Festività o no, a memoria, non ricordo così pochi contratti scambiati, in particolare sul mercato dei derivati, negli ultimi 20 anni.
Il futures Dax, nello specifico, continua ad inanellare giorni con una media volumi titpica del giorno in cui si verifica la scadenza, trimestrale, e si passa al nuovo contratto.
Aspetti tecnici sottili ma tanto rilevanti, quanto inquietanti.
A cosa è dovuto questo assenteismo marcato?
Dove è fuggita la liquidità?
Perchè si sta verificando questo evento e cosa cela?
Domande a cui si può rispondere mettendo sul piatto una serie di valutazioni che comprendano tutti i vari segmenti del mercato.
Il più grande segnale, a mio modo di vedere, lo fornisce il mercato del Gold, in crescita, segnale di timori persistenti.
Personalmente sto osservando una strategia improntatata alla prudenza pertanto mantenendo il portafoglio il più possibile liquido, cercando esclusivamente soluzioni graficamente intonate positivamente come è stato per la vicenda Unicredit e Banco BPM, portato fino al primo target, in attesa di evoluzioni.
Si era fatto un accenno al futures Dax in cui appunto, venivano rilevati volumi irrisori.
In scenari simili risulta fallace l'analisi intraday, proprio a causa di segnali contrastanti generati dalla scarsa corposità delle posizioni sul book, fattore che amplifica gli effetti di eventuali piccoli storni.
Si va avanti da qualche settimana a correzioni violente esclusivamente in termini percentuali ma che non hanno il denominatore importante dei volumi, ragion per cui, con la medesima insufficienza il valore si riporta automaticamente ai livelli più alti quasi a voler congelare il prezzo.
Di riflesso ,come detto in precedenti articoli, il movimento azionario è blando e va a concentrarsi su sparute opportunità in cui si riversa un'orda di operatori assatanati di volatilità.
Tale situazione di freeze, risulta ottimale per le azioni a grande capitalizzazione, potendo continuare lentamente a progredire verso i target grafici visibili ai più.
Difficile davvero comprendere dove sia annidata la liquidità dei gestori ad oggi, tanto da farceli immaginare agguattati nell'ombra, attendendo il momento giusto, pronti a dare una sciabolata ai prezzi.
La sensazione che la stagione dei tapering sia sempre più vicina, alimenta il dibattito in merito a cosa ci sia sotto il vestito di moltissime realtà azionarie che si mostrano ormai a prezzi da capogiro, assolutamente lontani dai normali e salutari, rapporti p/e.
In parole povere, il mercato è stato così drogato, e per così tanto tempo, da non ricordare come sia la condizione di normalità, e quindi, il più grande interrogativo alberga proprio nella corretta formazione dei prezzi, meccanismo per la prima volta, completamente manovrato dalla liquidità immessa dalle banche centrali.
Di pari passo si assisterà a un vero e proprio tapering, che può essere metaforicamente simile al ritirarsi delle acque dopo il diluvio universale e solo allora si potrà comprendere quali saranno stati gli effetti che il virus ci ha lasciato in eredità e quali realtà avranno le migliori opportunità per performare prepotentemente.
Per questa settimana quindi, concediamoci una sana melina cosi da emulare tutti gli operatori di mercato, i quali, possiamo dormire sonni tranquilli, non sono di certo già in vacanza, anzi....
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)