Cinque Etf per seguire il trend positivo delle Borse di Pechino e dintorni. Le azioni delle “catene a blocchi” sono in difficoltà: cosa si dice a Wall Street. Il report mensile della società tedesca esclude sopravalutazioni nell’azionario, pur consigliando prudenza. Otto stocks con p/e interessanti.
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“Dalla rivoluzione industriale, il mondo occidentale ha dominato lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Le nazioni asiatiche, con la Cina in testa, stanno però sfidando l'egemonia dell'Occidente in diverse aree, tra le quali tecnologie informatiche, trasporti e biotecnologie. La crescita cinese, che si sta convertendo in una superpotenza concentrata sui settori ad alto valore aggiunto, non ha solo messo in discussione il ruolo di Usa ed Europa come guide scientifico-tecnologiche ma ha abbattuto la convinzione che una democrazia piena sia un prerequisito per crescita e prosperità”. Lo si legge in un documento riservato di Pictet AM, secondo cui è però difficile prevedere gli equilibri futuri. Tutti i maggiori leader dell’industria finanziaria ammettono comunque di essere un po' in ritardo in questo passaggio, complice certamente l’emergenza da epidemia.
Analizzando lo Shanghai Composite, uno dei tanti indici che caratterizzano il complesso mondo borsistico cinese si osserva come le quotazioni in corso si stiamo muovendo su livelli importanti, gli stessi già toccati a fine 2015 e nel 2018. Il 2015 fu un anno caratterizzato da un’estrema volatilità, con massimi a 5200 punti, minimi a 2850 e poi con un rimbalzo a dicembre fino a 3500 punti, la stessa quota in cui si colloca ora. Negli ultimi mesi il volume degli scambi è cresciuto di molto e ora si è in una fase importante: se proseguisse l’“upside” si confermerebbe il ruolo di Pechino e Shanghai quasi di dominatori a livello mondiale, mentre se iniziasse una correzione scatterebbe un bel segnale per avviare accumuli su livelli di prezzo via via più bassi. In conclusione oggi la Cina è fondamentale per qualsiasi portafoglio e rompe l’equilibrio dualistico fra Usa ed Europa, il che fa già di per sé bene in chiave di diversificazione del rischio.
Quale impostazione dare a un piano di investimenti sul mondo dell’ex Impero giallo? Le modalità possono essere varie ma sulla prima linea, se si escludono i fondi, l’unica vera alternativa consiste negli Etf. Torniamo su questo tema, già trattato in passato, perché la percentuale di Cina deve aumentare e puntare su una differenziazione degli asset. Oggi ve ne proponiamo cinque.
Il migliore azionario a un anno
Etf |
Isin |
Sottostante |
Perché |
Xtrackers Csi 300 |
LU0779800910 |
Indice riferito ai 300 titoli a maggiore capitalizzazione della classe A |
La classe A comprende azioni di società con sede in Cina, quotate in renminbi e scambiate sulle borse di Shanghai e Shenzhen. A un anno l’Etf ha registrato una performance del 36,5%, la migliore in assoluto fra tutti quelli sulla Cina |
Volendo puntare sul Cny
Etf |
Isin |
Sottostante |
Perché |
iShares China Cny Bond |
IE00BYPC1H27 |
Obbligazioni di Stato cinesi espresse in Cny. La valuta di denominazione dell’Etf è comunque l’Usd |
Sono quattro gli Etf con sottostanti obbligazioni in Cny. L’iShares è quello con maggiore capitalizzazione |
Tecnologie “gialle”, imprescindibili
Etf |
Isin |
Sottostante |
Perché |
Hsbc Hang Seng Tech |
IE00BMWXKN31 |
L’azionario tecnologico anche minore delle Borse cinesi con valuta di denominazione il dollaro di Hong Kong |
Il futuro è qui ma anche il presente, vista la forte volatilità di un Etf che si presta a diverse strategie |
Il “green” fa passi da giganti
Etf |
Isin |
Sottostante |
Perché |
Ubs China Esg |
LU1953188833 |
Azionario cinese catalogato come sostenibile |
Un sottostante in forte sviluppo ma che da metà febbraio vive un “pull back” piuttosto violento |
Quello con valuta di denominazione l’euro
Etf |
Isin |
Sottostante |
Perché |
Amundi China Eur |
LU1681043912 |
L’indice China H replica le maggiori capitalizzazioni presenti sulla Borsa di Hong Kong |
Un modo diverso di interpretare questo mercato, evitando il rischio cambio. La valuta di denominazione è infatti l’euro |
► Disastro blockchain!
Giù verticalmente. Gli Etf sulla blockchain hanno subito un vero e proprio crollo venerdì. L’Invesco Global Blockchain (Isin IE00BGBN6P67) ha perso per esempio il 10,1% e movimenti simili hanno interessato altri replicanti non quotati in Italia. Cosa è successo? Gli analisti d’oltre Oceano hanno guardato con preoccupazione a una debolezza strutturale dell’intero settore, così interpretata a mezza voce:
1°) C’è una bolla, effetto della precedente corsa esasperata delle quotazioni, guidate più da un eccesso speculativo che dai fondamentali.
2°) Si teme che le criptovalute, fortemente collegate al boom della blockchain, possano entrare in una fase di ripiegamento.
Una sensazione che si avverte a Wall Street è che si stia ripetendo – pur in formato minore – il collo delle dot.com di inizio 2000. In realtà c’è anche chi mette in relazione le vicende in corso con le incaute dichiarazioni delle Banche centrali (Bce in primis!) sulla regolamentazione delle monete digitali. Qualcuno ipotizza addirittura un divieto di vendita delle cripto al retail e il mercato ha subito reagito, portando a casa i profitti conseguiti.
Le indiscrezioni vedono quindi una possibile ulteriore fase di vendite, dovute al fatto che le blockstocks sono troppo correlate, nell’interpretazione degli investitori, alle speculazioni sulle valute digitali, trascurando invece le applicazioni più consolidate e legate a banking, cybersecurity e altri business. La violenza del movimento di venerdì fa temere che sia l’inizio di una fase ribassista, che potrebbe proseguire per qualche tempo.
► Bolla azionaria? Per Allianz non c’è
La discussione in corso sul rischio che i mercati azionari siano entrati in una fase di ripiegamento strutturale, conseguenza da una parte delle quotazioni molto elevate e dall’altra dell’impressionante rialzo dei rendimenti obbligazionari in dollari trova posizioni talvolta esasperate. Una strada di mezzo è quella della tedesca Allianz, uno dei maggiori gruppi assicurativi e di asset management a livello mondiale. Il suo tradizionale report mensile fotografa così la situazione: “Soltanto alcuni settori azionari presentano valutazioni eccessive, mentre tra le obbligazioni governative si registra ancora una generale sopravvalutazione. Pertanto è preferibile continuare a sovrappesare le azioni rispetto alle obbligazioni, pur sempre con cautela. Dal complesso dei mercati azionari globali non emergono segnali forti in termini di formazione di bolle e l’outlook rileva che più efficace sarà la campagna vaccinale, più concrete risulteranno le prospettive di una riapertura. Pertanto gli investitori guarderanno probabilmente con maggiore interesse alle società duramente colpite dalla pandemia, mentre i titoli favoriti dallo “stay at home” potranno verosimilmente perdere slancio”.
► Cerchiamo un po' di azioni a buon mercato
Se siete convinti, per tanti motivi, che il mercato d’eccellenza resti Wall Street, siamo andati a trovare titoli che in qualche modo si possano ancora considerare “cheap”. Così almeno dicono i numeri riferiti al p/e (ratio prezzo/utili, calcolato dividendo la quotazione per gli utili rapportati ad ogni azione - earnings per share). Ne abbiamo individuati otto fra le maggiori capitalizzazioni.
Azione |
Mercato / Ticker |
Prezzo / P/e |
Perché |
Altria |
Nyse / MO |
45,1 $ / 9,9 Con una capitalizzazione di 83 miliardi di $ ha un dividend yield elevato (circa 8%).Il titolo non è salito molto rispetto ai minimi del 2020 |
Dalle sigarette (il marchio più noto Marlboro) è cresciuta nel campo di quelle elettroniche e della cannabis, con l’acquisizione di Cronos Group. Il mercato è stato finora poco favorevole ai suoi tentativi di diversificare il business e la scommessa sul titolo è tipicamente contrarian |
Best Buy |
Nyse / BBY |
102,8 $ - 14,7 Con una capitalizzazione di 26 miliardi di $ nelle ultime sedute ha subito un forte calo della quotazione |
È il più grande rivenditore al dettaglio di elettronica da consumo negli Stati Uniti (21% del mercato). Ci si aspetta trimestrali in miglioramento nel 2021 e nel 2022 |
DaVita |
Nyse / DVA |
105,5 $ - 13 Con una capitalizzazione di 11 miliardi di $ nelle ultime settimane ha registrato un declino della quotazione |
Dispone di oltre 2.700 centri di dialisi negli Stati Uniti. E’ controllata al 33% da Berkshire Hathaway, che punta su una crescita degli utili |
DXC Tech. |
Nyse / DXC |
27,3 $ - 11,8 Con una capitalizzazione di 7 miliardi di $ dai minimi del marzo 2020 è inserita in un canale rialzista sempre più compresso |
È il frutto della fusione tra Computer Sciences Corp. e Hewlett Packard Enterprise Services. Dopo una mancata acquisizione da parte del gruppo francese Atos, DXC vuole crescere per via organica |
Fox |
Nasdaq / FOX |
39 $ - 12,5 Con una capitalizzazione di 23 miliardi di $ è andata in direzione opposta al sentiment del mercato, registrando una fortissima accelerazione al rialzo da novembre 2020 |
Scorporato dalla 21st Century Fox prima della fusione della società con Disney, questo pezzo dell'impero mediatico di Rupert Murdoch è costituito dalle attività riferite alle trasmissioni via aerea o cavo, escluse dal matrimonio. Guarda ora a nuovi sviluppi tecnologici |
Lumen |
Nyse / LUMN |
13,5 $ - 9 Con una capitalizzazione di 14,7 miliardi di $ nel 2021 ha segnalato altissima volatilità tornando sui massimi di inizio 2020 |
Attiva nel campo delle piattaforme tecnologiche prevede servizi molto avanzati per i propri clienti ma ne sta sviluppando di nuovi e su questo si punta in ottica di incremento di valore dell’azione |
Pfizer |
Nyse / PFE |
34,4 $ - 13,2 Con una capitalizzazione di 192 miliardi di $ soffre da mesi e potrebbe scendere sul supporto di 32 $ |
Il vaccino Covid, sviluppato assieme a BioNTech, non ha avvantaggiato i conti della società. La scommessa sulle evoluzioni è aperta |
Verizon |
Nyse / VZ |
56 $ - 11,1 Con una capitalizzazione di 232 miliardi di $ dall’autunno 2020 ha corretto non poco ma nelle ultime settimane sta cercando di riprendere vigore |
Leader della telefonia Usa ha finora deluso ma la diffusione della tecnologia 5G, di cui è capofila, migliorerà la situazione finanziaria, meno appesantita fra l’altro da forti debiti rispetto ad altre protagoniste del settore |