Thomas Demark e Borsa Italiana: c’è veramente poco da dire.


Thomas Demark e Borsa Italiana: c’è veramente poco da dire.

Tutti i nostri indicatori di sentiment sono piatti come il mare in un giorno di bonaccia (MC CLELLAN in testa a tutti) mentre gli indicatori ciclici come il Sequential non sono molto significativi perché in una situazione di prolungato movimento orizzontale su bare mensile e settimanale e quindi per avere un vero e proprio movimento di inversione ciclico abbiamo bisogno di volatilità (come ad esempio nell’ormai leggendario 13 di fine ribasso del 2011 punto A del grafico mensile).

Sul mensile notiamo un 13 sporco nel punto B (gli asterischi testimoniano il rinvio della condizione del 13) ed infatti non ha avuto effetto sui prezzi, almeno per il momento.

L’indice Ftse All Share rimane lesso rispetto agli altri indici internazionali (per il momento solo il Nasdaq vola in termini di forza relativa) e le curve di forza relativa sono piatte, segno che il nostro mercato si muove a traino degli altri.

A livello di Sequential daily siamo al conteggio di 6 del count down e quindi ancora 7 giorni di rialzo davanti ma dobbiamo dire che l’ultimo segnale non è andato molto bene mentre il penultimo è andato benino.

Sugli indici internazionali abbiamo un Sequential daily ma niente sui time frame più forti.

Bella la barra di sfondamento al rialzo del Dax ma niente segnali.

Morale ?

Non ci sono convergenze di segnali né in Italia né all’estero e quindi l’impostazione corrente dei mercati rimane invariata: Italia al traino degli altri mercati, Nasdaq su insieme a tutti i titoli tecno e innovativi di tutti i listini.