Bond sotto la lente – Etf inflation sugli emergenti, un nuovo tasso misto in $ e scambi forti sui Try


In attesa delle evoluzioni su inflazione e politiche monetarie il mercato è poco liquido. Sembra solo attratto dalle “esplosive” obbligazioni in lire turche ma in ottica di trading.

Cedole & dividendi

Mercati molto incerti sulle evoluzioni future in campo obbligazionario e lo si verifica con una liquidità decisamente bassa. In questo contesto si preferisce fare trading piuttosto che prendere posizioni di lungo termine. Si attendono ora (in giornata) i dati sull’inflazione Usa, mentre il meeting della Bce si è chiuso con un nulla di fatto. Intanto arrivano numeri molto caldi dall’inflazione cinese (+9% a maggio) così come di altri Paesi emergenti.

L’Etf sul Cpi “emerging”

La gestione dell’inflazione – in rialzo un po' ovunque – mediante gli Etf non è semplice per complessi motivi ma certamente il contesto su cui si potrebbero ipotizzare ottime performance è proprio quello dei mercati emergenti, dove le Banche centrali sono meno condizionate nelle loro strategie dall’andamento del costo della vita. Purtroppo i cloni specifici sono pochissimi e tutti non quotati in Italia. L’unica alternativa consiste così in un Etf trattato sulle Borse tedesche e che si può acquistare mediante alcune piattaforme: si tratta del SPDR Emerging Inflation Linked Bond (Isin IE00B7MXFZ59), che ha come sottostanti soprattutto obbligazioni di tale tipo di Brasile, Messico, Colombia, Israele (talvolta i gestori inseriscono questo Paese negli “emerging” più per fattori geografici che economici!) e di altre aree. Il suo trend è abbastanza volatile nel breve periodo ma non ha ancora messo a segno movimenti rilevanti nel lungo termine. Lo conferma in particolare il grafico a 5 anni.

Dalla Bce nessuna novità

In attesa di dati aggiornati sull’inflazione c’è da segnalare che la Banca Centrale Europea ha annunciato oggi, come nelle previsioni, che i tassi d'interesse restano fermi: quello di riferimento a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Lo ha comunicato la Bce dopo la riunione di politica monetaria, confermando come l'orientamento resti "molto accomodante". Francoforte inoltre continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le sue operazioni di rifinanziamento e a portare avanti i programmi di acquisti di asset. In particolare, l'istituto centrale prevede di rinforzare gli acquisti del programma per l'emergenza pandemica e si attende che “anche nel prossimo trimestre quelli netti nell'ambito del Pepp continueranno a essere condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell'anno".

Un altro Goldman

Le novità sul fronte emissioni sono state poche nelle ultime settimane. Su Borsa Italiana in evidenza solo il Goldman Sachs Mc Gn31 Usd (Isin XS2061620824), un tasso misto molto particolare e così strutturato: tasso fisso 4% per le prime due cedole; tasso variabile corrispondente alla differenza fra l’Us Swap Rate a 10 anni e l’Us Swap Rate a 2 anni per le restanti cedole in pagamento fino a scadenza. Per la parte a tasso variabile è previsto però un “floor” pari all’1% e un “cap” pari al 4%, Con scadenza 2031 e taglio 2.000 Usd appare un bond piuttosto complesso e destinato a investitori con una certa conoscenza dei mercati. Non ci si faccia quindi attrarre da quel 4% dei primi due anni, poiché l’evoluzione della curva dei tassi a dieci anni è totalmente imprevedibile e potrebbe riservare delusioni in termini di andamento delle quotazioni del titolo. Per ora il “book” è nelle mani solo del collocatore con bid a 99 e ask a 100.

Try per chi fa trading veloce

La doppia debolezza di quotazioni scese di nuovo nelle ultime settimane e di una valuta fortemente debilitata riporta interesse nei confronti delle emissioni in lire turche in un’ottica soprattutto di trading. Vediamo un esempio concreto.

Il World Bank Sustainable 12% Mz23 Try Green Bond (Isin XS1791714147) quota attualmente sui 91,6/91,9 Try, con un rendimento a scadenza sul 18%. Con spread molto compresso (circa 10 pb) presenta un bel “book”, tipico di un bond su cui si opera velocemente. Il livello dei 92,7 rappresenta una resistenza testata più volte ma a gennaio il titolo si muoveva sui 100. Come riferimento è consigliabile seguire l’andamento del biennale governativo turco (non contrattabile sui mercati regolamentati), che attualmente si attesta sul 18,87% di yield, in netto rialzo rispetto a inizio anno, conseguenza di cambiamenti di politica monetaria da parte della Banca centrale di Ankara. Ne deriva il calo di prezzo del World Bank, comunque sempre meno esposto in termini di duration, data la corta vita residua.

Intanto la lira turca rimane su livelli di estrema debolezza oltre i 10 Eur/Try, seppur nelle ultime ore abbia evidenziato un marginale tentativo di reazione. Un reale rafforzamento avverrebbe solo con una discesa dell’euro sotto i 9,5 in un contesto però di miglioramento dei dati economici e in particolare dell’inflazione, salita da marzo oltre il 16%. Il quadro resta quindi molto oscuro e del tutto sconsigliabile per investitori che non abbiamo una buona conoscenza dell’operatività con bond in valuta.