SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
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OGGI MERCATI AZIONARI USA APERTI .
Settimana corta per le festività pasquali sugli indici azionari USA. L'argomento dominante dell’inizio della settimana appena trascorsa è stato sicuramente la gigantesca liquidazione di titoli tra cui Viacom, Discovery e una serie di azioni cinesi come Baidù, avvenuta tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, apparentemente a causa dell'impossibilità di far fronte ai “margin calls” da parte del family office, Archegos Capital. Questa vendita forzosa di 20 mld $ di assets, oltre a causare violente discese nei titoli interessati, ha inferto predite ingenti (ancora da definire) in almeno due banche che hanno finanziato questo operatore (Nomura e Credit Suisse), e probabilmente lasciato qualche altra perdita più modesta in altri istituti. Secondo una nota degli analisti di JPMorgan, il “fallout” di Archegos potrebbero vedere perdite totali comprese tra 5 e 10 miliardi $, in aumento rispetto alle stime precedenti comprese tra 2 e 5 miliardi $.
Questa vicenda, niente affatto nuova nel panorama dei mercati finanziari (si pensi a LTCM e ad Amaranth) avviene in una fase in cui i mercati sono ben supportati e, sebbene il tech e l'azionario cinese non siano stati brillanti di recente, sorprende che la loro performance possa aver causato un collasso di un hedge fund; probabilmente l'uso smodato della leva ha reso movimenti poco più che normali, in grado di causare perdite rilevanti. Aspettiamo di sapere cosa sia effettivamente accaduto, ammesso che ci dicano la verità, in quanto la situazione potrebbe avere caratteristiche sistemiche, ovvero Archegos potrebbe anche essere il primo di una serie. Di certo è una manifestazione di fragilità del sistema, che permette “leverage” eccessivi ed i controlli, specialmente nelle grandi banche d’affari che concedono troppo credito a questi giganti in cambio dei corposi flussi di commissioni che generano, latitano.
Fortunatamente un evento del genere, che non è mai un buon viatico per il sentiment, è stato assorbito dai mercati azionari come meglio non si poteva sperare visto il gran recupero a fine settimana di contrattazioni dell’indice tecnologico NASDAQ100 e del nuovo massimo storico fatto registrare dall’indice S&P500. Certo, la prudenza è sempre d'obbligo almeno fino a quando non arriveranno dei chiarimenti, ma pare eccessivo attribuire a questo incidente, come riportato da diverse testate finanziarie, la capacità di causare la fine del rally o anche di generare una correzione significativa.
Chiaramente, per la prosecuzione del rialzo azionario, bisogna sempre tener presente i rendimenti dei Bond USA che continuano a salire, con il 10 anni stabilmente sopra 1.7% e non solo, in quanto i tassi monetari USA sono tornati a scontare un rialzo abbondante dei tassi nel 2022 e oltre 3 rialzi entro la fine del 2023, quando secondo la mediana delle proiezioni dei membri della FED, i Fed Funds dovrebbero trovarsi ancora sui livelli attuali (vedi grafico, con negli istogrammi verdi indicato i rialzi prezzati in più sulle varie scadenze, rispetto a inizio anno).
Ciò spiega anche la forza del dollaro ma, ribadiamo, non a caso i mercati azionari hanno smesso di ossessionarsi sulla sostenibilità, sul rialzo dei rendimenti, sulla valuta forte ad eccezione, forse, del NASDAQ, che ne risulta un po' infastidito a causa dei multipli elevati.
Infine da rimarcare la discesa dell’indice della volatilità VIX (la volatilità implicita sull'S&P 500), che dopo aver passato 11 mesi sopra il valore di 20, un livello che normalmente è coerente con correzioni minori e volatilità, ora sta rientrando. E' possibile che un cambio strutturale di range alimenti un aumento dell'azionario nei fondi quantitativi “vol control”, che potrebbe andare a alimentare ulteriori salite. In generale il calo della volatilità implicita libera budget di rischio, anche se è possibile che molti investitori avessero adeguato i loro sistemi a questa nuova realtà.
Infine c’è da monitorare l’azione dei colossi finanziari (hedge fund, banche, ecc.) che iniziano a ribilanciare i vari Portafogli per il trimestre appena entrato.
Rispetto ai grandi investitori, mutano molto rapidamente la percezione sui mercati azionari dei piccoli e medi speculatori sulle opzioni su azioni dell’S&P500. Al contrario della scorsa settimana, il rapporto tra put e call acquistate è sceso a 42 da quasi 58.
Leggermente diversa la situazione per quanto riguarda le previsioni del sentiment tra gli investitori. Il rapporto tra Rialzisti e Ribassisti è sceso a 22.62 rispetto al 30,38 della precedente settimana. Un dato comunque alto in generale anche se non così euforico come quello riportato la settimana scorsa (v. grafico):
Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Gran bel recupero dei prezzi con la rottura della resistenza in area 13300 (testata 6 volte). Molto importante la conferma sopra tale area per poter continuare il rialzo andando come prima cosa a chiudere il gap down di metà febbraio a 13545.45 per poi incontrare una piccola resistenza in area 13700, infine per andare all’attacco del precedente massimo storico. Di contro troviamo un supporto in area 12600/12700 per poi effettuare un re-test in area 12250 (ritracciamento del 50% della gamba rialzista 4-5 cerchiata in bianco). Il livello di RSI a 57 mostra ampio spazio per recuperare le perdite dell’ultima discesa registrata. La settimana si è chiusa a 13329.51 con un guadagno del + 4,30% che porta l’indice ad un guadagno del + 3,42% da inizio anno 2021.
Chiusura di settimana con il botto per l’indice S&P500, che fa registrare un nuovo massimo storico a 4020.63 rompendo di netto l’area psicologica dei 4000. Il precedente pullback con i prezzi a testare la trendline ascendente si è rivelato un buon trampolino di lancio per nuovi rialzi. Ora, molto importante stabilizzarsi sopra area 4000 per proiettarsi verso per il prossimo obiettivo: l’area 4110. Di contro, il re-test della trendline ascendente dovrebbero frenare le eventuali correzioni. L’RSI a 63 indica che c’è ancora dello spazio per ulteriori piccoli allunghi. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4019.87 con un guadagno del + 2,82% il che porta ad una performance del + 7,02% da inizio 2021.
L’indice DOW JONES in apertura della scorsa settimana ha fatto registrare un nuovo massimo storico a 33259 che lima di qualche tick il precedente record, per poi lateralizzare nei giorni seguenti. La resistenza posta in area 33400, in combinazione con un livello RSI di 66.5 ha fermato, per il momento, il rialzo. La rottura di detto livello proietterebbe i prezzi in area 34150. Viceversa l’eventuale correzione riporterebbe i prezzi a testare l’area dei 32100/32200 coincidente con la trendline ascendente. Non pensiamo vada oltre, almeno nel breve. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33153.21 il che porta ad un guadagno del + 1,64% il che riporta ad una performance del + 8,32% da inizio anno 2021.
ORO INDEX
Brutto inizio di settimana per la commodity con i prezzi che, in contrapposizione all’apprezzamento dei rendimenti dei titoli di Stato, scendevano andando a rompere l’area 1700 ed a ritestare i recenti minimi in area 1670 $/oz. In seguito sono ricomparsi gli acquisti che hanno riportato i valori ben sopra l’area dei 1700 andando a chiudere la settimana presso che in linea con la chiusura della settimana precedente. Anche per la prossima settimana rimangono fermi questi due parametri: al rialzo la prima resistenza posta in area 1770 $/oz. (ritracciamento del 50,0% dell’ultima gamba rialzista); al ribasso l’area 1670, la cui rottura proietterebbe i prezzi in area 1610/1600 $/oz. (ritracciamento del 76,4% dell’ultima gamba rialzista).
Stessa situazione temporale per le quotazioni del Platino che, dopo aver toccato un minimo a 1149.50 $/oz. ad inizio settimana, effettua un buon recupero terminando le contrattazioni sopra l’area 1200 $/oz. Mentre continua la flessione dei prezzi sull’argento anche se in chiusura settimanale di contrattazioni recupera i valori della settimana precedente. Sui nostri tre investimenti in ETC da segnalare solo il guadagno su quello relativo al Platino. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1728.40 $/oz. facendo registrare una perdita del + 0,19% che porta il deficit da inizio anno al – 8,80%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1734.82 $/oz. con una perdita del + 0,23%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2021:
LA POLITICA DEGLI STATI UNITI
Lo scorso mercoledì il presidente Joe Biden, ha illustrato il piano infrastrutturale da oltre 2 trilioni di dollari. Piano che sarà finanziato tramite un aumento delle tasse e misure volte a fermare l’offshore dei profitti. La proposta prevede 621 miliardi per le infrastrutture dei trasporti, 400 miliardi per l’assistenza ad americani anziani e con disabilità, oltre 300 miliardi per il miglioramento di infrastrutture per l’acqua potabile, la diffusione dell’accesso alla banda larga e la riqualificazione delle reti elettriche, più di 300 miliardi per la costruzione e l’adeguamento di alloggi a prezzi accessibili, insieme alla costruzione e riqualificazione delle scuole, 580 miliardi da investire nel manifatturiero, in ricerca e sviluppo, nella formazione professionale.
Più nello specifico, per quanto riguarda l’ambito delle infrastrutture dei trasporti, si punta a modernizzare 20.000 miglia di strade ed autostrade e 10.000 ponti. Inoltre, 20 miliardi saranno dedicati a programmi di sicurezza stradale per ridurre incidenti mortali per ciclisti e pedoni, 20 miliardi per riconnettere vicinati divisi da progetti di autostrade, 85 miliardi per il trasporto pubblico. Ancora, 25 miliardi per aeroporti, 17 miliardi per vie navigabili interne, porti costieri, traghetti ed investimenti per la pulizia dell’inquinamento dell’aria nei porti. Il piano si rivolge anche al mondo delle auto elettriche, con un investimento da 174 miliardi per stimolare le catene di approvvigionamento domestiche, agevolazioni per gli acquirenti delle auto, fondi per l’installazione di mezzo milione di stazioni di ricarica nel paese entro il 2030. Nell’ambito delle infrastrutture della casa, il piano porterebbe alla sostituzione di tutti i tubi di piombo che trasportano l’acqua, propone l’accesso alla banda larga per circa il 35% degli americani delle zone rurali, la costruzione o riqualificazione di due milioni di unità abitative. Al miglioramento e alla costruzione di scuole pubbliche sono destinati 100 miliardi. La proposta include anche la chiusura di pozzi di petrolio e gas e di miniere abbandonate. Il piano andrà a finanziare anche l’assistenza domiciliare o di comunità a centina di migliaia di cittadini anziani o con disabilità, creando posti di lavoro ben retribuiti nell’ambito dell’assistenza. Per il settore manifatturiero e della ricerca, 50 miliardi saranno investiti nella produzione interna di semiconduttori, 180 miliardi in ricerca e sviluppo con un’attenzione per l’energia pulita.
Interessante la mossa ‘green’ del piano che prevede il passaggio all’elettrico degli scuolabus e dei veicoli federali. Il piano dell’amministrazione chiede di elettrificare almeno un quinto della flotta da quasi 500.000 scuolabus statunitensi e di convertire all’elettrico l’intero parco veicoli federale, ovvero circa 650.000 mezzi. Secondo la proposta i fondi saranno utilizzati anche per aiutare i distretti scolastici ad eliminare prodotti monouso nelle mense. Nel campo dell’istruzione, viene richiesto un investimento da 10 miliardi nella ricerca e nello sviluppo nei college e nelle università storicamente afroamericane, ed altri 15 miliardi per creare centri di eccellenza nelle HBCU (Historically black colleges and universities - università storicamente afroamericane). Entrando ancora nel dettaglio del piano, è prevista la creazione di un ufficio all’interno del Dipartimento del Commercio per sorvegliare le catene di approvvigionamento essenziali della nazione, le cui vulnerabilità sono state esposte durante la pandemia. Di nuovo, in ambito ‘green’, viene richiesto di investire 35 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per progetti su tecnologie che mitighino i cambiamenti climatici e creino posti di lavoro.
Particolare attenzione nel piano è dedicata alla lotta alle disuguaglianze; 20 miliardi sarebbero destinati ai trasporti nelle comunità isolate o danneggiate da progetti precedenti. La Casa Bianca ha indicato città, tra cui New Orleans, Syracuse e New York, dove imprese e case di afroamericani sono state demolite per costruire autostrade. L’amministrazione Biden ha anche richiesto 20 miliardi in crediti d’imposta per costruire o riqualificare 500.000 case in comunità bisognose. La proposta dell’amministrazione Biden punta anche a contrastare leggi urbanistiche selettive, incluse restrizioni su unità abitative multifamiliari, che spesso hanno contribuito alla segregazione razziale e a prezzi più alti.
Gina Raimondo, segretaria al Commercio, al programma televisivo “Mad Money”, presentato da Jim Cramer sulla CNBC, mercoledì scorso ha parlato del piano: “Se agiamo ora…competeremo con la Cina. C’è tempo per farlo, per ricostruire, per costruire in particolare nei semiconduttori, ma dobbiamo occuparci di farlo”. Nella proposta di Biden, come detto in precedenza, 50 miliardi di dollari sono dedicati ad investimenti in produzione e ricerca di semiconduttori.
L’amministrazione Biden punta ad approvare una prima proposta che ha lo scopo di creare posti di lavoro, rimodernare le infrastrutture USA e combattere i cambiamenti climatici; la seconda parte della proposta, che dovrebbe essere presentata nel corso di questo mese, andrebbe ad agire sull’istruzione, l’espansione dei permessi retribuiti e della copertura sanitaria.
La spesa, nell’idea di Biden, sarebbe sostenuta con un incremento delle tasse. Il presidente prevede di aumentare al 28% l’aliquota d’imposta sulle società e vuole aumentare l’imposta minima globale per le multinazionali a garantire che paghino almeno il 21% di tasse in qualsiasi paese. L’amministrazione punta anche a scoraggiare le imprese dall’elencare i paradisi fiscali come loro indirizzi e cancellare le spese relative all’offshore. Parte della spesa sarebbe sostenuta anche eliminando crediti d’imposta e sussidi per i produttori di combustibili fossili.
Se da un lato i Repubblicani appoggiano un piano che punta a riqualificare le infrastrutture dei trasporti e ad espandere l’accesso alla banda larga, dall’altra non vedono di buon occhio un aumento delle tasse. Proprio il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell ha affermato che il piano esposto mercoledì scorso non sarà supportato dai Repubblicani. Mercoledì mattina McConnell, ad una conferenza in Kentucky, ha detto: “È come un cavallo di Troia. Si chiama ‘infrastruttura’, ma all’interno del cavallo di Troia ci saranno più soldi prestati ed un aumento di tasse massiccio su tutte le parti produttive della nostra economia”. A meno che un gruppo di dieci senatori Repubblicani rompa con McConnell o Biden riveda il piano, i Dem dovranno ricorrere al processo di riconciliazione per far passare il pacchetto. Giovedì Biden ha annunciato che cinque funzionari di Gabinetto si occuperanno di confrontarsi con il Congresso sul piano delle infrastrutture, elaborando i dettagli della proposta e presentandola al pubblico.
Diversi gruppi di imprese, come la Camera di Commercio statunitense, sono contrari all’aumento di tasse. Un lobbista ha dichiarato alla CNBC che diversi suoi clienti sembravano essere divisi sulla possibilità di appoggiare o meno la proposta di aumento delle tasse perché le aziende americane attendono da tempo un piano infrastrutturale massiccio. Altri lobbisti hanno detto che i loro clienti si sarebbero affidati a gruppi di sostegno come la Camera di Commercio, la Business Roundtable e la RATE Coalition. Quest’ultimo sostiene il mantenimento dell’aliquota dell’imposta sulle società al 21%. L’ex senatrice Blanche Lincoln, una dirigente di RATE, ha respinto la proposta della nuova aliquota aziendale chiedendo al Congresso e all’amministrazione di concentrarsi piuttosto sulla chiusura delle scappatoie fiscali che permettono ad aziende redditizie di pagare poche o nessuna tassa.
Nel caso in cui i Dem non fossero in grado di portare dalla loro parte 10 senatori del Grand Old Party, proveranno ad approvare il disegno di legge tramite il processo di “riconciliazione” (che permette il passaggio di leggi con una maggioranza semplice). Al momento, i Democratici avranno altre due possibilità di ricorrere alla riconciliazione del bilancio prima delle elezioni di metà mandato del 2022; secondo NBC News, il leader dei Democratici al Senato, Chuck Schumer spera di convincere la consulente ufficiale del Senato per l’interpretazione delle regole del Senato e della procedura parlamentare a permettere ai Dem di ricorrere al processo almeno una volta in più.
Biden è intenzionato ad ascoltare le proposte Repubblicane riguardo le infrastrutture: “Avremo una negoziazione in buona fede con qualsiasi Repubblicano che vuole aiutare ad ottenere questo risultato, ma dobbiamo ottenerlo”.
I Democratici dovranno valutare se accorpare le misure sulle infrastrutture fisiche con altre politiche di ripresa, dato che verosimilmente i Repubblicani non sarebbero disposti a sostenere ulteriore spesa per rafforzare la rete di previdenza sociale, soprattutto a fronte di un aumento delle tasse sui ricchi per finanziare i programmi.
Sulla seconda parte del piano, che si concentrerà su istruzione, congedi retribuiti e assistenza sanitaria, è intervenuto il capo dello staff della Casa Bianca, Ron Klain, al quale, giovedì a Politico, è stato chiesto se la proposta includerà un piano assicurativo simile a Medicare: “L’assistenza sanitaria sarà certamente parte di questo, con un focus sul tentativo di abbassare i costi per la maggior parte degli americani, in particolare per quanto riguarda i farmaci da prescrizione, e sforzi anche per espandere l’assistenza sanitaria a prezzi accessibili”. Dal momento che i Repubblicani si opporranno agli sforzi di espandere il coinvolgimento del governo nell’assistenza sanitaria, probabilmente i Dem dovranno utilizzare il processo di riconciliazione per far passare un’opzione pubblica, trovando però un punto di accordo anche al loro interno.
Non è chiaro se Biden includerà un’opzione pubblica assicurativa nel disegno di legge di riconciliazione o come utilizzerebbe altrimenti il piano per tagliare costi ed espandere la copertura.
LA POLITICA DELLA FED
Mercoledì scorso Janet Yellen, segretario al Tesoro, ha presentato un’agenda di tre punti per affrontare le attuali minacce al sistema finanziario della nazione. Durante l’incontro del Financial Stability Oversight Council (organizzazione del governo federale con lo scopo di identificare i rischi che minacciano la stabilità finanziaria statunitense, promuovere la disciplina dei mercati, rispondere alle minacce emergenti alla stabilità del sistema finanziario USA), Yellen ha spiegato che gli sconvolgimenti di mercato dello scorso anno all’inizio della pandemia avrebbero potuto essere peggiori. Yellen ha detto: “Se non fosse stato per la rapida azione della Federal Reserve, del Tesoro, del Congresso e di altri, queste tensioni avrebbero potuto portare ad una contrazione economica perfino più grande. In effetti, adesso stiamo uscendo da un buco profondo, ma dovremmo essere consapevoli che questo buco avrebbe potuto facilmente essere più profondo”. Secondo un resoconto di una sessione esecutiva, la commissione “ha trattato i recenti sviluppi di mercato relativi alle attività dei fondi di investimento”; nei giorni precedenti all’incontro, infatti, Archegos è stato al centro di perturbazione del mercato relativamente a richieste di margini.
Tre le aree che il consiglio dovrà affrontare, come indicato da Yellen. Le vulnerabilità nel mercato monetario e i fondi comuni di investimento a durata indeterminata ed altre questioni del mercato finanziario non-bancario, debolezze nel mercato dei Treasury statunitensi, ma anche i pericoli che il cambiamento climatico potrebbe comportare per il sistema. Sarà poi istituito nuovamente il gruppo di supervisione dei fondi di investimento del Financial Stability Oversight Council (FSOC). Yellen si aspetta che il FSOC affronti anche le minacce informatiche, il crescente utilizzo di istituzioni non bancarie per il credito alle imprese e la crescente presenza di valute digitali.
Lunedì scorso Cristopher Waller, membro del Federal Reserve Board of Governors, in un discorso al Peterson Institute for International Economics ha respinto l’idea che la banca centrale stia tenendo bassi i costi di prestito per aiutare a riparare il debito o che stia portando avanti acquisti di asset per finanziare il governo federale carico di debiti. Waller ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza della FED rispetto al Congresso.
DATI MACROECONOMICI
Nuova clamorosa sorpresa dal rapporto sulla fiducia dei consumatori nel mese di marzo, rilasciato martedì scorso dal Conference Board. Dai 90,4 punti di febbraio (dato rivisto da 91,3) si è passati agli attuali 109,7. Numeri ben oltre le attese, con un consensus che era fissato a 96,9 punti. Nel dettaglio incremento di 20.4 punti a 110.0 della situazione attuale e balzo di quasi altrettanti punti (+18.7 a 109.6) delle aspettative.
Crescita significativa per il Chicago PMI (che fotografa le condizioni del settore manifatturiero della regione di Chicago) che a marzo ha marcato il massimo dal luglio 2018, uno tra i livelli maggiori di sempre, superato solo una manciata di volte negli ultimi 20 anni. Dopo la flessione del mese scorso, con un calo a 59,5 punti, il dato sale a 66,3 superando le previsioni (il consensus era fissato a 60,7). Il dato è rilasciato da ISM-Chicago.
A febbraio registra un calo del 10,6% il dato relativo ai contratti pendenti di vendita di abitazioni, indicatore basato su contratti immobiliari firmati per abitazioni già esistenti. Il consensus prevedeva una flessione molto più contenuta, del 2,6%. Il 2021 è iniziato all’insegna del ‘meno’, visto che già a gennaio era stato registrato un -2,4% (rivisto da -2,8%). E' evidente che per l'attività immobiliare il momento migliore, quello coi tassi a 0.5%, è passato. Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.
Moderata delusione dai jobless claims, che però restano sempre più bassi rispetto ai mesi di gennaio/febbraio. Dopo la discesa registrata la settimana terminata il 19 marzo (dato revisionato a 658 mila), il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione torna a salire, raggiungendo quota 719 mila. Un dato ben oltre le attese di crescita, con un consensus che era fissato a 680 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
In crescita ed appena oltre le attese, il PMI manifatturiero di marzo rilasciato da Markit Economics. Il dato passa dai 58,6 punti di febbraio agli attuali 59,1. Il consensus era fissato a 59,0.
Il dato PMI manifatturiero a cura dell’Institute for Supply Management è stato invece un’autentica bomba, uscendo al livello più alto dal 1983. L’incremento significativo si è attestato a 64,7 di marzo, dai 60,8 punti di febbraio. Secondo il consensus la crescita si sarebbe attestata a 61,3 punti. Nello specifico, la forza è confermata anche dai nuovi ordini manifatturieri che salgono dai 64,8 punti di febbraio agli attuali 68, ai massimi da inizio 2004. Mentre i prezzi calano da 86 punti a 85,6 e l’occupazione raggiunge i 59,6 punti dai 54,4 di febbraio.
Infine i dati più importanti relativi al mese di marzo con i dati sull’occupazione non-agricola nel settore pubblico, nel quale sono stati creati 916 mila nuovi posti di lavoro, contro un consensus fissato a 647 mila. Il dato evidenzia una forte crescita rispetto ai 468 mila nuovi posti di lavoro di febbraio (dato revisionato da 379 mila); ed anche nel settore privato che ha aggiunto 780 mila posti di lavoro contro una stima di 575 mila; anche in questo caso è stato ampiamente migliorato il dato di febbraio di 558 mila (revisionato da 465 mila). I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Continua la lenta discesa del tasso di disoccupazione, che dal 6,2% del mese di febbraio è calato al 6% di marzo (in linea con il consensus); è il dato più basso da marzo dello scorso anno. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
In lieve rialzo il numero medio di ore settimanali lavorative di dipendenti in posti di lavoro non-agricoli privati. Dalle 34,6 ore di febbraio, a marzo si è passati a 34,9; appena sopra il consensus di 34,7. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
PORTAFOGLI AZIONARI
La settimana scorsa ci auguravamo, nei giorni di avvicinamento alle festività pasquali, di trovare in regalo qualche bell’ovetto di cioccolato. Ebbene la buona sorte non ha lesinato soddisfazioni su entrambi i Portafogli azionari.
Iniziamo dal Portafoglio LombardReport e dalla strategia Nasdaq Weekly, con la vendita totale dei titoli MONDELEZ e BAIDU (ultimo arrivato) che ci hanno fatto guadagnare un bel 7% cadauno. Sugli altri titoli tutte positività con NETFLIX ad un soffio dal target, mentre AURORA CANNABIS dovrebbe beneficiare della notizia della legalizzazione ad uso “ricreativo” anche nello Stato di New York, portando a 15 gli Stati americani che hanno legalizzato tale prodotto. Ovviamente in prospettiva che anche altri Stati seguano l’esempio.
Per quanto riguarda il Portafoglio “The Challenge”, siamo andati a target sull’ETF: LYXOR_STOXX_EUROPE_600_FOOD&BEVERAGE, che ci ha regalato un buon + 10,57 %, da non disprezzare visto il carattere di settore difensivo. Anche su questo comparto, appena possibile, rientreremo in acquisto. Nessun nuovo acquisto in settimana sui titoli in attesa, mentre per quanto riguarda quelli in Portafoglio, quasi tutti positivi, su CRONOS e ZOOM è ancora molto presto per pensare ad acquistarne un secondo lotto.
Alla prossima.
FOCUS SU TITOLI
TESLA – La berlina Model 3 e la domanda in Cina per la nuova Model Y hanno portato ad un numero di consegne superiore alle attese nel primo trimestre. Nei primi tre mesi del 2021 Tesla ha consegnato 184.800 nuove auto, una crescita superiore al 100% rispetto all’anno scorso e del 2,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2020. In una dichiarazione rilasciata insieme ai numeri di produzione, Tesla ha affermato: “Siamo incoraggiati dalla forte accoglienza di Model Y in Cina e stiamo rapidamente raggiungendo la piena capacità di produzione”. “Anche le nuove Model S e Model X sono state accolte straordinariamente bene, con la nuova dotazione installata e testata nel primo trimestre e siamo nelle prime fasi della crescita della produzione”.
UNITED AIRLINES – La compagnia aerea starebbe pianificando l’assunzione di circa 300 piloti. Il vice presidente senior delle operazioni di volo dell’United Airlines, Bryan Quigley, ha detto in una nota: “Con il tasso di vaccinazione in aumento e la domanda di viaggi in rialzo, sono entusiasta di condividere che United riprenderà il processo di assunzione piloti che era stato interrotto l’anno scorso”. “Inizieremo con circa 300 piloti che avevano una data del corso di assunzione annullata o che hanno avuto un’offerta di lavoro condizionata nel 2020”.
MICRON TECHNOLOGY – La carenza mondiale di chip, che ci si aspetta possa durare tutto l’anno, fa andare a gonfie vele Micron Technology. L’azienda sta lavorando quasi al massimo delle sue capacità per dare risposta alle necessità dei clienti. Il trend rialzista di Micron Technology potrebbe andare avanti per un po’, spinto dalla carenza globale di semiconduttori che innalza le richieste e nuove tecnologie come sistemi di intelligenza artificiale in data center, il lancio delle reti mobili 5G e dispositivi elettronici più potenti. Micron ha avuto un ottimo secondo trimestre e le previsioni di ricavo e degli utili rettificati per azione per il terzo trimestre fiscale del 2021 cresceranno rispettivamente del 31% e del 98% rispetto all’anno scorso.
INTUITIVE SURGICAL – L’azienda produttrice dei robot-chirurgici “da Vinci” si sta spingendo più in profondità nell’estremo oriente, mentre produttori di Corea del Sud, Cina e Giappone iniziano a lanciare macchine rivali. Al momento Intuitive vende i sistemi da Vinci direttamente ad enti della sanità in Cina, Giappone, Corea del Sud, India e Taiwan. In Cina il governo ha stabilito una quota d’acquisto per dispostivi medici, chirurgia robotica inclusa, e per questo Intuitive ha assunto un partner locale per assicurarsi il maggior numero di ordini possibile. L’intero processo potrebbe richiedere anni, tra il rilascio della quota dal governo e l’installazione in ospedale del robot. Si stima che entro il 2027 il mercato della chirurgia robotica varrà 10 miliardi di dollari e più di un quarto sarà in Cina. Il governo cinese non è tipicamente entusiasta di dipendere da fornitori esteri e negli ultimi anni ha fondato almeno 30 start-up nel campo dei dispositivi medici. Anche Giappone e Corea del Sud hanno aziende che cercano di ritagliarsi uno spazio in questo campo. A fine 2020 Intuitive aveva 3.720 sistemi da Vinci operativi negli USA, 112 ogni 10 milioni di residenti; questo numero in Asia è solo 3. A causa di una differenza del reddito medio, è improbabile che l’azienda possa mai raggiungere lo stesso livello di diffusione. Questa differenza tra USA ed Asia, mostra quanta possibilità di crescita ci sia nei prossimi decenni. Una crescita che probabilmente sarà irregolare, dal momento che l’Asia non è un mercato unico.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.
LULULEMON ATHLETICA – 4,12%. La La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel 4° trimestre 2020 pari a 2,58 $/az. su ricavi per 1,73 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,49 $/az. su ricavi per 1,66 mld $. Il fatturato è cresciuto del 23,8 % su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il 1° trimestre 2021 utili tra 0,86 e 0,90 $/az. su ricavi tra 1,10 e 1,30 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,82 $/az. su ricavi pari a 999,54 mln $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili per il 2021 tra 6,30 e 6,45 $/az. su ricavi tra 5,55 e 5,65 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 6,72 $/az. su ricavi di 5,42 mld $.
In una nota, l’azienda afferma che è ancora all'inizio del suo potenziale e che ha molte opportunità di crescita. L’azienda continua a essere sottostimata dal punto della presenza fisica nelle aree geografiche raggiunte e quindi sta pianificando di aprire 40-50 nuove sedi principali a livello globale nel 2021.
MICRON TECHNO + 5,02%. La società è un produttore e distributore di DRAM, memorie Flash NAND, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato utili nel 2° trimestre fiscale 2021 pari a 0,98 $/az. su ricavi per 6,24 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,95 $/az. su ricavi per 6,21 mld $. Il fatturato è aumentato del 30,0% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre fiscale 2021 tra 1,55 e 1,69 $/az. su ricavi tra 6,90 e 7,30 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di 1,32 $/az. su un fatturato di 6,79 mld $.
Sanjay Mehrotra, Presidente e CEO della società, ha affermato: "L'ottima performance di Micron nel secondo trimestre riflette il rapido miglioramento delle condizioni di mercato e una esecuzione solida dei programmi. La nostra leadership tecnologica sia in DRAM che NAND pone l’azienda in una posizione eccellente per capitalizzare la forte domanda guidata da AI (Intelligenza Artificiale) e 5G e per fornire ai clienti nuovi livelli di implementazione e innovazione nei data center e nell'intelligence edge. Gli investimenti di spese in conto capitale al netto, sono state di 2,88 mld $ nel secondo trimestre fiscale, che hanno portato a flussi netti di cassa rettificati pari a 174 mln $. Micron ha concluso il trimestre con liquidità, investimenti negoziabili ed altri tipi di liquidità pari a 8,57 mld $, per una posizione netta di cassa pari a 1,95 miliardi di dollari”.
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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO