L’indiscreto di Borsa: Mercati, fiutiamoli! - 10 azioni italiane per il Recovery - Big stock, Deutsche Telekom - Boom emergenti


Cosa monitorare per anticipare un’eventuale fase ribassista. Inoltre i titoli per il rilancio della nostra economia, i numeri della tedescona e la corsa degli “emerging”.

Hot markets

Comincia a circolare il dubbio che buona parte della violenta narrazione sull’inflazione delle ultime settimane sia stata alimentata da un procurato allarme e dalla ricerca di una nuova forma di speculazione e non da un reale trend di inversione rialzista dei prezzi (seppur in surriscaldamento in alcuni settori economici). Ciò non esclude che un rischio di medio termine esista ma che si si manifesterà quando il Covid sarà stato definitivamente sconfitto e il ciclo dei consumi risulterà in totale ripresa. Il che sta avvenendo in misura meno accentuata rispetto a quanto per esempio Wall Street auspicherebbe, specialmente nel corso del 2021 dopo i picchi degli ultimi tre mesi del 2020. Sui mercati finanziari si manifesta intanto un doppio orientamento:

● qualche difficoltà per le aree più speculative, quali criptovalute, Spac, tecnologia, Ipo e alcune commodities;

● sostanziale tenuta per l’azionario dell’economia reale.

L’S&P 500 continua a reggere bene, mentre gli indici di volatilità restano attestati sui minimi e il rendimento dell’Us Treasury decennale non si sposta dall’1,5%, malgrado tutto quanto si è sentito dire nelle ultime settimane in relazione all’inflazione in crescita. In effetti alla fine si è capito come i dati di quest’ultima siano sì cresciuti fortemente ma in confronto a un anno – il 2020 – bloccato dall’impatto Covid. Ecco allora che si inizia a fare un ragionamento molto semplice. I due elementi da seguire da parte dell’investitore retail sono sempre e solo rendimento del decennale e Vix. Con questi richiami: partirebbe una reale fase ribassista solo quando il governativo Usa salisse oltre l’1,8% (più precisamente l’1,824%) e il Vix rompesse l’area dei 25/27, sebbene una vera resistenza si collochi più in alto, sui 35, cioè ben sopra i tradizionali riferimenti tecnici. L’anomalia del quadro generale sta modificando anche questi valori così come quelli dell’inflazione. Se ne tenga quindi conto.

► Le favorite dal Recovery

La definizione di “Piano nazionale di ripresa e resilienza” è orrenda ma c’è da augurarsi che gli effetti per l’economia italiana siano più che positivi. Altrimenti!

Negli ultimi giorni molto si è discusso sui mercati delle conseguenze che il Pnrr potrà avere per la Borsa di Milano e soprattutto per una selezione di titoli. Alcuni infatti ne beneficeranno di più rispetto al listino nel complesso. Quali potrebbero essere i favoriti? Questa una selezione in base alle preferenze di non pochi operatori dell’asset management, di cui abbiamo letto report divulgati al pubblico o riservati.

Il titolo

Il trend

Il perché

Acea

Dopo il massimo a 21,48 euro si è registrata una discesa a 19,77. Possibile che la fase ribassista prosegua

Utility in primo piano grazie alle reti intelligenti di distribuzione dell'energia elettrica, le cosiddette “smart grid”, che consentono di gestire la rete in maniera più razionale sotto vari aspetti: ciò favorirà appunto Acea

Buzzi Unicem

Caratterizzata da una certa volatilità, sta risalendo verso i massimi dell’anno (24,29 euro del 18 maggio)

Le infrastrutture fisiche sostenibili saranno uno dei punti forti del Recovery italiano. Inevitabile quindi un effetto positivo per Buzzi, il cui business, generato per il 16% dalle attività nazionali, è destinato a trarne vantaggio

Danieli

Anche in questo caso il titolo è quasi sui massimi dell’anno. Importante la tenuta dei 22,55 euro

Nell’industria sostenibile uno dei settori più esposti è la siderurgia. Per esempio attraverso la proposta di quello che viene definito l’acciaio verde. Un esempio? La società ha messo a punto il Q-One, forno elettrico che consente di ridurre significativamente i consumi di energia

Digital Value

Chiusura venerdì sui massimi dell’anno a 67,3 euro contro il minimo a 37 euro di fine gennaio

Grazie alle competenze specifiche è in grado di offrire al mercato soluzioni e servizi integrati a supporto delle principali piattaforme infrastrutturali, soprattutto nei settori di servizi gestiti, cloud, security e IoT (internet delle cose)

Enel

Da fine aprile è iniziata una fase ribassista, che potrebbe trovare un interessante punto di arrivo sui 7,8-7,9 euro

Non tutti sono d’accordo su questo titolo di nuovo del comparto utility ma la società si è detta molto impegnata nella direzione della digitalizzazione e della rivoluzione verde

Inwit

Dopo il picco a 10,9 di dicembre si è avviata una fase correttiva, con una discesa a 8,175 euro (marzo). Attuale temporanea pausa ma una risalita sopra i 9,9 euro ridarebbe forte fiato al titolo

Sviluppo del 5G per una digitalizzazione dell’economia italiana: perché ciò avvenga serve una copertura capillare della rete mobile ultraveloce, non soltanto in outdoor, con le torri di telecomunicazioni, ma anche mediante i sistemi Das (Distributed Antenna System) o le small-cells, che permettono di coprire con il segnale mobile aree molto affollate oppure con problemi di ricezione

Iren

Il trend ribassista di breve periodo può proseguire. Massimo dell’anno a 2,672, ultima quotazione a 2,444. Attenzione al minimo di venerdì a 2,436

Molte altre aziende dell’economia green sono interessate dai finanziamenti “made in Ue”: per quella cosiddetta circolare si fanno i nomi di Iren e della già citata Acea. Saranno alcuni dei pilastri della transizione energetica

Reply

È uno dei titoli più forti della selezione. Ci sono le premesse per un’evoluzione di breve termine ancora al rialzo

E’ una società italiana di consulenza nella system integration e nelle applicazioni di digital services, specializzata in progettazione, implementazione e manutenzione di soluzioni basate su Internet e sulle reti sociali

Snam

Dopo una correzione, a causa anche dello stacco dividendo, per risalire deve tornare a superare i 5 euro (chiusura venerdì a 4,88)

Il gruppo negli ultimi anni si è fatto promotore dell’idrogeno come fonte energetica rinnovabile. Da tempo è al lavoro per supportare la crescita della filiera italiana attraverso lo sviluppo di tecnologie per favorirne l’impiego in molteplici settori, dall’industria ai trasporti

Webuild

Triplo massimo a giugno in corrispondenza di un livello importante (sui 2,2 euro) per proseguire il trend al rialzo

Un’altra leader delle infrastrutture fisiche che godrà del piano di rilancio dell’economia nazionale. Soprattutto per interventi sulla rete ferroviaria (alta velocità e linee regionali). Il 22% del suo fatturato riguarda l’Italia

► Big stock, Deutsche Telekom

Il settore telefonico non è uno dei preferiti nell’attuale fase dei mercati, anche perché la pressione da 5G non si è tradotta ancora nelle performance attese. Eppure il titolo Deutsche Telekom potrebbe rappresentare una buona fonte di creazione di valore nei prossimi anni. È pur vero che è tornato sui massimi storici con un p/e sui 20,2. Le indicazioni aggiornate su utili e flussi di cassa sono però molto positive: al centro del tutto ci sono le prospettive di crescita della capogruppo tedesca e della filiale statunitense T-Mobile, fusa nell’aprile 2020 con la concorrente Sprint. Da notare poi che lo Stato tedesco detiene il 14,5% delle azioni di DT, mentre un altro 17,4% è controllato dalla banca pubblica KfW. Ecco quindi un modo per diventare soci di Berlino senza dover investire sui Bund. Interessante è certamente il rendimento da dividendo, oggi stimabile sul 3,4% ma che potrebbe crescere fino a oltre il 4% in presenza di una fase correttiva.

Numeri & fatti

Aspetti favorevoli

La volatilità del titolo è abbastanza bassa (16,4%) contro per esempio il 30,9% di Telecom Italia. L’utile per azione viene visto in crescita per il 2022 a 1,3 euro (contro 1,13 del 2021), mentre il tasso di rendimento è stimato sul 3,6% alle attuali condizioni di prezzo. Ogni fase correttiva è quindi valida per portarlo verso il 4%: altro che Bund!

Aspetti negativi

C’è un’esagerata concentrazione di rating estremamente positivi (ne abbiamo riscontrato 21 su un totale di 23) e spesso quando ciò avviene si tende a minimizzare fattori di rischio, derivanti soprattutto per DT da un debito che la società non intende ridurre, malgrado il quadro favorevole del business. La Germania è inoltre indietro nella diffusione della fibra e ciò implica ingenti investimenti da parte di DT, che ha iniziato a puntarvi fortemente solo dal 2019

Il fattore accelerativo

La probabile cessione della divisione torri di telecomunicazioni, di cui si parla da tempo

Grafico da ProRealTime

► È boom per gli emergenti

Maggio estremamente positivo per i mercati emergenti e non solo sul fronte azionario. Anche l’obbligazionario – soprattutto in dollari – è andato bene. Facendo un confronto nell’ambito azionario fra la performance del contesto “emerging” e di quella dei mercati sviluppati il risultato è netto: +2,3% dei primi rispetto alla metà per i secondi. Il bilancio è vantaggioso per vari fattori: la quasi certezza che l’inflazione importata dagli Usa, che ha toccato per esempio Brasile e Messico, non è destinata a proseguire nel tempo; all’opposto la domanda di materie prime – in forte crescita – non sembra rallentare, salvo nel campo dei metalli preziosi; motivi internazionali e domestici hanno però alimentato una richiesta di commodities alimentari destinata a proseguire.

In questo contesto la sola vera delusione viene dalla Cina (sebbene il ritracciamento sia stato marginale), dove l’inflazione a monte (produzione) è esplosa, mentre i prezzi al consumo sono rimasti nel complesso stabili.

Mercati in netta avanzata invece in Brasile, con il Bovespa ai massimi storici, in Messico, complice il risultato delle presidenziali Usa (+35% su base annua per l’S&P Bmv Ipc, vicino al top del 2017), in India (+6% nel corso del mese - il BSE Sensex ha chiuso il mese appena sotto il suo massimo storico, mentre altri indici hanno toccato nuovi livelli record. Per gli investitori stranieri si è aggiunto anche un leggero apprezzamento della rupia indiana) e in Russia (i corsi delle azioni a Mosca sono saliti fortemente a maggio: del 5% in rubli e addirittura del 7,5% in Usd).

L’analisi potrebbe evidenziare altre situazioni molto favorevoli ma da qualche settimana sorge un dubbio: non è che la corsa dell’azionario trova un acceleratore nei timori di inflazione galoppante, qui e là effettivamente registratisi ma con probabile tendenza a un rientro nei prossimi mesi? Per ora le valutazioni prevalenti vanno così in questa direzione:

● il costo della vita è effettivamente salito ma non sembra destinato ad accelerare nel tempo, complici i timori che la pandemia non sia ancora in via di superamento:

● è pur vero che la fase disinflattiva appartiene ormai al passato.

Di qui le incertezze sulla tenuta dei mercati emergenti, divenuti troppo cari, e una convinzione che da adesso in poi solo una selezione di alcuni di loro potrà continuare a essere favorita dal vento rialzista delle Borse. Sul tema torneremo nei servizi riservati agli abbonati di LombardReport.

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