Si conclude oggi il collocamento del nuovo Btp Futura, giunto ormai alla terza edizione, dopo l’esordio di luglio 2020 e il bis di novembre dello stesso anno. Leggendo i numeri, questa terza edizione non decolla, e sta raccogliendo meno della seconda edizione collocata a novembre scorso. Infatti, ieri a fine giornata gli ordini dei risparmiatori italiani si sono fermati a 3,67 miliardi rispetto ai 3,92 miliardi che erano stati prenotati nelle prime due giornate dell’emissione precedente.
Obiettivamente, non si può dire che sia stato un flop, ma nemmeno il successo (forse) sperato dal Tesoro, che ha avuto la possibilità di collocare un bond in condizioni di estremo favore, mai viste prima, a maggior ragione con la figura di Mario Draghi a capo del nostro esecutivo. Però, evidentemente, i risparmiatori hanno imparato (sulla loro pelle) a farsi un po’ furbi.
Nel senso che è evidente che il mandato di Draghi è a termine, e finito il momento di emergenza torneremo a confrontarci con la pochezza dei nostri politici. E quindi, in prospettiva, l’eventualità che ci siano altre aggressioni finanziarie ai nostri danni va tenuta in considerazione. Poi chiaro che si spera che ciò non accada, anche perché a ben guardare gli altri Stati europei non se la passano proprio benissimo. Ma noi rimaniamo l’animale più debole del branco e quindi la preda preferita.
Tornando alla nuova emissione del Btp Futura, quali potrebbero essere i motivi di questo poco interesse da parte dei risparmiatori? Oltre alla possibile lungimiranza di cui ho detto sopra, è molto probabile che la durata a sedici anni scoraggi non poco, soprattutto ora che la curva dei rendimenti è in salita e in prospettiva i tassi potrebbero – anche se non subito – tornare a salire. In effetti il rischio tasso di questo bond non è per nulla trascurabile.
Altro motivo potrebbe essere l’oggettiva difficoltà del piccolo investitore di comprendere l’effettiva remunerazione del titolo. Infatti, questa emissione di Btp Futura ha un meccanismo più complicato in merito al premio fedeltà che in questa emissione è doppio e prevede un acconto dopo i primi 8 anni. In ultima analisi, parrebbe anche che il meccanismo delle cedole step-up non sia particolarmente gradito, visto che in media il retail ha più dimestichezza con un unico tasso e non con scaglioni temporali che rendono non immediata la percezione del tasso medio alla scadenza.
E infine, non va dimenticato che le famiglie italiane sono schiacciate dalla crisi scatenata dalla pandemia che ci affligge da oltre un anno. E poco conta che stando ai numeri ufficiali sul risparmio italiano i conti correnti siano pingui di liquidità. In un momento come questo, dove non vi è nessuna certezza sul futuro, con danni economici in tutti i settori, con una manciata di fave al posto di sostegni economici degni di tale nome, è normale che i risparmiatori prudenti – che è poi il target che queste emissioni vogliono colpire – stiano alla finestra e si tengano ben stretti i soldi che ancora hanno.
Analisi ZC-Yield Curve
La nuova lettura della ZC-Yield Curve mostra ancora una sorta di stabilità dei rendimenti rispetto alla scorsa analisi, con solo qualche minimo aggiustamento su alcune scadenze, in particolare allargando un po’ su quelle lunghe. Il rendimento della scadenza a 10 anni sale leggermente portandosi allo 0,10% dal precedente 0,04% mentre la scadenza trentennale rimane ferma allo 0,50%. Non si modifica la forma della curva, ormai consolidata con la parte a breve e medio ben inclinata per poi ridurre l’inclinazione sul tratto a lunga e appiattirsi sulle scadenze dal 2045 in poi. La curva evidenzia sempre un massimo di rendimento sulle scadenze 2046-2048, ma ora sopra area 0,52% rispetto ad area 0,51% della scorsa analisi. Piccoli movimenti anche sui tassi forward su Euribor 6 mesi, con il tratto a medio che torna in area 0,80% di rendimento, mentre il tratto a lunga tende a salire si porta oltre area 1,00%. Il tratto a breve resta invece stabile, sempre inclinato positivamente e fermo intorno ad area -0,40%.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, osserviamo alcuni movimenti di aggiustamento sui mercati obbligazionari, che non cambiano il quadro generale in ottica strategica, ormai consolidato. Sull’area UK, dopo i massimi relativi sopra area 0,90%, è in corso una correzione che per ora ha riportato il Gilt verso area 0,70% con Trendycator sempre stabile sul LONG. Il BUND, invece, vede rendimenti in salita tornando a testare la resistenza di breve posta a -0,20% di rendimento e con il modello Trendycator che si conferma con stato NEUTRAL. Sempre laterali i rendimenti del nostro Btp, ora a contatto con la resistenza di breve in area 0,80%, livello superiore del trading range 0,50%-0,80% in cui il nostro decennale è inserito da inizio anno; modello Trendycator sempre SHORT. Trova una pausa anche la salita dei rendimenti dell’area USA con il Treasury decennale che dopo essere volato oltre l’1,70% di rendimento è ora in fase correttiva verso area 1,50% e con Trendycator stabilmente LONG.
Bond Governativi Mndo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Riprendiamo l’analisi del dollaro USA che, come da copione dei più classici testi di analisi tecnica, ha sviluppato il pullback verso area 1,20 – ora resistenza – livello sfondato a inizio marzo scorso. Sotto il profilo del modello Trednycator la situazione tecnica è stabile con indicazione NETRUAL da ormai cinque settimane.
Ora, se la potenziale inversione del trend a favore del dollaro si concretizza, dovremmo vedere un cambio EUR/USD incapace di superare area 1,20. Potremmo avere delle sedute ripetute a contatto con questo livello, senza che questo cambi le carte in tavola. Al momento siamo in chiara situazione di pullback e quindi solo una rottura al rialzo di 1,20 farebbe cambiare il quadro.
Inoltre, come si vede dal grafico, il cambio EUR/USD è ora inserito in un canale discendente, la cui origine è stata il massimo poco sotto area 1,24 e ora il pullback in corso ha portato il cross valutario a contatto con il bordo superiore del canale. Poi, come già detto nella scorsa analisi, il livello 1,16/1,15 minimo toccato qualche settimana fa, è un supporto tosto da bucare e quindi è del tutto normale la reazione partita da quel livello.
Per ora, quindi, restano aperte le due strade e sarà molto importante anche il comportamento del modello Trendycator. Il suo attuale stato NEUTRAL indica che il pullback non sta avendo la forza di sparigliare e, come già osservato nella scorsa analisi, sotto 1,15 è ragionevole che il Trendycator passi in stato SHORT, dando la stura definitiva all’inversione del trend che ha visto il dollaro soffrire contro euro per quasi un anno.