Pensiero/Elaborazione/Azione


Per quanto è la mia esperienza, una delle peggiori situazioni di borsa che un investitore deve fronteggiare, corrisponde a quella del trovarsi con le mani legate, quando il mercato o una singola operazione ti tiene in scacco l'intera operatività.

E' la tipica situazione che accade, nella stragrande maggioranza delle volte, quando il mercato prova ad invertire la direzione, a rimescolare le carte.

Ipotizzando la classica situazione in cui ci si trova con un titolo in portafoglio che continua a perdere terreno, inesorabilmente, un pò per sua tendenza, un pò agevolato dal mercato.

In simili circostanze, tornano alla mente postulati che poco aiutano, come "vendi il cavallo zoppo e mantieni quello buono"

Concetti troppo vaghi per aiutare la nostra operatività nel districarci nel migliore dei modi.

E' in quei momenti, quando la mente si chiude a riccio e rispolvera tutto l'ottimismo accantonato nelle riserve, che un pensiero sano balena nella mente, ma sfortunatamente, seppur tale dinamica ci sia già accaduta più e più volte, è l'unico di cui non terremo conto, dandogli la giusta importanza.

Generalmente ognuno di noi, nello studiare una strategia di ingresso, valuta immediatamente un punto target, e chiaramente, senza alcun dubbio è un punto di guadagno.

Il secondo pensiero che si fa è connesso all'ipotesi B, ovvero la soluzione negativa della nostra azione.In buona sostanza, il nostro cervello sa bene quale è il livello oltre il quale la nostra operazione è a serio rischio fallimento, ma semplicemente , la nasconde a se stesso, compiendo quello che in psicologia viene definito "annullamento" .

Quando l'annullamento si manifesta, purtroppo, ce se ne rende conto solo a misfatto avvenuto.

Seguendo questo assunto, ci si rende conto di quanto la componente psicologica sia importante nelle operazioni di investimento.

Ritengo che essa non sia fondamentale solo e soltanto quando si diventa rigidi nella propria impostazione e per conseguire questo risultato è necessaria una certa padronanza con l'investire in borsa.

Esiste però una regola base che può essere valida in ogni caso.

Se, nella pianificazione di un investimento, utilizzando sempre la massima accortezza, si è impostato un target price, supponiamo del 10%, è altrettanto corretto, impostare in anticipo, ovvero prima di inserire l'ordine a mercato, seguendo quella vocina interiore che non deve essere annullata, un ordine di stop loss del 3%.

Che senso avrebbe, impostare un investimento che contempli un guadagno previsto del 10% e uno stop loss identico, fissato al 10%?

Altra considerazione, verrà poi rispettato questo stop loss del 10% o si inizierà a far ricorso alle proprie fantasie ottimistiche?

Bisogna essere severi con se stessi se si vuole rimanere vivi in questo mondo finanziario, ed è necessaria una giusta dose di autocritica sana, quella autocritica che deve venirci in soccorso al momento giusto ed essere seguita.

Quando quella vocina interiore vi suggerisce un segnale di pericolo, tale segnale non viene  a caso, ed ascoltarla vuol dire avere un livello sufficientemente alto di autostima, al contrario di quanto si potrebbe ritenere.

Tali segnali infatti, vengono generati quando anche il mercato, inteso come l'insieme degli investitori individuali, dei trader nonché degli operatori, sono raggiunti dal medesimo sentiment.

In questa gara, vince chi ha un maggior contatto con se stesso, con le proprie voci interiori, con quei segnali di pericolo che entrano in azione, non solo nel momento triste dell'attuazione di uno stop loss, ma anche nel momento in cui bisogna decidere il punto esatto dove uscire da una posizione positiva.

L'enigma che si presenta è della stessa natura poiché la risposta, concretizzata nell'azione, determina l'efficacia del corretto pensiero.

Se vogliamo, possiamo distinguere in due fasi il meccanismo selettivo dell'operatività umana negli investimenti; la prima fase definita pre-operativa e la seconda fase, definita operativa:

  •  
  • - nella fase pre-operativa, si effettua lo studio che preclude all'azione. In questa fase si è generalmente scevri dalle emozioni condizionanti, e in quel preciso momento le idee si compongono in maniera chiara e razionale, essendo prive, come detto, da fonti di disturbo emotivo
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  • - nella seconda fase, quella operativa invece, entra in ballo prepotentemente la componente psicologica, come se si entrasse a tutti gli effetti in un campo di battaglia, pieno di insidie e di tranelli da evitare

Chi ha la meglio nel mercato dunque, non è colui che non commette errori, perché nessuno è esentato dal commetterne, ma colui che ha un perfetto controllo di se stesso e delle emozioni "inquinanti", caratteristica che lo rende immediato nell'esecuzione del postulato pensiero/elaborazione/azione.

Il più veloce, sarà lo stesso individuo che andrà a riacquistare tutto ciò che viene venduto successivamente, sul panico o sullo scoramento dei ritardatari.

Per essere produttivi pertanto (non ho utilizzato volutamente il termine "vincenti" perché non rappresenta un termine adatto nell'interpretazione del concetto) bisogna battere sul tempo portando a proprio vantaggio il cedimento psicologico altrui.

Che piaccia o meno, tutta la nostra vita si basa su questi assunti, solo che la borsa li evidenzia minuto dopo minuto in maniera violenta.

Non c'è termine più sbagliato nel concetto, dell'abuso che si fa dell'accezione "speculazione".

Non c'è nulla di più simile dei mercati finanziari, ad un campo di gara, per tutto ciò che accade nel book di contrattazione di un qualsiasi strumento finanziario.

Il problema è che l'accesso è libero ed accade la stessa identica cosa che accadrebbe se una gara di ciclismo, aperta solo a professionisti, fosse aperta anche a dilettanti, neofiti, ed infine, hobbisti.

Il risultato, già scritto in partenza, vedrà la schiera nutrita dei dilettanti, neofiti e degli  hobbisti, vociferare di trucchi, di doping, oppure inizierà ad accampare scuse del tipo "ho forato nel momento migliore", "ho preso i crampi proprio quando iniziavo a sentirmi bene" etc etc.

La realtà è che non si può battere un professionista, quindi meglio usare prudenza, buon senso, avere delle buone basi di "psicologia agonistica" e saper gioire di piccoli traguardi intermedi.

Solo in questo modo si vedrà il bicchiere mezzo pieno.

Un motivo in più per considerare l'investimento finanziario , una vera e propria palestra di vita.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)