Sell in May and go away?
Lato azionario, la tentazione dovrebbe divenire progressivamente irresistibile. Dopo mesi di rally senza correzioni significative, indotto dai fiumi di liquidità immessi nei circuiti finanziari dalle Banche Centrali, mentre le economie reali si sono ripiegate su se stesse a causa dei lockdown indiscriminati imposti dai governi, quella discrasìa più volte evidenziata tra dinamiche finanziarie ed economia reale ha raggiunto livelli davvero preoccupanti. Si conferma quindi che in “termini di rischio-rendimento il focus deve rimanere sulla protezione dei portafogli”, approfittando del momento favorevole per abbassare il profilo di rischio del proprio portafoglio, a partire dagli USA, riducendo le strategie direzionali e privilegiando fondi flessibili, abbassando comunque la volatilità di portafoglio.
Treasury.
I rendimenti dei governativi statunitensi rimangono stabili (1,56% il decennale) senza riuscire a distaccarsi molto dai massimi di periodo, in quella che sembra una semplice pausa di consolidamento all’interno del movimento di risalita dei rendimenti in essere da inizio 2021 (anzi, a ben guardare, si tratta di un movimento iniziato già nell’ultimo trimestre 2020). Nonostante il supporto della Fed, i rendimenti dei Treasury restano sotto pressione per i più che probabili focolai inflazionistici che seguiranno il piano fiscale aggressivo dell’amministrazione Biden, per di più in un contesto di politiche monetarie ancora ultra-espansive. In ottica trading, tuttavia, lo spazio per un rimbalzo dei corsi sembra esserci.
Dollaro USA.
Contro euro il dollaro USA si è ancora indebolito (PC: 1,2067), riportandosi oltre la soglia psicologica posta a 1,2000, confermando così i segnali di rinnovata debolezza sul biglietto verde evidenziato nelle ultime settimane. In ottica plurisettimanale occorre però il superamento della forte resistenza a 1,2200 per avere un nuovo segnale rialzista per l’euro (al momento prematuro).
- Preziosi: il comparto permane in un contesto laterale, “frenato dalla risalita dei rendimenti dei Treasury e dal rimbalzo del dollaro Usa in essere da inizio anno. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (= “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene comunque un contesto favorevole sul comparto in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico”.
Il Platino (che rimane il metallo prezioso più performante su orizzonti plurimensili, cfr. grafico) sta tentando una risalita dopo una fase di riaccumulazione; l’Argento sta consolidando all’interno dell’ampio intervallo dell’ultimo semestre, mentre l’Oro sta ancora consolidando dando segnali di buona tenuta ma non ancora di rinnovata forza. Il Palladio ha proseguito nel rialzo, consolidando appena al di sopra dei picchi di un anno orsono.
Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:
Oro, ticker PHAU: PC 139,45; Argento, ticker PHAG: PC 20,142; Platino, ticker PHPT: PC 95,200. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,195. Alle posizioni lunghe aggiungiamo il frumento (ticker WEAT: PC 0,6487) e valutiamo l’inserimento la prossima settimana anche del mais (ticker CORN: PC 0,9244).
Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,157).
Sul fronte commodities monitoriamo l’andamento anche del Cotone (ticker COTN: PC 2,092), che sembra volersi riportare al test dei picchi di fine febbraio. Le tensioni che si registrano sui prezzi di diverse materie prime sembrano anticipare l’arrivo dell’inflazione nei mesi a venire: è certamente uno dei temi più dibattuti del momento.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)