NASDAQ100 WEEKLY - Settimana di consolidamento sugli indici azionari USA...


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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La Fed vuole l'inflazione e Wall Street anche.

Gli indizi che l'azionario USA si sta assuefacendo a dei tassi leggermente più alti stanno aumentando di numero. Considerando che i rendimenti hanno superato i record precedenti portandosi sopra la soglia dell'1.7% con gli investitori che attribuiscono anche una probabilità non trascurabile al fatto che la FED sia costretta a muoversi prima del 2023, la reazione dell'azionario è stata abbastanza composta, solo gli indici del Nasdaq (100 e Composite) hanno accumulato un discreto passivo, poi rientrato, mentre gli indici S&P500 e DOW JONES hanno fatto registrare nuovi massimi storici rispettivamente a 3983.87 e 33227.78 con le banche in guadagno e il tech e i semiconduttori in calo, insieme all'energy, danneggiata da una correzione del petrolio, a conferma che è in atto un'accelerazione della crescita, specialmente in questo momento, legato alle riaperture e all'esplosione di stimolo fiscale che sta investendo l'economia USA (v. grafico con balzo del reddito disponibile e miglioramento del traffico aereo):

Le misure di tassi ed acquisti, nella riunione del FOMC di mercoledì scorso (della quale parleremo più approfonditamente in seguito), sono rimaste invariate, così come le previsioni. La descrizione dell'economia ha riconosciuto il recente miglioramento del quadro macro, mentre la caratterizzazione dell'inflazione è variata solo per l'anno in corso. Contrariamente alle attese, il numero di membri che ha indicato un rialzo dei tassi nel 2023 (7 su 18) non è stato sufficiente a modificare la mediana, che vede ancora tassi invariati. Nel 2022 sono in 4 a vedere un rialzo. In altre parole la maggioranza dei membri del FOMC sembra avere una robusta tolleranza di rialzo dell'inflazione e calo della disoccupazione, prima di vedersi costretta a alzare i tassi, visto che le previsioni danno inflazione a +2.2% quest'anno, (+0.4 rispetto alla precedente previsione) e al 2.2% nel 2022 e 2.1% nel 2023, mentre la disoccupazione è vista rispettivamente al 4.5%, 3.9% e 3.5%. Il PIL o GDP è previsto al 6.5% per l'anno in corso e a 3.3% e 2.2% rispettivamente per il 2022 e 2023.

La reazione dei mercati è stata abbastanza coerente:

- I tassi sono calati sulle scadenze brevi, ma molto meno su quelle dai 5 anni in su. Infatti, una FED così poco reattiva è una ricetta per un’inflazione più forte a medio termine e il mercato aumenta il premio al rischio.

- Il dollaro ha perso significativo terreno, mitigato poi nel fine settimana. Aumento delle attese di inflazione vuol dire calo dei tassi reali e quindi minor supporto.

Grafico differenziale rendimento tra il Bond decennale ed il biennale USA:

E poi, ci sono state modeste turbative:

- Nella riunione in Alaska fra le due potenze mondiali, gli USA hanno ammonito Pechino che imporranno le sanzioni stabilite dall'amministrazione Trump se la Cina continuerà a importare grosse quantità del petrolio iraniano.

- Il livello dello scontro che si alza con la Russia, la quale ha richiamato per consultazioni in patria l'ambasciatore, dopo che Biden ha minacciato ritorsioni se un report che rivela di interferenze nelle elezioni si dovesse dimostrare veritiero. Altre sanzioni sono state annunciate per l'uso di armi chimiche contro i dissidenti.

- la FED ha annunciato che non avrebbe prorogato l'esenzione di Treasury e riserve dal Supplemental Leverage Ratio (SLR) che scade il 31 marzo. Quest'esenzione ha fatto in modo che nell'ultimo anno questi “asset” non assorbissero capitale, rendendo più agevole per le banche accumularli e liberando del capitale per agevolare il credito.

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Volatilità sempre alta nell’intraday. Ad inizio settimana il recupero dell’area 13000 ha fatto ben sperare per un proseguimento del rimbalzo che, invece, ha trovato una forte resistenza in area 13300 (testata ben 6 volte) per poi ripiegare e chiudere nuovamente sotto i 13000. Quindi gli obiettivi al rialzo rimangono sempre gli stessi della scorsa settimana con re-test dell’area 13300/13350 per proiettarsi sulla resistenza successiva posta in area 13700. Di contro il re-test del supporto posto in area 12250 (ritracciamento del 50% della gamba rialzista 4-5 cerchiata in bianco), la cui rottura favorirebbe lo sviluppo della fase correttiva in 3 onde (a,b,c) con a fatta a 12208, con b fatta a 13300 e c che chiuderà la correzione, presumibilmente in area 11800/11750. Il livello di RSI a 47 mostra un po' di debolezza sull’indice. La settimana si è chiusa a 12866.99 con una perdita del – 0,54% che porta l’indice ad un deficit del + 0,17% da inizio anno 2021.

Nuovo massimo storico, a 3983.87 per l’indice S&P500. Il record è stato raggiunto con un livello di RSI a 61, quindi in modalità confortevole con modeste percentuali di volatilità. Lo spazio per ulteriori ed importanti allunghi c’è soprattutto dopo il ripiegamento di fine settimana scorsa. Prossimi obiettivi l’area psicologica dei 4000 per poi proiettarsi verso l’area 4110. Di contro, vedremo se il supporto posto a 3900 o la trendline ascendente riusciranno a frenare le eventuali correzioni, fermo restando il primo vero supporto posto in area 3775 (ritracciamento del 27,2% della gamba 4-5 cerchiata in bianco). La settimana di contrattazione si è chiusa a 3913.1 con una perdita del – 0,77% il che porta ad una performance del + 4,18% da inizio 2021.

Prosegue il rialzo per l’indice DOW JONES che anche in questa settimana riesce a stabilire un nuovo record a 33227.78 ad un passo dalla resistenza posta in area 33400, rotta la quale la proiezione porterebbe i prezzi in area 34150. Rispetto all’S&P500 il livello di RSI è più alto ed appena ha sfiorato l’area di ipercomprato a 70 le vendite hanno colpito anche questo indice nel fine settimana. Vedremo nel corso delle prossime sedute se il rialzo proseguirà o una salutare correzione riporterà i prezzi a testare l’area dei 32000, oppure proseguirà la corsa verso il supporto in area 31300 (ritracciamento del 27,2%). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 32627.97 il che porta ad una perdita del – 0,46% il che riporta ad una performance del + 6,60% da inizio anno 2021.

ORO INDEX

Più di 3000 anni fa, all'inizio del XII secolo a.C., la leggenda greco-romana ci racconta di una mitica coppia di mostri situata nello Stretto di Messina. I mostri si chiamavano Scilla e Cariddi. E sia l'Odissea di Omero che l'Eneide di Virgilio descrivono il terrore dei marinai che entrarono in contatto con loro. Scilla era da una parte dello Stretto e Cariddi dall'altra. Ma poiché lo Stretto è così stretto, era impossibile per i marinai evitare entrambi i mostri, costringendo essenzialmente il capitano a scegliere tra il minore dei due mali. Nella narrativa di Omero, ad esempio, Ulisse viene informato che i vortici di Cariddi potrebbero affondare l'intera nave, mentre Scilla potrebbe uccidere una manciata dei suoi marinai. La storia è un mito, ma l'idea di dover scegliere tra due terribili opzioni è molto reale. Riportando la leggenda ai nostri giorni ed ai mercati economico-finanziari, sembra che la Federal Reserve sia finita in questa posizione. Diversi economisti di chiara fama mondiale espongono, qui di seguito, alcuni passi importanti per portare all’attenzione non solo degli investitori ma anche della gente comune ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro sia ai mercati finanziari sia all’economia a stelle e strisce.

Nei suoi sforzi per rilanciare l'economia durante la pandemia, la FED ha tagliato i tassi di interesse così tanto che il tasso medio dei mutui a 30 anni per gli acquirenti di case, ha raggiunto il minimo storico del 2,65% all'inizio di quest'anno. Allo stesso modo, la scorsa estate i rendimenti delle obbligazioni societarie con rating AAA hanno raggiunto il minimo storico del 2,14% ed il Bond governativo T-note 10Y è sceso al minimo storico dello 0,50% ed il tasso sui Buoni del Tesoro governativi a 1 mese è diventato effettivamente negativo (- 0,117%) per un breve periodo, qualcosa che non è mai accaduto prima. Con i tassi di prestito societari così bassi, il mercato azionario è esploso. Con i consumatori in grado di prendere in prestito denaro così a buon mercato, i prezzi delle case sono saliti ai massimi storici, ma non solo, con gli aiuti fiscali pro-pandemia da parte del governo, i consumi personali stanno crescendo rapidamente.

Ma torniamo alla FED che tagliando i tassi di interesse ai minimi storici, sta essenzialmente navigando direttamente nello Stretto di Messina per ritrovarsi bloccata tra due mostri. Su un lato dello Stretto c'è il mostro dell'inflazione, che diventa più forte e più minaccioso con la FED che evoca l’esistenza di un dollaro forte, mentre dall’altro lato c'è il mostro del Mercato.

Nel primo caso, la FED lo scorso anno ha aumentato l'offerta di dollari USA nel sistema finanziario (aggregato monetario M2) del 26%, il più grande aumento annuale dal 1943, quasi raddoppiando le dimensioni del suo bilancio solo negli ultimi 12 mesi e quasi 10 volte il suo bilancio dalla crisi finanziaria del 2008. In termini semplici, la FED "stampa" denaro (anche se elettronicamente) e lo sparge nel sistema finanziario. Questa è una forma di degrado, storicamente parlando, la svalutazione della valuta alla fine causa inflazione.

Si possono citare episodi storici famosi, come lo Zimbabwe, il Venezuela o la Repubblica di Weimar, dove l'infinita stampa di denaro da parte del governo ha causato l'iperinflazione, ma senza voler estremizzare i casi, ci sono innumerevoli esempi "più tranquilli" di inflazione, come in Brasile, dove l'inflazione è ora superiore al 5%, o in Turchia, dove il tasso di inflazione annualizzato è di circa il 15%. Il 15% non è esattamente iperinflazione, ma rende la vita piuttosto scomoda, soprattutto quando la crescita dei salari non riesce a tenere il passo. Ogni anno le persone si ritrovano più povere e in condizioni peggiori. Eppure la Federal Reserve non tiene conto di questi innumerevoli esempi storici, affermando di recente al Congresso che la stampa incessante di moneta non causerà inflazione se non temporaneamente. Questa è una logica piuttosto pericolosa, dato che la regola n. 1 in finanza è: "le prestazioni passate non sono garanzia di risultati futuri".

Detto del primo caso, passiamo al secondo caso; il mostro del Mercato cresce con il dollaro che la FED crea e si alimenta con tassi di interesse economici. Guardate il mercato azionario statunitense: prima della pandemia, l’indice S&P500 aveva raggiunto un record di poco più di 3389 punti. Oggi il mercato è superiore di oltre il 17%, mentre i guadagni aziendali sono in calo. L'utile medio per azione nell'S&P500 è INFERIORE del 30,47% rispetto a prima della pandemia, anche i fatturati aziendali sono in calo, eppure il debito aziendale è sostanzialmente più alto. L'economia statunitense misurata dal PIL è più debole. La spesa dei consumatori è ancora inferiore rispetto a prima della pandemia e la disoccupazione è più alta. Il debito pubblico è completamente fuori controllo e il nuovo partito al governo ha appena annunciato di voler aumentare le tasse. Profitti inferiori, entrate inferiori, debito più elevato, tasse più elevate; NESSUNA di queste tendenze dovrebbe essere favorevole al mercato azionario; eppure il mercato è ai massimi storici, con il rapporto prezzo/utili medio dell'indice S&P500 ora ad un incredibile 40 volte.

La FED sa che la forza del mercato azionario ... insieme ai mercati immobiliari e obbligazionari ... si basa su tassi di interesse bassi. Sanno anche che se alzano i tassi, questi mercati potrebbero subire una drammatica recessione.

Quindi la Fed ha due opzioni tra cui scegliere, e nessuna delle due va bene: aumentare i tassi e far crollare i mercati. Oppure, non aumentare i tassi e rischiare l'inflazione.

Ci hanno già detto che stanno scegliendo l'inflazione. Quindi senza voler trasformare gli Stati Uniti nello Zimbabwe, livelli di inflazione simili a quelli del Brasile o della Turchia sono decisamente possibili. È successo prima negli anni '70, quando l'inflazione ha raggiunto la doppia cifra e tale è rimasta per anni. Dato il rifiuto della FED di riconoscere la minima possibilità di alta inflazione (eresia!), ha senso considerare di prepararsi a questa possibilità.

Ho volutamente inserito queste dichiarazioni nel capitolo riguardante l’Oro in quanto mi sento di sottolineare ancora una volta che l'Oro ha una lunghissima storia di buoni risultati durante i periodi di inflazione ed essendo, anche, tra le poche principali classi di attività che attualmente NON ha raggiunto un livello record, su questa basi l'Oro mi sembra nettamente sottovalutato.

L’atteso rimbalzo(ino) si è concretizzato sia sui prezzi che sul livello di RSI. L’ importante area di supporto posta a 1700/1690 $/oz. (ritracciamento del 61,8% dell’ultima gamba rialzista) anche nella settimana appena trascorsa ha fatto il suo dovere ed i prezzi sono rimasti stabilmente sopra detta area con massimo a 1754 $/oz. Ora aspettiamo di vedere, quanto prima, il rimbalzo portarsi prima verso la resistenza posta in area 1770 $/oz, quindi in area 1800 $/oz. In caso contrario, che non ci auguriamo, il re-test del supporto in area 1700/1690 la riteniamo un’ipotesi probabile. Solo per dovere di cronaca riportiamo che l’eventuale rottura, confermata da diverse chiusure, del supporto in area 1700/1690 proietterebbe i prezzi in area 1610/1600 $/oz. (ritracciamento del 76,4% dell’ultima gamba rialzista) situazione che ci vedrebbe sicuramente acquirenti di un secondo lotto del nostro investimento in ETC.

Nulla di nuovo per quanto riguarda le quotazioni del Platino che, dopo aver recuperato area 1200 $/oz., sono oscillate tra detta area e 1240 $/oz. Questa mattina, invece, vediamo della debolezza sulla commodity sotto i 1200 $/oz. Questa situazione ha favorito l’acquisto di una nuova posizione, sempre in ETC, sull’argento. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1741.70 $/oz. facendo registrare un guadagno del + 1,27% che porta il deficit da inizio anno al – 8,09%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1744.86 $/oz. con un guadagno del + 1,04%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

L’amministrazione Biden è al lavoro sul disegno di legge che riguardano le infrastrutture, un piano che secondo le proposte precedenti del Presidente dovrebbe costare trilioni di dollari. Importanti personaggi informati sulla questione, dirigenti di Wall Street, grandi aziende e società di private equity si starebbero confrontando con la Casa Bianca e funzionari del Dipartimento dei Trasporti su come finanziare il piano infrastrutturale. Tra le idee avanzate dagli imprenditori ci sono: aumenti delle imposte, collaborazioni tra pubblico e privato, aumenti delle tariffe per pedaggi autostradali e sui ponti. Il piano infrastrutturale ad energia pulita era stato presentato durante la campagna elettorale di Biden.

Recentemente il Presidente ha ribadito la propria promessa elettorale riguardo l’aumento delle tasse per chi guadagna oltre 400.000 $/annui (soglia applicata a livello familiare, non singoli); ci si attende anche un aumento delle imposte sulle società. I Repubblicani hanno già iniziato la loro opposizione su un aumento delle tasse.

Un altro modo per finanziare il piano infrastrutturale è una forma di collaborazione in larga scala tra privato e pubblico, che consentirebbe a società di private equity di sostenere la costruzione di alcuni dei progetti più costosi. Altre aziende ed organizzazioni corporate-friendly, come la Camera di Commercio, hanno proposto vari mezzi di finanziamento come l’aumento delle tasse sul carburante. Il segretario del Dipartimento dei Trasporti, Pete Buttigieg, ha respinto la proposta di un aumento temporaneo della tassa sul carburante, avanzata dalla Camera di Commercio, come mezzo per finanziare miglioramenti infrastrutturali nel paese.

Sul fronte sociale, il Presidente Joe Biden venerdì ha esortato il Congresso a passare rapidamente la norma sui crimini d’odio per fornire una risposta all’aumento di discriminazione e violenza contro gli asio-americani durante la pandemia. Nel corso dell’udienza al Congresso di giovedì proprio sul tema della violenza contro queste minoranze, la prima in 34 anni, Biden e diversi parlamentari ed attivisti hanno spinto per far passare la legge sui crimini d’odio introdotta ad inizio mese dal membro della Camera Grace Meng (Democratica) e dalla senatrice Mazie K. Hirono (Democratica).

Uno studio dell’organizzazione no-profit, Stop AAPI Hate, rilasciato martedì scorso, riporta 3.795 resoconti di episodi d’odio contro asio-americani ed abitanti delle isole del Pacifico registratisi tra il 19 marzo 2020 ed il 28 febbraio di quest’anno. Episodi (molti segnalati retroattivamente dal 2020) come insulti verbali, aggressioni fisiche, discriminazione sul posto di lavoro, molestie online ed altre forme di pregiudizio. Il gruppo però sottolinea che il conteggio rappresenta solo una parte del numero di episodi d’odio ai danni di queste minoranze che si verificano nel paese. Nel corso dell’udienza al Congresso, alcuni leader politici e sostenitori hanno evidenziato che la norma non affronta tutte le forme di odio contro gli asio-americani. Steve Cohen (Democratico), membro della Camera, durante l’udienza alla Camera ha detto: “Anche se molti dei recenti episodi contro cittadini di origine asiatica potrebbero non rispondere alla definizione legale di crimine d’odio, questi attacchi comunque creano un inaccettabile clima di paura e terrore nelle comunità asio-americane”.

LA POLITICA USA-CINA

Non è partito esattamente con il piede giusto il primo incontro di alto livello dell’era Biden tra i funzionari statunitensi e cinesi. Anzi, giovedì scorso ad un evento con la stampa pre-riunione in Alaska c’è stato uno scambio di insulti.

Il segretario di stato statunitense, Antony Blinken nelle sue dichiarazioni iniziali ha detto che gli USA avrebbero discusso delle loro “profonde preoccupazioni per le azioni della Cina, incluse quelle nello Xinjiang, ad Hong Kong, in Taiwan, gli attacchi informatici agli USA, la coercizione economica verso i nostri alleati”. Blinken ha spiegato che queste azioni minacciano l’ordine basato su regole che mantiene la stabilità globale: “per questo non sono meramente questioni interne”.

La Cina, invece, considera le questioni dello Xinjiang, di Hong Kong e del Taiwan come questioni interne. E i funzionari di Pechino all’incontro hanno ribadito che la Cina è fermamente contraria ad interferenze straniere. Yang Jiechi, direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito Comunista cinese, ha detto che gli USA devono trattare con la Cina nel “modo giusto” ed ha ribadito l’invito di Pechino alla cooperazione.

Yang ha detto anche: “Crediamo sia importante per gli Stati Uniti cambiare la loro immagine e smetterla di promuovere la loro democrazia nel resto del mondo”

Heino Klinck, ex vice assistente segretario della Difesa per l’Est Asia, in una trasmissione televisiva, ha detto di non essere stato sorpreso da come sono andate le cose: “Finora, francamente, non ci sono sorprese per quanto ne so”. “Per me è inimmaginabile che l’amministrazione Biden cercherà di ripristinare il rapporto, come vorrebbero i cinesi”.

Klinck, che ora è un consulente senior al National Bureau of Asian Research (NBR), comunque ha sottolineato quanto sia positivo che ci sia stato un “vis-à-vis” tra USA e Cina: “È importante per i leader potersi incontrare, discutere apertamente ed essere in grado di dimostrare qual è l’intento nazionale”.

LA POLITICA DELLA FED

Cambiano le aspettative circa la crescita economica, ma non la linea accomodante. La maggior parte dei componenti del FOMC (il comitato che delibera in materia di politica monetaria) si aspetta di mantenere i tassi di interesse fermi vicini a zero fino al 2023. Qualcosa rispetto al meeting di dicembre però è cambiato; se nell’ultimo mese del 2020 solo uno dei 18 membri del FOMC cercava un aumento dei tassi nel corso del 2022, ora il numero è salito a quattro. Per il 2023, invece, sette membri vedono un aumento dei tassi, rispetto ai cinque di dicembre.

Nella dichiarazione a seguito dell’incontro si legge: “Dopo una diminuzione nel ritmo della ripresa, recentemente gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione si sono alzati, anche se i settori colpiti più avversamente dalla pandemia restano deboli. L’inflazione continua a correre sotto il 2%”.

Come detto sono cambiate le prospettive economiche della FED per il 2021. Nel meeting di dicembre per il 2021 la banca centrale prevedeva una crescita del prodotto interno lordo reale del 4,2%, ora invece parla di un incremento del 6,5%. In rialzo anche la previsione per il 2022, da 3,2% a 3,3%. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, dalla FED stimano un calo al 4,5% nel 2021 (e non al 5%, come stimato precedentemente). Secondo le ultime stime della banca centrale poi, l’inflazione toccherà il 2,4% quest’anno (oltre la precedente stima dell’1,8%); l’inflazione PCE core si stima arriverà al 2,2% nel 2021 (in rialzo rispetto la previsione dell’1,8% di dicembre).

Il presidente della FED, Jerome Powell, parlando alla stampa ha ribadito che non ci si allontanerà a breve dai tassi di interesse a zero o dall’acquisto di obbligazioni. Dichiarando: “Quello che vi sto dicendo è che la linea di politica monetaria che abbiamo ora, pensiamo sia appropriata. Mentre ci avvicineremo, con largo, largo anticipo, daremo un segnale che siamo sulla strada per raggiungerlo potenzialmente, per considerare il tapering (riduzione dell’acquisto di asset, ndr)”.

Lo scorso venerdì la FED ha rifiutato di estendere una regola istituita durante la pandemia che allentava la quantità di capitale che le banche dovevano mantenere contro i Treasury ed altre partecipazioni. La modifica al coefficiente di leva finanziaria supplementare scadrà il 31 marzo. La scelta di allentare i requisiti di capitale è stata vista come la chiave per calmare quelli che sono stati mercati di Treasury tumultuosi nei primi giorni di pandemia. La necessità di denaro fresco causò una svendita massiccia nel mercato obbligazionario che la FED aiutò a coprire tramite i suoi programmi di liquidità. La FED ha detto che in futuro solleciterà un commento pubblico su come modificare il coefficiente di leva finanziaria supplementare ma che, per ora, ha deciso di lasciar scadere l’esenzione, dichiarando: “Il Consiglio intraprenderà azioni appropriate per assicurare che qualsiasi cambiamento al SLR (supplementary leverage ratio, coefficiente di leva finanziaria supplementare) non intacchi la solidità complessiva dei requisiti patrimoniali delle banche”.

In un articolo sul Wall Street Journal, Powell ha sottolineato come, nonostante un quadro economico in miglioramento, la ripresa completa sia ancora lontana e per questo la FED continuerà a sostenere l’economia. “Penso veramente che usciremo da questa crisi più forti e migliori, come abbiamo fatto spesso in precedenza”, si legge nell’articolo di Powell. La banca centrale, che manterrà i tassi di riferimento sui prestiti a breve termine ancorati vicino allo zero e continuerà ad acquistare almeno 120 miliardi di dollari al mese di obbligazioni, si impegna a non cambiare la propria politica fino a quando l’economia non avrà raggiunto un miglioramento pieno ed inclusivo dell’occupazione, anche se questo comporterà un’inflazione sopra il 2% per un determinato periodo di tempo. Il numero uno della FED, sottolineando l’importanza di una politica aggressiva, ha segnalato che i maggiori impatti della crisi da Covid-19 continuano a ricadere su chi è meno in grado di sostenerli.

Secondo Jim Cramer, conduttore di “Mad Money” su CNBC, è un errore reagire alla decisione della FED di non cambiare il tasso di interesse. Cramer ha difeso Powell, che in settimana ha mantenuto l’obiettivo della banca centrale di tenere bassi i tassi di prestito a breve termine per aiutare la ripresa economica statunitense, a costo di veder crescere l’inflazione nel breve periodo. Cramer ha detto: “Penso che Powell abbia ragione a concentrarsi di più sulla piena occupazione piuttosto che sulla inflazione bassa. Scommetto che avrà ragione riguardo la natura transitoria della crescita di prezzi delle materie prime”. Secondo Cramer le attività industriali beneficiano di tassi bassi, mentre aziende in crescita, in particolare quelli del settore tecnologico che commerciano su aspettative di guadagno future, vengono colpite perché i profitti generati non saranno così attrattivi se l’inflazione intaccherà il loro valore. Cramer ha detto che con l’economia statunitense che riapre e più consumatori che escono dalle case, imprese cicliche, come quella dei viaggi, ne trarranno grandi benefici.

Nathan Sheets, capo economista di PGIM Fixed Income, ha detto che la Federal Reserve per il momento considera i tassi più alti come un buon andamento. “La FED vede la corsa dei tassi di interesse che si sta verificando sul lato lungo della curva come un riflesso delle aspettative di un’inflazione più alta, che è ciò che la FeED sta cercando di realizzare da diversi anni insieme alle aspettative di una forte ripresa”. Sheets ha anche detto che un rendimento al 2% su Treasury a 10 anni è “un’ipotesi ragionevole” che i mercati stiano stabilendo il prezzo per il breve termine, ma non vede prove che l’incremento nei rendimenti stia diminuendo. Per Sheets questo potrebbe diventare un problema per il mercato obbligazionario e per la FED in prospettiva futura. Infine Sheets ha detto: “alla riapertura è probabile che vedremo un po’ di pressione sui prezzi, la gente richiederà beni e servizi e l’offerta di questi potrebbe restare un po’ indietro e potrebbe creare ostacoli e carenze in alcuni settori. Quindi la domanda chiave, sulla quale penso i mercati stiano dibattendo è: cosa accadrà quando andremo verso il 2022. L’inflazione più alta persisterà? O uscirà dall’ebollizione? Sarà transitoria?”.

DATI MACROECONOMICI

Mese di febbraio in negativo per le vendite al dettaglio, che calano al -3%. Per trovare un dato peggiore bisogna tornare ad aprile 2020 (in quel caso ci fu addirittura un -14,7%). Dopo il +7,6% di gennaio, il consensus era stato fissato al -0,5%. In contrazione anche il dato sulle vendite al dettaglio del Control Group con un -3,5% contro previsioni di un calo più contenuto, per la precisione dello 0,9%. Anche in questo caso si tratta del numero più negativo da aprile 2020 (in quel caso si registrò un -12,4%). Ma ci sono diverse attenuanti a cominciare dal fatto che a febbraio ci sono state le tempeste di neve, ed un pullback delle vendite era da attendersi, poi il dato di Gennaio è stato rivisto da +5.3% a +7.6%, un balzo enorme dovuto alla spesa degli assegni da 600 $ inviati a dicembre. Già da ora possiamo solo immaginare cosa succederà a marzo con gli assegni da 1.400 $. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Census Bureau.

Dopo quattro mesi consecutivi con il segno ‘più’, a febbraio anche per la produzione industriale si torna a vedere il ‘meno’, con una contrazione del 2,2%. Il dato di gennaio è stato revisionato all’1,1% (da 0,9%) e per febbraio il consensus era stato fissato allo 0,3%. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve.

Il numero di concessioni edilizie scende da 1,88 milioni (gennaio) a 1,68 milioni (febbraio), deludendo il consensus che prevedeva un calo solo a 1,75 milioni. Si tratta di una contrazione del 10,8%. I numeri di febbraio rimangono comunque tra i più alti degli ultimi 12 mesi. Anche il dato sui nuovi cantieri hanno deluso attestandosi a 1,421 milioni, in contrazione del 10,3%, contro 1,56 milioni attesi dagli analisti ed i 1,584 milioni del mese di Gennaio. Il dato è elaborato dall’U.S. Census Bureau. Su questi dati le tempeste di neve non c'entrano, mentre il rialzo dei rendimenti a lungo termine, forse sì.

Torna a crescere il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione: nella settimana terminata il 13 marzo hanno toccato quota 770 mila, registrando un incremento rispetto alla settimana precedente (725 mila). Numeri decisamente sopra il consensus, fissato a 700 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Sorpresa positiva da parte dell’indice sullo stato di salute del settore manifatturiero della regione di Filadelfia che registra un grosso incremento passando dai 23.1 punti di febbraio agli attuali 51.8 con stime per 23.3, marcando il massimo dal 1973. Il sottoindice dei nuovi ordini, passato da +27.5 a +50.9, ha fatto registrare il livello massimo da 50 anni, ed anche le spedizioni (da +8.7 a +30.2) e l’occupazione (da 4.8 a +30.1) hanno dato letture molto positive. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve di Filadelfia.

PORTAFOGLI AZIONARI

Settimana all’insegna del nulla di fatto sui nostri Portafogli azionari se non la conferma, a livello strategico, di posizionare i nuovi acquisti nel Portafoglio “The Challenge” visto l’aumento della volatilità su determinati indici e soprattutto su un numero più ampio di titoli. Prendiamo ad esempio il titolo WORKHORSE, che con oscillazioni medie del 10% giornaliero con punte anche del doppio risulta impossibile la gestione sul Portafoglio Storico se non innalzando enormemente la percentuale di rischio. Quindi bene abbiamo fatto, operativamente, prima ad abbassare la percentuale del target consentendoci di riportare il livello di STOP a percentuali limitatissime; la cui vendita totale ci ha consentito di portare a casa un discreto guadagno del + 3,62%, comunque poca roba rispetto al rischio assunto. Le vendite sul settore tech stanno un po' penalizzando i nostri titoli con la strategia del Nasdaq Weekly ma, con calma, riteniamo che su altri tre titoli potremmo, a breve, arrivare all’auspicato livello di target.

Per quanto riguarda il Portafoglio “The Challenge” abbiamo già detto che, per il momento, privilegeremo i nuovi acquisti su codesta strategia. Liberi operativamente, ma anche mentalmente, dalle eventuali forti oscillazioni dei prezzi. Ricordo per l’ennesima volta che per questa strategia l’investimento su singolo titolo deve essere la metà di quello destinato ai titoli del Portafoglio Storico, in quanto esiste la reale possibile di acquistare più lotti per singolo titolo. Nella settimana appena trascorsa abbiamo acquistato il titolo TUI e proprio oggi siamo riusciti ad entrare su DEUTSCHE LUFTHANSA, ad un prezzo inferiore al nostro grazie ad un ‘apertura in gap down del titolo. Stessa cosa per l’ETF sull’argento che, grazie ad un’apertura in gap down del titolo, ci ha permesso di risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto. Infine nella sez. “nuovi ordini” abbiamo eliminato un paio di titoli per far posto ad altri sei/sette.

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

AMAZON – l’azienda fondata da Jeff Bezos ha ottenuto i diritti esclusivi per trasmettere la partita del giovedì sera della NFL (la maggiore lega nordamericana di football americano). L’accordo sarà valido per dieci anni, a partire dal 2023, e Amazon sborserà circa 1 miliardo di dollari all’anno.

FACEBOOK – L’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg è più ottimista circa la possibilità che la sua azienda riuscirà a farsi strada nei cambiamenti alla privacy del monitoraggio app che farà parte dell’aggiornamento Apple che dovrebbe uscire all’inizio del prossimo anno. I media riportano che Zuckerberg giovedì, in una video chat Clubhouse, ha detto che Facebook potrebbe trovare vantaggiosi i cambiamenti, mentre si addentra nel concedere alle aziende di vendere beni direttamente tramite Facebook e Instagram. Lo strumento App Tracking Transparency, che sarà nell’aggiornamento Apple iOS 14, richiederebbe agli utenti di scegliere se permettere alle aziende di tracciarli tramite altre app e siti. Aziende come Facebook, che contano sulle pubblicità per le entrate, sono preoccupate che questa funzione possa ostacolare la loro abilità di raccogliere dati da utenti, per generare pubblicità personalizzate e tracciare come performano. Facebook comunque nel 2020 ha creato Facebook Shop e Instagram Shop, che permettono ai brand di esporre e vendere prodotti direttamente dalla loro piattaforma.

MICROSOFT – Microsoft ha lanciato una nuova tecnologia per aiutare governi ed organizzazioni sanitarie a migliorare la gestione dei programmi di vaccinazione anti-covid. Bloomberg riporta che la nuova tecnologia, il Microsoft Vaccine Management, è composta da funzioni e nuove app che, secondo Microsoft, apporteranno miglioramenti al Vaccination Registration and Application System, tentativo precedente che non ha funzionato correttamente in New Jersey e Washington.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

CINTAS – 7,04%. L'azienda è un fornitore di uniformi aziendali. Opera in quattro segmenti: uniformi a noleggio e prodotti accessori, vendita diretta di uniformi, pronto soccorso, servizi di sicurezza e protezione antincendio e servizi di gestione dei documenti, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2021 pari a 2,37 $/az. su un fatturato di 1,78 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,21 $/az. su un fatturato pari a 1,75 mld $. I ricavi sono diminuiti del 1,9% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2021 tra 2,20 e 2,40 $/az. su un fatturato tra 1,8 e 1,83 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,18 $/az. su un fatturato pari a 1,80 mld $.

Scott Farmer, presidente e A.D. di Cintas, ha dichiarato: "A causa della seconda ondata di pandemia l'economia ha continuato a subire un considerevole rallentamento. Inoltre nel trimestre in esame il rigido clima invernale che ha causato ampi blackout energetici negli Stati Uniti, soprattutto nel Texas. Nonostante un ambiente operativo molto difficile, la produttività e le vendite sono rimaste forti e siamo stati in grado di aiutare i nostri clienti con grandi forniture di dispositivi di protezione individuale prima della fine del trimestre. Abbiamo fornito più dispositivi di protezione individuale che mai, consentendoci di superare le nostre aspettative finanziarie. Inoltre, su base organica, i nostri ricavi trimestrali sono stati stabili anno su anno, un risultato importante considerando il confronto con il trimestre dell'anno precedente che non era ancora stato influenzato dalla pandemia.

PINDUODUO – 11,96%. E’ la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull'agricoltura in Cina, che serve 788 milioni di acquirenti attivi a partire da settembre 2020. Ha creato una piattaforma che collega agricoltori e distributori con i consumatori direttamente attraverso la sua esperienza di acquisto interattiva, ha riportato una perdita nel quarto trimestre 2020 di 0,02 $/az. su un fatturato di 4,07 mld $. La stima di consenso era per utili pari a 0,01 $/az. su un fatturato di 2,96 mld $. I ricavi sono cresciuti del 162,4% su base annua.

Lei Chen CEO della società, ha dichiarato: “Pinduoduo ha registrato un altro trimestre di forte crescita e solidi aumenti di acquisti da parte dei nostri clienti. I nostri acquirenti attivi annuali sono aumentati di 57 milioni nel quarto trimestre, raggiungendo i 788 milioni negli ultimi 12 mesi. La pandemia ha messo a dura prova il nostro team e la nostra piattaforma da quando siamo stati fondati sei anni fa. È stata un'esperienza umiliante per noi. Ma abbiamo risposto rapidamente e in modo responsabile per continuare a servire meglio i nostri utenti e con l'avvento del nostro Internet mobile, la separazione del lavoro online da quello offline è stato sempre più irrilevante e perfettamente complementari l'uno all'altro. Siamo tra le principali aziende tecnologiche elogiate per aver dato un contributo eccezionale alla guerra alla povertà rurale. Riteniamo che ciò confermi il nostro investimento per portare soluzioni per ottimizzare e valorizzare ancor più l'agricoltura.

La società ha anche annunciato che il CdA ha nominato il CEO, Lei Chen, per assumere la carica di Presidente, dopo aver accettato le dimissioni del fondatore Colin Huang, che si è dimesso dal Consiglio e dedicherà il suo tempo all'esplorazione di nuove opportunità a lungo termine.


ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (3/22/2021)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.

(articolo di Sandro Mancini)