Far fruttare 30.000 o 100.000 euro? Soluzioni classiche e soluzioni un po' insolite


Dieci tipologie di investimento per chi vuole rinunciare al cash (salvo in un caso) e cerca alternative più o meno semplici per ottenere un rendimento. Con bassi o medi livelli di rischio.

Cedole & dividendi

Causa motivi personali per due settimane dovrò astenermi dallo scrivere.  Appuntamento al 1° giugno.

Spesso un amico ti chiede:Dove posso investire i 30.000 euro che mia moglie detiene sul conto corrente?”. Talvolta un conoscente ti supplica: “Ho paura per i 100.000 euro che ho su un conto deposito. Cosa posso fare? Mi dà qualche consiglio?”. Inevitabilmente lo stesso avviene per i lettori di LombardReport, focosi nel porre quesiti sui 20.000 o sui 500.000 euro da collocare. Oggi spazio allora ad alcune proposte più o meno originali in un momento certamente difficile per l’inevitabile sovrapporsi di vari motivi di incertezza, che si chiamano inflazione, aumento dei costi di gestione dei conti correnti e dei portafogli, voci di nuove tasse e tanto altro ancora. Le abbiamo divise in dieci percorsi distinguibili per rischiosità e maggiore o minore redditività.

► Un conto gratis e un Pac in €

È la prima proposta, sebbene non sia la più semplice. Consiste nell’abbinare un conto corrente gratuito (ce ne sono ancora vari proposti dalle banche) con un piano di acquisto rateizzato di un Etf azionario a elevati dividendi. Uno per tutti il Lyxor Stoxx Europe Select Dividend 30 (Isin LU1812092168), con valuta euro, distribuzione semestrale di dividendi (il primo sarà versato a luglio e il secondo a dicembre), uno yield in corso stimabile sul 4,5% e una volatilità media adeguata proprio a una strategia di questo tipo.

Utilizzando la liquidità detenuta sul conto si inizia ad acquistare un primo lotto (20% del capitale) dell’Etf e poi un restante 30% a rate successive in presenza di eventuali correzioni, coincidenti con i prezzi delle linee orizzontali verdi sul grafico, che indicano dei supporti statici. Si punta quindi su un ribasso delle quotazioni per aumentare il rendimento globale da dividendi. Nel caso una fase correttiva non si manifestasse (ma prima o poi si concretizzerà) si otterrebbe comunque uno yield positivo, seppur modesto. Per il restante 50% del capitale l’opzione Btp€i (qui sotto) è più che idonea.  

► Quel Btp€i quota ben sotto 100 e potrebbe rendere bene

Soluzione molto semplice: il nuovo titolo di Stato italiano correlato all’inflazione europea è una scommessa di lungo termine. Il Btp€i 0,15% Mg2051 (Isin IT0005436701) ha due punti forti e due punti deboli: i primi consistono nell’indicizzazione ai prezzi al consumo Eurostat, tendenzialmente più sensibile rispetto agli indici nazionali come trend di aumento del costo della vita, e in una quotazione in corso nettamente sotto 100 (chiusura venerdì a 88,12 euro); i secondi riguardano la cedola base solo dello 0,15% e una volatilità dei prezzi che si annuncia elevata, data la scadenza lunghissima. Potrebbe scendere verso gli 85 o addirittura gli 80 euro? Se il rendimento del decennale proseguisse nella sua corsa al rialzo non si può escludere una caduta del 2051 anche verso tali livelli, con “buy” ancor più interessanti per uno strumento con cui ripararsi dal maggiore rischio attuale, quello appunto inflattivo. Il rendimento stimato in corso (logicamente a scadenza) si aggira sull’1,82%, di poco inferiore rispetto a quello di un tasso fisso su identica vita residua ma soggetto a possibili incrementi in presenza di una crescita dell’inflazione a livello europeo (ultimo dato riferito ad aprile su base annua +1,1%).

► La protezione dall’inflazione si ottimizza con due Etf

Di nuovo lei, l’inflazione! Le obbligazioni correlate all’aumento del prezzo della vita sono tantissime in Europa, grazie a vari emittenti governativi, quali Germania, Francia, Spagna e Italia. Non sempre però sono liquide sul mercato regolamentato di casa nostra, mentre lo sono su altre Borse. Inevitabile allora l’alternativa degli Etf, che abbinati fra loro possono dimostrarsi un ottimo strumento per investire parte della liquidità, allo scopo di proteggersi quanto meno da questa variabile. Perché due? Per ripararsi puntando sia soltanto sulla parte lunga delle scadenze sia sull’intera curva, dalle corte alle lunghe, con replicanti molto liquidi. Consigliabili da questo punto di vista i seguenti fondi:

iShares Euro Inflation Linked Government Bond (Isin IE00B0M62X26): replica tutte le obbligazioni dell’area euro correlate all’inflazione (costo annuo 0,25%) e negli anni si è caratterizzato per un continuo “upside”, con due sole nette correzioni nel 2011 e nel 2020. È un Etf molto conservativo, che potrebbe essere penalizzato soltanto da un rialzo dei tassi in presenza di inflazione stabile, ipotesi statisticamente poco probabile.

Ubs Euro Inflation Linked 10+ (Isin LU1645381689): replica esclusivamente le scadenze lunghe, cioè con oltre dieci anni di vita residua (costo annuo 0,20%). Sono quelle più esposte alle tensioni da andamento dei tassi e quindi maggiormente volatili. Si adattano meglio a piani di acquisto ripartiti per esempio su periodicità bimestrale per mediare nel tempo l’andamento delle quotazioni.

► Dal monetario all’azionario ci pensa l’algoritmo

Da parte di alcuni intermediari sono state messe a regime soluzioni automatizzate di investimento disciplinato, destinate appunto a chi ha liquidità da investire. Fineco per esempio ha sperimentato una formula in base alla quale il cash viene collocato inizialmente in uno strumento a breve termine e bassa volatilità (fondi monetari). Poi, nell’arco di alcuni anni, è trasferito verso un fondo azionario diversificato e scelto dal risparmiatore tra diverse soluzioni. Il passaggio è calibrato mese per mese in base al livello dei prezzi, grazie a un algoritmo che prende in considerazione diversi indicatori. Questa modalità – proposta anche da altri intermediari, sebbene con tipologie diverse – ha il vantaggio di attribuire a un procedimento sistematico di calcolo i momenti di entrata togliendo ogni ansia sulla correttezza delle tempistiche.

► Cinque subordinati bancari per chi accetta del rischio in più

Se gli importi disponibili sono elevati e la propensione al rischio risulta maggiore si può investire sui bond bancari subordinati Tier 1 e 2 in euro, che hanno sì tagli elevati ma si caratterizzano per “call” (esercizi anticipati di rimborso) in alcuni casi ormai vicine. Eccone cinque con tutti i riferimenti del caso.

Emittente / Subordinazione

Isin

Struttura – taglio – dove è quotato

Yield

Banca P. Sondrio /

Tier 2

XS2034847637

6,25% 2029 - call 2024

(100.000 €) - Tlx

3,2% alla call

Banca Ifis /

Tier 2

XS1700435453

4,5% 2027 - call 2022

(100.000 €) - Tlx

1,39% alla call

Intesa Sanpaolo /

 Additional Tier 1

XS2223762381

5,5% perp. – call 2028

(250.000 €) - Tlx

4,2% alla call

Deutsche Bank /

Additional Tier 1

DE000DB7XHP3

6% perp. – call 2022

(100.000 €) - Otc

4,1% alla call

Commerzbank /

Tier 2

DE000CZ40LW5

4% 2027 – no call

(1.000 €) - Mot

1,7%

► Quando i Btp tornano molto sotto 100

I movimenti delle ultime settimane sono stati violenti e hanno determinato dei veri e propri crolli di prezzo per i Btp lunghi. Si stanno determinando delle occasioni di acquisto? Sì se si accetta l’eventualità di ulteriori correzioni nei prossimi mesi o – in alternativa – si attiva un piano di acquisti strutturati con successive quote in presenza di nuove scivolate. Quattro si adattano bene a questa strategia, la quale comporta inevitabilmente la consapevolezza di un pur marginale rischio emittente, data la concentrazione solo sul debito italiano.

Btp 2,15% 2072

IT0005441883

Tasso fisso

92,2 € - yield 2,43%

Btp 1,7% 2051

IT0005425233

Tasso fisso

91,9 € - yield 2,07%

Btp green 1,5% 2045

IT0005438004

Tasso fisso

92,8 € - yield 1,88%

Btp Futura aprile 2037

IT0005442097

Step-up

95,6 € - yield 1,69%

► Tre Etf per un matrimonio di bond ben diversi fra loro

Se la protezione si abbina alla ricerca di rendimento (che senso avrebbe altrimenti collocare della liquidità!) un'altra soluzione consiste nello strutturare un portafoglio di Etf obbligazionari più aggressivi in termine di cedole distribuite. Ne potremmo proporre almeno una decina ma uno abbastanza idoneo è questo. Naturalmente si deve accettare il rischio di cambio per due cloni denominati in Usd.

Bond inflation

Xtrackers Global Inflation-Linked Bond € hedged

LU0290357929

Valuta Eur – Ad accumulo

Bond high yield

iShares Global High Yield Corporate Bond

IE00B74DQ490

Valuta Usd – A distribuzione – Rendimento 4,1%

Bond Emerging in valute locali

Spdr Emerging Markets Local

IE00B4613386

Valuta Usd – A distribuzione – Rendimento 3,7%

► Se si vuole restare cash e limitarsi a un conto deposito

Una parte di risparmiatori rimane inderogabilmente legato alla liquidità parcheggiata su un conto deposito. La relativa scelta è ampia ma non sempre gli aggregatori di offerte bancarie evidenziano proposte più o meno interessanti, forse per interessi commerciali. Ne valutiamo così cinque che si caratterizzano per rendimenti allettanti.

Illimity Bank

Conto Deposito

Vincolato 60 mesi

Tasso lordo 2%

Garantito da fondo Interbancario

Findomestic

Conto Deposito

Conto libero

Tasso lordo 1,5% (cifre oltre 10.000 €)

Garantito da fondo Interbancario

Fca Bank

Conto Deposito

Vincolato 15 mesi

Tasso lordo 1,15%

Garantito da fondo Interbancario

Banco Santander

Conto Deposito

Vincolato 36 mesi

Tasso lordo 0,80%

Garantito da fondo Interbancario

Banca Wibida

Conto Deposito

Vincolato 24 mesi

Tasso lordo 0,70%

Garantito da fondo Interbancario

► Il salvadanaio digitale si adatta soprattutto ai giovani

Gimme5 è la prima app con cui è possibile mettere da parte piccole somme ogni volta che si vuole, con un semplice tocco sul proprio smartphone. Proposto da AcomeA Sgr, società di gestione del risparmio di nazionalità italiana, consente di investire su un solo fondo oppure di esercitare la funzione multifondo, tramite la quale gli strumenti su cui si punta salgono fino a cinque. Ci sono tre tipologie di sottostanti: con l’opzione “breve termine” si scommette su titoli di Stato e obbligazionario con esposizione azionaria a zero e un tempo minimo suggerito di due anni per l’investimento. L’opzione “dinamica” alza la quota azionaria fino al 50% e ha un obiettivo temporale a quattro anni. Quella “aggressiva” infine passa al 100% di esposizione azionaria massima e ha un traguardo a cinque anni. Per chi ha già attivato l'app, sono anche disponibili due fondi in classe Pir. I Piani Individuali di Risparmio sono fondi comuni aperti che consentono agli investitori di ottenere l’esenzione fiscale sui proventi degli investimenti e sull’imposta di successione.

► Quei minibond all’italiana (solo per chi ha l’etichetta professionale)

Ultima opzione, di recente introduzione e ancora ai primi passi: si tratta dei minibond italiani proposti da CrowdFundMe, portale di crowdinvesting che sostiene le società, supportando sia l’investitore sia l’imprenditore con tutti gli strumenti necessari per favorire lo sviluppo di vari progetti. Le relative iniziative possono essere reperite su https://www.crowdfundme.it/projects/ ma la novità più attuale riguarda appunto le obbligazioni. Attualmente ce ne sono in collocamento due. Quella che ha raccolto un certo interesse è la I.M.I spa (società attiva nel settore elettrico e meccanico industriale per la produzione di turbine): si tratta di una 5% (taglio 10.000 euro) con piano di rimborso ammortizzato (quindi a rate) dopo due anni, durata finale 60 mesi ma riservata solo a investitori classificati come professionali con un patrimonio mobiliare superiore a 250.000 euro. Attenzione al fatto che si tratta sì di titoli trattati su Borsa Italiana ma sul segmento ExtraMot Pro 3, dedicato alle Pmi e società non quotate. Inoltre le modalità d’investimento avvengono esclusivamente online, tramite la piattaforma CrowdFundMe. Per ora si tratta di un primo modesto passo, consacrato solo a un ristretto gruppo di investitori ma l’iniziativa presto si svilupperà allargando il perimetro ad altre fasce di risparmiatori.

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