosto.

Non si è fatta attendere la risposta da parte cinese con il portavoce del ministero degli esteri, Wang Wenbin, che ha detto ai giornalisti a Pechino: “Gli USA dovrebbero rispettare lo stato di diritto e il mercato, correggere i loro errori e fermare le azioni che minacciano l’ordine del mercato finanziario globale e i diritti e gli interessi legittimi degli investitori”.

LA POLITICA DELLA FED

Nel “Beige Book”, un’indagine sull’attività tra i dodici distretti della FED, la banca centrale fa sapere che la crescita economica è aumentata ad un ritmo moderato da inizio aprile a fine maggio. Le aziende hanno detto che la crescente percentuale di vaccinazioni, così come l’allentamento delle restrizioni anti-contagio hanno aiutato la crescita. Hanno però parlato anche dell’accelerazione delle pressioni inflazionistiche provenienti dai salari e dei costi per procurarsi fattori produttivi. Questi costi, hanno detto, risulteranno in aumenti di prezzi. Nel report viene spiegato che il rafforzamento della domanda ha permesso ad alcune aziende di trasferire ai loro clienti gran parte degli aumenti di costi. Vengono anche citate, nel rapporto, le carenze di manodopera che persistono. Nel report della FED viene detto: “In generale, la crescita salariale è stata moderata ed un numero crescente di aziende ha offerto bonus alla firma e stipendi di partenza aumentati per attrarre e trattenere lavoratori. I contatti si attendono che la domanda di lavoro rimarrà forte, ma con offerta limitata, nei prossimi mesi”.

Nel frattempo il board della FED ha fatto sapere che nei prossimi 6 mesi inizierà, gradual-mente, a smobilizzare il proprio portafoglio di corporate bonds acquistati durante la pande-mia con l’apposito programma di “lending di emergenza”. Secondo i dati della scorsa settimana, il debito straordinario di obbligazioni corporate della FED ammonta a circa 13.7 miliardi $. E' stato precisato che questo non va inteso come un cambio di posizione e che il programma aveva cessato ogni acquisto dal Dicembre scorso.

Il presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester, venerdì ha commentato positivamente la crescita dei dati di maggio sul lavoro (con la creazione di 559 mila posti di lavoro non-agricoli), ma ha detto che l’incremento nei libri paga non porta al raggiungimento dell’”ulteriore progresso sostanziale”, ovvero il punto da raggiungere, secondo la FED, prima di iniziare a normalizzare la politica accomodante adottata per far fronte alle conseguenze della pandemia. Mester ha detto: “Vogliamo essere deliberatamente pazienti, perché è stato un enorme choc per l’economia”. “Adesso vediamo che stiamo tornando, ma se è facile arrestare un’economia, è molto più difficile riportarla dove era”. “Cerchiamo e basiamo le nostre decisioni di politica sui risultati, su cosa ci dicono i dati economici e quanto siamo vicini a tornare ai nostri obiettivi di duplice mandato. Piuttosto che avere semplicemente una previsione, vogliamo vederla nei dati”.

Venerdì alla conferenza Green Swan, il presidente della FED, Jerome Powell, ha detto che il cambiamento climatico non è tra gli aspetti principali tenuti in considerazione dalla banca centrale quando elabora la politica monetaria, spiegando che è una questione legata più al governo. Powell ha detto: “Oggi, il cambiamento climatico non è qualcosa che consideriamo direttamente nello stabilire la politica monetaria”. “Stiamo esplorando abbastanza attivamente quali sono esattamente le implicazioni climatiche per le nostre responsabilità di vigilanza, regolamentazione e stabilità finanziaria”. Recentemente la FED ha creato due commissioni interne che puntano ad esaminare la questione del cambiamento climatico e si è unita al “Global Network for Greening the Financial System”, tuttavia Powell ha sottolineato che il ruolo della banca centrale in materia è limitato al monitoraggio delle banche e del resto del sistema finanziario, e non a stabilire la politica pubblica.

Nel frattempo il board della FED ha fatto sapere che nei prossimi 6 mesi inizierà gradualmente a smobilizzare il proprio portafoglio di corporate bonds acquistati durante la pandemia con l’apposito programma di lending di emergenza. Secondo i dati di scorsa settimana, l’outstanding di corporate debt della FED ammonta a circa $13.7 miliardi. E' stato precisato che questo non va inteso come un cambio di stance, e che il programma aveva cessato ogni acquisto da Dicembre.

DATI MACROECONOMICI

Il dato PMI manifatturiero elaborato da Markit Economics cresce a maggio, passando dai 60,5 punti di aprile agli attuali 62,1. Si tratta di un risultato superiore alle attese, considerando che il consensus era a 61,5.

Anche il dato PMI manifatturiero rilasciato da ISM, è in aumento e passa dai 60,7 punti di aprile agli attuali 61,2. Ma, nello specifico, solo il dato ISM relativo ai nuovi ordini nel settore manifatturiero supera i numeri di aprile (64,3 punti), raggiungendo quota 67 punti. Mentre si nota una contrazione di 1,6 punti per i prezzi del settore manifatturiero, che dagli 89,6 punti di aprile scendono agli 88 punti di maggio ed anche sul dato dell’occupazione nel settore manifatturiero, che dai 55,1 punti di aprile scivola ai 50,9 di maggio.

Ottimo balzo per il dato PMI del settore dei servizi elaborato da Markit Economics, che va poco oltre il consensus fissato a 70,1 punti arrivando a maggio a 70,4 punti. Il mese precedente il dato si era attestato a 64,7 punti.

Rialzo, pur se più contenuto, anche per il dato PMI del settore dei servizi elaborato da ISM (che non ha anticipazioni flash) che dai 62,7 punti di aprile passa ai 64 punti di maggio contro un consensus che prevedeva una crescita a 63 punti. Il livello rappresenta il nuovo massimo storico. Leggero aumento anche per i nuovi ordini nel settore dei servizi: dai 63,2 punti di aprile, agli attuali 63,9. I prezzi del settore dei servizi, invece, salgono dai 76,8 punti di aprile, agli 80,6 di maggio. Infine, l’occupazione nel settore dei servizi a maggio cala a quota 55,3 punti; il mese di aprile era a 58,8 punti.

Continua la discesa costante per quanto riguarda il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Le 385 mila nuove richieste della settimana terminata il 29 maggio (era da marzo 2020 che non si scendeva sotto quota 400 mila), hanno segnato la quinta settimana consecutiva di calo. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor. Nel corso del prossimo mese circa 4.1 milioni di Americani perderanno almeno parzialmente il sussidio. Questo dovrebbe rendere più appetibili le offerte di lavoro, e produrre un’accelerazione della normalizzazione del mercato occupazionale.

E veniamo ai dati clou del mese. A maggio nel settore non-agricolo pubblico sono stati creati 559 mila nuovi posti di lavoro. Il dato decisamente superiore a quello di aprile (278 mila, rivisto da 266 mila), ha deluso le attese (il consensus era fissato a 650 mila) e ricacciato all’indietro il timore di una possibile apertura al “tapering”. Stessa situazione nel settore non-agricolo privato, i nuovi posti di lavoro creati a maggio sono stati 492 mila; anche in questo caso si tratta di numeri superiori a quelli di aprile (219 mila, dato rivisto da 218 mila), ma nettamente inferiore al consensus (fissato a 600 mila). I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il tasso di disoccupazione è passato dal 6,1% di aprile al 5,8% di maggio; appena sotto il consensus fissato al 5,9%. Per trovare un dato più basso di quello di maggio bisogna tornare a marzo 2020. Il dato è stato rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Sorpresa dai salari orari, il dato annualizzato è cresciuto al 2%, più delle attese poste al 1,6% ed al 0,4% del mese precedente. Ciò ad indicare difficoltà nel reperire personale e a trattenerlo. L'impressione che se ne ricava, è che la domanda di occupazione sia sottostimata dagli ultimi reports, a causa della concorrenza dei sussidi straordinari e delle distorsioni dovute alla pandemia (alcuni servizi come retail e delivery stanno riducendo lo staff). Poichè nel prossimo mese metà degli Stati cancellerà le estensioni dei sussidi, nei prossimi mesi potremmo vedere un ulteriore accelerazione delle assunzioni. Il dato è stato rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

PORTAFOGLI AZIONARI

Non mancano dei buoni tozzi di pane anche nella settimana appena trascorsa su entrambi i Portafogli azionari. Nel Portafoglio LombardReport storico, abbiamo raggiunto il target su un titolo USA con la strategia Nasdaq Weekly e precisamente su CERNER con un guadagno del +7%. Unica criticità sempre il titolo COGNIZANT con la strategia “Nasdaq Weekly”, che dopo la discesa dovuta alla pubblicazione della trimestrale economica, sta lateralizzando.

Ma la notizia migliore viene dal Portafoglio “The Challenge” con il titolo PETROBRAS che in un crescendo rossiniano riesce a farci andare a target regalandoci anche qualche spicciolo in più avendo aperto in gap up a 10,54 $ sopra il nostro livello di vendita posto a 10,28 $ con un guadagno totale del + 33,25%. Veramente niente male visto che siamo già al secondo giro in gain su codesto titolo ! Su NOVACYT abbiamo già messo un ordine di acquisto per il secondo lotto, mentre su ANSYS, se non si sveglia, la daremo via appena possibile.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

BROADCOM - INV%. La società è impegnata nella produzione di prodotti a semiconduttori come optoelettronica, componenti a radiofrequenza e microonde e circuiti integrati per applicazioni specifiche, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2021 pari a 6,62 $/az. su ricavi per 6,61 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 6,42 $/az. su ricavi per 6,51 mld $. Il fatturato è aumentato del 15,1% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il terzo trimestre fiscale 2021 ricavi approssimativamente di 6,75 mld $ e l'attuale stima degli analisti per i ricavi è pari a 6,60 mld $.

Hock Tan, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Grazie alla forte domanda di semiconduttori da parte dei nostri clienti globali, abbiamo ottenuto un aumento del 20% su base annua delle entrate dai semiconduttori. Le nostre prospettive per il terzo trimestre fiscale prevedono che questa crescita anno su anno si sostenga, poiché continuiamo a vedere una forte domanda da parte di fornitori di servizi e hypercloud. Il fatturato consolidato è cresciuto del 15% anno su anno e l'utile operativo è aumentato del 25%, generando 3,4 miliardi di dollari di flusso netto di cassa o il 52% dei ricavi nel trimestre e ci aspettiamo che il flusso netto di cassa rimanga forte anche nel terzo trimestre".

DOCUSIGN + 15,68%. La società vende firme elettroniche e altri prodotti e servizi di transazione basati su cloud, ha riportato utili nel primo trimestre 2021 pari a 0,44 $/az. su un fatturato di 469,10 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,28 $/az. su un fatturato pari a 437,81 mln $. Il fatturato è cresciuto del 57,9% su base annua. La società ha detto che prevede ricavi nel secondo trimestre 2021 tra 479,0 e 485,0 mln $, e per tutto l’anno fiscale 2022 ricavi tra 2,027 e 2,039 mld $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi è rispettivamente pari a 473,68 mln $ nel trimestre e ricavi annui pari a 1,98 mld $.

LULULEMON ATHLETICA + 1,98%. La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel primo trimestre 2021 pari a 1,16 $/az. su ricavi per 1,20 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,91 $/az. su ricavi per 1,13 mld $. Il fatturato è cresciuto del 88,1% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre 2021 tra 1,10 e 1,15 $/az. su un fatturato tra 1,30 e 1,33 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,01 $/az. su un fatturato di 1,20 mld $. Inoltre la società ha detto che prevede utili per tutto il 2021 tra 6,73 e 6,86 $/az. su un fatturato tra 5,825 e 5,905 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 6,48 $/az. su un fatturato di 5,68 mld $.

Calvin McDonald, A.D. della società, ha dichiarato: "I risultati del primo trimestre riflettono la forza di tutti i fattori di crescita, alimentati dalla continua espansione della nostra attività di e-commerce e da un aumento nei negozi fisici. Le ottime prestazioni in tutte le aree geografiche coperte dimostra lo slancio e la forza di Lululemon mentre ci avviciniamo verso la nuova normalità. Tutti noi del team continueremo a concentraci sulla realizzazione della crescita".

NETAPP + 4,36%. L'azienda è un fornitore di soluzioni per la gestione dei dati, che semplificano le complessità di archiviazione, gestione, protezione e archiviazione dei dati aziendali, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2021 pari a 1,17 $/az. su un fatturato di 1,56 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,12 $/az. su un fatturato pari a 1,50 mld $. I ricavi sono aumentati del 11,0% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2022 tra 0,89 e 0,97 $/az. su un fatturato tra 1,37 a 1,47 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,87 $/az. su un fatturato di 1,37 mld $.$. Inoltre la società ha detto che prevede utili per tutto l’anno fiscale 2022 tra 4,45 e 4,65 $/az. su un fatturato tra 6,09 e 6,15 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,52 $/az. su un fatturato di 5,96 mld $.

George Kurian, CEO della società, ha affermato: "Abbiamo ottenuto risultati nel quarto trimestre fiscale 2021 superiori alle aspettative, coronando un anno solido di crescita. Questo aumento sottolinea il nostro valore verso i clienti in un mondo ibrido e multi-cloud. Stiamo guadagnando quote nei mercati chiave della conservazione dati e con i servizi di cloud pubblico che sono su vasta scala e nei quali hanno un impatto positivo sulla fatturazione totale dell'azienda e sulla crescita dei ricavi. Il nostro lavoro mirato dello scorso anno ci ha preparato bene per l’anno fiscale ‘22. Sono entusiasta e fiducioso nelle nostre capacità di aumentare le entrate nel prossimo anno, fornendo al contempo leva operativa mentre supportiamo i nostri clienti nei loro viaggi di trasformazione digitale e cloud".

SPLUNK – 7,25%. La società fornisce software. Il suo prodotto più avanzato è Splunk Enterprise, piattaforma di intelligenza operativa proprietaria, composto da funzionalità di raccolta, indicizzazione, ricerca, analisi dei rapporti e gestione dei dati, ha riportato una perdita nel primo trimestre 2021 pari a 2,89 $/az. su un fatturato di 502,0 mln $. La stima degli analisti era per una perdita pari a 0,70 $/az. su un fatturato pari a 491,32 mln $. I ricavi sono cresciuti del 15,7% su base annua. La società ha detto di aspettarsi un fatturato per il secondo trimestre compreso tra 550 e 570 $ mln. L'attuale stima degli analisti sui ricavi è pari a 561,36 mln $.

Doug Merritt, Presidente e CEO di Splunk, ha dichiarato: “Il successo del primo trimestre è avvenuto grazie ai clienti che hanno accelerato il passaggio al cloud. I dati sono diventati un servizio essenziale nell'ultimo anno poiché la pandemia ha consolidato l'urgente importanza della trasformazione digitale. Splunk offre l'unica piattaforma dati cloud in grado di servire contemporaneamente la moltitudine di team incaricati di guidare questo cambiamento per lo sviluppo di applicazioni, la gestione dell'infrastruttura e sicurezza informatica. Abbiamo riscontrato un continuo miglioramento della domanda durante il primo trimestre e il coinvolgimento dei clienti rimane elevato in tutto il nostro portafoglio di prodotti e servizi cloud. Il nostro Cloud ARR (Annual recurring revenue) è arrivato a servire più di 200 clienti con oltre un milione di dollari. Guardando al futuro, abbiamo grande fiducia nella nostra capacità di fornire una crescita continua ed elevata, in particolare all'interno del nostro business cloud".

ZOOM VIDEO + 1,35%. La società fornisce una piattaforma di comunicazione basata su cloud concentrata sul miglioramento dell'esperienza di videoconferenza, comprese funzionalità come riunioni collaborative online, funzionalità di chat e voce e condivisione di file collaborativa, ha riportato utili nel primo trimestre 2021 pari a 1,32 $/az. su un fatturato di 956,2 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,99 $/az. su un fatturato pari a 906,03 mln $. I ricavi sono aumentati del 191,4% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre 2021 tra 1,14 e 1,15 $/az. su un fatturato tra 985,0 e 990,0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,94 $/az. su un fatturato di 931,74 mln $. Inoltre la società ha detto che prevede utili per tutto l’anno fiscale 2021 tra 4,56 e 4,61 $/az. su un fatturato tra 3,975 e 3,99 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,76 $/az. su un fatturato di 3,80 mld $.

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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)