Lato azionario, ci stiamo addentrando nel mese di maggio e per il momento non compaiono ancora segnali di un possibile “Sell in May and go away”: i fiumi di liquidità immessi nei circuiti finanziari dalle Banche Centrali e le politiche fiscali ultra-espansive dei governi continuano a gonfiare le Borse. Fino a quando, non è dato saperlo. In termini di rischio-rendimento il focus deve rimanere sulla protezione dei portafogli, approfittando del momento favorevole per abbassare il profilo di rischio del proprio portafoglio, a partire dagli USA, riducendo le strategie direzionali e privilegiando fondi flessibili, abbassando comunque la volatilità di portafoglio.
Treasury.
I rendimenti dei governativi statunitensi sono leggermente ridiscesi (1,54% il decennale) e rimangono poco al di sotto dei massimi di periodo, in quella che sembra una semplice pausa di consolidamento all’interno del movimento di risalita dei rendimenti in essere da inizio 2021 (anzi, a ben guardare, si tratta di un movimento iniziato già nell’ultimo trimestre 2020). Nonostante il supporto della Fed, i rendimenti dei Treasury restano sotto pressione per i più che probabili focolai inflazionistici che seguiranno il piano fiscale aggressivo dell’amministrazione Biden, per di più in un contesto di politiche monetarie ancora ultra-espansive. In ottica trading, tuttavia, lo spazio per un rimbalzo dei corsi sembra esserci.
Dollaro USA.
L’EurUsd ha ripreso a rafforzarsi (PC: 1,2155): in ottica plurisettimanale il superamento della forte resistenza a 1,2200 (probabilità in aumento) fornirebbe un nuovo segnale rialzista per l’euro, con primo obiettivo i picchi di inizio anno a ridosso di 1,2350.
- Preziosi: il comparto permane in un contesto laterale, ma sta dando segnali di rafforzamento. L’indebolimento del dollaro USA e un consolidamento dei rendimenti dei Treasury andrebbero ovviamente a beneficio del settore. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (= “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene un contesto favorevole sui preziosi in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico”.
Risalita di Oro e Argento, mentre il Platino (che rimane il metallo prezioso più performante su orizzonti plurimensili, cfr. grafico) sta cercando di superare i massimi delle ultime settimane. Il Palladio rimane positivo ma sembra perdere spinta.
Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:
Oro, ticker PHAU: PC 142,82; Argento, ticker PHAG: PC 21,040; Platino, ticker PHPT: PC 96,110. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 7,946. Manteniamo anche le posizioni lunghe sul frumento (ticker WEAT: PC 0,6876) e sul Mais (ticker CORN: PC 1,054).
Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,001).
Sul fronte commodities monitoriamo l’andamento anche del Cotone (ticker COTN: PC 2,101) che sembra volersi riportare al test dei picchi di fine febbraio ma non ha ancora dato segnali convincenti. Sotto osservazione anche l’Alluminio (ticker ALUM: PC 2,9505).
Le tensioni che si registrano sui prezzi di diverse materie prime sembrano anticipare l’arrivo dell’inflazione nei mesi a venire: è certamente uno dei temi più dibattuti del momento.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)