Le tensioni sui governativi in euro permangono. Una verifica tecnica e di rendimento di 5 titoli dalle caratteristiche ben diverse fra loro.
Cedole & dividendi
In un’altra giornata caratterizzata da meeting e conferenza stampa della Bce, i governativi europei sembrano aver ritrovato pace dopo le sedute abbastanza torride di inizio settimana, quando il decennale italiano era tornato sopra lo 0,80% di rendimento. Questa mattina ha aperto sullo 0,74%. Il quadro resta tuttavia instabile. Quindi poco altro c’è da aggiungere. Andiamo allora ad analizzare cinque titoli di un qualche interesse in una situazione di estrema indecisione.
La liquidità torna a scendere – Attenzione ai titoli in portafoglio. Una cattiva narrazione propone talvolta emissioni con ammontare circolante marginale. Sotto i 100 milioni di euro (o valuta equivalente) non si deve andare. Ancor meglio se si sale almeno sui 200 milioni. Gli scambi infatti tornano a scendere e questo non è un bel segnale o almeno è un segnale di potenziali tensioni: avere quindi in portafoglio obbligazioni apparentemente interessanti ma che nessuno né compra né vende è proprio farsi male da soli.
Btp€i 0,15% 2051 (Isin IT0005436701): il passare delle sedute consente di cominciare a costruire uno storico di riferimento. Un primo supporto inizia a identificarsi sui 94,3/94,5 euro, mentre si conferma una volatilità intraday interessante, salvo negli ultimi giorni. Il massimo a 102,18 è un altro ragguaglio. Per ora l’operatività si limita all’impiego della media mobile a 20 sedute, che dal 24 marzo risulta precisa nell’identificare fasi rialziste e ribassiste. Gli altri indicatori tecnici sono invece ancora poco puntuali.
Btp 1,7% 2051 (Isin IT0005425233): il “downside” è stato netto e si allinea su una trendline ribassista delineatasi a partire dal 12 febbraio scorso. Il titolo è uno dei migliori cavalli di battaglia per trading sia veloce sia “intraweek”. Dopo l’identificazione di un minimo storico a 96,95 euro sembra essersi messo in moto un mini rimbalzo, che troverebbe conferma solo con la rottura dei 99,1 euro (apertura questa mattina a 98,34), dove si è manifestata una recente area di congestione. Il movimento avviene comunque all’interno di un triangolo sempre più compresso. La volatilità sta fra l’altro salendo e quindi soltanto in presenza di significative oscillazioni all’insù si possono prendere posizioni con durata oltre la singola giornata.
Ivs 3% 2026 (Isin XS2049317808): dopo aver tanto sofferto e fatto soffrire il titolo è risalito sopra 100, quota che rappresenta un supporto ben preciso, poiché testato tantissime volte. Il mercato sembra volerlo difendere e da lì è partita una fase rialzista poco pronunciata e allineata fino al 12 aprile su una trendline che l’ha portato nell’area dei 101, pur a piccoli passi. Poi un po' di debolezza e il ritorno ai 100,6. È un titolo che diventa interessante se:
● comprato sui 100 nel caso la prospettiva sia di mantenerlo fino a scadenza;
● comprato su debolezze (sotto i 98) se lo si vuole gestire in maniera attiva.
La scarsa volatilità giustifica soprattutto la prima opzione, sebbene ancora cinque anni di vita residua comportino un rendimento netto in corso del 2,1% in presenza di una “duration” (sensibilità ai tassi) di 5, con un rapporto fra i due valori poco interessante. Non si dimentichi poi che c’è una call al 18/10/2022, la quale ancor più impone di escludere acquisti sopra 100.
Bei 8% 2027 in Mxn (Isin XS1547492410): la valuta messicana lentamente si rafforza, con un ritorno sui 24 contro euro, mentre i rendimenti governativi risalgono. Sul fronte dei titoli in peso il cavallo di battaglia resta il Bei 8%, che si dimostra ben scambiato ma soprattutto iper volatile dallo scorso mese di novembre. Ai 109 Mxn minimo di ieri corrisponde un 6% di yield, che ridiventa interessante dopo i picchi ribassisti sotto il 5% di fine febbraio. In questo caso la strategia migliore consiste nel mettere ordini con prezzi forzatamente ribassisti (per esempio 105-106). Gli spike di volatilità sono stati rilevanti negli ultimi mesi e fanno confidare in potenziali acquisti su yield ben oltre il 6% appunto.
Turchia 8% 2034 in Usd (Isin US900123AT75): un titolo altamente speculativo e caratterizzato da un’elevata volatilità. Dopo il tonfo di marzo – a causa di tensioni sulla Banca centrale di Ankara – e una discesa sui 103-103,5 $, ormai supporto testato molte volte, è risalito oltre i 110 $. Sempre bene gli scambi e un po' meno lo spread bid-ask, sui 100 pb. Il rendimento al 6,8% si colloca circa a metà fra massimi (7,6%) e minimi (5,9%) dell’ultimo anno, smentendo i catastrofisti che più volte hanno dato il Paese come vicino a un default.
I migliori yield in € a taglio 1.000 sul Mot
Romania |
4,625% 2049 |
XS1968706876 |
126 € - 3,2% |
Carraro |
3,5% 2025 |
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Newlat Food |
2,625% 2027 |
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Italia Btp |
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IT0005441883 |
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Italia Btp |
2,8% 2067 |
IT0005217390 |
120 € - 2,1% |
Alerion |
3,125% 2025 |
XS2083187059 |
104,2 € - 2,1% |
Grecia |
1,875% 2052 |
GR0138017836 |
99 € - 1,9% |