Pro & contro – nuovi e vecchi social, puntelli o azzardi per chi fa trading?


Non c’è un tema su cui le divergenze siano così aspre come quello sull’utilità delle discussioni in rete per i piccoli e medi investitori in Borsa. Confronto di posizioni fra fautori (soprattutto dei nuovi social) e oppositori.

Hot markets

C’è chi li utilizza incondizionatamente e chi invece li rifiuta. I social svolgono tuttavia un ruolo importante nel trading e anche negli investimenti, sebbene il loro impiego stia cambiando con l’entrata in scena – per ora negli Usa – di nuove forme più aggreganti di comunicazione, tali da sconvolgere perfino – come avvenuto nel caso dell’azione Gamestop – l’andamento delle quotazioni. Oggi facciamo allora il punto su queste forme di socialità, con un confronto - volutamente sintetizzato e spersonalizzato - fra chi è bendisposto e chi è ostile al loro impiego.

I favorevoli

I contrari

Forum, post e tweet hanno ormai un peso tale da condizionare i mercati, sebbene stiano per essere superati da nuove forme di comunicazione. È un fatto positivo?

Sì, perché hanno portato alla ribalta un mondo nuovo, che influenza in certi termini ed esalta in altri il trading azionario. In realtà la terminologia forum, post e tweet è vecchia e si riferisce al passato. Ormai i nuovi social, con i loro contenuti specifici, cioè i reddit e i sottostanti subreddit, stanno rivoluzionando il settore e pesano sempre più grazie alla possibilità degli utenti di esprimere giudizi sintetici, che diventano di fatto forme di valutazioni collettive. Quindi ben vengano, anche se occorre naturalmente saperli leggere in maniera opportuna.

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Negli Usa c’è chi ha definiti vere e proprie “merde” (ci sia scusata la volgarità ma è la traduzione integrale dello slang utilizzato). Non è che si stia scivolando in forme di socialità pilotate da chi vuole il risultato opposto di quello dichiarato?

C’è di tutto ed è inevitabile. Molti ritengono per esempio che i ragazzi di Wallstreetbets siano una faccenda davvero seria. Certamente è un mondo a parte, che non deve essere confuso con quello degli investitori cinquantenni, alla ricerca di alternative per la propria pensione. Le autodefinizioni stesse dei boys del trading sono talvolta irriverenti: non vogliono prendersi troppo sul serio ma quando poi decidono di colpire vanno giù duro.

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La casistica narra di storie terribili: trader che con capitali iniziali di 2.000 $ hanno perso centinaia di migliaia di $ e altri invece che hanno guadagnato milioni. Sembrerebbe una specie di bingo!

La vita è un bingo! Nei mesi scorsi si è discusso molto negli Usa se rendere illegali queste forme di comunicazione finanziaria. Si è però analizzato l’aspetto puramente sociale, il cui impatto è minimo. Pochi invece hanno approfondito la consistenza o meno dei segnali un po' criptici che vengono dati. Si parla per esempio di FD: nello slang di Wallstreetbets sta per le opzioni “out of the money” in scadenza entro una settimana. Data la struttura del prodotto si tratta di una vera e propria lotteria in cui qualcuno può espugnare il leggendario “10 bagger”, cioè un ritorno sull’investimento del 1000% o oltre. Ai neofiti tutto questo appare astruso ma per chi opera da tempo con le opzioni non è certamente una novità. I fatti inediti consistono nella terminologia utilizzata, nella diffusione del messaggio a chiunque legga il forum e nell’età di chi vi partecipa: sono quasi solo giovani, che magari diventeranno in futuro degli abili maneggioni della finanza al servizio dei big dell’asset management. È il mondo che cambia e come tale va accettato.

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C’è però anche il rischio che finiscano per distruggere i propri soldi!

Come succede in ogni settore, per esempio nel commercio oppure nel magico universo delle “startup”.

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Torniamo indietro e cioè ai social tradizionali, meno criptici. Servono e meritano l’attenzione che spesso raccolgono?

Le comunità vanno viste come luogo di confronto di opinioni. Spesso si sostiene che chi vi partecipa non è un vincente del trading. Può darsi ma occorre partire sempre da un principio: non bisogna seguire i segnali “buy”-“sell” – magari in qualche modo pilotati - quanto dar retta allo scambio di informazioni tecniche, molto utili per capire un settore pieno di trappole e di complessità.     

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Negli ultimi tempi si notano però dei dialoghi sempre più compressi, cioè molto corti, e un abbassamento della qualità dei partecipanti. Non è che i moderatori hanno ormai le redini del tutto e tendono a semplificare le discussioni?

Non generalizziamo. Ci sono troppi forum per giungere a una valutazione sommaria. È probabile invece che la concorrenza dei “cinguettii” abbia imposto un modo diverso di comunicare. Sull’abbassamento della qualità probabilmente si tratta dell’effetto di un allargamento del numero degli utenti, spesso giovani e alle prime armi. Alcuni lo ammettono candidamente.

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Il boom delle criptovalute ha spinto il mercato verso Wallstreetbets, Stockwits e Twitter, così come verso forum specifici. Non è un’esasperazione destinata a durare solo qualche tempo?

In effetti le cripto sono al primo posto negli scambi di post e tweet ma è inevitabile: i volumi delle contrattazioni sono enormi e quindi la relazione appare scontata. Sul fronte azionario il boom di Wall Street ha avuto un peso e si nota un nesso fra le azioni più “discusse” e quelle più trattate o calde: per esempio alcune del biotech, delle quattro ruote elettriche, della cannabis e dell’energia innovativa. Ciò conferma l’utilità ormai imprescindibile dei canali di dibattito.

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Si conferma però anche il timore di una manipolazione, seppur parziale. Parlando di cannabis, per esempio, la discussione può essere indirizzata verso un titolo o un altro e chi gestisce il tutto anticipare certe scelte del mercato. Di un simile aspetto non si parla!

Se lo fanno i piccoli trader si alzano critiche di questo tipo ma se lo fanno fra loro i giganti della finanza nessuno interviene. Una simile doppia faccia dello stesso aspetto porta alle reazioni viste con Gamestop. Guardate che è solo iniziata una rivoluzione. Nei prossimi anni ne vedremo delle belle e restare connessi ai nuovi social significa capire cosa sta o starà succedendo. Ipotizzare di bloccarne il trend sarebbe come inibire i cambiamenti sociali in atto. Una falsità da arteriosclerotici che magari hanno fatto i soldi solo con i pettegolezzi dell’amico di turno. Evviva i new social.

Un nuovo mondo si affaccia sui mercati e vuole pesare sempre più senza per questo darsi troppo peso. Sono come nella musica i Måneskin rispetto ai melodici. Hanno il diritto di esprimersi a loro modo. La si può pensare così?

La musica non c’entra nulla, visto che la Borsa rappresenta l’economia e quindi aziende e quindi ricchezza per i Paesi. I nuovi forum finanziari invece costituiscono un pericolo reale, poiché fanno passare messaggi spesso dannosamente scorretti. Sia per le operazioni consigliate o promosse sia per i diffusi insulti alle istituzioni finanziarie sia perché si rivolgono a un mondo giovanile che più volte non riesce a distinguere le verità dalle falsità. Bisognerebbe limitarne l’uso o quanto meno controllarne i contenuti, riportandoli verso una forma corretta di informazione. Con un singolo trader che esprime la sua opinione e non con gruppi che perseguono forme di investimento altamente speculative. Per ora tutto è andato bene, perfino nel caso di Gamestop, ma se il gioco scappasse di mano nessuno potrebbe più gestirlo.

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Messa così sembrerebbe quasi che sia una manipolazione dei mercati. I manipolatori sono ben altri!

Il ragionamento non funziona, Paragonare gli uni agli altri è assurdo. Se una banca primaria specula sulle quotazioni delle materie prime sa dove può arrivare. Non mette in discussione il proprio futuro solo per un guadagno illimitato. Una comunità su Internet invece lo fa e soprattutto alimenta un pericoloso fenomeno di leve umane che operano poi con leve finanziarie, in un gioco in cui non si sa dove si finisce.

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Apparirebbe quasi che sia illegale discutere di Borsa su un sito Internet. Non è accettabile una simile visione delle cose in un mondo libero.

La risposta più convincente è indiretta. Mettiamo il caso che Wallstreetbets fosse esistita ai tempi della crisi del 2008-2009. La bomba sarebbe esplosa in maniera deflagrante, azzerando probabilmente gli interventi di Tesoro, Fed e altri organismi per salvare il sistema bancario.

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I detrattori parlano di manipolazioni dei mercati ma non forniscono prove in merito. Quindi sono accuse inutili.

Il discorso è complesso. Una cosa è discutere di Enel o Eni su un forum italiano. Una cosa è organizzare un dibattito su un social visto a livello mondiale, in cui deliberatamente si propongono operazioni al rialzo o al ribasso su un titolo. Non si dica che si tratta di canali in cui liberi cittadini si confrontano. Non è vero, poiché dietro al tutto c’è sempre chi avvia la discussione. È come una valanga di neve: parte una piccola quantità che poi cresce a dismisura rotolando a valle. Stessa cosa per un’azione XXX: qualcuno sa qualcosa e scatena una reazione che, con il passare delle ore e delle sedute, diventa una slavina. Si dice che i venditori allo scoperto guidati da alcune discussioni sui forum abbiano perso miliardi di $. Forse bisognerebbe che qualcuno controllasse simili ordigni!

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Lo stesso succede per esempio con un martedì nero o un venerdì nero di Wall Street. Fa parte della dinamica dei mercati.

Se ciò avviene perché le Borse scendono non c’è un orchestratore, mentre se l’operazione parte da un forum eccome se c’è il direttore d’orchestra. Negli Usa si dice che è l’effetto di un mercato sempre più libero. Forse è l’effetto invece di un mercato sempre più condizionato.

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Difficile da dimostrare questa visione delle cose!

All’opposto è facilissimo. Ci sono personaggi che si nascondono dietro i meme – contenuti digitali diffusi in maniera molto veloce – a loro volta attivissimi sulle piattaforme di trading. Se tre amici “bloggisti” su uno di questi forum si mettono d’accordo per andare long su Apple basta far circolare certe notizie o indiscrezioni e l’effetto è immediato. Se i tre amici, pur potenti, si passano soltanto le notizie fra loro l’esito risulterà invece limitatissimo. In sintesi se si gestiscono dei post che raggiungono milioni di persone si può far schizzare Apple all’insù nell’arco solo di qualche ora. Appare talmente evidente questo giochetto che solo gli stupidi si nascondono dietro a tentativi di minimizzarne l’impatto. Lo si è visto con Dogecoin e con Ethereum, criptovalute pilotate da chi aveva interessi precisi. E si potrebbero citare mille altri casi. Ormai ci sono dei siti che a loro volta analizzano i sentiment di chi partecipa ai forum. Basta esaminare https://swaggystocks.com/

dashboard/wallstreetbets/realtime

per averne la conferma.    

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Di “analyser” di Twitter o dei nuovi forum ce ne sono a decine. Servono molto e fotografano il mercato come lo fanno altri strumenti, Niente quindi di cui meravigliarsi.

Sono realmente trasparenti? Basta poco per descrivere una situazione diversa da quella reale. Lo testimoniamo le analisi a posteriori, talvolta ben differenti dal riepilogo di “cinguettii” e altro.

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È una discussione inutile, simile a quella di chi si opponeva vent’anni fa al trading online sostenendo che avrebbe rovinato milioni di famiglie. L’evoluzione non la si può né la si deve contrastare.

Il problema non è questo ma consiste nell’accertarsi sulla correttezza e sulla trasparenza di quanto viene scritto, evitando che sia fatto passare come una verità assoluta. Mettiamola allora così: nessuno vuole ostacolare il progresso nella comunicazione ma ciò deve avvenire all’interno di regole precise e con la supervisione di controllori istituzionali. Talvolta da un tweet parte una discussione che porta lontano e che può travolgere una società. È un possibile gioco al massacro da cui bisogna stare ben lontani. 

      

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