Borse su e volatilità giù...


Lato azionario, il mese di giugno si avvia con i principali indici azionari a ridosso dei massimi di periodo, nuovi massimi nell’area euro e uno speculare rintracciamento della volatilità implicita (Vix 18,15: in forte calo dai picchi a ridosso di quota 27 a metà Maggio). L’inflazione che si risveglia non sembra preoccupare più di tanto il mercato azionario, che continua a beneficiare dei fiumi di liquidità immessi nei circuiti finanziari dalle Banche Centrali e dalle politiche fiscali ultra-espansive dei governi. Operativamente, il focus deve rimanere sulla protezione dei portafogli, approfittando del momento favorevole per abbassare il profilo di rischio del proprio portafoglio, a partire dagli USA, riducendo le strategie direzionali e privilegiando fondi flessibili, abbassando comunque la volatilità di portafoglio.

Treasury.  

I rendimenti dei governativi statunitensi sono stabili  (1,57% il decennale), rimanendo però poco al di sotto dei massimi di periodo. Non cambia il quadro tecnico: la fase attuale “sembra una semplice pausa di consolidamento all’interno del movimento di risalita dei rendimenti in essere da inizio 2021 (anzi, a ben guardare, si tratta di un movimento iniziato già nell’ultimo trimestre 2020)Nonostante il supporto della Fed, i rendimenti dei Treasury restano sotto pressione per i più che probabili focolai inflazionistici che seguiranno il piano fiscale aggressivo dell’amministrazione Biden, per di più in un contesto di politiche monetarie ancora ultra-espansive. In ottica trading, tuttavia, lo spazio per un rimbalzo dei corsi sembra esserci”.

Dollaro USA.

L’EurUsd rimane tonico (PC: 1,2175): “in ottica plurisettimanale il superamento della forte resistenza a 1,2200/50 (probabilità in aumento) fornirebbe un nuovo segnale rialzista per l’euro, con primo obiettivo i picchi di inizio anno a ridosso di 1,2350”.

Preziosi: la settimana che si chiude non è stata particolarmente significativa. Il quadro di fondo rimane quindi invariato: il Platino continua a muoversi lateralmente mentre meglio si comporta l’Argento e ancor di più l’Oro, che sta risalendo sui livelli di inizio anno (cfr. grafico). L’indebolimento del dollaro USA e un consolidamento dei rendimenti dei Treasury andrebbero ovviamente a beneficio del settore. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (= “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene un contesto favorevole sui preziosi in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico”.

Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:

Oro, ticker PHAU: PC 147,30; Argento, ticker PHAG: PC 21,315; Platino, ticker PHPT: PC 89,710. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,129. Manteniamo anche le posizioni lunghe sul frumento (ticker WEAT: PC 0,6244), sul Mais (ticker CORN: PC 0,9857) e sul Caffè (ticker COFF: 0,8207). Aggiungiamo alle posizioni lunghe il cotone, che sembra confermare i segnali positivi ancorché si trovi all’interno di un più ampio movimento laterale (ticker COTN: PC 2,0105).

Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 6,987).

Le tensioni che si registrano sui prezzi di diverse materie prime dovrebbero proseguire: sembra confermato che stiamo entrando in uno scenario inflazionistico, e proprio le commodities dovrebbero beneficiarne in modo preponderante.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)