Nervosismo sulle Borse, che però tengono ancora...


Lato azionario, i principali indici hanno risentito dei timori di ripresa dell’inflazione, per poi però recuperare le posizioni, mantenendo quindi un’impostazione complessivamente laterale. Gli indici più deboli rimangono il Nasdaq e il Nikkei. Non compaiono quindi ancora segnali di un possibile “Sell in May and go away”: come più volte ricordato, “i fiumi di liquidità immessi nei circuiti finanziari dalle Banche Centrali e le politiche fiscali ultra-espansive dei governi continuano a gonfiare le Borse. Fino a quando, non è dato saperlo. In termini di rischio-rendimento il focus deve rimanere sulla protezione dei portafogli, approfittando del momento favorevole per abbassare il profilo di rischio del proprio portafoglio, a partire dagli USA, riducendo le strategie direzionali e privilegiando fondi flessibili, abbassando comunque la volatilità di portafoglio”.

Treasury.  

I rendimenti dei governativi statunitensi rimangono stabili  (1,63% il decennale), poco al di sotto dei massimi di periodo. Non cambia il quadro tecnico: la fase attuale “sembra una semplice pausa di consolidamento all’interno del movimento di risalita dei rendimenti in essere da inizio 2021 (anzi, a ben guardare, si tratta di un movimento iniziato già nell’ultimo trimestre 2020)Nonostante il supporto della Fed, i rendimenti dei Treasury restano sotto pressione per i più che probabili focolai inflazionistici che seguiranno il piano fiscale aggressivo dell’amministrazione Biden, per di più in un contesto di politiche monetarie ancora ultra-espansive. In ottica trading, tuttavia, lo spazio per un rimbalzo dei corsi sembra esserci”.

Dollaro USA.

L’EurUsd rimane tonico (PC: 1,2191): “in ottica plurisettimanale il superamento della forte resistenza a 1,2200/50 (probabilità in aumento) fornirebbe un nuovo segnale rialzista per l’euro, con primo obiettivo i picchi di inizio anno a ridosso di 1,2350”.

Preziosi: il comparto permane in un contesto laterale, con prese di beneficio nell’ottava su Platino (cfr. grafico) e Palladio. L’indebolimento del dollaro USA e un consolidamento dei rendimenti dei Treasury andrebbero ovviamente a beneficio del settore. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (= “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene un contesto favorevole sui preziosi in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico”.

Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:

Oro, ticker PHAU: PC 145,74; Argento, ticker PHAG: PC 21,065; Platino, ticker PHPT: PC 90,220. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,279. Manteniamo anche le posizioni lunghe sul frumento (ticker WEAT: PC 0,6111) e sul Mais (ticker CORN: PC 0,9640). 

Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,073).

Sul fronte commodities continuiamo a monitorare l’andamento anche del Cotone (ticker COTN: PC 1,9272) e dell’Alluminio (ticker ALUM: PC 2,740), in attesa di un segnale di possibile ingresso.

Le tensioni che si registrano sui prezzi di diverse materie prime, nonostante le prese di beneficio della settimana, sembrano anticipare l’arrivo dell’inflazione nei mesi a venire: è certamente uno dei temi più dibattuti del momento.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)