NASDAQ100 WEEKLY - Importante recupero degli indici azionari USA, con S&P500 e DOW JONES ad un soffio da nuovi record !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

Wall Street si sta abituando all’idea di convivere per un certo periodo, così come dice (o come spera) la FED, ad un tasso inflazionistico superiore alle previsioni. Così si spiega la positiva chiusura di settimana degli indici azionari USA, con i titoli ciclici a trainare l’indice S&P500 ed il DOW JONES ad un soffio da nuovi record; ma anche il NASDAQ (100 e Composite) ha ripreso forza, trainato dal settore dei semiconduttori, mentre i titoli del FAANG index continuano a vedere prese di beneficio (-0.55%). In generale la price action dell’ultimo giorno di contrattazioni settimanale è di nuovo coerente con un quadro di accelerazione ciclica, con l'azionario forte, le commodities in rialzo, trainate da oil e metalli industriali, rendimenti in salita e dollaro in assestamento.

La settimana si era aperta con un “mood” positivo soprattutto per l’indice NASDAQ100 che apriva addirittura in gap up, allettato dalla stabilizzazione dei rendimenti e dal conseguente calo del Dollaro, visto che la ritirata dei tassi nominali è avvenuta a fronte di una tenuta assoluta delle aspettative di inflazione, con il risultato che i tassi reali sono venuti giù ancora di più. Sicuramente il calo dei tassi reali ha favorito il recupero del settore tecnologico e dei titoli difensivi a fronte di prese di beneficio delle operazioni nel settore ciclico/riapertura dell'economia (v. viaggi, tempo libero, linee aeree), così come mostrato dalla pessima performance relativa del Russell 2000 Small Cap.

Poi, nei giorni a seguire, sono riprese le vendite molto probabilmente dovuto al ribilanciamento di fine trimestre. Tanto per farvi capire la portata anche se parliamo di stime, Bank of America (vendite azionario per 88 mld $ solo dai fondi pensione), JP Morgan (136 mld $ che passano da azionario a bonds sui fondi bilanciati, i cui assets totalizzano 7.5 trilioni di $) e BNP (50-67 mld di uscite da azionario solo sul mercato USA). Chiaro che flussi del genere possono mandare in sofferenza il posizionamento sui titoli più inflazionati e detenuti dal largo pubblico, come tech o recentemente ciclici, causando uscite precipitose nonostante la caterva di dati societari buoni (v. Adobe di questa settimana), ma anche dal fatto che i Bonds stanno rimbalzando con prezzi in continuo rialzo grazie anche alle nuove emissioni del Tesoro USA a tassi più alti e per ben 183 mld $. Pare evidente che questi flussi, se le proporzioni sono quelle indicate dagli analisti, stanno già avvenendo, in quanto per queste istituzioni non ha senso aspettare le ultime sedute, che coincidono per di più con il periodo che va verso la Pasqua, a liquidità decrescente. Di positivo c’è che dovremmo trovare un mercato più “pulito” all'inizio del secondo trimestre, quello dove si dovrebbero vedere dati macro migliori e anche utili aziendali fiorenti.

La positiva chiusura settimanale degli indici si deve anche all’annuncio della Federal Reserve (argomento di cui parleremo nel relativo capitolo) che le banche potranno riprendere i riacquisti di azioni proprie e aumentare i dividendi a partire dalla fine di giugno prossimo a condizione che superino lo stress test di quest’anno. La banca centrale, in un primo momento, aveva detto che avrebbe revocato le restrizioni dell’era pandemica nel primo trimestre ma la mossa, anche se ritardata, ha offerto agli investitori dei titoli finanziari maggiore chiarezza.

Settimana, quella appena trascorsa, all’insegna del rialzo delle posizioni “short” sulle opzioni su azioni dell’S&P500, almeno per quanto riguarda il breve periodo:

- GLI SPECULATORI DEL CFTC-EQUITY FUND AUMENTANO LE POSIZIONI “SHORT” NETTE SULLE OPZIONI DELL’S&P 500 DI 19.665 CONTRATTI, A 35.460 NELLA SETTIMANA FINO AL 23 MARZO.

Mentre:

- I GESTORI DI CFTC-EQUITY FUND AUMENTANO LE POSIZIONI LONG NETTE SULLE OPZIONI DELL’S&P 500 DI 11.876 CONTRATTI A 146.785 NELLA SETTIMANA FINO AL 23 MARZO.

Diversa la situazione per quanto riguarda il sentiment che regna tra gli investitori. Il rapporto tra Rialzisti e Ribassisti è risalito a 30,38 rispetto al 25,25 della precedente settimana. Un simile dato, così euforico, non lo si riscontrava dall’ottobre 2020 (v. grafico):

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Volatilità sempre alta nell’intraday. Settimana stabile con i prezzi che non hanno ritestato la resistenza in area 13300 (testata ben 6 volte), tantomeno hanno ripiegato verso il supporto posto in area 12250. Pertanto gli obiettivi al rialzo rimangono sempre gli stessi della scorsa settimana con re-test dell’area 13300/13350 per proiettarsi sulla resistenza successiva posta in area 13700. Di contro il re-test del supporto posto in area 12250 (ritracciamento del 50% della gamba rialzista 4-5 cerchiata in bianco), la cui rottura favorirebbe lo sviluppo della fase correttiva in 3 onde (a,b,c) con a fatta a 12208, con b fatta a 13300 e c che chiuderà la correzione, presumibilmente in area 11800/11750. Il livello di RSI a 49 mostra indecisione. La settimana si è chiusa a 12979.12 con un guadagno del + 0,87% che porta l’indice ad un deficit del + 0,70% da inizio anno 2021.

Sfiorato un nuovo massimo storico per l’indice S&P500, proprio in chiusura di settimana scorsa. Il pullback si è formato con i prezzi a testare la trendline ascendente per poi risalire fino ai massimi settimanali. Il prossimo obiettivo, l’area psicologica dei 4000, dovrebbe essere raggiunta a breve per poi proiettarsi verso l’area 4110. Di contro, il supporto posto a 3875, quasi coincidente con la suddetta trendline ascendente dovrebbero frenare le eventuali correzioni, fermo restando il primo vero supporto posto in area 3775 (ritracciamento del 27,2% della gamba 4-5 cerchiata in bianco). L’RSI a 59 indica che c’è spazio per ulteriori allunghi. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3974.54 con un guadagno del + 1,57% il che porta ad una performance del + 5,82% da inizio 2021.

Stessa situazione dell’S&P500, per l’indice DOW JONES che si porta a pochi punti dal precedente record e vicino alla resistenza posta in area 33400, rotta la quale la proiezione porterebbe i prezzi in area 34150. Viceversa l’eventuale correzione riporterebbe i prezzi a testare l’area dei 32000 coincidente con la trendline ascendente, rotta la quale proietterebbe i valori verso il supporto in area 31300 (ritracciamento del 27,2%). Rispetto all’S&P500 il livello di RSI a 65 è più alto e prossimo all’area di ipercomprato. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 33072.88 il che porta ad un guadagno del + 1,36% il che riporta ad una performance del + 8,06% da inizio anno 2021.

ORO INDEX

A Gennaio la Russia ha esportato 13,73 tonnellate di oro grezzo a gennaio, in aumento di 1,5 volte su base annua, secondo i dati del Servizio doganale federale. In termini monetari, i dati mostrano che le esportazioni sono quasi raddoppiate a 812 milioni $. Il servizio doganale ha affermato che, a dicembre, le esportazioni di oro sono state più elevate: 22 tonnellate, per un valore di 1,3 miliardi di dollari. Le forniture al Regno Unito hanno rappresentato oltre il 90% (12,9 tonnellate) di tutte le esportazioni russe, di oro, a gennaio. Il metallo prezioso è stato consegnato anche in Kazakistan e Svizzera. Nel 2020, la Russia ha esportato oro per un valore totale di 18,535 miliardi di dollari, 3,2 volte di più rispetto all'anno precedente. In termini fisici, l'esportazione di oro nel 2020 è più che raddoppiata, fino a 320 tonnellate contro le 123 tonnellate del 2019.

Il ministero delle Finanze russo ha consentito al National Wealth Fund (NWF) di diversificare le proprie attività investendo parte dei fondi in metalli preziosi, compreso l'oro. La quota dell'oro, che è vista come uno dei beni più "protettivi", è stata notevolmente incrementata nelle riserve di valuta estera della Russia. Il passo è finalizzato alla diversificazione degli asset stanziati dalla NWF per garantire la sicurezza dei fondi, nonché per aumentare i rendimenti, secondo il ministero che renderà pubblica la bozza nel prossimo futuro.

Il NWF, una parte del patrimonio del bilancio federale della Russia, è stato creato per sostenere il sistema pensionistico nazionale. I suoi fondi possono essere utilizzati per coprire i deficit di bilancio in tempi di crisi. Al 1° novembre, le attività del fondo ammontavano a oltre 167 miliardi $, che rappresentano circa il 12% del PIL del paese.

Il ministro delle finanze, Anton Siluanov, aveva precedentemente sostenuto l'idea di allocare le attività NWF in modo più efficiente, sottolineando che i metalli preziosi sono molto più sostenibili per gli investimenti rispetto alle attività del mercato finanziario a lungo termine. A febbraio, il ministero delle Finanze ha ridotto la quota di dollari statunitensi ed euro nella struttura valutaria del suo fondo nazionale di ricchezza dal 45% al ​​35%. Invece, ha aumentato la quota in yen giapponesi ed ha aumentato la quota di attività detenute nello yuan cinese del 15%, mantenendo una quota del 10% nella sterlina britannica.

Tutto fermo, o quasi, nella settimana appena trascorsa sulla commodity. Il range operativo è stato tra i 1747 ed i 1718 $/oz. Non sono stati testati, né l’importante area di supporto posta a 1700/1690 $/oz. (ritracciamento del 61,8% dell’ultima gamba rialzista), né la prima resistenza posta in area 1770 $/oz. (ritracciamento del 50,0% dell’ultima gamba rialzista). Rimangono, quindi, fermi questi due parametri anche per la settimana, la cui rottura proietterebbe i prezzi, rispettivamente in area 1610/1600 $/oz. (ritracciamento del 76,4% dell’ultima gamba rialzista) in caso di ribasso, ed in area 1800 $/oz. in caso di rialzo.

In ripresa le quotazioni del Platino, dopo aver toccato un minimo a 1143 $/oz. nella giornata di giovedì. In chiusura di settimana, comunque non sono riuscite a riportarsi in area 1200 fermandosi a 1191,1 $/oz. Mentre in leggera flessione i prezzi sull’argento. Nulla di importante da segnalare nei nostri due investimenti in ETC. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1732.30 $/oz. facendo registrare una perdita del – 0,54% che porta il deficit da inizio anno al – 8,59%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1730.90 $/oz. con una perdita del – 0,80%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

A finanziare parte del piano infrastrutturale dell’amministrazione Biden potrebbe essere una tassa sul chilometraggio dei veicoli, secondo il segretario dei trasporti, Pete Buttigieg. Il piano porterà un guadagno netto agli statunitensi, non un esborso netto. Tra le opzioni per finanziare il piano, Buttigieg appunto ha parlato dell’imposta sul chilometraggio, che andrebbe a tassare i viaggiatori in base alla distanza del percorso invece che sul carburante consumato.

Per Biden il piano sulle infrastrutture rappresenta una priorità, fondamentale per risanare l’economia e mantenere gli USA competitivi con i suoi rivali. Secondo un report pubblicato ad inizio marzo dall’American Society of Civil Engineers, il fabbisogno totale di infrastrutture nei prossimi 10 anni ammonta quasi a 6 trilioni di dollari. Buttigieg venerdì ha aggiunto che la Casa Bianca sta valutando, insieme ad altre opzioni di finanziamento, un ritorno del Build America Bonds, una classe speciale di municipal bond (obbligazioni emesse da enti ed amministrazioni locali), introdotta per la prima volta dall’amministrazione Obama, con costi di interesse finanziati dal Tesoro degli USA.

Secondo Vikram Rai, responsabile della strategia per le obbligazioni municipali di Citi, il bello di sovvenzionare gli interessi associati con le obbligazioni municipali è che ogni dollaro speso dal governo federale va a rinforzare l’integrità di progetti di spesa più ampi che, legalmente, solo Stati e località hanno il potere di perseguire. Rai ha detto: “Quello che molte persone non realizzano è che solo alcuni incrementi di tasse molto marginali, come l’aumento dell’aliquota dell’imposta sulle società o l’applicazione di una tassa sul combustile fossile, sarebbero più che sufficienti per finanziare la spesa iniziale per i progetti infrastrutturali”. Rai ha anche sottolineato il fatto che i progetti infrastrutturali generano occupazione ed entrate fiscali.

Il senatore Repubblicano Pat Toomey, membro della commissione finanza al Senato, è contrario a riattivare le obbligazioni e venerdì scorso, nel corso di una trasmissione televisiva, ha detto: “I governi statali e locali non sono mai stati così pieni di soldi. In aggiunta alla riscossione di tasse record dello scorso anno, il Congresso ha inviato loro 500 miliardi di dollari. Nonostante tutto questo, due settimane fa, il Congresso ha inviato loro ulteriori 350 miliardi di dollari di cui non avevano bisogno. Quindi no, non sono favorevole a stanziare male altri miliardi di dollari per incentivare progetti potenzialmente non degni e per incoraggiare governi statali e locali insolventi o irresponsabili, ad assumere ancora più debito”.

Per finanziare i programmi del governo, il senatore indipendente Bernie Sanders ha proposto nuovi aumenti di tasse sulle società e sui ricchi. Uno dei piani aumenterebbe al 35% l’aliquota dell’imposta sulle società e punta a scoraggiare le aziende dal prendere profitti offshore per pagare meno. La seconda proposta di Sanders prevede una tassa di successione graduale, che partirebbe da un’imposta del 45% sulle proprietà valutate tra i 3,5 milioni e i 10 milioni di dollari ed aumenterebbe fino al 65% per proprietà con valore sopra il miliardo. Giovedì scorso all’udienza della commissione bilancio, Sanders ha dichiarato: “Abbiamo leggi fiscali che consentono alle persone molto, molto ricche in America e alle più grandi società di evitare di pagare la loro quota di tasse. Questo deve cambiare”.

È probabile che i Repubblicani al Senato andranno contro l’aumento di tasse, quindi i Dem potrebbero dover far ricorso al processo di riconciliazione (che consente il passaggio di una normativa con una maggioranza semplice). I Dem dovranno anche risolvere differenze interne al partito sull’entità dell’aumento delle tasse; il presidente Biden ha sostenuto un aumento del tasso d’imposta sulle società al 28%, piuttosto che un suo ritorno al 35%.

Per quanto riguarda la politica internazionale, il tema “ambiente” potrebbe diventare un terreno d’incontro per gli Stati Uniti, Cina e Russia. Joe Biden, infatti, venerdì ha detto che Vladimir Putin e Xi Jinping sono invitati al summit virtuale sul clima organizzato dagli Stati Uniti ed in programma per il 22 e 23 aprile. Nella lista dei 40 leader mondiali invitati al summit, pubblicata dalla Casa Bianca, figurano anche il presidente russo e quello cinese. Non è chiaro se Russia e Cina accetteranno l’invito e se saranno interessati a collaborare con gli USA per la riduzione delle emissioni.

LA POLITICA USA-CINA

La Securities and Exchange Commission (ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori) ha introdotto una nuova regola che richiederà alle aziende estere di presentare documentazione su affiliazioni governative ed influenza governativa per accertare di non essere detenute o controllate da un’entità governativa in una giurisdizione estera. Le aziende cinesi, inoltre, dovranno anche citare tutti i membri del consiglio che sono funzionari del Partito Comunista Cinese. In caso di mancato adeguamento alla norma dopo tre anni, le autorità di regolamentazione statunitensi potrebbero escludere dalla quotazione le società.

LA POLITICA DELLA FED

Giovedì scorso la Federal Reserve ha annunciato che dal 30 giugno le banche potranno intensificare i dividendi e i riacquisti agli azionisti, a condizione che superino l’attuale ciclo di stress test. Con la data del 30 giugno sono stati un po’ allungati i tempi, dato che a fine dell’anno scorso la Fed aveva detto che avrebbe iniziato a consentire esborsi regolari nel primo trimestre 2021. Il vicepresidente delle attività di supervisione bancaria della Fed, Randal Quarles ha affermato: “Il sistema bancario continua ad essere una fonte di forza e ritornare al nostro normale contesto dopo lo stress test di quest’anno conserverà questa forza”. La sospensione delle restrizioni si applica solo ad istituti che mantengono livelli di capitale appropriati come valutati tramite gli stress test.

Alle banche che non raggiungono il target saranno riapplicate le restrizioni del periodo pandemico fino al 30 settembre. Le banche che non riescono ancora a raggiungere i livelli di capitale richiesti avranno limitazioni perfino più severe.

Mercoledì il segretario al tesoro, Janet Yellen aveva detto che le banche hanno migliorato le loro posizioni capitali e dovrebbero essere autorizzate a ricomprare le loro stesse azioni; mercoledì alla Commissione del Senato per le banche, gli alloggi e l’urbanistica si era detta favorevole a permettere l’acquisto di azioni proprie. Yellen ha affermato: “Mi ero opposta in precedenza quando eravamo molto preoccupati circa la situazione che le banche avrebbero affrontato per il riacquisto di azioni proprie. Adesso però gli istituti finanziari sembrano stare meglio e penso che dovrebbero avere un po’ della libertà prevista dalle regole per fare restituzioni agli azionisti”.

Tra la senatrice democratica Elizabeth Warren e la Yellen si è aperto un dibattito. Warren ha proposto che anche BlackRock, il più grande gestore finanziario al mondo, venga indicata come un “istituto finanziario di importanza sistemica”, ovvero, un’azienda in grado di mettere a rischio l’economia in caso di un suo fallimento. Yellen ha detto che per lei non è ovvio che la designazione a “istituto finanziario di importanza sistemica” possa essere lo strumento corretto per far fronte ai rischi posti da società di gestione patrimoniale come BlackRock, aggiungendo che avrebbe esaminato la questione con il Financial Stability Oversight Council (agenzia con lo scopo di identificare i rischi alla stabilità finanziaria degli Stati Uniti, di promuovere la disciplina dei mercati, di rispondere alle emergenti minacce alla stabilità del sistema finanziario USA). “Penso sia importante indicare istituti il cui fallimento rappresenterebbe un rischio materiale per la stabilità finanziaria”, ha detto Yellen.

La senatrice Warren ha risposto: “Capisco che quando il mercato azionario sta salendo può essere facile ignorare i rischi che possono accumularsi nel sistema”. “Questa era la mentalità delle autorità di regolamentazione che ha portato al crollo 2008 ed è così che i contribuenti sono finiti alle strette per un salvataggio da 700 miliardi di dollari delle banche più grandi”.

Un portavoce di BlackRock ha detto: “Siamo a favore di una riforma della regolamentazione finanziaria che aumenti la trasparenza, protegga gli investitori e faciliti una crescita responsabile”. “Le ultime due amministrazioni degli USA e diverse autorità di regolamentazione globali hanno studiato il nostro settore per un decennio concludendo che i gestori di patrimoni dovrebbero essere regolati in modo diverso dalle banche, concentrandosi principalmente sui prodotti ed i servizi del settore”. “BlackRock non è una banca e, come gestori di patrimonio, siamo un’azienda fortemente regolata”.

Il presidente della FED, Jerome Powell, parlando della ripresa economica, giovedì ha detto alla NPR: “Quando raggiungeremo un ulteriore sostanziale progresso verso i nostri obiettivi, gradualmente ripristineremo la quantità di treasury e titoli garantiti da ipoteca che abbiamo comprato. Quando l’economia si sarà completamente ripresa, ritireremo il supporto che abbiamo garantito durante l’emergenza, lo faremo molto gradualmente nel corso del tempo e con grande trasparenza”. Sulla ripresa Powell ha aggiunto: “In sintesi, è una combinazione di migliori sviluppi riguardo il Covid, in particolare i vaccini, ed anche del supporto economico dal Congresso. Questo ci permetterà di riaprire l’economia prima di quanto ci saremmo aspettati”. Il numero uno della FED non ha rimpianti riguardo le misure straordinarie adottate dalla banca centrale nell’ultimo anno, anche se alcuni critici hanno espresso i loro timori circa la possibilità che l’entità degli stimoli fiscali e monetari possa rivelarsi problematica successivamente se l’economia dovesse surriscaldarsi. “In definitiva – ha detto Powell - in una crisi come questa, penso che ciò che abbiamo fatto sia servito allo scopo di scongiurare quelle che avrebbero potuto essere conseguenze molto peggiori”.

DATI MACROECONOMICI

Il Chicago Fed National Activity Index ha deluso di molto le aspettative, indice mensile che misura l’attività economica complessiva e la relativa pressione inflazionistica, dal dato di gennaio revisionato a 0,75 a febbraio, passa a -1,09, dato più basso da aprile 2020. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Chicago.

Ulteriore delusione per il dato sul numero di vendite di nuove abitazioni. Per febbraio era previsto un calo a 875 mila rispetto alle 948 mila di gennaio, ma il dato è andato anche sotto le attese attestandosi a 775 mila (per trovare un dato più basso si torna a maggio 2020). Si tratta di una contrazione del 18,2%. Le tempeste di neve hanno un ruolo, ma basta guardare i tassi e quindi la direzione delle richieste di mutuo, per capire che non è solo quello. Il dato è rilasciato dall’U.S.Census Bureau.

Contrazione anche negli ordini di beni durevoli, che per la prima volta da aprile torna ad essere accompagnato dal segno ‘meno’. A febbraio si registra un calo dell’1,1%, contro le attese, dato che il consensus prevedeva una crescita dello 0,8%. In calo anche il dato che esclude il settore della difesa ed aeronautico, che registra un -0,7% (contro un consensus di crescita dello 0,5%). Da considerare che i numeri sensazionali di gennaio probabilmente sono stati impattati, in alcune categorie, dalle tempeste di neve. I dati sono rilasciati dall’U.S. Census Bureau.

Il dato preliminare di marzo del PMI manifatturiero, elaborato da Markit Economics, è in rialzo. Dal 58,6 di febbraio, con il dato preliminare di marzo si è passati a 59 punti; numero comunque leggermente inferiore alle attese (consensus fissato a 59,3). Il dato preliminare del settore dei servizi, invece, rispetta le previsioni attestandosi a 60 punti, in crescita rispetto ai 59,8 punti di febbraio.

Calo importante nel numero di richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che va ampiamente sotto le stime (consensus a 730 mila) scendendo sotto quota 700 mila, attestandosi a 684 mila nella settimana terminata il 20 marzo. Si tratta del dato più basso da marzo 2020.

Segno ‘più’ per il PIL annualizzato dell’ultimo trimestre del 2020, che segna un +4,3%, dopo il +33,4% del trimestre precedente. Il dato dell’ultimo trimestre 2020 è andato oltre le attese: il consensus era fissato a 4,1%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

L’indice dei prezzi di spesa per consumi personali core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile rispetta il consensus registrando a febbraio un +0,1%, contro il +0,2% di gennaio. Il dato annualizzato di febbraio, invece, segna un +1,4%; appena sotto le stime di crescita dell’1,5%. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

In calo il reddito personale, che a febbraio registra una contrazione del 7,1% dopo la crescita del 10,1% del mese precedente. Si tratta di un calo più contenuto rispetto alle previsioni: il consensus era fissato a -7,3%. Nel mese di febbraio calano anche le spese personali che registrano un -1%, sotto le stime di una contrazione dello 0,7%. I due dati sono scesi dopo il balzo di gennaio dovuto agli assegni da 600 $. In prospettiva, quelli che stanno arrivando ora sono da 1400 $, ai quali si aggiungono i fondi destinati agli Stati, che in parte finiranno in redditi. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

L’indice di fiducia dei consumatori, elaborato dall’Università del Michigan, passa dai 76,8 punti di febbraio agli 84,9 punti di marzo. Dato leggermente superiore alle aspettative (il consensus era fisato ad 83,6).

PORTAFOGLI AZIONARI

La discesa degli indici azionari, a metà settimana, ha favorito diversi acquisti di titoli e la chiusura positiva di fine settimana ci ha fatto guadagnare un bel tozzo di pane; chissà se la settimana che ci avvicina alle festività pasquali ci porterà in regalo anche qualche bell’ovetto di cioccolato. Iniziamo dal Portafoglio LombardReport e dalla strategia Nasdaq Weekly, con la vendita totale del titolo FASTENAL che ci ha fatto guadagnare un bel 7%. Altri titoli sono in rampa di lancio per l’inizio della settimana e li potrete vedere nel relativo Portafoglio. Unica preoccupazione, il titolo AURORA CANNABIS, sul quale non siamo assolutamente venditori e pertanto in caso di ulteriore discesa dei prezzi, modificheremo in corsa la strategia.

Per quanto riguarda il Portafoglio “The Challenge”, come detto nelle scorse settimane, in questo periodo privilegeremo i nuovi acquisti discrezionali su codesta strategia per una maggiore libertà operativa, ma anche mentale, dovuta a giornate di forte oscillazione dei prezzi. Nella settimana appena trascorsa abbiamo acquistato il titolo biotecnologico francese, NOVACYT; il principe dei mercati online cinese che ultimamente sta attraversando un periodo poco felice tra multe del governo cinese e regolamentazioni più stringenti da parte del governo USA, ALIBABA; infine una “rentrèe” sul titolo italiano LEONARDO che ampie soddisfazioni ci ha già regalato.

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

APPLE - L'impennata degli investimenti di Apple.

Il grafico seguente mostra che Apple ha speso circa 3,5 miliardi di dollari in investimenti nell'ultimo trimestre. Questo è il massimo che l'azienda ha investito in un singolo periodo di tre mesi dal 2018. Si noti inoltre che il picco ha interrotto una tendenza al ribasso di tre anni. Per mettere questo numero in prospettiva, APPLE detiene attualmente un saldo di cassa netto di circa 84 miliardi $ (inclusi gli equivalenti di cassa, escluso il debito). Al ritmo di esecuzione dell'ultimo trimestre, la società ha speso quasi un quinto della sua riserva di cassa netta in progetti all'anno.

Qualcosa di grosso in vista?

Quindi, c'è la possibilità che APPLE si stia preparando per qualcosa di grande in futuro. Secondo l'analista di Bernstein, Toni Sacconaghi,: “APPLE ha storicamente investito in attrezzature, finanziando efficacemente operazioni di terze parti in cambio di una capacità di produzione sicura per componenti hardware. È difficile dirlo con certezza, ma una cosa è certa: presterò maggiore attenzione a questo flusso di liquidità quando Apple comunicherà i risultati fiscali del secondo trimestre, alla fine di aprile”.

Un altro segno che l'auto Apple è proprio dietro l'angolo

Continuano ad emergere prove che l'azienda di Cupertino ha lavorato al lancio dell'Apple Car. Poco si sa per certo della Apple Car, dal momento che l'azienda di Cupertino tende a essere molto riservata riguardo ai suoi progetti di alto profilo. L’azienda MacRumors crede che Project Titan, come era noto il programma Apple Car, fosse stato discusso sin dai tempi di Steve Jobs.

A un certo punto, si credeva che 1.000 dipendenti fossero stati assegnati a Project Titan. Il team è diventato progressivamente più piccolo nel 2019. Tuttavia, quello stesso anno, Apple ha acquisito Drive.ai, startup di veicoli a guida autonoma, per una spesa presunta di 77 milioni $. Più si sente parlare degli sforzi di Apple per sviluppare la tecnologia dei veicoli a guida autonoma (o un'auto completa), più l'Apple Car diventa rilevante per la tesi di un investimento. La posizione iniziale degli investitori sull'Apple Car rimane invariata: chi sta valutando di investire in azioni Apple dovrebbe farlo per le opportunità offerte da iPhone e superciclo 5G, dispositivi indossabili e cross selling di servizi, prima di tutto. Mentre l'Apple Car dovrebbe essere profondamente scontata nell'analisi degli investimenti, dal momento che ancora oggi molto è sconosciuto: tempi, volume di produzione, profilo del margine o se accadrà affatto.

MICROSOFT - Microsoft è in trattative per acquistare Discord.

Il Wall Street Journal ha riferito che Microsoft è in trattative avanzate per acquisire la piattaforma di messaggistica Discord per 10 miliardi o più di dollari e un accordo potrebbe essere completato il mese prossimo. Microsoft e Discord sono in trattative esclusive per acquistare un'app utilizzata da milioni di giocatori e altri per chattare tra loro in tempo reale. Da parte della società Discord si legge che la stessa ha parlato con potenziali acquirenti, incluso il gigante del software Microsoft, sebbene nessun accordo fosse imminente.

TESLA - Elon Musk riceve l'ordine di eliminare il Tweet anti-sindacato.

Un tweet che il CEO di Tesla, Elon Musk, ha emesso quasi due anni fa minacciando i dipendenti di una perdita di stock option se avessero formato un sindacato, era illegale e deve essere cancellato, ha affermato il National Labour Relations Board (NLRB). L'NLRB ha anche ordinato a TESLA di pubblicare un avviso riguardante le pratiche di lavoro sleali nel suo stabilimento di Fremont, in California, e di pubblicare un avviso relativo al tweet in tutte le sue strutture a livello nazionale, secondo quanto riportato dall'Associated Press. Il sindacato United Auto Workers (UAW) ha presentato un reclamo all'NLRB nel 2018 sul tweet di Musk. Il sindacato ha elogiato la mossa dell'NLRB. In una dichiarazione, il vicepresidente di UAW, Cindy Estrada, ha affermato che: “il sistema attualmente è fortemente a favore di datori di lavoro come TESLA che non hanno remore a violare la legge".

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

ADOBE SYSTEMS + 6,25%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel 1° trimestre fiscale 2021 pari a 3,14 $/az. su ricavi per 3,91 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,78 $/az. su ricavi per 3,76 mld $. Il fatturato è aumentato del 26,3% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il 2° trimestre fiscale 2021 utili per 2,81 $/az. su ricavi pari a ca. 3,72 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,70 $/az. su ricavi pari a 3,70 mld $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili fiscali per il 2021 di circa 11,85 $/az. su ricavi di circa 15,45 mld $. La precedente previsione dell'azienda era utili di circa 11,20 $az. su un fatturato di circa 15,15 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 11,26 $/az. su ricavi di 15,20 mld $.

Shantanu Narayen, Presidente e CEO di Adobe, ha affermato: “Adobe ha generato entrate record nel primo trimestre fiscale e stiamo aumentando i nostri obiettivi annuali sulla base delle enormi opportunità offerte dalle attività e dalla continua fiducia dei clienti per il nostro lavoro a livello globale. Creative Cloud, Document Cloud ed Experience Cloud sono diventati fondamentali per tutti i segmenti di clienti, dagli studenti, ai privati, ​​alle grandi imprese, in tutto il mondo". La società ha anche annunciato che il vicepresidente esecutivo e CFO, John Murphy, intende ritirarsi nel 2021 per trascorrere più tempo con la famiglia e concentrarsi sulla filantropia. Murphy rimarrà, come necessario, per garantire una transizione ordinata mentre la società identifica un suo successore.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (3/29/2021)
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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)