Aggiornamento portafoglio: in lieve correzione dopo un nuovo massimo storico


I mercati si stanno prendendo una pausa, e da qualche giorno a questa parte si riscontra un po’ ovunque debolezza. Niente di che, per il momento, siamo sempre sui massimi e la volatilità seppur in lieve aumento è ancora molto contenuta.

Il Nasdaq è quello che ha sofferto un po’ di più, ma la ragione sta nel fatto che – come probabilmente saprete – pare sia scoppiata la crisi dei semiconduttori. Il problema è che i semiconduttori sono ormai usati in tutto, dagli smartphone agli aerei, e senza di loro molta della tecnologia attuale semplicemente non potrebbe esistere. Nelle ultime settimane è diventato sempre più chiaro agli analisti del settore di essere di fronte ad una carenza globale di semiconduttori.

Ma il vero problema è che non è affatto chiaro a cosa sia precisamente dovuta la carenza globale di semiconduttori. Alcuni danno la colpa del problema alla cattiva pianificazione, alle complessità della catena di approvvigionamento e all’abitudine diffusa di tenere basse le scorte di chip nelle industrie chiave a causa delle spese. Tuttavia, altri sostengono che la carenza di chip è più una diretta conseguenza della crescente domanda mondiale dovuta agli sviluppi di nuove tecnologie come il 5G, l'esplosione dei videogiochi online e la diffusione dello streaming video in tempi di pandemia, oltre alla crescente produzione di veicoli elettrici e di componenti elettronici nelle automobili tradizionali.

Come sappiamo, in tutto il mondo ci siano solamente una manciata di fornitori, tutti provenienti dall’Asia (Taiwan Semiconductor Manufacturing, la più grande al mondo, e Samsung sono i principali), e pare che da soli non riescano a fare fronte all’improvviso aumento di domanda. Però è stato singolare leggere su alcuna stampa specializzata in merito a dei colloqui tra funzionari del governo americano e il ministro dell’economia taiwanese Wang Meihua.

E, a maggior ragione, sono sibilline le dichiarazioni di Wang, che ha ammesso che “il cosiddetto chip shortage ha un grande impatto su scala globale ma un governo democratico non può interferire con le attività di aziende private”. Ma c’è di più perché pareva, da alcuni rumors provenienti dagli ambienti politici taiwanesi, che il meeting potesse avere per oggetto la possibilità di scambiare chip per auto con vaccini anti-Covid, che ancora non erano arrivati sull'isola. E guarda caso, la crisi dei chip scoppia proprio quando le forniture di vaccini sono sotto pressione in tutto il mondo.

Tornando al nostro portafoglio, dall’ultimo aggiornamento è proseguita la marcia, con il raggiungimento di un nuovo massimo storico esattamente la scorsa settimana, per un NAV pari a 102,65 rispetto al precedente 102,60. Come dicevamo, da qualche giorno i mercati sono deboli e il portafoglio sta correggendo leggermente. Infatti, al close di ieri il nostro portafoglio valorizza un NAV pari a 102,47 con una performance su base annua ora al +2,82% e con la volatilità (ovvero il rischio) stabile allo 0,54% come nella precedente valorizzazione.

Con i nuovi segnali operativi inviati poco fa sfruttiamo ancora della liquidità e sviluppiamo ulteriormente il nostro asset in ottica strategica, in attesa di avere segnali in ottica tattica da cogliere con degli ETF.

Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiornata la sintesi dei rendimenti storici di “Rischio Contenuto”.