Rimbalzo delle borse, ma gli indici USA appaiono affaticati...


Il movimento correttivo sull’azionario USA è stato riassorbito dal buon rimbalzo messo a segno in settimana, con i principali indici risaliti sui massimi di periodo. Le perduranti tensioni sui Treasury Usa mantengono comunque un quadro dì fragilità di fondo. La volatilità implicita (Vix: 23,20) è specularmente ridiscesa sui minimi dì periodo: nuove tensioni si avrebbero solo su risalite del Vix al di sopra di quota 30 (resistenza critica in area 35-37).

L’atteso rimbalzo tecnico sull’S&P500 (PC: 3917) ha raggiunto l’obiettivo indicato in area 3900-3935. Solo al di sopra di tale resistenza cesserebbe però il rischio di una successiva ripresa del movimento correttivo delle ultime settimane, con possibile obiettivo i minimi del mese di dicembre a ridosso di 3600: un segnale di rinnovata debolezza si avrebbe comunque solo in caso di ridiscese al di sotto di 3820. 

Nonostante l’affaticamento dell’azionario Usa sui livelli correnti, solo la perforazione di quota 3600 sull’S&P500 (al momento ancora poco probabile) fornirebbe un segnale convincente dell’inizio di un movimento correttivo in ottica pluri-settimanale. Operativamente e in ottica risk-reward rimane opportuno mantenere un’esposizione leggera sul mercato (per i più aggressivi valutare nuovi short tattici sull’azionario USA su strappi dell’S&P500 verso quota 4000). Il driver che sostiene le dinamiche azionarie rimane l’iper-liquidità immessa nei circuiti dalle Banche Centrali. determinando uno scollamento crescente tra l’andamento delle Borse e quello dell’economia reale”: in termini di rischio-rendimento il focus deve quindi rimanere sulla protezione dei portafogli.

- Preziosi: rimbalzo ma ancora poco convincente sui metalli preziosi, indeboliti dalla risalita dei rendimenti dei Treasury e dal rimbalzo del dollaro Usa in essere da inizio anno. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (cioè “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene comunque un contesto favorevole sul comparto in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico. L’Oro ha raggiunto un supporto importante, dove c’è stata una prima reazione tecnica; l’Argento sta consolidando all’interno dell’ampio intervallo dell’ultimo semestre, mentre il Platino (che rimane il metallo prezioso più performante su orizzonti plurimensili; cfr. Grafico future allegato) sta risalendo dopo lo storno delle due settimane precedenti.

- Obbligazionario: la “repressione finanziaria” attuata dalle Banche Centrali con i programmi di easing quantitativo mantiene i rendimenti schiacciati verso e sotto lo zero, sancendo la fine, di fatto, di una asset class tradizionalmente chiave in tutti i portafogli di investimento: uno scenario destinato a perdurare per anni, aggravato da possibili ritorni dell’inflazione a seguito delle politiche fiscali espansive attuate dai governi (che vanno ad aggiungersi alle politiche monetarie anch’esse iper-espansive). La risalita dei rendimenti dei Treasury delle ultime settimane non determina un cambio del quadro tecnico strategico ma riflette comunque il nervosismo crescente dei mercati per le prospettive di rialzo dell’inflazione e quindi di rendimenti reali negativi. Nell’area euro la Bce potrebbe intensificare il ritmo di acquisti attuale (50 miliardi di euro al mese, che potrebbero salire verso 80), all’interno del piano anti-pandemico PEPP (previsto in scadenza per marzo 2022 con un plafond a disposizione, sempre che non venga poi incrementato per estendere il programma oltre la scadenza indicata, di 1.850 miliardi di euro). La dipendenza dei mercati obbligazionari (ma anche azionari) dalla liquidità si sta cronicizzando sempre più: per mantenere l’effetto di stabilizzazione dei mercati finanziari occorrono “dosi crescenti” di “droga” monetaria. Non si intravvedono al momento exit strategies, si rinvia il problema di scadenza in scadenza, come si fa col roll-over dei contratti futures!

- Valute: il dollaro USA, dopo un nuovo minimo contro euro a 1,2368 a inizio anno, ha recuperato posizioni: il cambio EurUsd (1,1975) è in risalita dai minimi a ridosso di 1,1845 di inizio settimana ma rimane ancora al di sotto della soglia psicologica a 1,2000. Un nuovo impulso rialzista per la divisa unica si avrebbe solo al superamento di 1,2115, con conferma al di sopra dell’area 1,2200/2250 (al momento poco probabile). Confermiamo comunque di evitare sovra-esposizioni sul biglietto verde, per il rischio di deprezzamenti del dollaro nei mesi a venire (prima resistenza critica a 1,2600).

Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:

Oro, ticker PHAU: PC 135,83; Argento, ticker PHAG: PC 20,080; Platino, ticker PHPT: PC 93,520. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 10,196.

Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,703).

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)