NASDAQ100 WEEKLY - Correzione in atto sull'indice tecnologico azionario, non così sugli altri due indici !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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Settimana sulle montagne russe, quella appena trascorsa, sui mercati azionari USA. Ad un inizio molto buono, sono susseguite tre giornate all’insegna dei ribassi; perdite che in chiusura di giornata di venerdì si sono trasformate in sonanti guadagni, tanto da recuperare le perdite settimanali con chiusure, addirittura, in guadagno sull’indice S&P500 e sul DOW JONES, mentre si conferma la rotazione settoriale in atto con forti vendite sui titoli dell’indice tecnologico, tartassando big caps, tech e semiconduttori che solo in chiusura riuscivano a recuperare parte delle perdite. Perdite dovute principalmente alle dichiarazioni del Presidente della FED, Powell, che per la prima volta ha dichiarato che il tendenziale dell’inflazione è al rialzo, anche se solo temporaneamente e ciò, come riportato varie volte su queste colonne, pregiudica maggiormente le società a multipli più elevati come quelle del NASDAQ100. Ma anche il rendimento del 10 anni Treasury che si è riportato sopra quota 1,50% ed i tassi reali a – 0,64% cosa che costituisce un inasprimento delle condizioni finanziarie, hanno contribuito ad innervosire i mercati (v. grafico):

Diverse fonti autorevoli, tra cui il Presidente della Commissione di Regolamentazione del mercato bancario ed assicurativo cinese, Guo Shiqing, hanno dichiarato di essere molto preoccupati dei rischi emergenti da bolle nei mercati azionari globali e nel mercato immobiliare e che, prima o dopo, codesti mercati dovranno affrontare profonde correzioni. In genere, quando un buon numero di autorità di alto profilo mette periodicamente in guardia contro lo scoppio di bolle, ciò di solito rappresenta una caratteristica del loro sviluppo. Ovviamente anche noi siamo dello stesso parere ed il difficile sarà capire il momento, ma pensiamo che ciò non avverrà nell’immediato in quanto lo stimolo fiscale e monetario non ha ancora prodotto l’accelerazione della crescita economica (PIL) e societaria (utili) che si avrà, probabilmente, nei prossimi trimestri. Fate conto che solo questa mandata di aiuti da 1,9 trilioni $ rappresenterebbe ca. 8/9 punti di PIL in aggiunta ai 5 punti conseguiti meno di 3 mesi fa. L’ideale fase futura sarebbe che, l'azionario e l'economia imparassero a convivere con un mercato dei tassi che lentamente riprenderà vita uscendo dalla repressione finanziaria. Ciò detto, il movimento non dovrà essere troppo brusco. Vedremo se il recente balzo lascerà il posto a un po' di consolidamento. Il trend dei tassi resterà al rialzo salvo serie sorprese negative, in quanto anche l'inflazione necessariamente risentirà del rimbalzo della domanda.

Infine le news che vengono dal Congresso con i Democratici del Senato che nella giornata di sabato hanno approvato il loro pacchetto di aiuti per il coronavirus da 1,9 trilioni $, rimandandolo alla Camera per l’approvazione prevista nei prossimi giorni. Il partito spera di portare la proposta di legge sugli aiuti alla scrivania del Presidente, Joe Biden, prima che i programmi di aiuto alla disoccupazione scadano il 14 marzo.

I democratici hanno dovuto apportare diverse modifiche dell’ultimo minuto per ottenere il sostegno di tutti i loro membri, poiché affermano che il piano è necessario per portare il paese alla fine della pandemia. I repubblicani si sono opposti a un altro importante piano di spesa, sostenendo che lo stato dell’economia non lo garantisce. Approfondiremo l’argomento nel relativo capitolo.

Nulla di significativo nel rapporto PUT/CALL nella settimana appena trascorsa. Nonostante l’up-down-up dell’indice il rapporto di acquisti tra opzioni PUT e CALL sui titoli dell’S&P500 è sceso marginalmente a 0,60 da 0,63.

Situazione diversa per quanto riguarda il sentiment che regna tra gli investitori. Il rapporto tra Rialzisti e Ribassisti è sceso a 15 dal 22.15 della scorsa settimana (v.grafico):

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Continua la rotazione settoriale nella fase ribassista con vendite accentuate soprattutto sull’indice tecnologico e sui titoli che maggiormente avevano corso in precedenza. TESLA su tutti, ma anche le big come APPLE, AMD, NVIDIA, QUALCOMM, ZOOM. Certamente l’innalzamento della volatilità, contribuisce ad aumentare le difficoltà nell’operatività, sia essa direzionale (v. nei giorni scorsi) sia come repentino cambiamento del sentiment in intraday (v. la giornata di venerdì). In settimana si è parlato molto della figura di testa e spalla ribassista in formazione su questo indice, figura che non riteniamo affidabile. Noi ci soffermiamo su alcuni punti fermi, al momento, che il mercato ha testato e rispondono all’area 12700/12750 supporto che aveva retto il ribasso per 7 sedute, rotto il quale i prezzi si sono diretti subito sul supporto successivo posto in area 12250 (ritracciamento del 50% della gamba rialzista 4-5 cerchiata in bianco). Anche se troppo presto per dirlo, ora sembra che quest’area possa fornire un valido supporto per un rimbalzo. Come si possa sviluppare questo rimbalzo è anch’esso da vedere. Gli scenari più probabili sono due: lo sviluppo della fase correttiva in 3 onde (a,b,c) con a fatta venerdì e dopo il rimbalzo i prezzi faranno registrare un nuovo minimo che chiuderà l’onda c presumibilmente in area 11800/11750; oppure una fase di lateralizzazione con possibile re-test del supporto a 12250/12000. Il ritorno allo scenario rialzista, al momento, non lo vediamo se non supportato da qualche notizia “market movers” che i mercati non abbiano già scontato. Di buono c’è che tutti i gap up precedentemente aperti sono stati richiusi, ad eccezione di quello formatosi ad inizio ottobre 2020 a 11356, mentre rimane sempre aperto il gap down del 20 febbraio scorso. La settimana si è chiusa a 12668.51 con una perdita del – 1,87% che porta, per la prima volta, l’indice ad un deficit del – 1,71% da inizio anno 2021.

In questa settimana di alti e bassi dovuta alla forte volatilità l’indice S&P500 addirittura chiude la sessione in guadagno rispetto alla chiusura di venerdì scorso. E questo ci rassicura molto sul sentiment che continua a prevalere sui mercati azionari USA. I prezzi continuano a restare a ridosso della trendline ascendente mantenendosi ben sopra l’area 3800 anche se con escursioni intraday a testare il primo vero supporto posto in area 3750 (ritracciamento del 27,2% della gamba 4-5 cerchiata in bianco), cosa che ha favorito la chiusura del gap posto a 3784 di inizio febbraio. Con, alle porte, l’approvazione al Senato del pacchetto di aiuti da 1,9 trilioni $, notizia sicuramente già scontata dai mercati, ma che all’atto pratico potrebbe anche risultare il propellente per andare all’attacco dei precedenti massimi storici in area 3965 con estensione fino all’area psicologica dei 4000 punti. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3841.94 con un guadagno del + 0,81% il che porta ad una performance del + 2,29% da inizio 2021.

Infine l’indice DOW JONES che, sembra strano per noi, riesca a risultare il migliore della settimana. E’ pur vero che se le vendite si sono accanite sui titoli a maggiori multipli e con beta elevati, ovviamente ciò non poteva accadere per i titoli conservativi facente parte di questo paniere. Sempre con le dovute oscillazioni i prezzi riescono a mantenersi a ridosso della trendline ascendente. Gli obiettivi rimangono sempre quelli: per quanto riguarda la continuazione del rialzo, la proiezione è verso area 32250, mentre al ribasso troviamo il re-test del supporto in area 30400 (ritracciamento del 27,2%) ed a seguire la ben più importante area di 29750 Ultimo swing e ritracciamento del 38,2%). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 31496.30 il che porta ad un guadagno del + 1,82% il che riporta ad una performance del + 2,91% da inizio anno 2021.

ORO INDEX

In queste settimane abbiamo riportato vari pareri e varie correlazioni tra la commodity ed altri strumenti finanziari, tipo gli indici azionari, il dollar index, i dati sull’inflazione, ecc. tutte correlazioni che negli ultimi periodi sono andate a farsi benedire rimarcando il concetto che “il bene rifugio” non esiste più se non, forse, in casi di estrema depressione dell’economia in generale. Questa settimana vi proponiamo un’ennesima correlazione, questa volta tra l’ORO ed i rendimenti reali, molto evidenziati nelle analisi in questo periodo.

Quindi, nonostante tutti i discorsi sul dollaro o sull'inflazione, il miglior antagonista dell'ORO sono i rendimenti reali. La correlazione inversa è evidente (v.grafico). Quando i rendimenti reali sono crollati lo scorso anno, l'oro si è mosso magnificamente. Perché è stato così? Quando le obbligazioni hanno un rendimento reale negativo, improvvisamente i beni senza rendimento non sembrano poi così male.

Mentre ci sono alcuni che hanno proclamato la ragione della svendita del metallo nella battaglia per la supremazia anti-inflazionistica, la vera ragione per cui l'oro ha iniziato ad indebolirsi dalla scorsa estate è perché i rendimenti reali, dopo aver toccato il fondo all'inizio di agosto momento questo in cui l'ORO ha raggiunto i suoi massimi, hanno iniziato la fase di risalita. Avere una comprensione della relazione tra oro e rendimenti reali può aiutarci a cercare di prevedere dove andrà l'ORO se possiamo giungere ad una conclusione ragionevole sui rendimenti reali. Otteniamo il rendimento reale quando al rendimento facciale del Bond governativo (T-NOTE) a 10 anni togliamo il tasso di inflazione. I detentori di obbligazioni vogliono che il pagamento delle cedole superi l'inflazione. In caso contrario, ha più senso investire quel capitale altrove o semplicemente spenderlo. Quindi che tasso di inflazione possiamo aspettarci nel prossimo futuro ? La FED ha comunicato che l’obiettivo è un’inflazione media del 2% nel lungo periodo con punte anche superiori che vadano a compensare la media e si aspettano che con la riapertura dell'economia e, si spera, la ripresa, vedranno aumentare l'inflazione.

Ma una potenziale variabile che potrebbe inibire una maggiore inflazione è: l'elevata disoccupazione. Si ritiene generalmente che l'aumento dei tassi non favorisca la creazione di posti di lavoro e l'ampia espansione delle imprese. La ragione di ciò è che qualsiasi azienda che prende in prestito denaro vuole poterlo fare a un tasso più vantaggioso. Man mano che il debito diventa più costoso, una parte maggiore del flusso netto di cassa di quella società è destinata al servizio del debito anziché all'investimento o alle assunzioni.

Se lo stesso Powell ha ammesso che, attualmente, il tasso reale di disoccupazione è più del 10% e la FED vuole la piena occupazione, i tassi non potranno che rimanere bassi. In definitiva lo scenario più probabile potrebbe essere un aumento dell'inflazione e una diminuzione dei rendimenti obbligazionari specie se la FED dovesse intervenire con ulteriori acquisti di obbligazioni. Ciò sposterebbe nuovamente i rendimenti reali in negativo e ciò sarebbe un bene per l'ORO.

Diamo ora uno sguardo all’analisi grafica e notiamo come i prezzi continuino a seguire la trendline discendente, addirittura allontanandosi da essa. Questa situazione ha portato il livello di RSI settimanale a lambire la quota di 20, quindi in forte ipervenduto, cosa che negli ultimi anni è successa raramente come si evince dal grafico. L’ importante area di supporto posta a 1700/1690 $/oz. (ritracciamento del 61,8% dell’ultima gamba rialzista) ha fermato, per ora, il ribasso e ci aspettiamo una forte reazione contraria con rimbalzi che potranno effettuarsi prima verso area 1770 $/oz, che ora funge da resistenza, quindi in area 1800 $/oz. Ovviamente preferiamo non prendere in considerazione una eventuale, ulteriore, discesa dei valori ma, per dovere di analisi, la dobbiamo riportare. Pertanto la rottura confermata del supporto in area 1700/1690 proietterebbe i prezzi in area 1610/1600 $/oz. (ritracciamento del 76,4% dell’ultima gamba rialzista). Rimaniamo in stand-by con il nostro investimento con il relativo ETC e valuteremo un eventuale acquisto con un secondo lotto in presenza di un segnale di inversione.

Brutta settimana anche per il Platino che dai 1304 $/oz è sceso a 1106 chiudendo la settimana a 1129,50 $/oz. perdendo in due settimane il – 13,38%, stessa perdita nella nostra posizione sul relativo ETC sul quale manteniamo sempre un guadagno del + 10,55%. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1698.50 $/oz. facendo registrare una perdita del – 1,75% che porta il deficit da inizio anno al – 10,37%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1698.64 $/oz. con una perdita del – 1,96%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Dopo il pronosticabile passaggio alla Camera del pacchetto di stimoli da 1,9 trilioni di dollari proposto dall’amministrazione Biden, sabato è arrivata anche l’approvazione del Senato. Ora l’obiettivo dei Dem alla Camera è mettere nuovamente la firma sul disegno di legge domani (martedì), per farlo arrivare sulla scrivania del presidente Biden entro il 14 marzo, data in cui è fissata la scadenza dei sussidi di disoccupazione. Il piano approvato dal Senato con il processo di riconciliazione prevede il mantenimento dei sussidi di disoccupazione attuali da 300 $ a settimana fino al 6 settembre, rendendo i primi 10.200 $ di assistenza esentasse. Ridimensionata la proposta approvata dalla Camera di un sussidio da 400 $ settimanali fino al 29 agosto. Cambiamenti introdotti per ottenere il supporto di tutti i senatori Dem. Joe Manchin, senatore Democratico che si era opposto alla proposta del suo partito in tema di disoccupazione, venerdì ha commentato così il risultato: “Abbiamo raggiunto un compromesso che permette all’economia di ripartire rapidamente e che protegge anche coloro che ricevono i sussidi di disoccupazione dalla possibilità di essere colpiti da un’inaspettata tassa il prossimo anno”.

La Camera mercoledì scorso, invece, ha approvato il George Floyd Justice in Policing Act, una riforma in tema di diritti civili e polizia che porta il nome del 46enne brutalmente ucciso durante un arresto a Minneapolis, nel maggio dello scorso anno.

Tra le misure contenute nel disegno di legge: il divieto di utilizzo di manovre di strangolamento, la revisione dell’immunità qualificata per le forze dell’ordine e il divieto del ricorso al no-knock warrants (mandato che permette alle forze dell’ordine di entrare in una proprietà senza prima identificarsi). La Casa Bianca ha appoggiato il progetto di legge rilasciando un commento: “Per rendere più sicure le nostre comunità, dobbiamo iniziare dal ristabilire la fiducia tra le forze dell’ordine e le persone che loro devono servire e proteggere. Non possiamo ristabilire questa fiducia se non riteniamo i poliziotti responsabili di abusi di potere e se non combattiamo la cattiva condotta sistematica – e il razzismo sistematico – nei dipartimenti di polizia”.

Già in estate la Camera aveva approvato una versione del disegno di legge, poi bloccato all’interno del Senato a maggioranza Repubblicana. Anche ora la proposta dovrà passare al Senato e per farlo i Dem dovranno ottenere l’appoggio di almeno dieci senatori del Grand Old Party (GOP).

Mercoledì la Camera ha anche approvato il For the People Act, un disegno di legge che punta ad introdurre cambiamenti nei finanziamenti elettorali, nel voto e nelle leggi etiche. Il For the People Act espanderebbe l’accesso alle urne introducendo la registrazione automatica dei votanti in tutto il paese, ripristinando i diritti di voto per gli ex detenuti, espandendo il voto anticipato e modernizzando il sistema elettorale americano. Inoltre, per rafforzare il controllo delle lobby politiche e dei finanziamenti elettorali è previsto il divieto per i membri del Congresso di prestare servizio nei consigli d’amministrazione e la richiesta ai presidenti di rilasciare le loro dichiarazioni dei redditi.

L’ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca lunedì scorso ha rilasciato una dichiarazione a sostegno del disegno di legge, che però potrebbe incontrare ostruzionismo da parte del Senato…… (chi ha la coscienza sporca !!)

Intanto rimane ancora d’attualità l’assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio. Il Democratico Eric Swalwell, membro della Camera, ha intentato una causa contro l’ex presidente Donald Trump, Donald Trump Jr., Rudolph Giuliani e il Repubblicano Mo Brooks, membro della Camera, sostenendo che abbiano incitato l’invasione del Campidoglio. Swalwell richiede un processo con giuria nella corte distrettuale di Washington. Lo scorso mese Trump era stato assolto dal Senato dall’accusa di aver incitato l’insurrezione del Campidoglio, perché non erano stati raggiunti i due terzi di voti necessari per incriminarlo. Nell’azione legale di Swalwell si sostiene che l’attacco al Campidoglio sia stata una diretta e prevedibile conseguenza delle dichiarazioni “false e incendiarie” di frode e furto fatte dagli accusati e dei loro “espliciti appelli alla violenza” durante il comizio che ha preceduto l’assalto.

LA POLITICA DELLA FED

“Ci aspettiamo che con la riapertura dell’economia e, si spera, la ripresa, l’inflazione salga grazie agli effetti di base. Questo potrebbe creare un po’ di pressione al rialzo sui prezzi”. Parole del presidente della Fed Jerome Powell, intervenuto ad una conferenza del Wall Street Journal. Lo stesso Powell però ha ribadito che non si aspetta che il rialzo dei prezzi sia duraturo o sufficiente per cambiare la politica monetaria accomodante della FED.

Per un aumento dei tassi d’interesse – come spiegato dal numero uno della banca centrale statunitense – sarà prima necessario tornare alla piena occupazione e che l’inflazione tocchi un livello duraturo sopra il 2%; cosa che Powell non si aspetta accada quest’anno.

Dalla banca centrale è stato detto più volte che i tassi a breve termine saranno tenuti ancorati vicino allo zero e che la FED continuerà a seguire il suo programma mensile di acquisto di obbligazioni fino a quando non ci sarà un tasso di disoccupazione basso, ma anche una ripresa dell’occupazione che sia “inclusiva” attraverso le linee di reddito, genere e razziali.

Mercoledì scorso Patrick Harker, presidente della FED di Filadelfia, ha detto che non si aspetta rialzi di tassi della Fed nel 2022: “C’è ancora così tanta incertezza nell’economia. Usciamo da questa pandemia e poi vediamo dove andiamo”.

Lo stesso giorno il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, aveva detto di vedere la recente rapida crescita dei rendimenti delle obbligazioni principalmente come un riflesso dei miglioramenti nell’economia. Evans ha aggiunto che i rendimenti sono ancora sotto il livello pre-pandemia dell’1,75% e sono tenuti giù in parte dalla domanda globale di asset sicuri.

In precedenza il governatore amministrativo della FED, Lael Brainard aveva spiegato che la banca centrale è ancora lontana dal raggiungimento dei propri obiettivi e per questo passerà ancora tempo prima che venga aumentato il target del tasso dei fondi federali dal suo livello vicino allo zero.

May C. Daly, presidente della FED di San Francisco, ha detto all’Economic Club di New York: “Avremo bisogno di rivalutare continuamente e pazientemente ciò di cui è capace il mercato del lavoro ed evitare di irrigidire preventivamente la politica monetaria prima che milioni di americani abbiano l’opportunità di beneficiarne”. Daly ha spiegato che la FED non reagirà al primo accenno di superamento dell’obiettivo del 2% di inflazione.

Infine il presidente della FED di Atlanta, Raphael Bostic venerdì scorso ha detto che al momento l’inflazione alta non è una preoccupazione, concentrandosi sui possibili cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro provocati dalla pandemia.

DATI MACROECONOMICI

Il dato sul PMI manifatturiero elaborato da Markit, nel mese di febbraio registra una flessione. Dal dato altissimo di gennaio, con 59,2 punti, si è passati agli attuali 58,6 punti.

Il dato PMI manifatturiero di ISM registra una crescita significativa raggiungendo quota 60,8 dai 58,7 punti di gennaio. Un dato così alto non lo si vedeva da agosto 2018. Numeri che vanno anche oltre le stime (era prevista una leggerissima crescita a 58,8). Nello specifico cresce l’indice riferito ai nuovi ordini manifatturieri, che passa dai 61,1 punti di gennaio agli attuali 64,8, ed anche quello riferito all’occupazione manifatturiera, che passa da 52,6 punti a 54,4.

Secondo mese consecutivo in rialzo per il dato PMI dei servizi elaborato da Markit. Il dato di febbraio ha battuto le previsioni (consensus 58,9) raggiungendo quota 59,8 punti, contro i 58,3 di gennaio. Markit l'ha qualificato come il ritmo di crescita dell'attività nei servizi più rapido dal 2014.

Delusione marcata, per contro, al più seguito ma a volte meno preciso dato PMI dei servizi elaborato da ISM, che a febbraio cala a 55,3. Il mese precedente era a 58,7 ed il consensus prevedeva una conferma del numero anche per febbraio. In particolare, il sottoindice riferito ai nuovi ordini nel settore dei servizi scende in maniera significativa, passando dai 61,8 punti di gennaio agli attuali 51,9. In contrazione nel mese di febbraio anche il sottoindice sull’occupazione, che scende a 52,7; a gennaio era a 55,2.

Nell’ultima settimana di febbraio sono tornate ad aumentare le richieste iniziali per i sussidi di disoccupazione, che dalle 736 mila della settimana precedente (dato revisionato da 730 mila) sono passate a 745 mila, restando comunque appena sotto il consensus (fissato a 750 mila). Il dato è elaborato dall’U.S. Department of Labor.

Il dato di gennaio sugli ordini alle fabbriche, elaborato dall’U.S. Census Bureau, va oltre le previsioni registrando una crescita del 2,6% contro un consensus fissato al 2,1%. È la crescita più significativa da luglio ad oggi.

I nuovi occupati sono quasi il doppio delle attese. Nel mese di febbraio, nel settore non-agricolo, sono stati creati 379 mila posti di lavoro. Una crescita superiore a quella di gennaio (dato revisionato a 166 mila) ed anche decisamente superiore al consensus (182 mila). Il settore non-agricolo privato, invece, chiude febbraio con un + 465 mila posti di lavoro. Numeri che superano ampiamente le aspettative (il consensus era fissato a 210 mila) ed anche la crescita di gennaio (dato revisionato a 90 mila). Entrambi i dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Nonfarm public sector

Nonfarm private sector

Il malconcio settore del tempo libero e dell’ospitalità, che comprende hotel e ristoranti, ha visto il maggior aumento con 355.000 aggiunti, con il servizio di ristorazione che, a sua volta, ha contribuito alla stragrande di questi aumenti con assunzioni nette pari a 285.900 unità.

Continua la lenta discesa del tasso di disoccupazione. A febbraio la disoccupazione registra un leggerissimo calo, passando dal 6,3% di gennaio all’attuale 6,2%. Si tratta del dato più basso da aprile 2020, quando il tasso di disoccupazione era esploso arrivando al 14,7%; i numeri reali però sono altri (così come dichiarato dal presidente della FED, Powell) e restano ancora ben al di sopra dei livelli pre-pandemia. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

PORTAFOGLI AZIONARI

Luci ed ombre sui nostri Portafogli azionari nel corso della settimana appena trascorsa. Le nubi si sono addensate tutte sul Portafoglio LombardReport storico con la strategia azioni internazionali, nel quale siamo stati stoppati sul titolo del Nasdaq, ANALOG DEVICES (- 7,75%) e sul titolo del NYSE, NIO (- 15%). Se sul titolo del Nasdaq100 ci poteva stare visto lo storno dell’indice delle ultime due settimane, non così con NIO, che dopo aver perso il - 41,36% dai massimi, nell’arco di 24 ore è riuscito a perdere un altro – 18,68% per poi recuperare quasi tutta la perdita in chiusura di giornata. Con l’aumento della volatilità inserire percentuali di STOP modesti non porta vantaggi, sembra di essere ritornati alla fase di caccia agli STOP, cosa che sui mercati USA è sempre molto più difficile rispetto agli altri mercati visti gli importi contrattati giornalmente, ma la dinamica di venerdì sembra quella anche se, ad onor del vero, ciò è avvenuto in scia all’andamento dell’indice di riferimento e non un accanimento su un singolo o singoli titoli. Non a caso, nelle ultime due settimane abbiamo inserito quasi tutti gli acquisti nel portafoglio “The Challenge” con la relativa strategia del NON STOP e non a caso abbiamo inserito sul titolo WORKHORSE, una percentuale di STOP molto più elevata che ci ha consentito, al momento, di non fare la fine degli stupidi. E’ chiaro, e prevengo le vostre giuste domande, che non era possibile inserire più di un titolo con una performance di rischio elevato, altrimenti la nostra filosofia del minimizzare il più possibile il rischio, sarebbe andata a farsi benedire. Né era possibile inserirla nel Portafoglio “The Challenge” in quanto, quando è scattato l’alert sul titolo nella giornata di giovedì, in qualche modo dovevamo pensare anche a diversificare il rischio tra i due Portafogli. L’unica, con il senno del poi, sarebbe stata quella di non acquistare un altro titolo molto volatile dopo WORKHORSE, ma quando vedi un titolo dalle potenzialità future enormi, forse anche superiori a quelle di TESLA, perdere dai massimi più del 40% e senza solide motivazioni contrarie a livello economico, anzi con una trimestrale appena pubblicata in aumento nelle sue voci principali; come fai a non prenderla ?? Amen….è andata così ! 

Passiamo ora ad analizzare le luci uscite dal Portafoglio “The Challenge” sul quale, ad inizio settimana siamo andati a target sul titolo tedesco DEUTSCHE LUFTHANSA (+ 40,22%) ed a seguire sul titolo olandese ROYAL DUTCH SHELL (+ 21,06%), bei tozzetti con vin santo. A ciò aggiungiamo gli acquisti sulla compagnia aerea USA, UNITED AIRLINES, che al momento compensa la fuoriuscita su LUFTHANSA ma sulla quale contiamo di rientrare a breve; sulla società di semiconduttori ADVANCE MICRO DEVICES, che inseguivamo da tempo ma i prezzi non lo permettevano, sulla quale riponiamo forte fiducia che possa, a breve, diventare leader mondiale nella produzione di CPU superando anche INTEL; infine proprio venerdì in chiusura di contrattazioni abbiamo acquistato il titolo italiano FERRARI.

FOCUS SU TITOLI

ROBINHOOD – L’azienda che offre servizi finanziari online, famosa per la sua piattaforma ordini a zero commissioni che ha conquistato milioni di piccoli investitori negli ultimi tempi, avrebbe scelto il Nasdaq per la sua possibile offerta pubblica iniziale, come riportato da CNBC. Robinhood non ha ancora ufficialmente depositato la quotazione. Solitamente le aziende ci mettono circa uno o due mesi a fare il loro debutto una volta che si sono registrate alla SEC (Securities and Exchange Commission).

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

BROADCOM – 4,20%. La società è impegnata nella produzione di prodotti a semiconduttori come optoelettronica, componenti a radiofrequenza e microonde e circuiti integrati per applicazioni specifiche, ha riportato utili nel 1° trimestre fiscale 2021 pari a 6,61 $/az. su ricavi per 6,66 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 6,55 $/az. su ricavi per 6,61 mld $. Il fatturato è aumentato del 13,6% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il 2° trimestre fiscale 2021 ricavi di ca. 6,50 mld $ e l'attuale stima degli analisti per i ricavi è pari a 6,33 mld $.

Kirsten Spears, CFO della società, ha affermato: "Questo trimestre evidenzia la forza del nostro modello finanziario con una crescita del fatturato del 14% anno su anno che si traduce in un aumento dell'utile operativo del 23%. Continuiamo a fornire un forte flusso di cassa netto, circa 3 miliardi di dollari nel trimestre, che rappresenta una crescita del 35% su base annua".

COSTCO WHOLESALE – 4,13%. La società e le sue filiali gestiscono magazzini di proprietà nei quali offrono ai loro clienti/membri una selezione limitata di prodotti a marchio nazionale ed a marchio privato, in diverse categorie merceologiche, a prezzi bassi, ha riportato utili nel 2° trimestre fiscale 2021 pari a 2,14 $/az. su ricavi per 44,70 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,44 $/az. su ricavi per 43.78 mld $. Il fatturato è aumentato del 14,6% su base annua.

DOLLAR TREE + 5,99%. La società ha una catena di negozi discount che offrono merce al prezzo fisso di 1,00 $, ha riportato utili nel quarto trimestre 2020 pari a 2,13 $/az. su un fatturato di 6,77 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,11 $/az. su un fatturato pari a 6,79 mld $. I ricavi sono aumentati del 7,2% su base annua.

Michael Witynski, presidente e CEO della società, ha dichiarato: “Le vendite nei negozi Family Dollar sono aumentate dell'8,1%. Le vendite nei negozi Dollar Tree sono aumentate del 2,4%. Durante il trimestre, la società ha aperto 124 nuovi negozi, ampliato o trasferito 11 negozi e chiuso 45 negozi. Sono molto soddisfatto della performance operativa del team nel quarto trimestre 2020, evidenziata da un solido aumento delle vendite, dal miglioramento del margine lordo e della leva finanziaria. Inoltre, Dollar Tree ha completato il lancio dell'assortimento ampliato di Crafter's Square a tutti i negozi statunitensi e ha avviato l'espansione della nostra iniziativa Dollar Tree Plus! Abbiamo un totale di 500 negozi e per il 2021 la società prevede di aprire 600 nuovi negozi e di rinnovare 1.250 negozi Family Dollar. I nuovi negozi dovrebbero consistere in 400 negozi Dollar Tree e 200 negozi Family Dollar.

MERCADOLIBRE – 10,25%. La società insieme alle sue controllate ospita la piattaforma di commercio online in America Latina che si concentra sull'abilitazione dell'e-commerce e dei suoi servizi correlati, ha riportato una perdita nel quarto trimestre 2020 pari a 1,02 $/az. su un fatturato di 1,33 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,05 $/az. su un fatturato pari a 1,21 mld $. I ricavi sono cresciuti del 96,9% su base annua.

La società ha dichiarato: "In questo trimestre abbiamo sostenuto costi finanziari per 31,6 milioni di dollari, principalmente attribuibili a prestiti finanziari stipulati nel 2020, principalmente in Brasile e Argentina. Abbiamo anche sostenuto interessi passivi dai nostri trust relativi al factoring delle nostre carte di credito in Argentina. Questo trimestre abbiamo registrato perdite in valuta estera di 9,9 milioni $ principalmente legate alla differenza tra il tasso di cambio ufficiale dell'Argentina e il tasso di swap blue chip al quale effettuiamo effettivamente riacquisti di azioni in Pesos argentini".

ROSS STORES – 3,00%. La società che gestisce due catene di negozi di abbigliamento ed accessori per la casa a prezzi scontati negli Stati Uniti, ha riportato utili nel quarto trimestre 2020 pari a 0,67 $/az. su un fatturato di 4,25 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,00 $/az. su un fatturato pari a 4,27 mld $. I ricavi sono diminuiti del 3,7% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel primo trimestre 2021 tra 0,74 e 0,86 $/az. e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,89 $/az.

L'amministratore delegato Barbara Rentler ha commentato: "Sebbene le nostre vendite del quarto trimestre abbiano superato le nostre aspettative, l'aumento del virus ha comportato una riduzione del traffico soprattutto in California, nostro Stato di maggiori vendite, dove siamo stati soggetti a limitazioni più rigorose di occupazione e orario di lavoro. Margine operativo del quarto trimestre del 9,5% è diminuito rispetto allo scorso anno, poiché un aumento del margine delle merci è stato più che compensato dall'effetto di riduzione dell'indebitamento sulle spese derivante da minori vendite e da maggiori costi operativi legati alla catena di fornitura. Gli utili continueranno a risentire delle summenzionate pressioni sui costi durante tutto l'anno e quindi la redditività sarà ben al di sotto dei recenti massimi storici. Per quanto riguarda i nostri piani di espansione, rimaniamo molto ottimisti sulle nostre opportunità di crescita a lungo termine. Detto questo, per il 2021 abbiamo pianificato un ritmo più moderato di aperture di negozi, soprattutto in primavera, prevediamo di aggiungere circa 60 nuove location, di cui circa 40 “Ross Dress for Less” e 20 Discount".

SPLUNK – 4,36%. La società fornisce software. Il suo prodotto più avanzato è Splunk Enterprise, piattaforma di intelligenza operativa proprietaria, composto da funzionalità di raccolta, indicizzazione, ricerca, analisi dei rapporti e gestione dei dati, ha riportato una perdita nel quarto trimestre 2020 pari a 0,55 $/az. su un fatturato di 745,0 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di una perdita di 0,15 $/az. su un fatturato pari a 686,07 mln $. I ricavi sono diminuiti del 6,0% su base annua. La società ha detto di aspettarsi un fatturato per il primo trimestre 2021 compreso tra 480 e 500 $ mln. L'attuale stima degli analisti sui ricavi è pari a 507,29 mln $.

Doug Merritt, Presidente e CEO della società, ha dichiarato: "Solo tre anni fa, abbiamo deciso di trasformare radicalmente Splunk per aiutare al meglio i nostri clienti mettendo i dati al centro delle proprie organizzazioni e strategie. Sono stato incredibilmente orgoglioso dei nostri progressi attraverso le nostre trasformazioni e la performance di questo trimestre non fa eccezione. La società sta aumentando le entrate del cloud molto rapidamente e stiamo facendo investimenti a lungo termine a favore dei nostri clienti".

TRIP.COM – INV.%.  La Società è la più grande agenzia di prenotazioni, sistemazioni alberghiere e biglietti aerei in Cina, ha riportato utili nel quarto trimestre 2020 pari a 0,32 $/az. su un fatturato di 761,0 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,04 $/az. su un fatturato pari a 763,22 mln $. I ricavi sono diminuiti del 36,5% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Il presidente esecutivo della società, James Liang, ha affermato: “Il 2020 è stato un anno impegnativo che, tuttavia, ci ha anche reso fondamentalmente più forti che mai. Durante lo scorso anno, abbiamo continuato a innovare i nostri prodotti, migliorare l'offerta di servizi e rafforzare le nostre collaborazioni con i partner, che hanno portato a ulteriori guadagni di quote di mercato per le nostre linee di prodotti. Nel breve termine, ci concentreremo sul mercato interno in termini di catena di fornitura, innovazione di prodotto, capacità di contenuto, qualità e tecnologia; allo stesso tempo, rimaniamo ambiziosi con una visione globale per aumentare la nostra crescita dopo la pandemia. Abbiamo ottenuto un'altra solida performance nel quarto trimestre, nonostante le fluttuazioni del settore e la debole stagionalità invernale e siamo lieti di vedere che la nostra attività domestica ha continuato a superare i dati del settore nel quarto trimestre 2020. Grazie al nostro miglioramento dell'efficienza e al rigoroso controllo dei costi, siamo stati in grado di raggiungere il 2% di margine di profitto operativo non GAAP per l'intero anno 2020. La forte ripresa del mercato interno cinese dimostra la resilienza del settore dei viaggi. Siamo ben preparati ad assumere quote aggiuntive quando riapriranno i viaggi internazionali".

ZOOM VIDEO – 9,68%. La società fornisce una piattaforma di comunicazione basata su cloud concentrata sul miglioramento dell'esperienza di videoconferenza, comprese funzionalità come riunioni collaborative online, funzionalità di chat e voce e condivisione di file collaborativa, ha riportato utili nel quarto trimestre 2020 pari a 1,22 $/az. su un fatturato di 882,49 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,79 $/az. su un fatturato pari a 811,77 mln $. I ricavi sono aumentati del 368,8% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel primo trimestre 2021 tra 0,95 e 0,97 $/az. su un fatturato tra 900,0 e 905,0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,72 $/az. su un fatturato di 804,78 mln $. Infine la società ha detto di aspettarsi per l’anno fiscale 2022, utili tra 3,59 e 3,65 $/az. per un fatturato tra 3,76 e 3,78 mld $, il consenso è posizionato a 2,96 $/az. per gli utili e 3,52 mld $ per il fatturato.

Eric S. Yuan, fondatore e amministratore delegato di Zoom, ha dichiarato: "Il quarto trimestre ha segnato una conclusione positiva di un anno senza precedenti per Zoom. Nell'anno fiscale 2020, abbiamo notevolmente ampliato la nostra attività per fornire comunicazioni e servizi di collaborazione ai nostri clienti e alla comunità globale in risposta alla pandemia. Siamo onorati del nostro ruolo di un partner fidato e un motore per il moderno ambiente di lavoro ovunque. La nostra capacità di rispondere ed eseguire prontamente, ha prodotto ottimi risultati finanziari durante tutto l'anno. Ora che siamo entrati nell’anno fiscale 2022, crediamo di essere ben posizionati per una forte crescita con la nostra innovativa piattaforma di videocomunicazione, su cui i nostri clienti possono costruire, gestire e far crescere le loro attività; il nostro marchio è riconosciuto a livello globale”.


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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)